Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: youvegotmysoul    05/03/2017    0 recensioni
"Io bramo l'amore, Liv. Nonostante abbia una famiglia e degli amici che ricambiano il mio affetto e mi sostengono in tutto e per tutto, ho sempre sentito un vuoto dentro di me, c'è da occupare ancora un ultimo posto libero nel mio cuore.
E poi, sei arrivata tu... con il tuo strano modo di vestire, con il tuo abbagliante sorriso e con la tua voglia di amare. So che dovremo superare molti ostacoli, ma io sono qui per te e tu per me. Quindi ti prego, Olivia, amami come se fosse l'ultima tua azione."
Questa é la storia, inavvertitamente sofferta, di come una ragazza incontra l'amore e degli ostacoli che la vita le pone davanti.
Al contempo, é il racconto dell'ingiustizia del destino.
Genere: Comico, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Come diamine fai a dire che Gigi Hadid tradisce Zayn?! Ne parli tu, poi, che non ne sai un fico secco di loro!» «Io ne so molto di loro. Addirittura più di te, per questo dico che non dovremmo fidarci di Gigi. Anzi, Zayn non dovrebbe.» «Spiegami come fai a saperlo e io ti crederò.» «Oh dio mio, va bene! Avvicinati... Di più. Bene. Ecco é molto sospetta ed espansiva» mentre parlo volgo lo sguardo attorno a me, guardinga. «Cosa vorresti dire con 'espansiva'?» cerca di imitare la mia voce risultando, però, solo ridicolo. «Voglio dire che postando foto con Zayn in ogni social sembra falsa. E poi mi sta antipatica. Zayn é mio.» «Lo sapevo! Le tue solite cavolate» urla facendo voltare sette miliardi di teste. Scommetto che i cinesi, dall'altra parte del mondo, hanno smesso di cogliere il riso, guardandosi intorno cercando di trovare un deficiente riccioluto. Lo guardo male per poi dargli una gomitata. «Non é una cavolata!» strepito. Mi allontano da Ashton a grandi falcate facendo ciondolare le braccia avanti e indietro mentre cammino. Vedremo chi ha ragione. Cerco dentro lo zaino il foglio degli orari senza trovarlo, ovviamente. E visto che la fortuna é sempre dalla mia parte, sento la voce che reputo come la più fastidiosa del reame da circa... L'epoca dell'asilo. «Ma salve, Miss Non-so-vestire-bene, vincitrice del concorso "Non ho una vita sociale".» «Buongiorno, Mister Biondo-tinto-oltre-che-cretino. Come se la passa oggi?» Mi sento ridicola. «Bene... finché ho visto te» «Siamo simpatici eh?» «Sempre.» Così dicendo se ne va, lasciandomi in mezzo al giardino della scuola a pensare che non vesto poi tanto male... Okay. Non ho 'stile', certo, ma almeno non sembro una barbona... No? Abbasso lo sguardo sui miei leggins gialli con i pois neri, sugli stivaletti viola e credo di essermi sbagliata prima. Però il maglione con il pinguino stampato sopra é carino, dai. Chiedo l'orario scolastico in segreteria. Credo che dall'inizio dell'anno ci sia andata almeno cinque volte per prenderne uno. Guardo il foglio di carta con le striscioline colorate indicanti ogni materia e noto che adesso ho due ore di fisica. Suicidio. ♦♦♦ Cammino sul marciapiede strisciando i piedi. Voglio bene alla mia famiglia, altrimenti sarei già stesa senza vita in mezzo alla strada affollata. Due ore di fisica, due di letteratura inglese e ciliegina sulla torta, due ore di matematica! Che bella giornata. Appena fuori da quella gabbia di matti mi sono allontanata velocemente (continuando a strisciare i miei poveri piedi, quindi non potete immaginare quanto stiano soffrendo). La scuola