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Autore: truelovealways96    06/03/2017    1 recensioni
Storia nata da un attimo di follia. SPOILER ALERT!
Tutto inizia 3 anni dopo il risveglio di Elena e 1 anno e mezzo dalla scomparsa di...
Volete scoprirlo? Allora date un'occhiata alla storia, sono ben accette critiche e suggerimenti vari, sono alle prime armi e non sono una scrittrice ma solo una fangirl con un pò di immaginazione.
La storia tiene conto della sesta stagione e di molti avvenimenti della settima.
Ho preferito non tenere conto del salto temporale che percorre la settima stagione e inserirlo successivamente, quindi gli avvenimenti della settima di cui ho tenuto conto e che scoprirete nel corso della storia avvengono in tempi ridotti rispetto alla serie.
Vi auguro una buona lettura.
Baci, Stefania.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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4 Le prime luci dell'alba illuminavano villa Salvatore dove gli ultimi avvenimenti avevano alterato lo stato di monotonia che regnava ormai da mesi. Un profondo silenzio assaliva lo stabile dove tutti dormivano, tranne Damon. Damon era sul terrazzo ad osservare il sole sorgere. Non aveva chiuso occhio tutta la notte, non che i vampiri dormissero granchè ma da quando era tornato, e ormai erano tre giorni, quella sensazione di angoscia non lo abbandonava, continuava a sognare quelle torture. Appena provava a chiudere gli occhi tutto si schiariva nella sua mente e smetteva di essere un lontano ricordo, prendeva forma e diventava quasi realtà. Nella cella non era abituato a dormire, i suoi erano più dei crolli continui, crollava dopo le immense torture per il dolore; la stanchezza e la distruzione psico-fisica lo avevano segnato ma ogni sogno era devastato dagli incubi. La sua mente lo stava torturando, la notte non riusciva a dormire e il giorno spesso si isolava, si perdeva nei suoi pensieri, cadeva in una sorta di limbo. I suoi demoni non lo lasciavano in pace e così anche quella notte aveva abbandonato il letto prima degli altri. Fortunatamente era riuscito a dormire qualche ora, la presenza di Elena al suo fianco aveva reso il tutto meno doloroso ma non era per niente sereno, temeva che lei potesse accorgersi di qualcosa. Infatti, la donna non era per niente stupida e percepiva la sua tensione, quella mattina lo sentì svegliarsi con l'affanno così come la mattina precedente, lo vide alzarsi e lasciare la stanza. Tutti cercavano di mostrarsi sereni e tenersi occupati ma Damon sapeva. Sapeva che neanche loro erano tranquilli e che avevano paura di affrontare la realtà.

Negli ultimi anni avevano ritrovato tutti la serenità, nonostante la sua scomparsa, ognuno era andato avanti, ci aveva provato e ora venivano catapultati nuovamente in quella vita che ormai sembrava appartenere al passato, fatta di pericoli e paure. Damon si sentiva in colpa ma la cosa più sconvolgente era che Damon aveva paura. Si, il freddo ed egoista Damon Salvatore aveva assaporato tante volte la paura ma non aveva mai lasciato che prendesse il sopravvento. Le cose stavano cambiando e la sensazione che non sarebbero mai tornate completamente come prima lo assaliva.
Appoggiato alla ringhiera del terrazzo i pensieri offuscavano la sua mente e il tempo passava senza sfiorarlo minimamente.
Elena dormiva profondamente, poteva sentire il suo respiro regolare ma in realtà si era riaddormentata da poco, stanca delle lacrime, della frustrazione e dell'impotenza. Neanche per lei era stata facile. Aveva perso e ritrovato il suo amore così tante volte che l'idea di perderlo nuovamente la devastava. Elena iniziava a capire cosa intendesse il suo amato anni prima quando si definiva egoista, le pareva scontato da dire ma l'amore l'aveva portata a scoprire lati di se stessa che non credeva esistessero.
La ragazza ci aveva provato ardentemente, aveva provato a parlare con lui dell'accaduto ma dopo la sua iniziale confessione con il resto del  e qualche allusione alla faccenda aveva chiuso bruscamente l'argomento.
Il giorno prima Elena aveva cercato di comportarsi come sognava di farlo da mesi. Damon le aveva organizzato una cenetta con i fiocchi ed entrambi avevano provato a dimenticare gli ultimi mesi. Elena lo aveva accarezzato, coccolato e le sembrava quasi di rivivere in sogno ogni scena. I due presi dalla passione avevano fatto l'amore, le sembrava di sentire ancora il sapore del suo amato sulle sue labbra e dentro di lei.
Quel momento lo avevano sognato entrambi per mesi.

