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Autore: Huilen4victory    12/03/2017    1 recensioni
Il sistema mondiale sta lentamente cambiando e come tutte le fasi di cambiamento vi è paura, rabbia e dolore. In tutto questo c'è però il circolo ricreativo, e naturalmente Hakyeon, che non sembra affatto stanco di dare il benvenuto a nuove persone, amarle e cercare di sistemare i loro sogni infranti.
(N/Leo main, Hongbin/Ravi, Hyuk/Ken)
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hongbin, Hyuk, Leo, N
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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00.2


 


 

La domenica mattina Wonshik era solito passare da casa di Hongbin.

Fin da quando erano piccoli quella era stata la loro routine e neppure gli ostacoli che gli anni avevano portato, erano riusciti nell'intento di interromperla. Del resto Wonshik era sempre contento di passare più tempo possibile con il suo compagno di giochi.

Wonshik non si era mai posto più domande del necessario, sul perchè quel fatto speciale risultasse per lui tanto normale. Il loro legame aveva sempre avuto senso e aveva avuto senso anche quando più tardi la verità era venuta a galla, e Wonshik aveva scoperto che il suo miglior amico non era affatto il numero zero che tutti avevano creduto ed era un numero due proprio come lui.

A Wonshik non era importato perchè il suo amico sarebbe stato sempre il sarcastico, competitivo ma terribilmente prezioso Hongbin e lui gli avrebbe sempre voluto bene qualsiasi status ci fosse sul suo passaporto. Ma per Hongbin, per lui, era stata la fine del mondo e da allora le cose si erano fatte più torbide e Wonshik non aveva anelato altro che a portarlo indietro dal labirinto in cui si era perso.

Sua nonna lo osservava da sopra la sua tazza da tè con quello sguardo che da bambino Wonshik si era trovato di fronte tutte le volte che aveva combinato qualcosa ed era stato scoperto. Non era esattamente uno sguardo di disapprovazione, era più un suo voler incoraggiarlo a vuotare il sacco. Sua nonna raramente se la prendeva con lui (anche se quella volta che lui e Hongbin avevano rovinato il roseto appena fiorito c'era andato vicino) e gli era sempre stata vicino, sempre. Wonshik le voleva un mondo di bene ed era raro che i due non fossero in sintonia.

Eppure su questo, questo, non avrebbero mai trovato un accordo.

“Vai da Hongbin?”

Wonshik aveva smesso per un attimo di masticare il panino per guardare sua nonna negli occhi. Aveva quindi poi annuito con forza. Sua nonna glielo chiedeva ogni domenica anche se sapeva già la risposta.

“Portargli un po' dei biscotti che ho fatto ieri allora,” sua nonna disse.

Sua nonna voleva bene a Hongbin, così come voleva bene a Sanghyuk e a Hakyeon. Li trattava come se fossero i suoi stessi nipoti e voleva che fossero in salute e felici, allo stesso modo in cui voleva che il suo unico nipote lo fosse. Era per questo che non vedeva bene il silenzio di Wonshik e neppure il suo comportamento.

“Credevo gli avessi fatti per me nonna,” Wonshik rispose mettendo il broncio.

Sua nonna rise leggermente, “troppi dolci non ti fanno bene,” disse lei. “ E poi li ho fatti con le gocce di cioccolato e sai che quelli sono i preferiti di Sanghyukkie.”

Wonshik sospirò drammaticamente anche se sapeva che in realtà sua nonna gliene ne avrebbe cotti degli altri quel pomeriggio. Lei era fatta così, aveva un cuore grande ed era la persona migliore che Wonshik avesse mai conosciuto. Ma questa volta lui avrebbe fatto a modo suo perchè era la cosa giusta da fare.

In silenzio, in disparte, fino alla fine.

Quindi dopo aver finito di fare colazione Wonshik si avviò verso la fermata dell'autobus per andare a casa di Hakyeon. Era un cammino famigliare che lo metteva sempre di buon umore ed era, probabilmente, il suo tratto di strada preferito.

