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Autore: ChiaraBJ    07/03/2017    3 recensioni
Semir e Ben sono tornati ad essere colleghi, dopo l’ultima disavventura che li ha visti ‘uno contro l’altro’. Ben sembra aver anche trovato il vero amore, ma qualcosa di drammatico ed inaspettato sconvolgerà nuovamente le vite dei nostri due protagonisti. E ancora una volta Semir sarà chiamato a salvare il suo giovane socio da un pericoloso individuo che tenterà in ogni modo di eliminarlo.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Marko Dexter

Marko Dexter seduto al volante della sua auto si stropicciò addirittura gli occhi quando vide Ben scendere dalla BMW di Semir.
“Non ci posso credere, sei tornato!” esultò l’uomo, estraendo un piccolo cannocchiale dal cruscotto dell’auto “Non sei un’allucinazione, né gli effetti collaterali di quelle dannatissime pastiglie che mi hanno costretto a prendere per anni” continuò Dexter sempre più eccitato “Sì, sì sei proprio tu in carne ed ossa… ora non mi sfuggirai più, la tua ora…la tua vita è finalmente arrivata al capolinea. Ma non preoccuparti sbirro, sarai presto raggiunto da chi come te ha avuto il coraggio di rovinarmi la vita, di sfidarmi, di dirmi cosa dovevo o non dovevo fare…”
Dall’eccitazione l’uomo aveva cominciato a sudare, frettolosamente senza nemmeno distogliere lo sguardo dalla sagoma di Ben sfilò dai jeans un logoro fazzoletto per detergersi la fronte.
Anche il cuore aveva cominciato a battere all’impazzata “Datti una calmata amico, mica sei in presenza della tua top model preferita” sghignazzò tra sé poggiando due dita sulla carotide “Anche se pensandoci bene, quando ti avrò ucciso…l’euforia sarà al massimo, come lo è stato per quel maledetto Mayer” sul suo volto si stampò un’espressione diabolica, accompagnata da una risata stridula “Quando si presenterà di nuovo l’occasione per farti fuori , mi procurerò degli ansiolitici, potrei restarci davvero secco, e prima di andare all’inferno…voglio mandarci tutti voi”
Dexter quindi cominciò a fare dei respiri profondi, senza mai staccare gli occhi dalla sagoma della BMW di Semir.
“Vedo però che l’altro in auto ti sta aspettando…che hai intenzione di fare? Nasconderti ancora? O vuoi darmi la caccia? Vuoi fare l’esca? E’ la tua scorta? Credi di essere furbo, ma io lo sono di più e te ne darò prova…solo che tu non potrai capirlo, morirai sul colpo come la tua cara mogliettina”
 
Pochi minuti dopo Ben risalì sull’auto di Semir.
Aveva chiesto al socio di passare per casa sua, essenziale era rientrare in possesso del suo tesserino e della pistola d’ordinanza. Semir era stato più che felice di accontentare il ragazzo, perché considerava quella richiesta un’ulteriore conferma che Ben era ufficialmente rientrato nelle file dell’autostradale.
“Eccomi di nuovo qua socio” esordì il giovane ispettore “Allora qual è la prossima mossa? Mi accennavi che volevi passare prima da Hartmut…”
“Sì, il nostro cervellone sta visionando i due proiettili, magari scopre qualcosa, al momento siamo in un vicolo cieco, andremo anche dalla Kruger, sarà felice di rivederti e il nostro commissario vuole essere informata tempestivamente su come procede la nostra indagine, se ci sono novità. Alla fine, se ci resterà tempo, cominceremo a interrogare i proprietari dei vari negozi d’armi della città”
“Direi che abbiamo la giornata piena” constatò Ben.
“Sì direi che hai finito di oziare” poi rendendosi conto della gaffe, si scusò con il socio “Scusa, non volevo…battutaccia decisamente fuori luogo”
“Non ti preoccupare Semir, so che è stata dura anche per te, sono certo che lavorare di nuovo insieme farà bene ad entrambi”
Purtroppo durante il tragitto nessuno notò che una macchina li seguiva a debita distanza.
Semir entrò nel parcheggio della scientifica, fermando l’auto vicino ad un’Audi nera.
“Ben credo che con Hartmut ci sia anche il commissario Bohm, anzi ne sono sicuro, se vuoi torniamo dopo o, se per te va bene, puoi aspettare in auto” Semir voleva evitare scintille tra i due.
“Ti prometto che questa volta mi controllerò, non gli spaccherò il naso” rispose accomandante Ben.
“Vuoi dire che gli sparerai direttamente?” replicò il socio alzando un sopracciglio.
“Però potrebbe essere un’idea” replicò schioccando le dita, ma poi tornando serio “Dai su entriamo, non mi piace l’idea che Einstein sia da solo con ‘Mr. LKA’, sarà già agitato abbastanza, anzi me lo immagino già…più rosso del solito e sudato come un cammello” gli disse facendo cenno di varcare la soglia dello stabile.
“Un cammello?” replicò accigliato Semir entrano.
“Sì un cammello, ma da dove vieni? Altro che turco, sembri un marziano…” concluse Ben entrando anche lui.

