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Autore: chitta97    12/03/2017    5 recensioni
Raccolta di one-shot, rigorosamente Judy x Nick
Sprazzi di pensieri, situazioni, gesti che portano tutti ad una conclusione: forse l'amore rende tutti un po' meno acuti e un po' più ottusi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Don’t) Call Me


Il liquido ambrato dentro il bicchiere prendeva sfumature più chiare in prossimità dei cubetti di ghiaccio. Ed era ancora lì, intatto nel suo bicchiere di vetro. D’altronde come avrebbe potuto bere Nick se il suo interlocutore continuava a porre domande e insinuazioni affatto velate? E dire che sperava che passare una serata con il suo vecchio compagno in affari -non esattamente legali ma erano dettagli- lo avrebbe distratto dal solito tram tram lavorativo. Certo non aveva ben pensato a quanto potesse essere invadente Finnick con le sue battute perlopiù esplicitamente canzonatorie.
“E alla fine quella coniglietta ti ha proprio fregato, amico! E in più di un senso!” Esclamò per poi irrompere in una risata sguaiata.
“Per l’ennesima volta, Finnick, non è come pensi tu.” Replicò la volpe con l’aria di chi aveva ripetuto la solita frase già una decina di volte senza successo.
“Avevo capito che quella coniglietta era un bel tipetto, ma non pensavo ti avrebbe incastrato fino a questo punto! Chi l’avrebbe mai pensato che Nick Wilde si sarebbe innamorato! E di una coniglietta oltretutto!”
Quella coniglietta si chiama Judy. E in ogni caso chi ha mai detto che io ne sia innamorato?”
“Avanti! E vorresti farmi credere che tutto d’un tratto sei diventato un poliziotto solo perché hai ritrovato la retta via?”
Non poteva dargli torto né ragione. In fondo era vero che aveva trovato la retta via, ma solo perché quella coniglietta gliela aveva indicata. Illuminata piuttosto. Sembrava che Judy avesse portato il sole nella sua fosca vita rendendogli chiaro ciò che prima era indistinguibile.
Il fenneck continuò imperterrito senza attendere la risposta dell’amico che, d’altra parte, tardava ad arrivare.
“D’altronde c’era da immaginarselo, quando è venuta a chiedermi dove poteva trovarti con aria supplichevole ha quasi intenerito anche me. Certo rimane un mistero sapere che cosa lei abbia mai trovato in te.”
“Primo, sono un raro esemplare di affascinante e astuta volpe. Secondo, non è interessata a me in quel modo. E io nemmeno.”
Disse celando a stento quella strana soddisfazione che era sopraggiunta quando Finnick aveva implicitamente affermato che, non solo credeva che lui fosse innamorato della sua partner, ma che anche lei lo fosse. Cosa ovviamente assurda e priva di fondamento.
Come ad incrinare la veridicità di quelle parole un nome apparve sulla schermata del suo cellulare.
Carotina?” Chiese con marcata ironia Finnick quando, insieme al nome, apparve l’immagine di Judy. Era una foto scattata a tradimento dalla stessa volpe. In realtà Judy gli aveva chiesto -o intimato, dipende dai punti di vista- di cancellarla. Non che ci fosse niente di comico o scandaloso in quella foto, semplicemente la coniglietta sorrideva tra sé immersa in chissà quali pensieri. Nick, però, non ne aveva voluto sapere di eliminarla. Un po’ perché si divertiva a vedere la sua partner imbronciata, un po’ perché trovava quell’immagine davvero adorabile. Certo l’aveva detto anche a Judy, ma giocando sul suo inspiegabile -almeno per lui- odio per quell’aggettivo. Non certo esternando il suo sincero pensiero: ossia che davvero quella coniglietta era adorabile, sempre, perfino quando si arrabbiava, quando lo ammoniva per i suoi criticabili comportamenti o semplicemente quando compiva i gesti più naturali come quel sorriso. Ed essere riuscito ad immortalare la spontaneità e la dolcezza di quella fantastica creatura che era Judy Hopps, beh, la considerava una vittoria personale, personalissima.
Ma considerato pure tutta l’adorazione che poteva provare per Judy, rimaneva il fatto che in quel momento quasi desiderò che non l’avesse chiamato. Quasi, perché in fondo non c’era un vero e proprio momento in cui l’intrusione di Judy nella sua vita diventasse un peso o una scocciatura. Di sicuro, però, la chiamata non contribuiva a rendere più facile il suo estenuante tentativo di spiegare a Finnick che davvero loro due non erano nulla, se non colleghi e amici. E chissà perché ma quando pensava a quella verità -perché di questo si trattava- c’era sempre quel “purtroppo” che invadeva la sua mente e premeva per completare la frase.
“Beh, non rispondi Romeo?”
Nick sospirò per poi afferrare il cellulare che aveva posato sul bancone del bar e accettare la chiamata.
“Tu non lo sai Judy ma hai un tempismo assurdo.”