Tuttavia nonostante i suoi buoni propositi quando suonò il campanello non fu il sorriso sornione di Hongbin ad accoglierlo o quello solare di Hakyeon, ma il viso sollevato di Sanghyuk.

“Ah Wonshik, credevo non arrivassi più,” Sanghyuk disse prendendolo per il polso e facendolo entrare in tutta fretta. Wonshik sbatté le palpebre, perplesso. Il comportamento di Sanghyuk poteva solo significare che era successo qualcosa. La cosa gli fece aggrottare la fronte. Sanghyuk doveva essersi accorto della sua espressione cupa perchè cercò di sorridere sventolando una mano per minimizzare.

“Non è nulla di grave hyung, non fare quella faccia. Hakyeon e Hongbin hanno avuto una delle loro discussioni e il risultato è che ora sono entrambi arrabbiati e allo stesso tempo dispiaciuti,” Sanghyuk spiegò, roteando gli occhi drammaticamente come se non riuscisse a capire perchè gli adulti della casa la facessero così lunga. Eppure Wonshik sapeva che in realtà doveva essere molto preoccupato, lo si capiva dalla rigidezza delle sue spalle e dallo sguardo apprensivo che le sue maniere non riuscivano a mascherare.

Wonshik, con una nota di nostalgia, si chiese quando Sanghyuk era cresciuto così tanto. Se lo ricordava ancora ragazzino, mingherlino, guance piene e il sorriso allegro che che gli si stampava in viso quando lui e Hongbin lo invitavano a unirsi a loro. Ed ora invece eccolo li, più alto probabilmente di tutti loro, le spalle allargate e il viso affilato ancora da adolescente ma con occhi che denotavano una sensibilità maggiore dei suoi coetanei. Il bambino di cui tutti si erano presi cura con enorme affetto, era diventato il giovane adulto che si preoccupava per gli adulti che amava.

Wonshik sospirò.

“Cosa è successo?” Chiese seguendo Sanghyuk in cucina e posando la borsa con i biscotti sul tavolo. Di Hakyeon che era solito trafficare ai fornelli la domenica, non c'era neanche l'ombra. Sanghyuk tuttavia, invece di rispondere non appena adocchiò la borsa che aveva portato Wonshik, decise che quella aveva la precedenza e perciò non disse nulla se non dopo aver addentato un biscotto. Mugugnò dal piacere. Eccolo di nuovo il ragazzino, Wonshik trovò che quell'espressione gli si addiceva di più.

“E' una storia lunga,” disse Sanghyuk prima di addentare un altro biscotto e lui seppe che non gli avrebbe cavato altro. Wonshik gli spettinò i capelli causando il formarsi di una smorfia di disdegno sul volto di Sanghyuk. L'unico che poteva fare quel gesto e uscirne indenne era Jaehwan.

Wonshik quindi usci dalla cucina e salì le scale che portavano in camera di Hongbin e Sanghyuk. Ormai era come uno di casa e si muoveva li dentro con famigliarità estrema. Trovò Hongbin seduto sulla sua scrivania che sfogliava un libro di testo senza in realtà vederlo davvero. Wonshik si fermò un attimo sulla soglia a osservarlo. La camera di Hongbin e Sanghyuk portava addosso le due diverse personalità dei ragazzi: la parte dove c'era il letto di Hongbin era infatti impeccabilmente in ordine e il letto su cui era poggiato il muro era pieno di foto colorate e articoli interessanti; la parte di Sanghyuk invece aveva il letto sfatto, dei poster di personaggi famosi incollati sui muri e dei vecchi cd vintage ammassati sul comò accanto al letto.