Nel suo laboratorio Hartmut con il volto visibilmente rosso sedeva davanti ad un computer e come aveva presupposto Ben era madido di sudore, malgrado all’interno della scientifica non facesse eccessivamente caldo. Dietro di lui, in piedi con le braccia conserte, il commissario dell’LKA con un’espressione alquanto spazientita.
“Ecco commissario Bohm come vede nei proiettili non ho rilevato tracce lasciate dai dermatoglifi…” cominciò lezioso come al solito il tecnico.
E Ben vedendo la faccia strana di Bohm si intromise nel discorso “Impronte digitali, il dottor Hartmut Freund parla di quelle”
Hartmut restò di stucco nessuno lo aveva mai chiamato così.
“Mancavate solo voi…” sbuffò infastidito Bohm.
“Ciao Ben, ciao Semir” salutò il tecnico, accogliendo i suoi amici come se fosse arrivata la cavalleria e di fatto interrompendo il commissario. Nel suo volto comparve un sorriso di gioia.
“Noto con piacere che c’è pure il vedovo…” replicò con cattiveria Bohm come per rimbeccare all’appunto fattogli da Ben alcuni istanti prima.
“Hartmut puoi andare avanti? Stiamo pendendo dalle tue labbra” lo interruppe Semir, poi avvicinandosi a Bohm gli sussurrò all’orecchio “Se continua così il mio collega non arriverà a spaccarle il naso, le sparerò prima io” lo sguardo severo del piccolo ispettore avrebbe incenerito chiunque.
“Semir lascia perdere, non ne vale la pena. Einstein puoi proseguire, per favore?”
Ben mostrò una calma incredibile, anche se avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per stendere Bohm seduta stante.
Semir e Hartmut restarono basiti e ancora una volta il primo pensò che Ben era decisamente cambiato. Poi vedendo che il tecnico si era come incantato, Ben gli assestò una piccola gomitata ad un fianco.
“Dai Hartmut, prosegui” spronandolo a proseguire.
“Sì…sì…” balbettò il tecnico, poi prima di continuare respirò profondamente “Dunque, stavo dicendo che ho esaminato i proiettili, sono stati sparati dallo stesso fucile di precisione, la perizia balistica lo conferma, ma la cosa interessante sono le lettere incise sopra” e avvicinandosi allo schermo del computer mostrò loro le scansioni dei due proiettili.
“Come potete notare da questo ingrandimento siamo in presenza di caratteri irregolari, questo mi fa pensare che siano scritti a mano e non con macchinari tipo…”
“Tipo quelli che usano gli orefici per incidere ad esempio le fedi nunziali?” domandò il commissario.
Semir si voltò verso Bohm fulminandolo con lo sguardo, ma Ben non gli diede la benché minima soddisfazione. Il giovane ispettore sapeva che il commissario stava solo cercando un valido motivo per estromettere sia lui che Semir dal caso, anche se pensandoci bene era stato proprio il commissario Bohm ad accettare l’aiuto di Semir, ma non quello di Ben.
“Continua pure Einstein sperando che qualcuno stia zitto e non ti interrompa più” consigliò Ben.
“Certo” continuò Hartmut “Stavo dicendo che ho notato che i caratteri sono scritti in maniera strana, in particolare le ‘E’”
“In che senso strana” chiese Ben corrugando la fronte.
“Mettiamo per ipotesi che fossi io a scriverla” e prendendo un foglio si mise a fare alcuni segni “Io per prima cosa farei la linea verticale, poi le tre lineette orizzontali”
“Si direi che è la cosa più logica e semplice” replicò Semir.
“Invece” proseguì Hartmut “Chi le ha incise ha fatto prima una specie di ‘C’, poi una lineetta in mezzo…come se volesse incidere il simbolo dell’euro senza una linea…”
“Non potrebbe essere che il proiettile impattando con il corpo si sia deformato e quindi le lettere si siano…” ma il tecnico interruppe Semir.