mi ha torturato per quattro lunghi anni, questo é finalmente l'ultimo. E teoricamente dovrei preparmi per gli esami... Ma fa lo stesso, tanto ormai tutti hanno seri dubbi sul mio futuro una volta finita questa scuola, che ho cominciato a crederci pure io. Arrivo a casa senza salutare nessuno, fiondandomi sul divano. «Due ore di fisica, due di letteratura inglese e ciliegina sulla torta, due ore di matematica!» dico ripetendo ad alta voce i pensieri di prima. Quando sento che nessuno risponde, mi volto e guardo in direzione della cucina. Mi stanno fissando. Mamma, papà, Calum (i suoi occhi cinesi, sono socchiusi così da sembrare ancora più piccoli) e... Zia Lou? «Ehm, ciao a tutti!» rimango comunque stesa sul divano. Mia mamma dopo qualche secondo ricomincia a cucinare. Ci vediamo spesso, con zia Louise,però pensavo che ora fosse alle Malbive o qualcosa del genere. «Zia Lou... Che ci fai qui?» mi rivolgo alla signora di fronte a me. Non so se dovrei proprio chiamarla 'signora', perché dimostra 20 anni benché ne abbia 40 circa. E non credo abbia conversato con qualche innocuo chirurgo plastico. La zia é sorella di mio padre e nonostante abbia avuto un bel numero di fidanzati e mariti non ha ancora nemmeno un bambino. E in caso contrario, be', io ne sono completamente all'oscuro. La vita sentimentale di zia Louise é decisamente instabile, ma il lato positivo é che dopo aver rotto con qualcuno non é realmente giù di morale e se ne esce sempre con un sorriso, magari un po' tirato, stampato in faccia. Una volta mi raccontò che stava aspettando ancora il principe azzurro che l'avrebbe salvato dalla regina malvagia aka il proprietario della casa in cui vive che la assilla ogni volta per un'uscita insieme, al lume di candela. Io l'ho visto. Infatti dico solo che é inquietante e disgustoso. Ad ogni modo, lei sta ancora aspettando e non si perde mai d'animo; questo é una delle sue caratteristiche che realmente ammiro. «Beh, ho anticipato il viaggio di ritorno dalle Bahamas per venire in Canada, a causa di una piccola scoperta di cui voglio parlare con te, Liv.» Ah, ecco cos'era: Bahamas! «Con me? Ehm, okay...» mi gratto la nuca «magari dopo pranzo, però» sorrido. ♦♦♦ Sto fissando da quasi mezz'ora zia Louise che rovista fra i suoi bagagli alla ricerca di... qualcosa. «Zia, cosa stai facendo?» chiedo buttandomi sul letto come una balena spiaggiata. «Sto cercando una cosa.» «E si può sapere cosa?» «É una sorpresa, te l'ho detto»risponde continuando a tirare disperatamente fuori tutto dalla sua valigia. Mi avvicino e allungando la mano pesco a caso un oggetto. «E questo?» chiedo annoiata. Tra le mani ho un pacco legato solo da una corda che tiene ferma la carta di impacco. «Oh eccolo qua! Aprilo.» Tiro un'estremità della cordicella e strappo la carta per trovarci un bel mazzo di fogli pieni di una scrittura ampia e fluida. «Ehm... zia?» la chiamo perplessa. «Beh, vedi, nel testamento di tua nonna Joy eri citata tu e... un suo desiderio é stato che ti fossero recapitate queste lettere.» Mi si siede accanto e noto, con tristezza, che i suoi occhi sono lucidi. Nonna Johanna é morta quasi quattro mesi fa e il fatto ha devastato la mia famiglia. In realtà, però, io non la conoscevo a fondo e ciò mi fa sentire in qualche modo colpevole per non aver mai provato ad approfondire il nostro rapporto. Ma le volevo bene. Ho ancora impressa a fuoco nella mia mente la sua immagine seduta sulla panchina nel