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Autore: nitin    08/03/2017    1 recensioni
Questa Klance si articola in sms, di tanto in tanto interrotti da qualche spiegazione giusto per far capire che, in realtà, c’è un filo logico dietro a questa trashata.
-
Cosa diamine era successo, la sera prima…?
31/03
11:04
“Appena puoi, dimmi se ti senti meglio.”
11:04
“Bellissima dichiarazione, comunque. Dovresti fare il poeta.”
11:04
“Adesso vado a dormire. Vedi di non chiedermi di sposarti in questo lasso di tempo.”
Genere: Angst, Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco a voi il vostro capitolo quotidiano, breve ma intenso!
(Non) vi chiedo scusa per l’angst.
In questo capitolo si scoprirà una cosa molto importante su Raggio di Sole, quindi… Preparatevi. Perché Lance non era preparato ed è andato più nel panico di lui.
Besos, e fatemi sapere! ♡
 
CAPITOLO 4
 
20/04
21:14
“Aspetta, non puoi essere seri*. Davvero non hai mai visto Breaking Bad???”
21:15
“Non ne ho neppure mai sentito parlare.”
21:15
“Ma dove vivi, su un pianeta alieno???”
21:15
“Ti prego, dimmi che vivi su un pianeta alieno...”
21:15
“Verrei a trovarti tipo immediatamente”
21:15
“O potresti venire a prendermi su un’astronave!!!”
21:17
“Non vivo su un pianeta alieno. Semplicemente, non conosco Breaking Bad.”
21:18
“The Walking Dead. Questo lo devi conoscere, altrimenti ti disconosco!”
21:18
“Sono io un* mort* che cammina, perché dovrei vedere serie tv sugli zombie?”
21:18
“… Pensavo… Pensavo fossi divers*…”
21:19
“Non mi vuoi più bene?”
21:20
“Certo che ti voglio bene!”
 
Perché, sì, avevano iniziato a dirselo.
Lance non sapeva bene come ciò fosse iniziato, probabilmente con un “Ti voglio bene perché ti piace la pizza con le patatine fritte”, ma la cosa non gli dispiaceva. Da un po’ di giorni a quella parte avevano iniziato a mandarsi sempre più spesso i cuoricini (in particolare, era Lance a mandarglieli), e ogni tanto, ma solo ogni tanto, e quasi solo quando si davano la buonanotte, se lo ripetevano. “Ti voglio bene”.
Lance non aveva pensato a cosa ciò significasse.
Era passata una settimana dal loro discorso sui fiori, e sempre più cose si erano aggiunte alla lista di indizi che Lance teneva su “Raggio di Sole” (“Principessa” era passato di moda). Aveva scoperto che tipo di musica ascoltasse, ed era completamente diversa dalla propria. Lance preferiva di gran lunga le “trashate” (così le chiamavano i propri fratelli) commerciali, le canzoni latino-americane, insomma, le cose che sentiva alla radio del supermercato del padre o della macchina che condivideva con il fratello Dom. L*i, invece, era un* più da rock che da altro. Era strano a dirsi, ma alcune delle canzoni che gli aveva consigliato erano davvero… Allegre! Come alcune dei “Fall fall boy” o “Panic e poi non mi ricordo”, come le chiamava Lance. Poi, però, c’erano altre canzoni, come quelle dei “McChemical”, che tornavano a farlo preoccupare. La canzone preferita di Raggio di Sole era loro, e nel titolo c’era la parola “deathwish”. Lance c’era passato sopra, ma non più di tanto.
Non era più accaduto, comunque: l*i non aveva più avuto attacchi di panico, non da quando avevano iniziato a scriversi in ogni momento possibile.
C’era stato un po’ di imbarazzo dopo il su “Ti immagino bellissim*”, ma Lance aveva provato a passare sopra anche a quello.
Tuttavia, era difficile. Lance si sentiva male, quando non poteva scrivere a Raggio di Sole. Provava un forte desiderio di prendere il telefono e scrivere un messaggio, anche solo un “Mi è caduta la penna e non ho voglia di raccoglierla”, così, solo per sentirl* vicino.
La situazione stava degenerando.
Più volte la madre lo aveva ripreso perché spesso stava al telefono durante la cena, più volte i fratelli avevano dovuto chiamarlo più volte perché si incantava a guardare il vuoto. “Sono solo stanco”, aveva sempre risposto, “Non dormo bene con questo caldo”. E loro gli avevano creduto. Perché Lance soffriva seriamente il caldo.
 
