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Autore: Zoey Charlotte Baston    10/03/2017    1 recensioni
Non dimenticare l'infanzia, in cui ridevi giocando e immaginando mondi fantastici, che i grandi non riusciuvano proprio a capire, l'infanzia con le paure sempre in aguato.
Non dimenticare l'adolescenza, con le uscite con gli amici, gli amori, le emozioni troppo forti e confuse, il mondo sempre contro di te, che eri alla ricerca di qualcuno che ti capisse.
Non dimenticare l'età adulta, con le responsabilità, il lavoro, la voglia di tornare giovane, mentre vedi i tuoi figli crescere e fare i tuoi stessi errori e vorresti che non fosse così, mentre la vita scorre e gli anni passano.
Non dimenticare nulla.
Non dimenticare la tua storia.
|Isaac × OC| |Scott × Allison, Stiles × Lydia, Liam × Hayden, Derek × OC| |Accenni Stiles × Malia, Jackson × Lydia|
|AVVERTENZE: Allison è viva| |Non tiene conto degli eventi delle stagioni 5 e 6|
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Because I No Longer Fear




Alex si sedette sul letto, sospirando. Lanciò l'ennesima occhiata alla sua camera: Era rimasta esattamente come l'aveva lasciata ormai troppi anni prima e lei non sapeva se provare un'affetto nostalgico per quel luogo o distaccarsi, perché le riportava alla mente moltissimi ricordi.
Quando sarebbe arrivata tutta la sua roba avrebbe dovuto ri-arredarla, decisamente. Portò lo sguardo per qualche secondo sullo zaino che aveva posato a terra, chiedendosi se fosse il caso di sistemare i pochi oggetti che aveva con se; poi si ricordò la controvoglia di Stiles durante il viaggio dall'aeroporto del giorno prima e come l'aveva accuratamente evitata. Decise che forse era meglio schiarirsi un po' la mente facendo altro, perciò prese il portatile sulla scrivania e si mise a lavorare su un volantino: Voleva fare la baby-sitter anche lì, per non dipendere totalmente dal padre.
Purtroppo però per quanto potesse concentrarsi la mente tornava sul fratello, perciò finì per dirigersi da lui, aprì la porta della camera che affiancava la sua, chiamandolo.
Il ragazzo era seduto alla scrivania e le lanciò un'occhiata perplessa.
-Sì?- Le domandò, facendole cenno di entrare. La riccia gli sorrise sedendosi sul letto e guardando attentamente l'arredamento. Non sembrava lo stesso luogo di anni prima.
-Volevo sapere se ti andava di fare un giro.- Domandò speranzosa, ma lui corrucciò la fronte, scuotendo la testa in segno di diniego. -Stiles... Andiamo, non puoi farmi il muso per sempre! Se vedo Star Wars con te torni a parlarmi?- Fece un lieve sorrisino per addolcirlo, mentre si sporgeva leggermente in avanti. Il fratello sospirò, passandosi la mano sul volto in modo stanco, quindi rigirò la sedia per guardela in volto.
-Credi che sia così facile, Alex? Io... Io non posso fare finta di niente, capisci? Te ne sei andata.-
-Eravamo piccoli! Cosa dovevo fare!?-
-Rimanere qui, cavolo! Io l'ho fatto! Io sono rimasto! Te hai abbandonato me e papà! Hai abbandonato la mamma!-
-IO NON SONO TE, STILES! IO NON ERO FORTE O CORAGGIOSA COME TE! Io avevo paura, non ce la facevo a rimanere qui.- Si era alzata, piegata leggermente in avanti e con i pugni stretti, gli occhi castani pieni di lascrime mentre lui la imitava.
-MI HAI LASCIATO SOLO, NON AVEVAMO NEANCHE DIECI ANNI, PAPÀ NON CAPIVA COSA MI PASSASSE PER LA TESTA! AVEVO BISOGNO DI TE E TE NE SEI FREGATA!-
-MA TI SENTI QUANDO PARLI? MAGARI NON TE N'ERI ACCORTO, MA PIÙ MAMMA STAVA MALE PIÙ MI ALLONTANAVI E NON VOLEVI CHE SCOTT GIOCASSE CON ME! ERO SOLA, AVEVO BISOGNI DI MIO FRATELLO! Stavamo male entrambi...-
-L'ho vista morire, Alex. Non sei mai stata neanche al cimitero... Ho sofferto di attacchi di panico quasi ogni giorno per mesi... Io l'ho vista morire.-
-Me lo stai rinfacciando, Stiles? Me lo stai rinfacciando? CREDI CHE NON MI SENTA DA SCHIFO GIÀ DI MIO, PER NON AVERLE DETTO ADDIO!? ANCHE IO CI SONO STATA MALE, CI STO MALE AL SOLO PENSIERO, ANCHE IO HO AVUTO ATTACCHI DI PANICO! ... Dove vai? STILES! TORNA QUI! STAVAMO PARLANDO! STILES!- Il ragazzo la scansò non appena lei alzò la voce, non voleva ascoltarla. Uscì dalla stanza a grandi falcate, per poi scendere le scale con passo veloce, Alex lo seguì, fermandosi sul pianerottolo, zittendosi di colpo quando vide Stiles mettersi la giacca e prendere le chiavi della jeep. Si morse il labbro cercando di non versare ulteriori lacrime, finendo per sbattere la porta della sua stanza in contemporanea a quella dell'edificio.
