Shinichi
E’
passata una settimana dalla definitiva sconfitta
dell’Organizzazione. Per fortuna stiamo tutti bene. Ran
è stata ricoverata
alcuni giorni in ospedale per riprendersi dallo shock subito. Prima il
rapimento di Goro poi l’attentato alla sua vita. E’
stato un duro colpo, le ci
vorrà un po’ di tempo per ristabilirsi del tutto.
Intanto, nella
confusione, Ai è riuscita ad impossessarsi di
un paio di pillole del veleno che ci ha fatti rimpicciolire per
riuscire a
preparare un antidoto definitivo.
“Ci
siamo, l’antidoto è pronto”
“Dici
sul serio?”
“Certo,
provalo e vedrai”
Sono tentato di
prendere subito l’antidoto e mettere fine a
tutta questa storia. Tuttavia, se assumerò questa pillola
non potrò più tornare
bambino. Voglio almeno che Ran saluti Conan per un ultima volta.
“Non
è ancora il momento. Devo prima fare una cosa. Tu
piuttosto? Perché non l’hai ancora
preso?”
“Non
credo che lo farò. Preferisco ricominciare la mia vita
da capo”
“Ne
sei sicura?”
“Si,
immagino di sì. Sarà più facile farlo
rimanendo una bambina.”
Esco dal Dottor
Agasa e una luce accesa nella mia casa attrae
la mia attenzione. Entro e vedo le scarpe di Ran lasciate davanti alla
porta. Ci siamo.
Prima di
raggiungerla vado nella mia camera alla ricerca di
qualcosa da indossare dal mio vecchio armadio.
Apro la porta
della biblioteca e la trovo seduta sulla
poltrona a leggere “A study in scarlet”.
“Anche
tu ti sei data a Sherlock Holmes?”
“Ehi
Conan non ti avevo sentito entrare. Ma che ci fai con
quei vestiti? Ti stanno enormi”
“Vedi
Ran, c’è una cosa che vorrei dirti”
“Devi
dirmi molte cose Conan. Per esempio come mai ti ho
trovato nel bel mezzo di un’incursione dell’FBI
contro una delle più pericolose
organizzazioni criminali al mondo, mentre invece dovevi essere in
campeggio con
il Dottor Agasa”
“Io
penso che tu conosca già il perché, penso che tu
l’abbia
sempre saputo. Ma non servono le parole adesso”.
Dicendo
così, prendo l’antidoto dalla tasca e senza
pensarci
oltre lo butto giù.
Ran
Vedo Conan
prendere qualcosa dalla tasca, una specie di
pasticca, e ingoiarla.
“Conan
che cosa stai facendo?”
In quel momento
lo vedo accasciarsi a terra in preda a quello
che sembra essere un dolore atroce.
“Conaaan!
Conan che cosa hai preso? Che cosa succede?”
Corro via dalla
scrivania per raggiungerlo.
“Conan
rispondimi di prego!”
Gli poggio
le mani sulle spalle e all’improvviso è come se il
suo corpo stesse crescendo
sotto di me. Vedo le sue spalle allargarsi, le sue mani ingrandirsi e
le sue
gambe allungarsi. Dopo alcuni interminabili secondi, alza lo sguardo.
Lo guardo
negli occhi e vengo pervasa da un immenso senso di pace. Shinichi.
“S-shinichi?”
Non riesco a
crederci. Shinichi. Per tutto questo tempo, è sempre stato
lui. Rimaniamo
immobili per alcuni secondi, minuti o ore, non so dirlo. E’
come se il tempo si
fosse fermato. Mi passano davanti tutti i momenti passati con Conan, e
tutto
prende improvvisamente un altro significato. Ripenso a tutte le volte
in cui
non aspettavo altro che il suo ritorno, ma anche solo una chiamata. A
tutte le
volte che ho pensato quanto fosse insensibile ed egoista. E invece
è sempre
stato accanto a me. Ogni giorno.
Incapace di
stare lontano da lui un secondo in più, lo abbraccio e mi
lascio andare ad un pianto
estenuante e liberatorio. Dopo un anno sento crescere in me di nuovo la
felicità, quella vera.
