Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: GravityZero94    13/03/2017    3 recensioni
"Dove c'è molta luce, l'Ombra è più scura" cit. Johann Wolfgang Goethe
La luce ha regnato sovrana sul mondo grazie agli sforzi del team 5d's ed al potere immenso del Drago Cremisi, ormai tornato nei cieli a cui appartiene da ben quattro anni. Ma la luce irradiata da quella creatura così benevola, può davvero cancellare ogni oscurità? Può cancellare LA SUA oscurità? Se non esiste la Luce senza la sua Oscurità gemella, dove si trova quella del Drago Cremisi?
Luna e Leo, ormai cresciuti, dovranno scoprire la risposta a questa domanda. Al loro fianco, un ragazzo dall'animo generoso dovrà lottare contro le tenebre che strisciano per cancellare il lavoro fatto da Yusei ed i suoi compagni per proteggere la terra. Ma può un ragazzo gentile e buono come Alphonse lottare al loro fianco? E soprattutto, dove si trova... la sua oscurità?
Antiche minacce si stanno risvegliando. Il Re dell'Inferno è alle porte e l'Oscurità del Drago Cremisi è pronta ad intervenire sul mondo e a mostrare la sua potenza. Ma qualcuno manipola come un burattinaio dall'ombra. Prometheus ed i Malebranche, sono pronti a cambiare le sorti dell'umanità, nell'Oscurità più profonda.
Reboot/Remake della precedente Fanfiction
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Nuovo personaggio, Rua/Leo, Ruka/Luna, Yusei Fudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

Leo si precipitò addosso al novellino, dandogli una pacca sulla spalla con tanta foga che quello rischiò veramente di lasciarci una spalla. Kevin fissava il duo stridendo i denti per la rabbia, deluso ed amareggiato per la sconfitta subita con una tale semplicità da un avversario di livello tanto basso. Quando aveva affrontato quel ragazzino, si era aspettato uno scontro semplice che gli avrebbe permesso di umiliare il novellino e dare uno smacco terribile al suo rivale Leo. Eppure, era stato sconfitto in un paio di turni, semplicemente annientato dalla supremazia avversaria che aveva annullato ogni sua offensiva.
- Sei stato grandioso! - si complimentò Leo.
Alphonse ridacchiò nervosamente, passandosi una mano dietro al collo.
- Non è stato nulla di così eccezionale - si sminuì timidamente.
Queste parole scatenarono accidentalmente un moto d'ira ancora più grande in Kevin che si vide nuovamente sottovalutato.
- Che vuol dire questo, novellino? - urlò Kevin, facendo sobbalzare Alphonse.
- Che sei una mezza cartuccia, Fiend! - gli rispose per le rime Leo, sogghignando - Effettivamente per un duellante degno di questo nome toglierti dai piedi non è così difficile -
Kevin accusò il colpo, stringendo i pugni. Non poteva neanche ribattere, non essendo mai riuscito a sconfiggere il duellante di Nuova Domino, era in svantaggio. Iniziare un nuovo duello, seppur quattro contro due, non avrebbe avuto alcun senso e la vicinanza di Luna, anche lei una duellante, rischiava di compromettere ancor di più lo svantaggio numerico.
- Fai tanto il gradasso solo perchè eri la mascotte del team 5d's! - gli rispose Kevin, decidendo poi di colpire basso - Non hai mai duellato durante tutto il WRGP e sinceramente dubito che tu potessi vincere anche un solo duello -
Leo ringhiò per la rabbia, piegandosi in avanti, pronto per scattare e prenderlo a pugni. Era consapevole di non essere mai stato al livello dei suoi compagni, ma non riusciva a perdonare una persona del genere di rinfacciarglielo. Non dopo che ancora, a distanza di anni, si sentiva ancora in colpa per la morte di Aporia.
- Non sai neanche quello di cui stai parlando! - gli ringhiò il ragazzo - Hai la faccia tosta di sottovalutarmi dopo che ti ho sconfitto... quante volte? Una trentina? -
Fu il momento di Kevin di ringhiare frustrato.