Gli era costato un notevole sforzo il non chiamarla Carotina, ma non poteva darla vinta così tanto a Finnick. Sebbene dovesse ammettere a sé stesso che lo turbava chiamarla col suo nome, non perché non gli piacesse ma perché lo rendeva simile a tutti i disparati conoscenti, membro di quella massa indistinta di animali che popolavano la vita della coniglietta. E lui non poteva essere come gli altri, per orgoglio personale si diceva. O più esattamente, perché gli piaceva pensare di essere speciale se poteva vantarsi di avere per lei un nomignolo personale.
Judy?”
“Non ti chiami più così?”
“No, ma mi chiami così solo se c’è qualcosa che non va… C’è qualcosa che non va?” Chiese con aria preoccupata. E quanto poteva essere tenera quando faceva così? Ma no, doveva mantenere il controllo della situazione -e di se stesso- anche perché Finnick lo fissava con un’espressione canzonatoria che sembrava rimarcare quanto avesse assolutamente ragione riguardo a loro due. O peggio, quanto fosse stupido lui a voler convincersi del contrario.
“No, non c’è nulla che non va. Te invece? Come mai questa chiamata improvvisa, ti manco così tanto?”
Okay, era troppo difficile non incorrere in quel tipo di sarcasmo con lei. Non poteva resistere anche a quello, persino se quella domanda gli faceva guadagnare un certo sorriso comparso sul muso di Finnick che cercò d’ignorare.
“Ovvio che no.” Rispose fin troppo velocemente la coniglietta. “In realtà ti dovrei chiedere un favore...” Disse con una certa titubanza. Judy odiava chiedere favori. Certo, la cosa aveva un che di ironico considerando che la loro amicizia era nata proprio da una serie di favori -estorti con l’arma del ricatto oltretutto- che lei aveva chiesto ed ottenuto dalla volpe in questione. Ma ora era diverso. Tutto era estremamente diverso, ora Nick non era più quella volpe bugiarda che aveva conosciuto al Jumbeaux’s Café. Nick ora era molto di più.
“Sarebbe a dire?”
“Credo di aver dimenticato di mettere sulla scrivania di Bogo quelle pratiche sullo scorso caso. Non è che potresti andarle a consegnare te? Sempre che tu sia ancora lì vicino...”
No, non era lì vicino. Il bar distava almeno mezz’ora di cammino dalla centrale, ma la coniglietta non poteva saperlo.
“L’Agente modello Judy Hopps che si dimentica delle pratiche...”
“Sì lo so, è imperdonabile ma c’era quell’altro caso e poi-”
“Carotina stavo scherzando.” La fermò prima che cominciasse a sciorinare tutti gli impegni che si prendeva. Quella coniglietta era incredibile. Non riusciva mai a dire di no, a nessuno. Aveva preso fin troppo seriamente il suo “voler fare del mondo un posto migliore” e così si trovava ripetutamente oberata di lavoro. Non capiva come facesse a sopportare tutto quello stress e a mantenere pressoché intatto un entusiasmo contagioso.
“Quindi ci puoi andare…?”
“Certo, vado subito.”
“Grazie grazie grazie”
“Piano con i ringraziamenti Carotina. Anche se potresti sempre portarmi qualche muffin al mirtillo del tuo borghetto.”
“Borghetto è nella contea dei Cervi, io vengo da-”
“Dalla Tana dei Conigli, lo so. Era per dire. Ora rilassati, fatti una bella dormita e domattina ti sdebiterai a dovere con un muffin al mirtillo.” Precisò vedendo come Finnick stesse pensando a chissà quale modo indecente per sdebitarsi.
“Va bene. Grazie Nick.” Quasi poté sentire quel suo sorriso farsi largo sul musetto grigio.
“A domani, Carotina.”
Chiuse la chiamata, consapevole di quanto materiale avesse dato al fenneck per prenderlo in giro almeno per i prossimi vent’anni. Ma in fondo che ci poteva fare? Davvero Judy continuava a tenerlo in pugno e senza alcuna particolare arma, senza nessuna penna-carota-registratore.
“Quindi Carotina ti tiene proprio in pugno, eh?” Appunto.
“Oh, falla finita. Ha solo dimenticato di finire un lavoro e mi ha chiesto, in qualità di partner, di finirlo io.”
“Una volta ci sarebbe voluto ben più di un muffin al mirtillo per convincerti ad andare a piedi ad una centrale così vicina da volerci mezz’ora di cammino per arrivarci.”
“Non avevo mai assaggiato i muffin al mirtillo di Bunnyburrow prima.”
Ovviamente Finnick non ci cascò e lo stesso Nick sapeva quanto quella fosse una risposta piuttosto debole così, per evitare, ulteriori dibattiti, felice di avere una scusa a portata di mano, la utilizzò. Anche perché aveva l’impressione che, se avesse continuato ancora per molto a sentirsi ripetere che lui e Judy erano praticamente una coppia nel senso più intimo della parola, forse avrebbe incominciato a crederci anche lui.
“Comunque, come sicuramente saprai visto che hai origliato tutta la conversazione, io ora devo andare. Ci vediamo in giro, Finn.”
Non sentì la risposta dell’amico, probabilmente un qualcosa sul non aver origliato una conversazione che, d’altronde, si svolgeva a un passo da lui e dalle sue grandi orecchie.