giardino di rose di casa sua. Era sorridente e mi chiedeva di prendere una rosa bianca e portargliela. Nonostante ciò il suo ricordo, la sua voce, il suo odore cominciano a svanire insieme al tempo. «Oh, okay, comunque... cosa sono?» chiedo sbirciando tra i fogli. «Non li ho letti, ma credo siano lettere che ha scritto di suo pugno durante tutto il percorso della sua vita... Vorrei averle anch'io un giorno, così potrei...» si interrompe. «Sì, te le darò senz'altro, zia.» Le accarezzo una spalla. «Bene, grazie mille, tesoro» si accosta e mi bacia sulla fronte poi esce dalla mia stanza. Torno a guardare i fogli. Li spargo sopra al letto e controllando le date ordino ogni lettera. Quando finalmente finisco, ne rimane solo una. É di quattro mesi fa. L'ha scritta il giorno in cui morì. 14 novembre 2016 Cara Olivia, oggi mi sento particolarmente viva, felice. Penso sia giunta l'ora che il mio spirito vada in pace. Vedremo. Comunque, voglio che tu abbia questi scritti. Non sono mai stata una figura molto presente nella tua vita, perciò confido in questo bel pacco di fogli stropicciati. Spero riuscirai a conoscere tua nonna, anche senza averla di fronte. Con affetto, Nonna Jo Sono a dir poco attonita, ma contenta: ho l'occasione di poter leggere qualcosa che riguarda la nonna. Alle mie spalle la porta si apre e Calum entra sorridente. Oh no. Ha lo sguardo da sto-per-chiederti-un-favore. «Spara: cosa vuoi?»chiedo irritata mentre prendo le lettere e le poso sulla scrivania disordinata. «D'accordo. Vieni ad ascoltarci?» «Eh?» Che esasperazione. «Vieni ad ascoltare la canzone che ho scritto con i ragazzi... Abbiamo una band» si affretta ad aggiungere quando vede la mia faccia perplessa. «Ah.» «Ah?» «Sí, buono a sapersi.» «Quindi vieni? » Faccio un verso proveniente dal profondo della gola e «va bene». «Ah, lo sapevo che sei la sorellona migliore di sempre! Seguimi.» Sembra un bambino cinese a cui dai una ciotola di riso: mi sta guardando, infatti, come se l'avessi appena salvato dal Kraken. Scendiamo nel seminterrato e vedo una batteria, un basso e due chitarre già pronte all'uso. Aspettiamo quelli che, a quanto ho capito, sono i componenti della band di Cal. Pian piano arrivano tutti. Prima un tizio con i capelli strani. Poi... Ashton e Luke. «Ma che diavolo ci fate voi qui?!» «Suoniamo» risponde il riccio dalle mille risate. Contemporaneamente Luke dice: «Rompiamo le palle.» Li ignoro. Infine arriva anche un tizio che dice di chiamarsi Liam. Cominciano a provare e... fanno tremendamente pena. Calum prende la parola e con il microfono in mano dice facendo finta che di fronte a lui ci sia una ipotetica platea dice: «Noi siamo i 3 Fish And a Dog e oggi suoneremo un brano da poco realizzato. Si chiama Don't Stop e... divertitevi! Woo!» Eh, i problemi mentali che lo affliggono sono tanti. «Che diavolo di nome é 3 Fish And a Dog? E cosa vuol dire, poi?» «Ci piaceva come nome» parla Ash. «E poi suona bene!»dice mio fratello annuendo vigorosamente come se nemmeno lui fosse certo delle sue parole e ora cercasse di autoconvincersi. «Tre pesci e un cane. Puoi ben immaginare chi abbia aggiunto la parola 'dog'...» Sta volta é il tipo viola che fiata. Guardo Calum e gli chiedo: «Ma sei serio? Un cane?» E la risposta é: « Serio come la Morte. A me piacciono i cani, lo sai, quindi perché no?» «Vabbè, suonate altrimenti vado via.» Tutti brontolano per la mia "prepotenza". L'unico a non replicare é il ragazzo