“Secondo me no” ribatté abbastanza convinto il tecnico “E’ proprio il modo in cui sono incise le lettere che è strano…l’uomo potrebbe averle scritte così per sviare eventuali sospetti. Un destro che scrive con la sinistra o viceversa, o forse potrebbe avere l’artrite, le variabili in questo caso sono molteplici”
“L’artrite no direi” intervenne Semir “Un cecchino con le mani deformate o tremanti non avrebbe avuto una mira così precisa”
“Però pensandoci bene il treppiedi potrebbe ovviare a questo inconveniente” delucidò Ben “Il killer potrebbe fissare il fucile a questa specie di cavalletto così facendo basterebbe un dito, se il bersaglio è al centro del mirino…” Ben interruppe improvvisamente il discorso, seguirono alcuni secondi di imbarazzante silenzio, chi vi pose fine fu il commissario Bohm.
“Quindi secondo voi dobbiamo trovare un uomo che sia un abile cecchino, che scrive male e che per qualche motivo adesso gli tremano le mani? Scusate, ma a me sembra una fesseria…insomma questo killer ha veramente le rotelle fuori posto e nonostante tremi…”
“Effettivamente uno che se ne va in giro con un fucile a precisione il cui scopo è uccidere la gente deve avere per forza non tutte le rotelle a posto” replicò serafico Hartmut.
“Hartmut dovrai spulciare tutti i rapporti in cui ci siano possibili corrispondenze con altri casi. Chiedi la collaborazione di Susanne, abbiamo molti dati da incrociare il tuo aiuto le sarà prezioso” concluse Semir.
“Ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? E poi se anche lo facessi…ci vorranno giorni…e poi chi vi dice che questo killer sia schedato? Se non lo fosse sarebbe tempo sprecato e poi ho un sacco di arretrato, siamo pure sottorganico e Robert sta già lavorando ad un caso a Francoforte…”
“Hartmut questo individuo ha già ucciso due persone. Potrebbe riprovarci con me, sono un suo obiettivo se non te lo ricordi…” rimarcò Ben.
“Beh se la mettete così mi metto subito al lavoro, appena saprò qualcosa vi farò sapere” e con quella frase si scusò anche con l’amico.
“Aspettate un attimo” si intromise Bohm puntando gli occhi sullo schermo del pc “Quella foto…i colori sono alterati?”
“No, sono originali perché?” quella domanda incuriosì Hartmut.
“Può consegnarmi il proiettile? Vorrei esaminarlo un attimo” chiese serio il commissario porgendo una mano.
Hartmut prese il piccolo oggetto, mentre Ben e Semir si guardarono stupiti.
“Non essendoci impronte posso prenderlo a mani nude? A meno che voi due non abbiate la scusa per poi incastrarmi” ma questa volta Bohm era serio, nessun tono sarcastico nella voce.
“Questo calibro è usato principalmente per fucili a precisione, ma è impossibile risalire esattamente al tipo di arma, almeno non con una semplice occhiata” lo anticipò il tecnico.
“Non è quello che mi interessa, ma guardate anche voi, non lo trovate sorprendentemente lucido?” disse passandoci sopra un dito “Il colore è alterato chi ha sparato conosce bene le armi, non è solo un abile cecchino. Il proiettile seppur lievemente è stato modificato forse per avere un effetto diverso una volta sparato, mesi fa al poligono provai un fucile di precisione, i proiettili erano, come dire più ruvidi. Azzarderei che non solo siamo in presenza di una persona che sa sparare bene, ma che è anche un esperto in fisica, più lisci sono, meno attrito hanno i proiettili con l’aria”
“Wow e da dove viene tutta questa …” Ben si bloccò, avrebbe voluto dire intelligenza, ma frenò il suo sarcasmo, in fondo Bohm aveva fatto una considerazione e una scoperta interessante che era sfuggita ad Hartmut.