La casa non era molto grande e non doveva essere facile non avere una camera propria ma Wonshik sapeva che Hongbin nonostante le sue proteste sul fatto che Sanghyuk russasse, era in realtà contento di condividere lo spazio. Gli avevano infatti offerto alloggio all'università assieme alla borsa di studio ma Hongbin non l'aveva neanche preso in considerazione, dicendo che sarebbe stato fastidioso dover spostare le cose e che l'università non era poi così distante meglio lasciare l'alloggio a chi ne aveva bisogno. In realtà il suo attaccamento alla casa in cui aveva trovato di nuovo la tranquillità così come il suo attaccamento per quello che vedeva come un fratello, erano troppo profondi perchè lui prendesse in considerazione l'idea di andarsene. Non finchè Sanghyuk non fosse cresciuto e avesse deciso cosa fare della sua vita e non finchè Hakyeon avesse smesso di preoccuparsi sempre di tutto e tutti.

Hongbin sollevò la testa sentendo il rumore dei suoi passi sulla soglia e gli rivolse sorriso, esitante e un po' tirato ma lo stesso genuino. Wonshik percorse i pochi passi che li speravano e andò a sedersi nel suo letto proprio mentre Hongbin si voltava a guardarlo. Da vicino Wonshik notò che i suoi occhi erano un po' lucidi ma non fece nessun commento al riguardo, perchè sapeva quanto il suo migliore amico fosse orgoglioso.

“Cosa è successo?” Chiese Wonshik per la seconda volta sperando che Hongbin fosse più eloquente di Sanghyuk.

Il suo amico scosse la testa come se non ne volesse parlare ma poi disse, come se quel nome racchiudesse tutto il concetto, “Hakyeon.” Wonshik dovette trattenersi dal lasciarsi sfuggire un mezzo sorriso.

Hakyeon e Hongbin avevano un rapporto strano e non sempre facile. Tra di loro non ci poteva essere un rapporto genitoriale come c'era tra Sanghyuk e Hakyeon. Sanghyk aveva avuto solo tredici anni quando Hakyeon lo aveva preso con sé e il maggiore lo aveva praticamente allevato. Per Sanghyuk era molto più facile seguire i consigli e gli insegnamenti di Hakyeon di quanto lo sarebbe mai stato per Hongbin. Quest'ultimo era si stato giovane quando aveva varcato la soglia di quella casa, ma aveva visto già abbastanza perché l'innocenza che Sanghyuk aveva ancora nonostante tutto, non ci fosse più in Hongbin. Era sempre giovane e era indubbiamente qualcuno di cui prendersi amorevolmente cura, ma era anche un sedicenne con le sue idee e che aveva fatto le sue scelte da adulto già a quell'età. Hakyeon doveva essersi reso conto che con Hongbin sarebbe stato diverso e per questo non aveva mai tentato di imporsi su di lui in modo putativo, si era limitato a vigilare, a dare consigli e a riempirlo di tutto l'affetto di cui era capace.

Wonshik sapeva che a sua volta Hongbin voleva molto bene a Hakyeon, molto più di quanto sarebbe riuscito ad esprimere a parole. Ma c'era dell'altro. C'era un senso di gratitudine immenso che Hongbin provava per Hakyeon, non solo per averlo accolto ma soprattutto per il rispetto che aveva dimostrato nei suoi confronti, per non averlo voluto cambiare anche se non era d'accordo e per avere tenuto conto sempre, sempre, dei suoi sentimenti. Per qualcuno che era cresciuto in una casa in cui per anni avevano calpestato su di essi a sua insaputa e così crudelmente, quello significava tutto. Tuttavia gli anni erano passati e se avevano guarito Hongbin non avevano potuto fare nulla sulla verità del suo status che il suo amico viveva con silenziosa e testarda angoscia. La cosa peggiore era che non ne voleva parlare con nessuno, neppure con Wonshik e più passava il tempo e più Hongbin si sentiva decentrato e cose che prima potevano andargli bene ora non era più così e le sue insicurezze passate tornavano a galla con allarmante facilità.

“Mi dovrai dire qualcosa di più sai, non ho ancora sviluppato la lettura del pensiero anche se con te ci vado molto vicino.”

Hongbin roteò gli occhi.

“Come no, tra noi due il libro aperto sei tu non io,” Hongbin ribatté e Wonshik dovette mordersi a lingua per evitare di farsi sfuggire anche il minimo suono. Lo sfiorò, in quel momento, il pensiero terrificante che proteggere qualcuno significava dover accettare di mentirgli ogni giorno.