Il ragazzo entrò velocemente nel veicolo, mettendo faticosamente in moto e dirigendosi a casa McCall, nella speranza di trovare conforto nel migliore amico. Quando arrivò davanti all'abitazione suonò il campanello, sperando che ad aprire fosse il coetaneo; per sua fortuna fu proprio lui che si ritrovò davanti, ancora in pigiama.
-Uhm... Hey Stiles...- Borbottò Scott assonanato e perplesso, scansandosi per farlo passare e poi aggiungere: -Cos'è successo?- Seguì l'amico in soggiorno, ma lui gli rivolse un sorriso forzato sedendosi sul divano a facendo finta di nulla.
Pensandoci bene non voleva disturbarlo per una cosa del genere.
-Niente. Perché dovrebbe essere successo qualcosa?- Il licantropo alzò il sopracciglio guardandolo storto, il battito del ragazzo dai capelli color cioccolato era più veloce del solito, segno di agitazione, ma era piuttosto convinto che se fosse stato qualcosa di serio lo avrebbe avvertito.
-Hai sbattuto lo sportello della jeep.- Ci scherzò su il bruno, sperando che se non l'avesse pressato troppo gli avrebbe risposto. Effettivamente il tentativo non era stato vano, infatti, dopo aver sbuffato scocciato, Stiles borbottò un "È tornata." -Cosa? Chi è tornata?- Chiese incuriosito, ma con un leggero sospetto misto a speranza.
-Alex, mia sorella. È arrivata ieri.- Un sorriso si formò sulle labbra di Scott. Come Stiles era sempre stato il suo migliore amico, Aleksandra era stata la sua migliore amica, nonché sua prima cotta infantile, diventando infine quasi una sorella.
-Sul serio? Da quanto sapevi che sarebbe tornata? Perché non me l'hai detto?- L'altro fece spallucce.
-Non mi sembrava importante, abbiamo di meglio a cui pensare.- Il bruno lo osservò, un lampo di consapevolezza gli passò negli occhi. Non se lo aspettava. Aprì la bocca cercando di capire cosa dire, ma sembrava che mancasse qualcosa nella sua ricostruzione.
-Te... Sei ancora arrabbiato con Alex?- Domandò quasi divertito dalla cosa, ma il castano lo guardò storto, quindi sbuffò trattenendo una risata. Non ci poteva credere. -Fratello, non puoi avercela con lei perché a nove anni non voleva vedere vostra madre morire.- Ignorò l'affermazione dell'amico.
-Non volevo parlare con lei prima, perché dovrei volerlo adesso?- Esclamò scocciato, continuando: -Dice che aveva paura. Chi ci dice che la situazione non è cambiata? Se aveva paura prima magari ne potrebbe anche adesso, cosa per niente buona considerando lupi e giaguari mannari, demoni, kanima e darach... Chi ci dice che rimarrà qui per molto?- Scott si mordicchiò il labbro, chiedendosi se fosse il caso di parlare, sperava che Stiles non se la sarebbe presa.
-Prima di tutto, queste sono minacce che abbiamo già eliminato e non succede nulla da un po'. Inoltre la conosco bene, è cambiata anche lei. Non se ne andrà.- Il castano sbuffò nuovamente, non voleva litigare con l'amico ma la conversazione stava iniziando a scaldarsi.
-Non la vedi da anni, ci hai parlato pochissimo al telefono, non puoi sapere com'è variata la situazione.-
-Stiles, solo perché te hai voluto fare l'offeso non vuol dire che l'ho fatto anch'io. Ci parliamo su WhatsApp da anni, abbiamo fatto anche delle video chat, ormai la conosco più io che te. Se non vuoi fidarti di lei almeno fidati di me.- Sembrò sorpreso dalla rivelazione dell'altro, ma cercò comunque qualcosa da dire, non si sarebbe fatto zittire in quel modo.
-Ha detto anche che la stavo escludendo prima che se ne andasse. Non è vero.- Quella volta fu Scott quello sorpreso, non sapeva bene se per la sicurezza con cui disse quelle parole o altro.
-Spero tu voglia scherzare... Insomma, non dico che tu lo facessi apposta, era un periodo particolare, magari non te ne rendevi neanche conto, ma la respingevi davvero... Secondo tuo padre lo facevi perché era una femmina, quindi come tua madre, e avevi bisogno di un sostegno maschile, perciò non ti disse nulla.- Il silenzio calò nella stanza. Stiles si guardava le mani, cercando di capire se le parole del licantropo erano veritiere. Il periodo della malattia di Claudia Stilinski spesso gli pareva solo una sfocatura, qualcosa di poco chiaro e doloroso, che riacquistava un senso solo all'interno di incubi. Il bruno parlò di nuovo, notando il disagio dell'amico. -È inutile continuare a discutere per questa cosa, facciamo tutti degli errori. Va a fare pace con tua sorella, tanto lo so che non vedi l'ora.- L'umano sembrò pensarci un po', prima di annuire alzandosi, diede una veloce pacca sulla spalla dell'altro borbottando qualcosa che Scott non comprese e se ne andò.
Quando Stiles arrivo a casa trovò Alex rannicchiata sul suo letto, che stringeva a se il cuscino e lottava contro la vogli di addormentarsi, quindi lui le se sdraiò vicino, abbracciandola e giustificandosi con un veloce "Odio vederti piangere". Rimasero in quel modo, in silenzio, finché Stiles non parlò di nuovo:
-Perché sei tornata?-
-Perché non ho più paura.-
   
 
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