Sinceramente Nick si chiese più di una volta che cosa gli fosse preso, perché si trovasse a tarda sera per le strade di Zootropolis per andare dove, poi? Alla centrale di polizia dove lavorava da qualche mese ormai. Se qualcuno un anno fa gli avesse detto che si sarebbe trovato in una situazione simile, e solo per fare un favore ad una coniglietta, di sicuro avrebbe sfoderato uno dei suoi sorrisi più ironici e canzonatori per poi elargire una battuta qualsiasi per rimarcare l’assurdità di quell’affermazione. Questo perché al tempo non poteva sapere e neanche lontanamente immaginare che al mondo esistesse una creatura come Judy Hopps. E chissà perché si ritrovava sempre a quel punto, sempre a pensare a lei quasi la sua esistenza, ormai, ruotasse intorno ad una coniglietta.
Dopo aver passato tutto il tragitto a cercare di smentire quelle constatazioni inconsce, senza successo, arrivò a destinazione. Con sua grande sorpresa il dipartimento era decisamente più deserto di quel che immaginava. Persino Clawhauser non si trovava alla sua solita postazione. Eppure qualcuno doveva pur esserci.
Decise che però, tutto considerato, non era così importante indagare sul perché di quell’assenza di personale. Non che avesse nulla di particolare contro i suoi colleghi, ma quella non era la serata giusta per sorbirsi le farneticazioni di un ghepardo sovrappeso o le battute scontate degli altri colleghi, per non parlare delle massime di Capitan Bufalo Muschiato. Così andò a prendere quei documenti per depositarli nell’ufficio di Bogo salvo accorgersi di un chiacchiericcio concitato da dietro una porta del corridoio.