Wonshik sollevò un sopracciglio come a voler dire a Hongbin di svicolare e vuotare il sacco una volta per tutte.

“Hakyeon ha portato un estraneo in casa l'altro ieri, il quale non solo era uno sconosciuto ma era anche ubriaco. E davvero so che questa è più casa di Hakyeon che mia e che lui è un adulto e può fare quello che vuole, ma c'è anche Sanghyuk qui ed è pericoloso. Non mi importa se Hakyeon dice che Jaehwan lo conosceva, è stato probabilmente un milione di anni fa e le persone cambiano. Io...” raccontò il suo amico stringendo i pugni frustrato.

“Lo sai che questa è casa tua e che Hakyeon stesso non pensa che a questa casa che coma vostra, tua, di Sanghyuk e sua. Hakyeon è beh Hakyeon. Ha una tendenza a voler sistemare tutto e tutti ed è irritante, ma non metterebbe mai in pericolo voi.”

“Forse,” Hognbin disse non volendo ammettere sconfitta. “Ma non tutti sono Sanghyuk, non tutti meritano di essere salvati e ho paura che un giorno andrà a finire molto male,”

Wonshik sospirò. Era probabile che Hongbin provasse ancora un profondo senso di colpa. Hakyeon aveva fatto sacrifici per fare in modo che Hongbin andasse all’università e sistemare la sua situazione famigliare. Si sentiva responsabile e allo stesso tempo credeva di non meritarselo affatto. Non capiva che l'amore non andava meritato, era dato e basta.

“Immagino però che tu non abbia espresso il concetto in modo così gentile,”

“Può essere,” Hongbin ammise guardando dall'altra parte. “Ma sono ancora arrabbiato, va bene? Avrebbe potuto avvisare, chiedere, prima di decidere di fare di testa sua,”

Ah. Fu allora che Wonshik capì veramente la situazione. Pensava fosse solo una questione di senso di colpa, ma in realtà il problema andava molto più a fondo: la generosità di Hakyeon aveva finito inavvertitamente col minare il fragile senso di sicurezza che Hongbin si era costruito. Non era che non considerasse la loro casa come sua, ma aveva visto quel gesto come un'intrusione, come se Hakyeon accettando qualcuno di nuovo avrebbe finito col scacciare il vecchio. Hakyeon doveva esserne reso conto ed era per questo che probabilmente era ferito e arrabbiato e quello stupido litigio non si era risolto. Hakyeon doveva sentirsi molto arrabbiato con se stesso. Ora capiva perché Sanghyuk era stato così entusiasta di lasciare la patata bollente a lui. Sanghyuk non sapeva mai che parti prendere quando il suo fratello maggiore e quello che considerava praticamente un padre, litigavano tra di loro.

“Forse hai ragione. Però sono sicuro che sai anche di aver esagerato. Ti conosco quando ti arrabbi sai essere davvero...”

“Cosa? Odioso, terrificante?”

“Volevo dire intenso,” Wonshik ripose con un vago sorriso.

“Non fare quella smorfia. So che stai ridendo di me,”

“Non potrei mai,”

Hongbin scosse la testa.

“Si lo so che dovrò chiedere scusa. Ma non adesso. Al momento mi risulta difficile.” Hongbin disse storcendo il naso in modo buffo.

Wonshik scoppiò a ridere il che gli fece guadagnare un pugno sul braccio da parte del suo migliore amico.

Wonshik guai di finto dolore.

“Non fare il pappamolle, sappiamo benissimo che non ti ho fatto nulla.”

Wonhik si rotolò sul letto facendo finta di essere in preda a dolori lancinanti. Hongbin lo guardò con sdegno ma poi piano piano un sorriso si fece largo sulla sua faccia.