"Sei sicura?" Mormorò Damon sfiorando il petto della ragazza. "E' passato tanto tempo, io ti capisco se.."
"Da quando parli così tanto?" Lo zittì Elena posando l'indice sulle sue labbra per poi sfiorare la sua guancia. (https://67.media.tumblr.com/c0ba7ce64c54785188e044888c5674fa/tumblr_nb86qyUtmJ1rp4im3o1_500.gif)
"Non aspetto altro Damon." Continuò la ragazza per poi allontanarsi e avvicinarsi al letto, quel letto che aveva sopportato ogni suo grido, ogni sua lacrima, ogni suo lamento, ogni suo incubo. Abbassò la cerniera del suo vestito e lo fece cadere a terra insieme alla biancheria intima.
"Così mi fai impazzire, Gilbert." Damon con la sua velocità da vampiro si fiondò avanti a lei spingendola sul letto contenendo il più possibile la sua energia dato la fragilità della ragazza ormai umana. Elena rimbalzò appena sul materasso soffice e si portò le braccia dietro la nuca godendosi lo spettacolo. Damon appoggiò le ginocchia ai lati delle gambe della ragazza e si tolse la maglietta che si ritrovò dopo pochi millisecondi a sbattere contro il muro e in seguito tirò via la cintura dai pantaloni. Dopo questi rapidi gesti si piegò portando la sua figura sul corpo di Elena, li separavano pochi centimetri, il ragazzo si faceva forza con le braccia per mantenersi in quella posizione mentre la ragazza lo guardava estasiata. La piccola umana sfiorò ancora con la mano il suo petto percorrendolo fino al collo. Il vampiro non perse tempo ed annullò le distanze iniziando a baciarla con passione, le loro labbra si nutrivano a vicenda e le loro lingue giocavano a rincorrersi. La situazione in poco tempo si capovolse e Elena si ritrovò a cavalcioni sul ragazzo, si staccò da lui e prese a sbottonargli i pantaloni e li abbassò insieme ai boxer lasciando scoperte le intimità. Lasciò una scia di baci sul ventre del suo ragazzo mentre i loro sguardi si incrociavano e sorridevano imbarazzati come se fosse stata la prima volta.
Nel momento in cui i loro corpi iniziarono ad appartenersi completamente, le distanze e gli ultimi mesi sparirono nei meandri della loro mente.
Le loro mani non si lasciavano un secondo, fremevano per toccarsi, con la paura di non trovarsi più, volevano assaporarsi anche loro, così come il resto dei loro corpi.

Il ricordo di quel momento così intimo si interruppe quando a far capolino sul terrazzo fu Caroline che rimase alquanto sorpresa nel vedere Damon lì.
"Oh, credevo di essere l'unica sveglia ma mi sbagliavo."
Mormorò, stringendosi nella vestaglia di raso e affiancando il vampiro che accennò un leggero sorriso e si strinse nelle spalle.
"Non ho dormito molto, sono qui già da un po', mi mancava l'aria fresca del mattino."
Caroline si morse un labbro sentendo parlare il ragazzo e sospirò appena notando il suo sguardo, la bionda capì subito che c'era altro sotto.
"L'alba ha un certo fascino ma ti facevo più tipo da tramonto."
Damon abbozzò una risata scuotendo appena la testa.
"Pensavo che ormai l'avessi capito che sono un uomo dalle mille sorprese, o forse non sei abituata a questo genere di cose, sai con mio fratello..." Il moro iniziò a punzecchiarla e Care fece una smorfia e gli diede una pacca sulla spalla.
"Dovresti farti due domande dato che avete in comune la maggior parte delle vostre conquiste. Elena è un esempio, io ero più un tuo giocattolino da controllare e usare, meno male che è durato poco." Puntualizzò la bionda che scrollò le spalle.
"Touchè" Sorrise Damon passandosi la lingua tra le labbra per inumidirle, la brezza mattutina le stava increspando.
"Elena dorme?" Alla domanda, il moro corrugò la fronte.
"Care, puoi scoprirlo da sola se Elena dorme, da ciò che ricordo sei ancora un vampiro, perchè non arrivi al dunque e alla domanda che vuoi farmi ma che non sai se farmi o meno?"
La vampira rimase spiazzata dalle parole del ragazzo, in effetti la sua testolina stava tramando qualcosa ma voleva tastare il terreno prima di agire, assunse un'aria leggermente colpevole e alzò gli occhi al cielo. Aveva parlato con Stefan e nemmeno lui, in quei pochi giorni, era riuscito a far uscire qualcosa dalla bocca di Damon, in realtà non ci aveva provato molto, anche lui preferiva non pensare a quella situazione.
"Sempre così acido al mattino, eh?"
Damon sbuffò incrociando le braccia e si voltò in modo tale da averla completamente di fronte per spronarla a parlare.
"Va bene, non si può essere gentili in questa casa, pensavo alla conversazione dell'altro giorno e non ci vuole molto a capire che non hai chiuso per niente occhio anche questa notte. La cosa ti tormenta ancora e qui tutti preferiscono evitare l'argomento, compreso te. Oggi, Alaric torna con le bambine, sai,  pensavo di parlare con la baby-sitter per tenerle qualche giorno in modo tale da non catapultarle di nuovo in questa realtà fatta di gente che vuole la loro famiglia morta!"
La vampira sembrava voler mantenere la calma ma iniziò a gesticolare velocemente e ciò fu un allarme per Damon che si rese conto dello stato di preoccupazione della donna, per quanto non fossero andati mai molto d'accordo, sapeva riconoscere alcuni suoi comportamenti. Con la sua presa salda fermò le mani della bionda che smise subito di parlare e rimase con la bocca semi chiusa, sgranando i suoi occhi chiari.
"Care, calmati.." Si limitò a mormorare Damon mentre la ragazza regolarizzava i suoi respiri e abbassò la testa in senso di resa.
"Sono preoccupata e il modo in cui gli altri evitano l'argomento mi rende furiosa e tu ovviamente hai le tue ragioni per non pensarci..e io non so cosa fare."
"Così sveglierai tutti, calmati. Comunque cosa ti dice che io non ci stia pensando? Ho vissuto lì dentro per un anno e mezzo è ovvio che ci stia pensando. Solo..che non so cosa fare neanche io. Forse il vecchio me non avrebbe perso tempo a tornare lì dentro e a fare l'eroe della situazione o forse se ne sarebbe fregato altamente e avrebbe condiviso quanto più tempo possibile con la sua ragazza. Ma questo Damon, questo..me è così cambiato.
Io non so più chi sono. Un tempo non volevo che gli altri vedessero il buono in me per non dover soddisfare le loro aspettative ora..ora mi sento perso. E tornare qui mi ha fatto sentire così amato, così atteso e non me lo aspettavo. Volevo provare a lasciarmi tutto alle spalle ma non sono abituato a rompere col passato."
Le parole uscirono lente dalla bocca del vampiro, lente e dolorose. Non abbassava mai la corazza, tanto meno con Caroline che lo guardò sorpresa senza riuscire a pronunciare una singola parola.
Non aveva mai visto Damon così vulnerabile, o almeno era capitato così poche volte che quella confessione così a bruciapelo la sconvolse.
In così pochi giorni aveva visto Damon così cambiato, per un momento aveva pensato che fosse solo una sua copia riuscita male ma poi quello sguardo così perso la fece tornare alla realtà. Anche lei conosceva quella sensazione, quando si trasformò in un vampiro quella sensazione sembrava non volerla abbandonare, si mescolava alla fame, alla vendetta e ad un milione di sensazioni amplificate. Il moro si accorse di aver lasciato trasparire troppo di se e cercò di ricomporsi schiarendo la voce per poi continuare.
"Risolveremo la questione, non stanno evitando l'argomento, stanno cercando solo di proteggermi in qualche modo, prevedo una bella lite con Elena. Ha fatto di tutto per farmi sentire a casa eppure mi sembra di non ricordare nemmeno cosa sia la felicità." Finì con una risata poggiando la schiena contro la ringhiera.
Caroline piegò la testa di lato e ridacchiò insieme al ragazzo. "Niente che una bella chiacchierata con le amiche non possa risolvere. Lei ti ama e non c'è bisogno che te lo dica io e questi mesi sono stati davvero duri per lei, ti vorrebbe sotto una campana di vetro e credimi faresti lo stesso con lei così come io lo farei con Stefan. L'amore ci acceca, e vale anche per i vampiri dal cuore di pietra."
La bionda spostò l'argomento su altro, percepiva a pieno le sensazioni di Damon e si rese conto che forse era meglio smorzare la tensione. Vide gli occhi dell'uomo illuminarsi quando iniziò a parlare di Elena e le si formò un sorriso sulle labbra.
"Da quando sei così psicologa Barbie? Spero che valga anche con te il segreto professionale."
La bionda scrollò le spalle. "Questa conversazione non è mai avvenuta. Ci vediamo dentro." Gli fece l'occhiolino e poi entrò dentro lasciando il ragazzo ad ammirare il panorama.