21:47
“Com’è possibile che io metta a posto ogni giorno e, nonostante ciò, la mia camera sia sempre disordinata?”
21:50
“Io non metto a posto mai ed è disordinata comunque, ma almeno non perdo tempo!”
21:52
“Tu vivrai in un porcile.”
21:53
“Hey, mi ferisci!!”
22:02
“Che hai fatto oggi pomeriggio mentre dormivo?”
22:04
“Sono uscit* con un amico, siamo andati in una città qui vicino a comprare delle cose elettroniche… Lui costruisce computer, è una cosa piuttosto figa!!”
22:05
“Sembra divertente.”
22:05
“A dire il vero è noiosissimo, non ci capisco nulla…”
22:12
“Hey, ascolta, adesso ho un impegno, non ne uscirò per le prossime due ore… Tu vai a dormire?”
22:13
“Penso che andrò tra poco, mi si chiudono gli occhi… Non ti dico che ti aspetterò svegli* perché so che non accadrà!!”
22:14
“Ti do la buonanotte, allora. Dormi bene, okay?”
22:14
“Ti voglio bene.”
22:15
“Buona giornata, Raggio di Sole!!!”
22:15
“Ti voglio bene anche io!! ♡”
 
Lance ancora non ci si era abituato. Ne aveva di persone a cui voleva bene, ne aveva eccome! I propri fratelli, i propri genitori, Hunk, che ormai era parte della famiglia, Pidge, che si era trasferito in quel quartiere solo qualche mese prima per il lavoro del padre, tutti i ragazzini di Varadero che conosceva dall’infanzia…
Ma quella persona era diversa. A l*i Lance voleva bene in un modo differente, si era affezionato a l*i in maniera particolare… A dirla tutta, ne era dipendente.
Un po’ come quando si ha una cotta. Non che Lance avesse una cotta per Raggio di Sole, assolutamente! Era impossibile.
E anche se avesse avuto una cotta per l*i, sarebbe stato controproducente. Non si sarebbero mai visti. Non si sarebbero mai neppure detti i loro nomi, forse. Probabilmente abitavano a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, anzi, sicuramente. Il petto gli faceva male di nuovo.
Si era messo a letto un’ora e mezza prima, e non aveva fatto altro che pensare a l*i, a immaginare come potesse essere, cosa stesse facendo, se anche l*i stesse pensando a sé, immers* nel suo impegno.
Si morse il labbro inferiore, prendendo il cellulare. Voleva sentirl*. Ma era impegnat*, non gli avrebbe risposto! Si strinse il telefono al petto.
E il telefono vibrò.
 
23:40
“Dimmi che ci sei.”
23:40
“Mi è successo di nuovo. So che non dovrei coinvolgerti ma ho bisogno di te.”
23:40
“Raggio di Sole, sono qui… Che succede?”
 
Okay, doveva stare calmo. Gli aveva scritto, ma non era un bene. Ora l*i stava male. E non si erano mai sentiti mentre l*i stava male.
Cosa diamine avrebbe dovuto fare?
 
23:42
“Odio questo posto. Odio tutti. Odio i miei professori e i ragazzi che sono qui, odio tutti quelli che gestiscono questo posto, mi sento in una cazzo di trappola e vorrei solo scappare.”
23:42
“Vieni a prendermi.”
23:42
“Ti prego, vieni a prendermi.”
 
Ora, anche Lance era nel panico.
Quei messaggi gli fecero scatenare il cuore, gli fecero stringere lo stomaco alle dimensioni di un bottone. Avrebbe venduto l’anima a Satana per andarl* a prendere… Se solo Satana fosse esistito.
 