“Buffone,” disse lanciandogli un cuscino. Wonshik si sentì colpire in faccia ma la cosa lo fece sorridere ancora di più. Prese il cuscino al volo e visto che ormai era semi sdraiato sul letto decise di mettersi comodo, guardando l'altro dal basso in su. Hongbin lo guardò per un attimo contemplativo, come se fosse indeciso se riprendere a far finta di studiare o darsi anche lui all'ozio puro. Trionfò il secondo e con uno sbuffo si sdraiò accanto a Wonshik. Il letto era a una piazza sola e due ragazzi alti come loro due ci stavano stretti le braccia che si scontravano inevitabilmente ma per Wonshik era la posizione più comoda del mondo. Gli ricordava di quando erano piccoli e Hongbin veniva a casa sua in cerca di rifugio. Wonshik sperava con tutto se stesso di riuscire a tranquillizzarlo come ci riusciva allora. Hongbin era la persona più coraggiosa che avesse mai conosciuto, ma combatteva da così tanto tempo che lui aveva paura che un giorno avrebbe esaurito la sua determinazione. Non l'avrebbe permesso e nemmeno Hakyeon e Sanghyuk.

Senti Hongbin cercare di sistemarsi meglio ma poi visto che c’era poco spazio fini col girarsi su un fianco a guardare Wonshik e questi si sentì avvampare. Era una posizione come un'altra, erano stati così un milione di volte, tuttavia ultimamente era sempre più difficile controllare le sue reazioni.

Wonshik cercò di pensare a qualcos’altro e per fortuna una frase che Hongbin gli aveva detto gli tornò alla mente.

“Aspetta un momento. Hai detto che Jaehwan conosceva questo tizio?” Wonshik chiese sbalordito. Nessuno, neppure Hakyeon sapeva qualcosa del passato di Jaehwan che risalisse a prima dei suoi diciott'anni. Hakyeon ne sapeva certamente qualcosa di più di loro ma non era comunque molto.

“Proprio così. Perciò addio alla nostra teoria che Jaehwan è spuntato fuori da sotto un cavolo,”

“Ho sempre pensato che si fosse materializzato invece dalla condensazione della stratosfera,” Wonshik rispose meditabondo.

“Ma dai, non sia neanche cos'è la stratosfera tu,”

“ È bello sapere che riponi molta fiducia nella mia intelligenza,” Wonshik disse voltandosi leggermente a sua volta. Hongbin era così vicino, così dannatamente vicino che lui riusciva a vedere chiaramente ogni dettaglio del suo, dalle sue ciglia scure alle labbra leggermente screpolate. Decise fosse meglio tornare a guardare il soffitto.

“Comunque si. Questo tizio sembra essere legato al passato di Jaehwan. E' il motivo per cui Sanghyuk non è qui a impormi di fare pace con Hakyeon. Al momento è quello più in paranoia di tutti,” Wonshik sorrise.

“ Ah l'amore. L'amore ti fa fare cose strane,”

“Motivo per cui io di innamorarmi non ci penso proprio,” Hongbin sentenzio. Wonshik continuò a guardare il soffitto con grande determinazione.

In silenzio, da lontano, sempre.

Wonshik pensò, sperò poi che quella conversazione fosse finita lì ma qualche secondo dopo Hongbin sussurrò.

“A proposito. Ti devo chiedere un favore,”

Wonshik sospirò internamente.


 


 


 


 

Hakyeon odiava litigare con i bambini. Odiava ancora di più essere consapevole che, anche se non indirettamente, era stata colpa sua. Quando aveva deciso di prendere con se Sanghyuk e Hongbin, si era ripromesso di farli sentire ben voluti, sempre, e di dare loro un luogo che potessero chiamare casa. Eppure Hakyeon sentiva di aver mancato. Diceva di sapere tutto dei suoi bambini eppure non aveva forse calpestato con mala grazia i sentimenti di Hongbin?

Era un altro giorno a lavorativo e le cose a casa non si erano ancora sistemate. Entrambi volevano chiedere scusa ma nessuno dei due sapeva come. “Non hai pensato a noi?” Gli aveva urlato Hongbin e quella domanda gli rimbombava ancora in testa.