****

Dall'altra parte della città un altra ragazzo e un altro ragazzo condividevano un panorama, Bonnie ed Enzo abbracciati sul piccolo divanetto in veranda a guardare il sole sorgere. Quei due condividevano anche i silenzi, quelli più profondi. Erano stati giorni duri per tutti, Bonnie si sentiva in colpa per non aver trovato prima Damon, per aver lasciato perdere, per aver rinunciato, Enzo invece..Enzo non faceva che pensare alla sua di detenzione, era un pensiero che aveva tenuto lontano per tanto tempo e che era piombata nuovamente nella sua testa.
"Ehi, mi rendi gelosa così." Esordì Bonnie cercando di smorzare la tensione che avvertiva nei muscoli del suo amato.
"Eh? Scusami, hai ragione. Sono un pò pensieroso ma questa notte è stata fantastica.." Le posò dei dolci baci sul collo arrivando fino all'attaccatura dei capelli.
"Mi corrompi eh? Siamo tutti un pò pensierosi ultimamente, questa storia del virus ha scosso tutti. Ieri ho parlato con Elena, è stato abbastanza straziante. L'ho sorpresa in un mare di lacrime. E' l'unica ad aver ceduto, Stefan e Caroline non sanno cosa fare e Damon sembra avvolto da una barriera. Non vuole toccare l'argomento, ho paura che stia tramando qualcosa, è da lui.." Sospirò mordendosi appena il labbro.
"Il Damon che conoscevo non avrebbe perso tempo e sarebbe andato lì, avrebbe raso tutto al suolo, virus e personale compreso." Enzo la sorprese con quella risposta e girò il viso verso di lui corrugando la fronte.
"Sai che non è più quel Damon di un tempo, è cambiato. Ed è un bene che cerchi la via più giusta ma questo suo chiudersi non è di certo positivo." Scuote la testa la strega mentre intreccia la sua mano con quella dell'amato. "Anche tu sei cambiato Enzo e non credo che prenderesti quella strada."
"Forse non ucciderei tutti ma distruggerei ogni cosa, pur di non lasciarmi sottrarre questo mio angolo di felicità." Il ragazzo le depositò un tenero bacio tra i capelli, ciò fa sorridere la ragazza che chiude gli occhi e si gode il dolce gesto.
"Ho paura che voglia tornare lì dentro senza dirlo a nessuno e il fatto che una volta sia scappato non implica che ci riesca una seconda volta. Ieri Elena, era a pezzi e ha la mia stessa paura. "
"Forse Damon sente gli occhi di tutti addosso, preoccupati più del fatto che non faccia cazzate che del virus in sè."
Bonnie abbassò appena la testa, e se fosse davvero così? Ovviamente tutti temevano questo virus, anche perchè ne sapevano ben poco ma ciò che temevano di più era la reazione di Damon per questo non toccavano l'argomento e cercavano di far finta di nulla tenendosi tutto per se. La sua mente ritornò per un attimo al giorno prima, lo sguardo perso di Elena le si era stampato nella mente.