23:43
“Hey, hey, calmati… Sono qui, okay?”
23:43
“Non so dove tu sia, ma un giorno uscirai da lì, okay? E allora ti verrò a prendere. Te l’ho promesso!”
23:45
“Manca ancora troppo tempo.”
23:45
“Non ce la faccio più. Vorrei solo che finisse tutto.”
23:45
“Non so neppure cosa farò quando uscirò da qui.”
23:46
“Raggio di Sole, non hai… Non lo so, dei genitori, qualcuno che possa aiutarti?”
23:47
“No.”
23:47
“I miei genitori sono morti.”
23:47
“Sono in un cazzo di orfanotrofio.”
 
Lance sbiancò.
Tutto si era collegato.
Il fatto che l*i non parlasse mai dei suoi genitori, della sua famiglia, che invece lodasse la propria, di famiglia, e gli dicesse di non comportarsi male con i propri fratelli… Ora tutto aveva un senso.
Ma Lance non sapeva cosa fare.
 
23:48
“Dios, mi dispiace… Non lo sapevo…”
23:48
“Ma uscirai da lì, okay? E troverai qualcuno che ti aiuterà, perché sei la persona più dolce del mondo e meriti solo cose belle, okay??”
23:50
“Neppure conosci la mia faccia.”
23:51
“Non ha importanza. Ti voglio bene, non ho bisogno di sapere nient’altro.”
23:52
“Dah.”
23:52
“Che succede??”
23:54
“Sei tu la persona più dolce del mondo.”
23:55
“Sei tu che mi fai parlare così!”
23:58
“Comunque, per la cosa di prima. Sono morti quando ero piccol*, quindi non me li ricordo neanche. Mi sento solo un po’ dispers*, a volte. E non aiuta il fatto che io sia stat* in quattro famiglie affidatarie e che tutte mi abbiano rimandat* indietro perché, e io cito, ero matt*.”
23:59
“TI ADOTTO IO”
24:01
“Sarebbe bellissimo. Saresti un genitore modello.”
24:01
“Sei sarcastic*?”
24:02
“Decisamente.”
24:04
“Comunque, sono tutti dei bastardi. Sono così fortunati ad averti lì, e ti trattano male… Mi fanno arrabbiare da morire…”
24:05
“Ci sono abituat*, ormai. Come hai detto tu, presto finirà.”
24:05
“Quanto presto??”
24:06
“Quando sarò maggiorenne.”
24:06
“E quando sarai maggiorenne? E intendi diciotto o ventuno anni?”
24:07
“Se te lo dicessi, rivelerei la mia età, no?”
24:08
“Sei troppo furb* per i miei gusti!”
24:08
“Però ora so che sei più piccol* di me.”
24:08
“Lo ammetto: sono maggiorenne!!!”
24:10
“Aspetta. Sei più grande di me…?”
24:11
“Sì!!”
24:13
“Siamo messi bene.”
24:13
“Farò finta di non averlo preso come un insulto!!”
24:15
“Hm, hm.”
24:16
“Raggio di Sole?”
24:16
“Sì?”
24:16
“Un giorno, ti verrò a prendere. ♡”
 
La notte passò, e loro rimasero a parlare fino alle quattro del mattino.
Lance riuscì a dormire solo altre quattro ore, e neppure molto bene.
Ciò che Raggio di Sole gli aveva raccontato la sera prima lo aveva lasciato a dir poco senza parole. Che brutta situazione, doveva essere la sua…
Essere senza genitori, vivere in un collegio per orfani, non riuscire a trovare una famiglia che l* accettasse e l* accudisse…
Era ingiusto. L*i meritava davvero il meglio. Meritava di essere amat* e protett* e curat*. Meritava Lance che l* amasse, proteggesse e curasse.
Si era addormentato con quel pensiero in testa.
La mattina dopo, quando si svegliò, Raggio di Sole stava andando a dormire. Fecero in tempo a darsi la buonanotte, a ripetersi che si volevano bene, e così l*i andò a dormire tranquill* e col sorriso sulle labbra. Questo era tutto ciò che contava, per Lance. Lance che aveva capito.
E che in quei giorni lo comprese sempre di più.
Si era preso una cotta.
Si era preso una cotta per una persona orfana, dal sesso e dal nome sconosciuti, alla quale aveva promesso che, un giorno, sarebbe andato a prenderla.
Si era preso una cotta per una persona che non avrebbe saputo vivere senza di sé… Ma andava bene, perché neppure Lance voleva vivere senza di l*i.
   
 
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