- Vaffanculo - gli rispose il bullo.
- Hai finito presto le argomentazioni, vedo - sogghignò Leo, fiero di averlo rimesso al suo posto - Che ne dici di andartene a farti consolare dalla mammina? -
- Bhe, almeno la mia mi aspetta a casa - gli rispose il bullo.
L'ex-Signer impallidì a quella risposta. Sfruttare l'assenza dei suoi genitori per insultarlo era davvero un colpo sotto la cintura. Strinse i denti fino a farli stridere e fece un passo verso quel bullo, pronto ad usare un metodo alternativo per fargli passare la voglia di fare il gradasso.
- No! -
Fu Alphonse a fermarlo, piazzandosi davanti a lui, cercando di fermarlo.
- Non ne vale la pena, non metterti nei guai per uno come lui -
Anche Luna si affiancò al fratello, mettendogli una mano sulla spalla per calmarlo, non però senza lanciare uno sguardo di puro odio verso Kevin Fiend.
- Ti fai difendere da un novellino? - lo provocò ancora il bullo.
Leo strinse ancora più forte i pugni, ringhiando per la rabbia, ma non si mosse. Rimasero per qualche secondo in quella posizione, poi il ragazzo sembrò tranquillizzarsi.
- Semplicemente non mi abbasso al tuo livello, mezza calzetta - gli rispose infine l'ex-Signer - E fossi in te non farei nemmeno tanto il gradasso con il novellino, ti ha massacrato così rapidamente che ve le suonerebbe tutti e quattro contemporaneamente -
Kevin emise un verso di stizza e fece cenno ai suoi amici di allontanarsi dal luogo. Quelli annuirono, seguendolo senza fiatare. Leo rimase a guardare le spalle dei bulli allontanarsi, prendendo poi un sospiro di sollievo quando li vide sparire verso l'angolo.
- Grazie amico, se non fosse stato per te li avrei riempiti di pugni - disse al novellino - E anche a te, sorella -
Luna annuì, rivolgendogli un breve sorriso, per poi voltarsi verso il nuovo arrivato.
- Quindi ti chiami Alphonse, giusto? -
- E tu come lo sai? - chiese sorpreso il novellino.
Luna ridacchiò, indicandogli i mini-schermi che trasmettevano in tempo reale i risultati di ogni duello della scuola. Alphonse, che ancora non aveva notato quegli oggetti, si limitò ad un leggero "oh" di sorpresa, che fece ridacchiare ancora di più i due ex-Signer.
- Piuttosto, credo di non averti mai visto qui - disse Leo.
- Infatti - spiegò il ragazzo - Sono stato trasferito qui proprio stamattina e... ho incontrato quei tipi mentre sistemavo il mio armadietto -
- Bhe, allora mi sembra giusto farti fare un bel giro della scuola! - annunciò entusiasta Leo - Forza, sorellina, andiamo -
- Veramente non è necessario... grazie comunque - provò a dire il ragazzo.
Ma Leo aveva smesso di ascoltarlo, mentre lo trascinava in giro per la scuola.

Luna seguiva ad un paio di passi di distanza il duo di ragazzi che camminava tranquillamente. Leo, con una mano sulla spalla di Alphonse, si trascinava il ragazzo a destra e a manca, mostrandogli tutti gli angoli più remoti della scuola, da quale fontanella si beveva l'acqua più buona a qual era il bagno più pulito, a quale zona era meglio evitare per non avere a che fare con Kevin e la sua banda. Nel frattempo la ragazza stava cercando di contattare Antico Drago Fata che, suo discapito, non sembrava intenzionata affatto a rispondere alle sue chiamate. Certo, quella mattina ammetteva di essere stata parecchio sgarbata con lei, ma anche il drago era diventato piuttosto insistente sul fatto che dovesse trovarsi un ragazzo, dopo che quella mattina aveva evitato con nonchalance l'ennesimo corteggiatore.