Il giorno prima Bonnie si era recata alla tenuta Salvatore, la sua idea era quella di parlare con Damon e forse spillare qualche informazione da lui, ma il suo piano andò in fumo in quanto quella volta c'era solo Elena, in realtà la ragazza se ne rese conto quando trovò il portone aperto e una serie di lamenti provenienti dal salone la raggiunsero. Elena appena si accorse dell'arrivo dell'amica cercò di asciugarsi le lacrime e di ricomporsi ma Bonnie non era di certo stupida e si avvicinò a lei preoccupata.
"Ehi, che succede? Si tratta di Damon?" Il pensiero della strega si rivolse subito al suo migliore amico ma l'amica negò con un movimento della testa per poi alzare gli occhi verso l'alto e passarsi le mani sulle guancie per spazzare via le lacrime e asciugare il volto.
"Va tutto bene, è solo un pò di tensione, niente di che."
"Elena, sai che non puoi mentirmi perchè me ne accorgo. Gli altri dove sono?"
"Stefan e Caroline sono usciti per comprare dei regali alle bambine che tornano domani e sappiamo bene quanto lo shopping sia terapeutico per Caroline, Damon invece è andato a fare la spesa."
Bonnie guardò stranita Elena, quando nominò il ragazzo.
"E' andato a fare la spesa? Mi stai prendendo in giro?"
Elena accennò una risata e attirò le ginocchia al petto stringendole.
"Non scherzo, ha detto che voleva prepararmi una cenetta, voleva sorprendermi, fare qualcosa per me. Ma io me ne accorgo che è assente, che evita l'argomento. E ho paura Bonnie. Stanotte non ha chiuso occhio, l'ho sentito agitarsi nel letto, lamentarsi, fino a quando non ha deciso di alzarsi. Non mi parla di quello che lo turba."
Bonnie strinse a sé Elena accarezzandole i capelli e dondolandosi lentamente.
"O mio dio, non credevo che..cioè l'ho visto traumatizzato, ovviamente è rimasto segnato da questa esperienza, considerando che non è la prima volta che finisce nelle mani di questa gente. Ha bisogno di presenze."
"E io ci sono per lui, e ci sono tutti per lui, forse noi stessi abbiamo paura di affrontarlo ma finge che tutto sia assolutamente meraviglioso, che vada tutto bene. Non appena lo guardo in maniera più apprensiva è come se partisse in quarta per evitare che mi preoccupi o che gli chieda qualcosa. Lo conosco, so com'è fatto, fa tutto da solo ma non è solo. Mi sono addirittura meravigliata di come ci abbia raccontato tutto, ha abbassato la guardia e non è da lui." La mora pianse tra le braccia dell'amica, Bonnie sospirò lentamente scossa dalle parole di Elena, la situazione era più grave di quanto immaginasse. La lasciò sfogare cercando lei stessa di trattenere le sue emozioni e dopo aver preso un bel respiro cercò di tranquillizzarla, le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarla.
"Elena, dai, non fare così, le cose si sistemeranno anche stavolta e troveremo un modo per annientare questo virus e tutta la cavalleria al seguito. Forse dovresti assecondarlo, ha vissuto un'esperienza traumatica e ne avremo ancora per molto, vuole recuperare il tempo perso. Fatti bella, metti un bel vestito, un paio di tacchi e un velo di trucco e cadrà ai tuoi piedi. Ne avete bisogno."
"So che lui vuole un pò di normalità, ma vorrei anche affrontarlo." Elena si coprì il viso con le mani per poi voltarsi verso l'amica.
"Una cosa alla volta, ora che ne dici se scegliamo il vestito?"
"Cosa farei senza di te eh?" Elena strinse in un abbraccio Bonnie che ricambiò avvolgendola dolcemente tra le braccia.

Dopo pochi secondi la mora ritornò alla realtà riprendendo il discorso che avevano interrotto, si spostò appena sistemandosi meglio nell'abbraccio dell'uomo per poterlo guardare direttamente.
"Forse se aveste preso tutti la cura a quest'ora la cosa non ci interesserebbe."
"Non apriamo argomenti già chiusi. Ne abbiamo parlato a lungo.."
La ragazza interruppe di nuovo il ragazzo impedendogli di terminare la frase.
"Abbiamo chiuso l'argomento perchè voi eravate determinati a volerci proteggere, e parlo di te, di Damon, di Stefan e anche di Caroline. Capisco Caroline che..ha agito per difendere le sue bambine da un mondo che di tranquillo e ingenuo non ha niente e forse anche Stefan che ha voluto seguire il volere della sua amata ma..te e Damon non vi ho mai capiti. Se solo Damon avesse preso la cura, se fosse diventato umano, non sarebbe mai stato rapito."
"Probabilmente sarebbe successa qualche altra cosa Bonnie. Io, ti amo e non ho bisogno di diventare umano per rendermene conto. Magari tra qualche anno farò questo passo per noi ma per ora, devo essere un pò egoista."
"Per proteggermi. Parli come Damon." Sbuffò la mora.
"Per questo vai così d'accordo con entrambi."
Il ragazzo accennò una risata stringendola di più a se per addolcire lo sguardo imbronciato della ragazza e dopo qualche secondo di pausa e un profondo respiro riprese a parlare sorprendendo la donna ad ogni parola.
"Prima che mi confrontassi con la realtà, non ti avevo mai preso in considerazione -ridacchiò alzando appena gli occhi al cielo- sei stata inaspettata, una meravigliosa sorpresa, non avevo mai considerato l'idea che tu potessi sconvolgermi la vita. Quando mi sono reso conto che ti stavo lentamente portando alla morte, mi sono tornati in mente tutti i momenti passati insieme, tutte le litigate, le corde rotte, le risate, le urla e il tuo sorriso. Quello non l'ho mai dimenticato e nonostante ti stessi proteggendo da un pò, mi sono ripromesso che non avrei mai smesso di farlo. Il mio non è mai stato un no ad una vita con te, anche se invecchiare mi spaventa un pò, sai potrei perdere il mio talento con la chitarra, e non solo, e il mio accento che ti piace tanto ma rinuncerei a tutto questo pur di non lasciarti più. Per farlo ho bisogno di te viva e dopo la scomparsa di Damon, l'idea di un nuovo pericolo in agguato non ha fatto che allontanarmi ancora di più dall'idea di prendere la cura e tu non hai mai voluto considerare l'idea di diventare un vampiro. Forse sono egoista e onestamente non importa, ma sono perdutamente innamorato di te e posso sopportare anche questo."
Le labbra di Bonnie si gettarono su quelle di Enzo che indietreggiò la testa leggermente colpito dall'impetuosità della donna. Un bacio appassionato che sembrò scaricare via la preoccupazione per quei momenti così difficili, così pieni di interrogativi difficili da affrontare. Bonnie aveva sempre saputo le ragioni del rifiuto di Enzo e per quanto non le condivideva totalmente, l'idea che qualcuno fosse finalmente disposto a fare tutto questo per lei la faceva sentire privilegiata, una principessa e considerato il suo passato non era esattamente abituata a questo tipo di sensazioni. Enzo l'aveva messa al primo posto così tante volte da averne perso il conto.
L'argomento cura era stato toccato anche tre anni prima, quando Elena si risvegliò dal sua coma profondo grazie alla strega.
Profonde discussioni avevano interrotto la calma da poco ristabilita a Mystic Falls.

