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Autore: OcaPenna    09/03/2017    2 recensioni
DESTIEL/LIME/EROTICO/TRIANGOLO Siamo nel 2024, i Winchester proseguono la loro attività di cacciatori con qualche novità, perdite e nuovi arrivi. In un altro continente Marinella è una ragazza un po' strana, un po' distratta e tra le nuvole ma sta per scoprire di essere molto più strana di quanto possa immaginare.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Nel futuro
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MARINELLA

Di Oca Penna



 



DESTIEL/EROTICO/TRIANGOLO/SPOILER 12





 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! 
Prima di tutto vorrei ringraziare la mia incredibile lettrice beta per la pazienza e la condivisione!
E poi ovviamente grazie a voi di leggere :D 
Questa long nasce da una one-shot pubblicata qualche tempo per cui chi avesse letto la "PILOT: Marinella" salti pure al capitolo successivo!

 



PER CASO
Erano le ore 21:43 e 15 secondi del 15 febbraio 2024. Un esemplare giovane e ben nutrito dei larinae michahellis, vale a dire un gabbiano reale dalla considerevole lunghezza di 56 cm e un’apertura alare di 136 cm, stava cibandosi di un pezzo di pizza margherita caduto due ore e sedici minuti prima proprio su quella pietra, in quel vicoletto di Pisa. Quella prelibatezza era caduta a Marco che camminava in fretta, perso dietro al penisero di Gabri, volata a parigi per un erasmus, lasciandolo lì a camminare con la pizza che cade tra le mani e il problema di dover raccimolare i soldi per andarla a trovare. Questi erano i pensieri che distraevano l'uomo mentre si allontanava lasciando il gabbiano a mangiare la sua pizza senza che questi si curasse del suo travaglio. Non era un'indifferenza crudele quella dell'uccello e lo spavento che si prese un momento dopo è da considerarsi una punizione eccessiva.
Erano le 21:44 e 52 secondi quando il gabbiano vide precipitare nel vicolo il più grande pennuto che avesse mai visto. Lo spavento fu tale che, colto alla sprovvista, lasciò lì il suo pranzo e volò via urlando rischiando di finire in faccia a una ragazza in bici.
 
Questo cambiò per sempre la vita di Marinella.
 
Marinella aveva 25 anni, era alta 1,65, pesava 65 kg, indossava scarpe taglia 38, pantaloni taglia 44, reggiseni terza coppa d. A Marinella piacevano le stampe animalier, i film in lingua originale, la musica blues, andare veloce in bicicletta. A Marinella non piacevano le pozzanghere che le sporcavano le scarpe, i silenzi imbarazzati e le cose impreviste.
 
Alle 21:43 del 15 febbraio 2024 Marinella stava tornando a casa con la sua bicicletta malandata che traballava sul vecchio pavé di piazza delle Vettovaglie. Imboccando il vicoletto buio e puzzolente che portava al tribunale, uno stupido gabbiano si alzò in volo gracchiando e facendole perdere il controllo della bici.
Marinella rovinò a terra finendo dritta in una pozzanghera e inzaccherandosi i vestiti.
Imprecando contro il pennuto raccolse la bici apprestandosi rimontare in sella quando si accorse della figura accasciata poco lontano.
Non era il primo barbone che vedeva, non sarebbe stato l'ultimo, e aveva sempre tirato dritto. Ma questo succedeva altrove, nelle grandi città dove le fasce deboli della popolazione si arrabattavano a raccogliere le briciole del consumismo. Da quando stava a Pisa non le capitava più di incrociarne, quella città era troppo piccola per essere attrattiva, tutta incentrata sulla vita dell'università. Era il genere di città dove se vedi a terra qualcuno ti viene da chiedere se ha bisogno d'aiuto e questo fu quello che pensò di fare.
 
***
 
Castiel aveva bisogno di molte cose.
Aveva bisogno di tornare da Dean e assicurarsi che stesse bene, aveva bisogno di recuperare una lama angelica per essergli d'aiuto ma, prima di tutto, aveva bisogno di guarire. La ferita nel fianco era profonda e non riusciva a rimarginarla, sarebbe morto in un vicolo, perso chissà dove, inutile. Il sangue gli colava negli occhi dal taglio sulla tempia mentre cercava un modo per rialzarsi, annaspando coi piedi sulle pietre bagnate senza che le gambe potessero sollevarlo. Si stava rassegnando alla sconfitta sentendo le ultime forze abbandonarlo, quando percepì un'anima avvicinarsi. Non pensò al dolore che avrebbe causato e nemmeno alla propria sopravvivenza. L'unica cosa che aveva chiara in testa era il volto tumefatto del suo cacciatore, lontano, in pericolo, forse già morto, che lo fissava con un'accusa e una preghiera nello sguardo spento. Con uno sforzo e una fitta di dolore alla spalla allungò il braccio stringendo tra le dita il luccichio pulsante davanti a lui. Man mano che recuperava le forze l'urlo di dolore della ragazza diventava più chiaro alle sue orecchie e non appena seppe di poter volare di nuovo la lasciò andare.
La ragazza lo fissava attonita e senza fiato mentre con le mani stringeva il punto del ventre dove le era entrato dentro. Indietreggiò terrorizzata inciampando nella propria bicicletta prima di affrettarsi a rimetterla in piedi e scappare pedalando quanto più in fretta possibile.
«Mi dispiace» mormorò l'angelo alla schiena che si allontanava. Poi spiegò le ali e scomparve.
 
***
 
Alle 10:40 del 19 febbraio, il dottor Bacetti cercava di convincere Marinella che la TAC dimostrava, senza possibilità di dubbio, che il suo cervello era sano e che la causa dell'allucinazione doveva essere di ordine psicologico. Ma la ragazza non lo stava a sentire borbottando e lui aveva un appuntamento a pranzo con Anita, l'infermiera bionda di oncologia a cui si era deciso a chiedere di uscire quella mattina.
«Non so cosa dirle. La TAC è chiarissima... ne parli con uno psichiatra, alla reception le daranno un appuntamento» tagliò corto allontanandosi per il corridoio.
 
Alle 23:15 e 58 secondi del 4 marzo 2024 Marinella era sdraiata nel suo letto al buio e non riusciva a dormire. A differenza di quanto sarebbe stato lecito pensare, questo non era dovuto ai tre caffè ingeriti durante la serata ma alla quantità di ADH e ACTH rilasciate dalla sua ipofisi che le procurava la costrizione dei vasi cutanei e delle viscere addominali, una dilatazione dei vasi muscolari e l’aumento della frequenza cardiaca.
Sarebbe a dire che era in ansia.
Era in ansia per la visita prenotata la mattina seguente con uno psichiatra perché odiava gli strizzacervelli. Era convinta che la maggior parte di loro fossero dei cialtroni al soldo delle case farmaceutiche e non era per nulla sicura di voler finire nelle loro mani. L'idea la mandava nel panico e, per quanto cercasse di evitarlo, il cuore le martellava nel petto. In realtà avrebbe avuto delle ottime ragioni per sentirsi terrorizzata, ragioni di cui non poteva immaginare nulla, che nulla avevano a che fare con lo psichiatria e che aspettavano, silenziose, nel buio.
   
 
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