Era profondamente dispiaciuto e non sapeva come rimediare. Il rapporto che aveva con il suo protetto più grande era un rapporto strano e non sempre il più facile. Le sue circostanze era state estremamente diverse da quelle di Sanghyuk, Hongbin era più grande d'età quando Hakyeon si era interessato al suo destino e, sebbene spaventato, il ragazzo ragionava da adulto ed aveva affrontato cose molto dolorose già alla sua età tuttavia, in qualche modo, era miracolosamente rimasto intatto di cuore. Hakyeon sapeva che Hongbin sarebbe stato abbastanza forte per potercela fare da solo, ma il cammino che gli si prospettava davanti, così irto di sfide e ostacoli, prospettava di ferirlo ancora di più e forse irreparabilmente.

Hakyeon non aveva potuto sopportare l'idea di vedergli affrontare tutto.

Perciò lo aveva preso con se e non si era mai ami pentito di averlo fatto. Vedere Hongbin soddisfatto e in grado di vivere la sua vita come meglio credeva a era la sua più grande soddisfazione. Ma il maggiore stesso non era perfetto e a volte gli capitava di prendere decisioni senza pensare troppo alle conseguenze.

Avrebbe potuto aiutare Taekwoon in un altro modo. Eppure aveva deciso di farlo così ed era stata un scelta non molto felice.

“Lo sai vero che si sistemerà tutto,” Jaehwan aveva fatto la sua apparizione sulla soglia. Sembrava avere un colorito più pallido del solito, i capelli erano in in disordine e sembrava avesse bisogno di una buone notte di sonno. Però aveva il suo solito grosso sorriso stampato in faccia e nelle mani reggeva due tazze fumanti di tè.

Hakyeon gli sorrise a sua volta e prese grato una tazza di tè dalla sua mano. Jaehwan si sedette accanto lui nella panca dell'area relax per lo staff del circolo ricreativo. Hakyeon si sentì osservato da sopra la tazza. Hakyeon sospiro.

“Lo so che binnie mi perdonerà, è fin troppo buono, ma onestamente non credo di meritarmelo, sono molto arrabbiato con me stesso e anche molto preoccupato. Dopo tutto questo tempo pensavo che Hongbin si sentisse al sicuro,” Hakyeon scosse la testa sconsolato. Aveva pensato che Hongbin stesse bene che il suo rifiuto al compimento dei suoi diciott'anni di sapere chi era la sua anima gemella fosse qualcosa che avrebbe superato, che non avrebbe minato le sue sicurezze. Ma sembrava così non fosse e ora Hakyeon ci aveva messo del suo.

“Alcune ferite sono più dure a guarire non importa quanto tempo passi. Questo non vuol dire che Hongbin non ti voglia bene e che non pensi che la vostra sia anche casa sua. Ma è giovane. Ti ricordi come eravamo noi alla sua età? Te lo dico io come eravamo, un disastro ambulante entrambi. Hongbin se la sta cavando bene. Probabilmente inciamperà qualche volta perchè così è crescere, lo sai che è inevitabile, ma ha te, me, Sanghyuk. E Wonshik che darebbe un braccio pur di attutire la sua caduta.” Jaehwan disse sorridendo al pensiero del giovane amico di Hongbin. Quel ragazzo era una delle persone più sane e più positive che Jaehwan avesse mai conosciuto, quello che si direbbe una persona col cuore al posto giusto.

La frase di Jaehwan riuscì a strappare a Hakyeon un altro sorriso. Venivano tutti da famiglie diverse, aveano status diversi e dio solo sapeva se i loro passati erano tra i più strambi possibili, eppure erano famiglia, legati l'uno all'altro come le trame di un albero.

“Forse hai ragione. Ma questo non toglie che dovrei fermarmi a riflettere meglio ogni tanto,”

“Questo non guasterebbe di sicuro,” Jaehwan disse in tono volutamente impertinente Hakyeon rise. Lui e Jaehwan si conoscevano da molti anni, fin dai tempi dell'accademia quando Hakyeon studiava danza e Jaehwan invece studiava per diventare un insegnante. Era stato dopo solo molto dopo che Hakyeon aveva scoperto il talento di Jaehwna nella musica che aveva chiesto a Seokjin di offrirgli un posto e fortunatamente il suo amico aveva accettato.