- Non puoi continuare a scartare qualsiasi pretendente in eterno, Luna - disse il drago, con cipiglio severo - Lo dico per il tuo bene, lo sai -
- Un giorno mi troverò un ragazzo, ma non per questo devo accettare il primo che mi capita - le aveva risposto la ragazza, fulminando il drago con uno sguardo.
- Ma hai già diciassette anni! -
- E allora? Non mi pare che siano affari tuoi questi! -

Da quel momento il drago era svanito senza dire un'altra parola e, nonostante fossero passate altre due ore, non sembrava voler rispondere alle sue chiamate. Effettivamente la cosa risultava alquanto sospetta, dato che Antico Drago Fata non era mai stato il tipo da portare rancore. Decise che avrebbe riprovato dopo la scuola a chiamare il drago, non era molto carino ignorare i due ragazzi.
- Alphonse posso chiederti una cosa? - chiese la ragazza.
Alphonse sobbalzò, voltandosi verso di lei.
- Ma certo -
- Quel drago che hai usato alla fine... Drago Luce Lunare Rosa Nera - chiese, notando subito che il ragazzo aveva distolto lo sguardo - Mi è molto familiare -
Anche Leo fu sul punto di chiedere al novellino qualcosa a riguardo, ma notò immediatamente quanto il suo sguardo fosse diventato cupo e triste.
- Preferirei non parlarne - disse educatamente - Sono... davvero brutti ricordi -
Luna si sentì in colpa per aver fatto quella domanda, vedendo quanto gli avesse evidentemente fatto male. Qualunque fosse la storia dietro quelle carte, doveva essere davvero dolorosa per lui, data la faccia che aveva fatto.
- Non importa - si affrettò a dire la ragazza - Scusa, sono stata troppo curiosa -
Alphonse non disse nulla, mentre Leo gli diede un'altra pacca sulla spalla.

Fuori dall'edificio scolastico, un uomo incappucciato osservava da lontano l'Accademia, ridacchiando sommessamente, attendendo il suo ospite. Seduto su un grosso oggetto metallico dall'aria sinistra, tamburellava con le dita sul braccio destro, evidentemente in attesa. Dire che fosse imponente sarebbe stato quasi un eufemismo, alto sopra il metro e novanta, con le spalle incredibilmente larghe, sembrava quasi un gigante. Vestiva una pesante cappa rossa, che gli nascondeva parte del volto, coperto nella parte inferiore da una sciarpa, e tutto il corpo, facendolo sembrare un colossale vigilante mascherato. Ebbe un fremito alla schiena e sogghignò, voltandosi alla sua destra con nochalance.
- Finalmente ho il piacere di conoscerti di persona, Antico Drago Fata - disse.
Il drago lo fissò furibondo, con gli occhi arancioni animati dal fuoco dell'ira.
- Chi sei e cosa stai facendo a Luna? - ringhiò il drago.
- Io? Assolutamente nulla - disse, dando poi una leggera botta con la mano al grosso meccanismo - Questo gioiellino invece blocca i poteri psichici di lieve entità, come quelli della nostra amata amica. Sapevo che mi avresti individuato -
Il drago ruggì ferocemente.
- Rilascia i suoi poteri, adesso! Altrimenti...-
- Altrimenti cosa, lucertolaccia - sogghignò l'uomo - Sei uno spirito del Duel Monster, fin quando qualcuno con poteri psichici non sfrutta il tuo potere, non sei in grado di farmi del male -
Il drago emise un basso ringhio di rabbia, sapendo perfettamente che quel mascalzone aveva ragione.
- Cosa vuoi da lei? - chiese il drago.
- Assolutamente nulla, al momento - rispose divertito l'uomo - Ma non avevo intenzione di permetterti di ostacolare i piani del mio maestro -
- Il tuo...- disse il drago, voltandosi allarmata verso l'Accademia - Allora quel ragazzino ricorda! -
L'uomo scosse la testa in segno di diniego, continuando a ridacchiare.