"Non puoi pensare solo a te stesso Damon! Prima che Kai lanciasse l'incantesimo mi avevi promesso che avresti preso la cura, che avremmo vissuto una lunga vita insieme. Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Ormai queste discussioni andavano avanti da giorni ed Elena non riusciva a farlo ragionare.
"E' successo che tu sei stata vittima di un incantesimo, è successo che sei stata in coma e che non hai visto come abbiamo affrontato la cosa, non hai visto come stavo IO! Non posso permettere che ti succeda qualcosa, non posso nemmeno lontanamente pensare a vivere senza di te. E..se restare un vampiro mi permette di proteggerti, allora la risposta sai qual è."
"Sei sempre il solito egoista Damon, hai troppa paura di perdermi e te ne freghi di quello che pensano gli altri. Hai sempre fatto così, da quando ti conosco, hai sempre fatto il possibile per proteggermi da qualsiasi cosa. Mi hai dato il sangue per paura che potessi morire durante il sacrificio per la trasformazione di Klaus, mi hai più volte rinfacciato il fatto che su quel ponte ho implorato Stefan di salvare Matt e non me, perchè tu non riesci a distaccarti da me!"
Damon si pietrificò a quelle parole.
"Da quando proteggere la persona che si ama è un reato?"
 Quella volta la discussione si interruppe in quel modo, con un Damon ferito che si allontanò sbattendo la porta e infilandosi nella sua Camaro per intraprendere un giro per schiarirsi le idee e scaricare la tensione e con una Elena che crollò sulla poltrona sentendosi in colpa per aver agito in quel modo, per aver, insomma, per aver rinfacciato il passato al suo uomo. E' vero che lui gliel'aveva promesso, che avrebbe voluto vivere la sua vita da umano, da banale umano solo per iniziare davvero a vivere la vita che aveva sempre desiderato con lei ma è anche vero che l'avrebbe fatto per lei, per Elena, che il motivo era semplicemente lei. Lui aveva una paura terribile di perderla perchè voleva viverla quella vita perfetta da umano ma aveva bisogno di proteggerla ancora un pò.

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"Io pensavo che lo volessi anche tu Care, insomma credevo fosse il tuo desiderio più grande tornare umana." Stefan si rigirava il bicchiere ormai vuoto tra le mani con lo sguardo basso seduto al tavolo della cucina di casa Salvatore mentre Caroline era intenta a preparare da mangiare alle ragazzine.
"Non ho mai detto di non volerla prendere, solo non ora." Alzò le spalle disponendo gli ingredienti sul bancone per preparare della pasta.
"E perchè non ora? Caroline, la normalità è tornata tra noi e ormai sono mesi che non avvertiamo un pericolo, sono mesi che tutti e quattro viviamo davvero come una famiglia, potremmo davvero esserne una e magari avere un figlio tutto nostro."
"La normalità? Sono rimasta incinta senza nemmeno averlo deciso di due bambine, incredibili, meravigliose, bellissime che hanno dei poteri magici e la loro vera madre è morta per mano di suo fratello il giorno del suo matrimonio. Perdonami se in questo non ci vedo niente di normale." La bionda buttò tutto fuori non rendendosi conto forse di star esagerando, poggiò le mani sui bordi del bancone e prense un respiro. Stefan senza dire una parola la affiancò ma la vampira non gli lasciò prendere la parola.
"Ti Amo, Stefan Salvatore. E un figlio da te sarebbe l'emozione più grande che possa mai provare così come sposarti e vivere come due persone normali, ma ho scelto di abbracciare questa vita, anche se forse mi è stata un pò imposta, e non posso e non voglio tirarmi indietro. Ti chiedo di aspettare. Di aspettarmi."
Il ragazzo annuì e prense le mani della ragazza stringendole dolcemente, accarezzò il dorso con i pollici e le baciò entrambe per poi rivolgersi alle iridi chiare di Caroline.
"So che da quando siamo entrati nella tua vita, noi vampiri..le streghe, le congreghe, gli originali, i licantropi..bhè ti abbiamo sconvolta. Abbiamo rotto la tranquillità, la serenità che ti avvolgevano, che avvolgevano quel vulcano in eruzione pieno di idee dai lunghi capelli biondi con cui credevo di non poter mai costruire nulla perchè non ti avevo letto ancora negli occhi e non avevo voglia di andare oltre. Va bene, rispetto la tua volontà, lo faremo quando sei pronta."
Stefan invidiava la forza di quella ragazza, aveva vissuto cose che qualsiasi altra persona non avrebbe mai sopportato, ma lei aveva sempre camminato a testa alta e si sentiva questa volta di assecondare la sua richiesta. Contrariamente a Damon ed Enzo che volevano proteggere le loro donne, questa volta la cosa era completamente diversa. Stefan non aveva bisogno di proteggerla perchè la sua donna aveva già tutto chiaro in mente e aveva due bambine da proteggere e crescere, non perchè Stefan non fosse una priorità ma perchè oltre che essere la sua ragazza e futura moglie, Caroline era anche una mamma e si sa, cosa non farebbe una mamma per i propri figli?