Jaehwan era chiassoso e gentile e non aveva paura di dire a Hakyeon la sua opinione con onestà a viso aperto. Erano amici da anni e il maggiore gli voleva un mondo di bene. Eppure c'era un velo di tristezza che ogni tanto faceva capolino nel suo sguardo e non importava quanto disponibile e generoso Jaehwan fosse con lui e suoi bimbi. C'era una parte del suo cuore che era rimasta sempre preclusa agli altri e che il suo amico conservava con violenta disperazione come se avesse paure che se qualcuno osasse vedere quell'anfratto di se, lo avrebbe abbandonato per sempre.

Quell'anfratto si chiamava passato e il suo amico sembrava terrorizzato al solo pensiero di aprire quella porta.

Hakyeon aveva sperato che con il tempo Jaehwan si sarebbe aperto, ma gli anni erano trascorsi e il muro che proteggeva quell'angolo di si era fatto più spesso.

Poi tutto ad un tratto Hakyeon si era imbattuto in Taekwoon ed era stato la prima luce dopo anni di nebbia che era stato il passato di Jaehwan.

“Parlami di Taekwoon,” Hakyeon chiese gentilmente, sperando che il suo tono risultasse delicato. La reazione fu istantanea. Vide Jaehwan irrigidirsi sulla panca accanto a lui, tuttavia si fece forza e non lasciò cadere l'argomento come era suo solito fare.

Jaehwan si guardò intorno e poi guardò il suo amico. Doveva esserci qualcosa di diverso nel suo volto perchè per la prima volta Hakyeon vide le sue spalle abbassarsi e esalare un sospiro di sconfitta.

“Immagino che non mollerai la presa questa volta vero?” Jaehwan commentò rassegnato. “Taekwoon ti ha colpito troppo perchè lasci perdere questa volta,” continuò con un moto di humour. Hakyeon aprì la bocca scioccato.

“Non è assolutamente vero! E' da anni che ti voglio subissare di domande ma sei sempre stato terribilmente bravo a svicolare! Non è solo per Taekwoon!” Hakyeon esclamò oltraggiato e la cosa sembrò divertire Jaehwan.

“Lo so, ti stavo solo prendendo in giro.” Jaehwan concesse. Tuttavia entrambi sapevano benissimo che Taekwoon era qualcuno che Hakyeon non avrebbe mai potuto ignorare perchè Hakyeon era fatto così, aveva un cuore troppo grande che sembrava non finire mai lo spazio per metterci dentro persone da amare. E non c'era niente che attraesse di più Hakyeon che il dolore altrui. Perchè c'era stato un momento nella sua vita in cui si era trovato rotto e infranto ma qualcuno lo aveva aiutato e questo aveva fatto la differenza.

Jaehwan chiuse gli occhi. Probabilmente non c'era persona migliore adesso per Taekwoon che avere Hakyeon nella sua vita, ma sapeva anche che il suo amico perdeva il cuore molto facilmente e non aiutava affatto che Taekwoon fosse anche il suo tipo. Per giunta, l'ultima volta che aveva visto Taekwoon Jaehwan lo aveva saputo un numero due felice.

“Taekwoon era il mio compagno di banco alle superiori. Ci siamo persi di vista subito dopo il diploma. Non lo vedo da allora,” Jaehwan disse con un sorriso mesto sulle labbra. Hakyeon avrebbe voluto protestare perchè quelle poche parole non riuscivano neanche minimamente a coprire tutto quello che lui avrebbe voluto sapere. Perchè si erano persi di vista, come mai Jaehwan aveva quella faccia e perchè sembrava non aver dormito a causa di tutto ciò?

“Non so cosa gli sia successo nel frattempo, vederlo così mi ha scioccato. L'ultimo ricordo che ho di lui era di un Taekwoon felice,” concluse Jaehwan.