I tre pochi minuti dopo uscirono dalla scientifica ritrovandosi nel parcheggio antistante.
“Dobbiamo spargere la voce tra i vari negozianti che vendono armi, i proiettili sono troppo particolari” propose il commissario Bohm “Potremmo chiedere la collaborazione dei clienti, magari qualcuno chiama, aiutandoci a rintracciare questo criminale, che ne pensate? Anche  l’assassino stesso potrebbe chiamare, a volte i serial killer hanno bisogno di farsi notare, di farsi trovare, ad alcuni piace giocare a guardie e ladri”
“Sì è un’idea tenuto conto che per ora altre piste non abbiamo” concluse Semir.

I tre poliziotti stavano ancora parlando tra loro ignorando di essere sorvegliati da un uomo attraverso un piccolo cannocchiale.
L’uomo aveva Ben e Semir di spalle mentre il commissario Bohm stava dritto davanti a lui.
“E’ utile saper leggere le labbra” pensò tra sé l’uomo “Volete tendermi un’imboscata? Molto bene, ma non temere sbirro dell’autostradale, la terrò io a te e per te sarà la fine,  puoi star certo che non morirò senza aver portato a termine la mia vendetta privata”
 
“Io faccio ritorno al mio commissariato” replicò Bohm “Darò disposizioni ai miei uomini di chiamare le varie armerie di spargere la voce, poi potrei andare personalmente a fare un giro in quella che è sicuramente la più fornita, quella in Kölner Straße”
“Come vuole commissario” asserì Semir “Noi intanto torniamo alla nostra sede, magari Susanne ha qualche informazione su eventuali collegamenti tra Mayer e Ben, ovviamente se ci sono novità l’avvisiamo e lei farà altrettanto” propose Semir.
“Naturalmente” rispose un po’ scocciato il commissario. Detestava che gli fossero impartiti ordini o proposte che avevano per lui lo stesso effetto, dopo di che risalì sulla sua auto e sgommando si allontanò dalla sede della scientifica.

“Ultimamente è strano il commissario” esordì Ben mentre con il socio si recavano alla sede della CID.
“In che senso scusa?” replicò Semir.
“Beh è sempre il solito pallone gonfiato arrogante, ma non so sembra cambiato…un pochino…solo un pochino” Ben accompagnò le ultime parole avvicinando l’indice al pollice, socchiudendo gli occhi.
“Mah può darsi che tu sia cambiato e vedi tutto sotto un’altra ottica” sentenziò Semir.
“Dici?” ribatté Ben.
“Sì”
“Mah…sarà così…forse” concluse alla fine il ragazzo.
 
“Che bello rivederti Ben” esclamò Susanne vedendo entrare in sede il ragazzo e alzandosi dalla scrivania gli andò incontro abbracciandolo.
“Susanne” intervenne Semir “Il capo?”
“Vi sta aspettando” replicò l’efficiente segretaria.
I due ispettori dopo aver bussato entrarono nell’ufficio del loro capo.
“Mi fa piacere rivederla Jager” esordì Kim.
“Grazie capo e io sono felice di essere ritornato qui, ma direi di lasciare i convenevoli” rispose asciutto.
“Certo, dunque avete novità?” domandò la donna.
Semir ragguagliò il capo, mentre Ben in silenzio ascoltava.
Un’ora dopo nell’ufficio entrò anche Susanne.
“Semir, Ben, il commissario Bohm un minuto fa ha chiamato si sta recando in un’armeria in Kölner Straße, ha detto che il suo comando ha ricevuto una chiamata dal gestore che afferma di aver venduto di recente dei proiettili dello stesso calibro come quelli rinvenuti nella scene dei delitti ad un individuo che subito gli era sembrato decisamente ‘strano’. Ha detto che vi aspetta là”
“Scusa, ma se era strano perché ha venduto…che mondo” sentenziò Ben.
“Molto probabilmente se gliele ha vendute forse ‘strano-strano ’ non lo era” confutò Semir.
“Sarebbe a dire?” incalzò Ben aggrottando la fronte.
“Che questo uomo aveva tutte le carte in regola per effettuare un acquisto del genere” concluse Kim togliendo dall’imbarazzo Semir “Su andate Bohm è un inca…” la donna si bloccò “Volevo dire, andate a dare un’occhiata anche voi, meglio”
“Certo, agli ordini capo” ed entrambi uscirono dall’ufficio.
Pochi istanti dopo dal parcheggio della CID si sentì un’auto che con una decisa sgommata si allontanava.

Angolino musicale: dunque abbiamo fatto la conoscenza del cattivo di turno…il cognome è abbastanza ‘non originale’ per un serial killer, mentre il nome è…un omaggio ad un collega di lavoro. Avete presente quel genere di collega calmo, pacifico, la tranquillità in persona…insomma il classico serial killer! Speriamo che non faccia fuori tutti noi della ‘sala prove’…correreste il rischio di restare senza finale…
Vi lascio con  ‘Patience’ (pazienza) dei Take That
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=273eSvOwpKk
Abbi solo un po’ di pazienza sono ancora ferito da un amore che ho perso riesco a sentire la tua frustrazione ma in un minuto tutto il dolore si fermerà…perché io, ho bisogno di tempo il mio cuore è intorpidito, non sente niente perciò mentre sto ancora in via di guarigione prova, ad avere solo un po’ di pazienza voglio veramente ricominciare tutto da capo so che vuoi essere la mia salvezza l’unico su cui potrò sempre contare proverò ad essere forte, credimi, sto provando ad andare avanti è complicato comprendermi perché questi spaventi sono così profondi è stata dura ma devo crederci abbi un po’ di pazienza…

 
  
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