dai capelli viola, che... Un momento. Ora realizzo: é il ragazzo fumato del supermercato! Che genio che sono. Cominciano a suonare; Irwin alla batteria sbraccia neanche fosse un gorilla, Hemmings canta e suona discretamente, il cinese suona il basso e canta, il tizio fumato suona la chitarra e... Liam tiene la chitarra senza suonarla nemmeno guardando spaesato i ragazzi. Dopo una serie di "Don't stop" urlati la canzone, se così si può definire, termina e finalmente le mie povere orecchie possono riposarsi. «Allora? Come eravamo?» chiede mio fratello. Lo fisso negli occhi camminando all'indietro verso la porta e con schiettezza dico un «fate schifo» per poi andarmene direttamente. ♦♦♦ Forse sono stata un po' brutale prima. Forse, ma mentre salivo in casa, non mi sono affatto pentita. Però ora che ce li ho tutti seduti di fronte a me, attorno al tavolo della cucina e soprattutto ora che vedo gli occhi delusi, tristi e demoralizzati del cinese... Mi sento un po' uno schifo. Come quando fai cadere il gelato ad un bambino. Come quando hai appena infranto i sogni di qualcuno. Ecco, ti senti la perfidia fatta persona. E fa schifo sentirsi così, ve lo assicuro. «Forse ho esagerato un po'...» rompo il silenzio, seppur esitante. «Forse?!? Dici "forse"?! L'hai praticamente fatto disperare!» subito mi interrompe quel Liam. Guarda con gli occhi dolci mio fratello. Questo ragazzo é mi inquieta particolarmente. «Dicevo» lancio un'occhiata di fuoco a Liam per poi dedicarmi al Calum depresso «che sí, ho esagerato ma non é colpa mia se facevate schi... Schiamazzi» riesco a correggermi in tempo. «Schiamazzi? Ma non cantiamo poi cosí male.» Era l'unica parola che é emersa dal mio cervello. E zitto Liam, dio santo. «Be' sì, sei stonato.» Non lo guardo nemmeno. «Cal, sono sicura che migliorerete col tempo. Non te la devi prendere se Liam é solo un'oca starnazzante, capito?» «Sì, hai ragione» si alza in piedi e quasi fa cadere la sedia a terra. Fortuna che c'è Hemmings. Scherzo. «Andiamo a provare, ragazzi... Tranne tu, Liam, sei licenziato.» Calum se ne va con gli altri lasciando Liam e me qui, in cucina. È sconvolto, poverino. Scherzavo. Corre dietro loro e lo sento urlare delle frasi sconnesse tipo «non puoi licenziarmi! Non ti ho mai dato le mie referenze! E lo stipendio?! Aspetta!» e «Per favore, ragazzi! Siamo amici in fine dei conti, no?». Non dubito del fatto che la risposta sia stata un sonoro 'no'. Ma verranno sempre? Certo, l'unica rottura é dover rivedere la faccia da pesce lesso di Hemmings, giusto per rimanere in tema. OLIVIA Manca pressoché un giorno alla fine delle vacanze e a me manca più della metà dei compiti Voglio uccidermi, ma andrei all'inferno quindi... c'è qualcuno che può farlo per me? Scherzo. Sto mentendo ovviamente Cooomunque, il succo di questo capitolo é che: 1- Olivia odia Gigi Hadid e ama Zayn (Io amo Gigi, cioè quanto é bella?? Boh, troppissimo tanto) 2- Olivia adora studiare, già 3- zia Louise (indovinate un po' chi mi ha ispirata) dà ad Olivia le lettere di sua nonna 4- Entrano in gioco i 3 Fish And a Dog che sarebbero i 5sos con l'aggiunta di Liam 5- adoro maltrattare Liam Grazie mille per il fatto che leggete questo schifo, io non l'avrei fatto ;) Potete trovarmi qui, su wattpad, oppure su Twitter: youvegotmysoul Instagram: youvegotmysoul Snapchat: youvegotmysoul Ho molta fantasia, lo so Byee ♥♥
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: youvegotmysoul