“Il tempo può giocarti brutti scherzi. E questo non è un mondo gentile,” Hakyeon disse distogliendo lo sguardo e fissandolo verso la parete.

“Spero che stia bene,” Hakyeon disse dopo un po'. Ovunque Taekwoon fosse, Hakyeon sperava stesse meglio e riuscisse a rimettersi in piedi. Anche se non lo avesse rivisto più.

“Lo spero anche io,”


 


 


 

Hakyeon aveva mandato Jaehwan a casa e si era preso lui l'incarico di chiudere lo stabile con la scusa che sarebbe comunque rimasto fino a tardi perchè doveva rivedere i documenti. Il suo amico appariva così stanco che sembrava sul punto di cascare da un momento all'altro e Hakyeon per una volta non aveva tutta questa voglia di tornare a casa. Vigliacco si disse, ma era vero. Se c'era una cosa di cui Hakyeon aveva paura era il deludere i ragazzi.

Così rimase al centro, cercando di guadagnare tempo e magari trovare le parole giuste per chiedere scusa e allo stesso tempo per rassicurare Hongbin.

Hakyeon ad ogni modo stava pacificamente rivendendo i registri quando un rumore sordo di vetro che si infrange squarciò la quiete della sera. Hakyeon si alzò di soprassalto e corse verso la fonte del rumore, in allerta come non lo era stato mai, il cuore che gli batteva a mille. Un bomboletta spray aveva centrato la finestra dell'atrio ed era finita come un missile a sbattere sul muro. Hakyeon sospirò, non capiva perchè certa gente ce l'aveva così tanto contro il circolo, loro non facevano male a nessuno, erano solo una scuola. Tuttavia, per quanto spiacevole, l'episodio sarebbe finito con ennesima chiamata alla polizia se non fosse stato per le voci che sentì provenire dalla strada. Una di queste era spaventosamente simile a quella del suo Hongbin.

Senza pensarci due volte Hakyeon si precipitò in strada incurante del fatto di avere solo una penna come un'arma perchè la cosa più importante era raggiungere Hongbin. Vide delle figure scappare e sfrecciargli davanti. Col cuore in gola girò l'angolo, spaventato da quello che poteva trovare.

Hongbin si trovava in mezzo al vicolo, aveva i capelli spettinati e l'aria un po' impaurita ma appariva a una prima occhiata, in ottima salute. Hakyeon si fiondò comunque su di lui a controllare che fosse tutto intero, mani che si posarono sulle sue guance muovendo la sua testa in cerca di graffi.

“Hongbin stai bene? Santo cielo, dimmi che stai bene! Che ci fai qui a quest'ora e perchè non hai avvertito che venivi?” Hakyeon iniziò a dire come un fiume in piena.

“Hakyeon sto bene, sono tutto intero,” Hongbin disse sottraendosi alle sue attenzioni ma non senza gentilezza. “Grazie a lui però. Forse è meglio se gli dai un'occhiata hyung,”

Fu allora che Hakyeon vide un'altra figura in disparte appoggiata alla parete non illuminata dal lampione. Aveva un livido alla mascella e dei rivoli di sangue che gli colavano​ dalla tempia destra, ma appariva più sobrio di quanto Hakyeon lo avesse mai visto e anche più vivo.

Hakyeon gli si avvicinò, quasi come se non riuscisse a credere di poterlo vedere ancora. Chiuse subito la distanza, preoccupato dall'aspetto dell'altro e premette il bavero della manica del suo maglione sulla sua ferita.

Taekwoon rabbrividì come qualcuno che non era avvezzo al tocco umano da un'eternità. Ma non scappò via.

 


 


 


 


 


 


 

NdA: scusate il ritardo. Ma come i vecchi sono stata presa da una nevralgia esono rimasta bloccata con un orribile mal di testa per giorni. E perciò mi ci è voluto più tempo finire il capitolo. Presto avremo anche il punto di vista di Hongbin =D e naturalmente più Hakyeon/Taekwoon!!!
   
 
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