Sopraffatto dalla curiosità spinse la porta socchiusa per ritrovarsi sotto gli occhi la centrale di polizia quasi al completo attorno ad un grande tavolo sul quale rimaneva ancora qualche ciambella salvatasi -almeno per il momento- dallo stomaco senza fondo di Clawhauser.
“Ma che succede qui?” Non poté fare a meno di chiedere.
“Wilde, che ci fa qui a quest’ora?” Disse Bogo ostentando un tono perentorio.
“Questo dovrei chiederlo io a voi. Per quel che mi riguarda sono venuto a consegnare le pratiche dell’agente Hopps.” Indicò i fogli che aveva ancora tra le zampe e assunse un’espressione che pretendeva una risposta alla sua legittima domanda.
I mammiferi si scambiarono degli sguardi che trasudavano disagio. E Nick non riusciva davvero a capire quella situazione. Insomma, che potevano mai combinare là dentro?
“Stavamo discutendo su… un caso… sì, un caso.” Farfugliò l’agente Wolfard.
“E perché ne siete tutti al corrente tranne me e l’agente Hopps?”
“Perché è un caso minore e voi avevate già tanti altri lavori.” Fece con un tono un poco più convincente Jackson. Ma Nick non ne era per nulla convinto. Ciononostante decise di lasciar perdere. Avrebbe sempre potuto andare più a fondo un’altra volta, magari coinvolgendo anche la sua Carotina. Sarebbe stato divertente vederla combattuta se accettare un’indagine del genere, totalmente fuori dai suoi doveri da poliziotta.
“Come dite voi. Io me ne vado, a domani.”
“A domani Wilde.”


La volpe richiuse la porta dietro di sé e, passato qualche minuto, i poliziotti ricominciarono a parlare. Il primo fu Clawhauser.
“Aww, avete sentito? È venuto a posta per finire il lavoro di Hopps, che carino! È palese che sia cotto e stracotto. E scommetto che è stata Hopps a chiederlo proprio a lui.”
“Sì, confermo la mia puntata su quei due. Generalmente sono contrario alle scommesse, ma in questo caso è andare incontro ad una vittoria sicura.” Affermò con più ponderatezza il Capitano.
“Dite? Secondo me Wilde non avrà mai il coraggio di dichiararsi.”
“E Hopps è troppo presa dal suo lavoro per pensare davvero a quanto sia innamorata.”
Fecero eco l’orso polare e l’elefante.
“Io scommetto che, tempo ancora qualche mese, e quei due annunciano il fidanzamento.” Affermò Jackson sicuro.
La cosa andò avanti ancora per molto, tra quanto puntare e su cosa scommettere: quei due avrebbero avuto il coraggio di dichiararsi? Si sarebbero messi insieme? E se sì, entro quanto tempo?
L’unica cosa che sembrava certa e scontata era che Judy Hopps e Nick Wilde erano persi l’uno dell’altra. E nonostante fossero forse gli agenti migliori di tutto il dipartimento erano irrimediabilmente ottusi al riguardo. Decisamente troppo.


Intanto quella volpe ottusa tornava soddisfatta verso la sua abitazione, ripetendosi che quel sorriso era dovuto solo ed esclusivamente al muffin al mirtillo che avrebbe mangiato per colazione e non per un’altra dolcezza, per colei che glielo avrebbe senz'altro portato.
E quella coniglietta ottusa era già sotto le coperte sommersa dai pupazzi e immersa nel mondo dei sogni. E quei sogni chissà che non avessero una vaporosa coda rossa e un sorriso ironico.


Note dell'autrice: Eccomi qui con un altro capitolo! Ho cercato di inserire anche quella sorta di prequel del secondo capitolo che avevo promesso -la parte del giro di scommesse per intenderci-. Basarci un capitolo intero mi sarebbe sembrato inappropriato, sia perché noioso sia perché sarebbero stati assenti sia Judy che Nick, quindi ho preferito inserirlo in questo modo... Spero solo che l'idea -e soprattutto il risultato- piaccia anche a voi. Detto ciò, al solito ringrazio tutti quelli che continuano a seguirmi e quelli che hanno incominciato da poco, chi mi lascerà delle recensioni e anche chi solo si soffermerà a leggere dedicando un po' del suo tempo a questa raccolta. Grazie a tutti di cuore, davvero!
chitta97

  
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