Rimaniamo
così, abbracciati. Il primo a rompere il silenzio
all’improvviso è lui:
“Ran
mi
dispiace averti mentito per tutto questo tempo, ma l’ho fatto
solo per
proteggerti. Per proteggerti da tutto quello a cui hai assistito
l’altra notte.
Quegli uomini mi hanno fatto assumere un veleno quella sera a Tropical
Land,
che mi ha fatto rimpicciolire. Pensavano fossi morto, ma se ti avessi
raccontato
tutto e poi mi avessero scoperto, avrebbero ucciso tutti quelli che
erano a
conoscenza della loro organizzazione. Avrebbero ucciso anche
te”
Incapace di
dire una sola parola, intrappolata in un vortice di emozioni, ancora
una volta
è lui a parlare:
“Ran,
c’è
anche un’altra cosa. Ho tentato più volte di
parlarti: quella sera al
ristorante, quel giorno in autostrada e infine a Londra. Da quando ti
ho vista
per la prima volta quel giorno all’asilo, ho capito subito
che eri diversa. Per
fare colpo sugli altri ho sempre cercato di mostrare subito il mio lato
da
detective, acuto e intelligente. Ma tu non ti sei mai lasciata
impressionare,
tu sei andata oltre la mia maschera e mi hai visto dentro. E
così facendo sei
arrivata dritta alle corde del mio cuore, e da quel giorno non hai mai
smesso
di farle vibrare. Ran… Io ti amo.”
Non riesco a
credere a quello che ho appena sentito. Non so quante volte ho sognato
e
risognato questo momento, ma la realtà adesso supera di gran
lunga qualsiasi
mia fantasia.
“Sai
Shinichi, da quando mi hai detto quelle cose a Londra ho cominciato a
vivere in
una specie di favola, ed è per questo che non ti ho mai dato
una risposta, per
paura di rovinare tutto. Ma adesso non voglio più aspettare.
Shinichi, ti amo
anch’io”
E
così
dicendo, ci avviciniamo e dopo un’istante interminabile le
nostre bocche si
sfiorano fino a congiungersi, dando vita ad un lungo e intenso bacio.
Con quel
bacio ci liberiamo di tutta la sofferenza, di tutti i segreti e le
bugie,
appropriandoci finalmente l’uno dell’altra.
Non so per
quanto tempo rimaniamo
così, ma vorrei che questo momento non finisse mai. Fino a
che, sento nascere
qualcosa dentro di me, un desiderio nuovo, sconosciuto, ma
potentissimo. Gli
poggio le mani sul petto mentre lui mi tira più vicino a
sé.
All’improvviso
le nostre labbra si
separano e sento le mie gambe smettere di toccare terra. Shinichi mi
avvolge
tra le sue braccia mentre ci dirigiamo verso la sua camera. Lo osservo
mettermi
a terra e vedo un certo rossore sul suo viso, riflesso del mio. Ma
adesso non c’è
spazio per le parole. Così, incapace di trattenermi oltre,
gli sbottono la
camicia mettendogli a nudo il petto. Mi sento molto imbarazzata ma mi
basta
incrociare il suo sguardo per spazzare via ogni incertezza.
E’ quello che
voglio, solo con lui, adesso.
Lascio che
mi tolga la camicetta e i pantaloni, e lo stesso faccio con i suoi.
Entrambi
rimaniamo un istante a guardarci e poi senza perdere il contatto tra i
nostri
sguardi ci adagiamo nel letto. Lascio che mi spogli completamente per
poi
baciarci di nuovo. Questa volta un bacio più potente e
passionale. E poi
finalmente lo sento entrare dentro di me, i nostri corpi si uniscono,
così come
le nostre anime, e insieme diventiamo una cosa sola. Annulliamo tutto
quello
che è stato e ricominciamo da qui. Zero è
l’inizio.
Ciao
a tutti!
Questa mia prima fanfiction è giunta al termine. Spero che
vi sia piaciuta,
soprattutto quest’ultimo capitolo che è quello a
cui tenevo di più e che mi ha
fatto anche un po’ emozionare. Mi auguro di aver fatto
emozionare un pochino
anche voi :). Alla prossima storia! Un bacio <3