La mattinata era ormai passata e il sole splendeva alto nel cielo, nonostante settembre fosse arrivato il calore estivo continuava ad essere avvertito dagli abitanti della piccola città. Casa Salvatore come sempre era affollata, quello era un giorno speciale, le bimbe di Caroline sarebbero ritornate a casa dopo la lunga vacanza con il loro papà e Alaric, bhè lui, non stava più nella pelle, aveva saputo del ritorno di Damon e voleva vederlo. Il loro rapporto era sempre stato molto tumultuoso ma lo considerava un vero amico, certo non poteva giustificare ogni sua azione passata, ma gli voleva bene. Caroline aveva provato a spiegargli qualcosa per telefono ma era piuttosto complicato riassumere il tutto in poche parole, aspettava il suo arrivo ma soprattutto delle sue bambine, gli erano mancate da morire e l'idea di doversi allontanare da loro un'altra volta la rattristava. Era l'unico modo per proteggerle, aveva chiamato la baby sitter di fiducia, Claire, che ormai si occupava delle bambine da quasi tre anni e aveva inventato una scusa abbastanza plausibile per affidarle le bambine per qualche giorno. La bionda sperava che tutto si risolvesse in poco tempo,  voleva che le ragazze vivessero nella normalità. Quella normalità di cui aveva dimenticato il sapore.
La bionda era nella camera delle ragazze per sistemarla, voleva che la trovassero perfetta anche se ci avrebbero dormito solo per una o forse due notti. Si avvicinò a uno dei loro pigiamini che erano ordinati e piegati sul bordo del letto e lo avvicinò al viso per annusarlo e poi lo strinse al petto. In quel momento entrò nella camera Stefan che scorse la donna fare quel gesto così tenero e materno, si voltò per allontanarsi e lasciarla da sola ma ovviamente Caroline si era accorta della sua presenza.
"Non andare." Il ragazzo si fermò e girò lo sguardo verso la ragazza che nel frattempo si era voltata verso di lui, in pochi secondi la raggiunse e cinse la sua vita con le braccia.
"Sono qui. Tra poco le riabbraccerai." Mormorò lui all'orecchio della donna e ricevette come risposta un profondo respiro.
"Staranno qui per poco." Il tono sommesso della bionda arrivò dritto al cuore del ragazzo che le posò le mani sulle spalle.
"Forse dovresti partire con loro per qualche giorno invece di affidarle alla baby sitter." Caroline si voltò verso di lui aggrottando le sopracciglia.
"Stefan..se ho deciso di affidarle a Claire è perchè hanno bisogno di stare lontano da noi, e in quel noi c'entro anche io. Alaric è d'accordo."
"Finirà tutto presto."
"Sai, penso a quando mi proponesti di prendere la cura, ricordi cosa ti dissi? Che avevo bisogno di avere un vantaggio sull'oscurità del mondo perchè dovevo proteggere le mie bambine. Solo ora mi sto rendendo conto che l'oscurità segue me ovunque vada."
"Ehi, smettila!" Stefan le prese il viso tra le mani e la guardò dritto negli occhi. "Smettila di incolparti. In questi anni sei stata una madre meravigliosa e continuerai ad esserlo. Devi solo crederci, ci è rimasto solo questo, credere che le cose si sistemino. Perchè deve andare così. Ho vissuto per mesi col senso di colpa per aver lasciato andare di nuovo Damon, ho creduto di non aver lottato abbastanza e invece ora è qui, certo abbiamo un'altra sfida da affrontare ma è qui e lo sono anche le tue bambine. Oggi pensa a passare una giornata meravigliosa con loro, goditi la festa e poi domani portale al parco, a mangiare un gelato."
La bionda sorrise dolcemente alle parole del ragazzo e strinse le sue mani per poi baciarle.
"Sono così fortunata ad averti, Stefan Salvatore."
"Lo so." Ridacchiò il ragazzo per poi attirarla tra le sue braccia e avvolgerla in un bacio appassionato.

***

"Non andare dai." La supplica di Damon giunse alle orecchie della donna che tornò in camera con solo un asciugamano a cingerle il corpo dopo la doccia. Nonostante Damon si fosse alzato presto aveva portato Elena in camera in tarda mattinata per distrarla dalle domande che aveva iniziato a fare sul perchè quella notte si fosse agitato. Lei dopo un'oretta l'aveva abbandonato per farsi una doccia, Caroline l'aveva incastrata con i preparativi della festa.
"Se tu la notte dormissi di più, ora non saresti uno straccio."
"Ehi. Vorrei solo passare del tempo con te." Damon si portò sulla difensiva alzandosi a sedere sul letto e appoggiando la schiena sul cuscino.
"Lo voglio anche io, è solo che è quasi ora di pranzo e mi hai attirato con una trappola qui per farti coccolare e io ho promesso a Caroline di aiutarla con i preparativi per la festa e con le bambine quando torneranno."
"Vuoi dirmi che non ti sono piaciute le mie coccole? Potrei sempre farle a qualcun'altra."
La ragazza gli lanciò contro un cuscino. "Non sei divertente mio caro Salvatore, dovresti farti una doccia e sistemarti un pò, sicuramente nel pomeriggio arriveranno anche Enzo e Bonnie per salutare le bambine, forse anche Tyler e Matt, non gliel'ho chiesto a Caroline, in realtà. Con tutta questa storia del virus non ho pensato molto agli altri.." Ammise la ragazza mentre si infilava il reggiseno e un paio di mutandine.
Damon iniziò a sentire il pericolo nelle parole di Elena, sospirò appena sperando che non riprenda con le domande o le frecciatine. Venne salvato in calcio d'angolo dalla voce di Caroline che chiedeva alla sua ragazza di raggiungerla.
Elena si infilò di corsa un paio di Jeans e un top e si avvicinò a Damon posandogli un dolce bacio sulle labbra. "Ci vediamo tra poco giù."
L'uomo ricambiò il bacio e dopo aver aspettato che la ragazza uscisse decise di alzarsi. Sistemò un pò il letto sgualcito e controvoglia si diresse verso il bagno, aprì l'acqua nella vasca e mentre questa si riempiva fece nuovamente capolino nella stanza, si avvicinò alla sua cassettiera, aprì uno dei cassetti ed estrapolò un foglio infilato sotto una pila di maglioni.
Lo stense sul piano superiore del mobile e sospira appena. Il foglio ritraeva la pianta del laboratorio della Smith, c'erano scritte, frecce, appunti, note, aveva tutta l'aria di essere l'abbozzo di un piano. Tutte quelle notti insonni nella cella avevano scatenato sempre di più la voglia di vendetta e la sua mente stava elaborando un piano per tornare in quell'inferno.
La mente dell'uomo si riempì nuovamente di quei ricordi macabri tanto da spaventare chiunque.
La parte più difficile sarebbe stata parlarne agli altri. Decise di rimettere via la mappa e un paio di fogli con varie indicazioni fuori che erano allegati a quest'ultima e si avviò verso la vasca per rilassarsi, o almeno provarci.

***

In poco più di un paio d'ore casa Salvatore si era popolata, come suo solito, Enzo e Bonnie erano arrivati prima di tutti, gli ultimi arrivati erano proprio Matt e Tyler ma Caroline non aveva perso tempo ad assegnare ad ognuno di loro un compito per completare i preparativi per la festa di bentornato. All'appello mancavano solo Alaric e le bambine, l'uomo aveva deciso di passare prima per casa sua per posare alcuni bagagli, sistemare un pò le bambine e farsi una doccia. Erano state via per un paio di settimane, per volontà di Alaric che da un lato voleva lasciare un pò di spazio a Caroline e Stefan e dall'altro non vedeva l'ora di passare del tempo con le piccole.
Caroline non vedeva l'ora di riabbracciarle, erano pur sempre le sue bambine per quanto inaspettate e queste due settimane erano state interminabili per lei.
Damon stava sistemando insieme ad Enzo su una scala il festone di bentornato mentre dal basso Bonnie si accertava che fosse dritto, Elena li guardava divertita mentre sistemava i dolci sul tavolo. Caroline affiancò Stefan che guardava il tutto con un sorriso sincero sul volto.
"Mi mancava vederti così sereno." Il ragazzo le sorrise avvolgendole la vita con il braccio.
"A me mancava esserlo" Le posò un dolce bacio sulla fronte. "E' sereno, è tranquillo, ha addirittura stretto la mano di Matt e Tyler e sappiamo bene che non c'è mai stata questa grande amicizia, forse mi hanno rifilato il gemello di Damon."
La bionda accennò un sorriso, reso un pò amaro dal ricordo della conversazione di quella mattina con Damon, non era il caso di turbare ulteriormente Stefan.
Dopo qualche minuto i ragazzi furono sorpresi dal suono del campanello.  Come promesso arrivarono allo scoccare delle 16:00. la bionda corse subito ad aprire e ad abbracciare le bambine che non ebbero nemmeno il tempo di fiatare.
Tutti si avvicinarono alle ragazzine e ad Alaric che sorrise nel vederli tutti lì.
"Ovviamente il comitato di benvenuto non è per me, vedo troppi palloncini rosa." Ci scherzò su chiudendo alle sue spalle il grande portone e iniziando a salutare i vari ragazzi. Damon si trovava vicino ad Elena, era rimasto rapito dalle piccole, l'ultima volta che le aveva viste avevano poco più di un anno e ora, sembravano così cambiate. Il suo sguardo fu rapito poi da quello di Alaric che lo raggiunse.
"Non volevo crederci quando Care me l'ha detto, sono contento di vederti, amico." Alaric gli porse la mano, Damon sorrise e lo guardò.
"Mi sei mancato anche tu." Ridacchiò e gli strinse la mano per poi attirarlo in un dolce abbraccio.
I ragazzi sorrisero inteneriti alla scena mentre le bambine si staccarono da Caroline e iniziarono a salutare tutti.
Il resto della giornata passò tra dolci, palloncini e coriandoli. Sembravano così uniti, spensierati, il pericolo era ancora là fuori ma nessuno ci stava pensando.
Le bambine erano al centro dell'attenzione di tutti, ridevano, giocavano e raccontavano con gioia tutte le cose che avevano fatto con Alaric.
"Io proporrei un brindisi."
Esordì Caroline, prendendo un bicchiere di champagne e mettendosi al centro del salotto.
"Per cosa?" Domandò Elena, stretta tra le braccia di Damon.
"Per tante cose, alla famiglia per esempio"
"Direi che sono più che d'accordo." Stefan raggiunse la sua donna e gli altri si alzarono.
"A Damon." Iniziò Bonnie.
"Alle nostre bambine" continuò Alaric facendo un occhiolino a Caroline.
"All'amore" riprese Enzo.
"All'amicizia" dice Tyler.
"Ai cambiamenti" continuò Matt alzando il bicchiere.
"Alle sorprese, quelle della vita, quelle che ti colgono quando sei a terra e ti cambiano la vita, te la consumano e te la rendeno speciale." mormora Elena, guardando intensamente Damon.
"Alla vita." Continuò Stefan, gli altri accennarono una risata. "Avanti, avete detto tutti cose poetiche, che ho detto di male?"
"Tecnicamente sei morto, fa un pò strano" Dice Bonnie ridendo.
"E non è nemmeno l'unico" riprese Tyler facendo ridere anche gli altri.
Dopo questa piccola parentesi da cabaret fu il turno di Damon, che guardò tutti e alzò anche lui il calice.
"Non volevo essere scontato come quel mangia-scoiattoli di mio fratello, ma devo perchè è la verita, io brindo a voi."
I ragazzi sorpresi e inteneriti alzarono i bicchieri, ma Damon non perse tempo per ricordargli di tenere a bada le smancerie.
Brindarono tra loro e vennero sorpresi dalle bambine che si infilarono tra le gambe dei ragazzi, tanto che Elena perdendo per un attimo l'equilibrio si rovesciò il contenuto del bicchiere sulla maglietta, il bicchiere cadde a terra rompendosi.
" E noi? " Dicono le bambine in coro facendo scoppiare tutti a ridere.
Elena non perse tempo e raccolse il bicchiere in frantumi per poi allontanarsi per prendere un tovagliolo e pulirsi, Damon si avvicinò. "Ti sei fatta male?" chiese apprensivo notando che il bicchiere si era rotto.
"No no, mi sono solo buttata tutto addosso." Disse lei incurante di una piccola ferita che il vetro rotto le aveva fatto alla mano.
"No Elena ti sei fatta male. Stai perdendo sangue dalla mano." Puntualizzò il vampiro.
La ragazza alzò la mano e notò che c'era un piccolo graffio da cui stava uscendo un rivolo di sangue, accennò un piccolo sorriso.
"Non è niente, ehi..va tutto bene"
Lo sguardo di Damon si era pietrificato quasi, gli era appena tornata in mente una delle tante torture che gli infliggevano. Poteva sentire ancora il bisturi aprirgli le membra, strinse appena gli occhi rendendosi conto di essersi perso nuovamente nei ricordi. Elena si accorse del cambiamento di umore ma lo associò alla sua preoccupazione per lei.
"Non è niente, ci metterò un cerotto e domani non si vedrà già niente, ora è meglio se vado a cambiarmi, torno subito." Gli schioccò un bacio sulle labbra e si diresse di sopra lasciando gli altri a far festa. Il ragazzo annuì passandosi una mano sulla fronte, prese un bel respiro e buttò giù il contenuto del bicchiere tutto d'un sorso.
La mora entrò nella sua camera, in realtà era la camera di Damon ma da qualche anno era diventata sua di diritto.
"Dovei sistemare i miei vestiti prima o poi." Mormorò iniziando a cercare qualcosa di pulito, i suoi vestiti sono sparsi e confusi insieme a quelli di Damon, non che ultimamente le servisse fare ordine data l'assenza del ragazzo, spesso utilizzava i suoi vestiti per sentirlo vicino. Si avvicinò alla cassettiera e aprì il primo cassetto cercando un altro top. Dopo averne trovato uno che stesse bene sui suoi jeans lo infilò. Stava per chiudere il cassetto quando la sua attenzione venne attirata da qualcosa di bianco in fondo al cassetto, spostò il resto dei vestiti di lato e tirò fuori il tutto. Andò verso la scrivania e aprì i fogli, dopo pochi secondi si rese conto di cosa stava guardando. Era una mappa e c'erano dei fogli con degli appunti. Gli occhi le si riempirono subito di lacrime.
Damon stava organizzando un piano per tornare lì e non ne aveva parlato con nessuno. I suoi sospetti erano fondati, lo sapeva.
"Ehi amore, perchè ci stai mettendo così tanto?" Damon irruppe nella stanza e si avvicinò alla ragazza portando le mani sulle sue spalle, lei si voltò e gli sventolò i fogli sotto al naso.
"Quando credevi di dirmelo?"
Lasciò cadere i fogli e scappò dalle braccia di Damon.
"Elena aspetta!!"


ECCOCI ALLA FINE DI QUESTO NUOVO CAPITOLOOO!
Come al solito i miei tempi sono lunghissimi, lo so e avete ragione se mi odiate, stiamo entrando nel vivo della storia e spero che stiate seguendo in tanti infatti ringrazio chi ha lasciato una recensione e anche chi legge in silenzio, grazie, davvero grazie!! Lasciate qualche recensione, così da permettermi di capire se vi sta piacendo o meno, le critiche sono sempre costruttive, anche se sono alle prime armi, siate buoniiii ahahaha.
Il capitolo è pronto da un pò solo che ogni volta cerco di fare il punto della situazione per non lasciare al vento nessun dettaglio.
Questo finale imminente mi distrugge anche se in quanto discepola di Julie e Shonda Rhimes non vedo l'ora ci sia un altro pò di dramma prima della fine della serie, sì sono un po' masochista.
Buona lettura, guys!




   
 
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