- Oh, no, Alphonse non ricorda assolutamente nulla - disse l'uomo divertito - Ma ciò non significa che potrà sfuggire al suo destino -
- Non permetterò ne a te ne a quel ragazzino di fare del male a Luna! - ringhiò il drago - Non potrai tenerla sempre sotto scacco con quell'arnese senza che lei si insospettisca! Non appena Luna avrà un solo secondo di tempo per vedermi gli dirò che Alphonse...-
- Tu non farai nulla - gli disse l'uomo, improvvisamente serio - Non ti permetterò di ostacolare i miei piani. La ragazza non deve sapere nulla fin quando non sarò io a farglielo sapere come e quando deciderò -
- E come pensi di impedirmi di raccontarle tutto? Terrai quell'arnese maledetto acceso per tutta la vita di Luna? -
L'uomo non rispose, ma uscì da sotto il pesante mantello un duel disk nero e dorato, con una carta già posizionata sopra di esso. Il Drago tentò di fuggire, allrmato, ma dei fili lo legarono uscendo dal Duel Disk. Il drago provò a liberarsi, ma non ci fu verso. Cercò di capire cosa potesse scatenare una presa così potente e si voltò verso l'uomo.
Dietro di esso, si stagliava la gigantesca figura di una entità angelica dalle fattezze femminili. Seduta su un colossale trono fatto da una macchina, le cui torri volavano intorno a lei, dal suo corpo partivano i fili che reggevano quella macchina mortale a lei, mentre altri fili si erano avvinghiati intorno al drago lucente. Il drago provò a liberarsi, ma la stretta della creatura angelica si strinse ancora più forte intorno a lui, facendogli male.
- Non credo di averne bisogno - sogghignò l'uomo - Non più, ormai -
- Quella donna...- ringhiò il drago.
- Vedo che ne riconosci il potere - affermò cupo l'uomo - Da questo momento in poi, sarai il mio burattino. Non ti permetterò di metterti a rivelare i segreti del maestro Alphonse prima del tempo designato -
Il drago ruggì dalla frustrazione, cercando invano di mordere le corde per strapparle.
- Sei in mio potere, non puoi fare altro, Antico Drago Fata -
Lentamente, Antico Drago Fata perse ogni forza per lottare, cadendo in balia del mostro dell'uomo, che tirò fuori dal deck una carta magia, Controllo della Mente.
- Adesso tu dimenticherai tutto ciò che sai su Alphonse fino a quando io non desidererò il contrario. E' un ordine preciso, drago! -
- Si, padrone - disse il drago.
Lentamente, i fili che la legavano si staccarono, lasciando libero il drago.
- Torna da Luna, noi non ci siamo mai visti -
Senza dire un'altra parola, il drago tornò verso l'Accademia, ormai controllato dal potere dell'uomo. Questo rimase a fissare il drago finchè non si fu assicurato che tornasse dentro l'accademia, poi con un gesto secco spense il grosso marchingegno.
- Adesso tocca a quel criminale di quart'ordine - disse, allontanandosi pesantemente.

Il giro turistico di Alphonse venne bruscamente dal suono della campanella, che li costrinse ad entrare in aula. Seppur un pò di malavoglia, il trio entrò in classe, prendendo posto nelle file centrali dell'aula, posizione preferita da Leo, che avrebbe potuto avvantaggiarsi della mole immensa di persone per sonnecchiare durante la lezione.
Alphonse fu costretto dall'ex-Signer, non che ne fosse dispiaciuto, a prendere posto fra lui e sua sorella, in modo da non essere lasciato solo e, ma questo lui non lo disse, da impedire alla sorella di fargli la ramanzina se si fosse messo a sonnecchiare durante la lezione. Alphonse non si lamentò affatto, anche se il sospetto di essere stato utilizzato come muro di protezione gli venne durante la lezione, mentre Luna tentava di riprendere il fratello, abilmente nascosto dietro il novellino. Dopo la prima mezz'ora di lezione, nenache Luna era rimasta immune dall'effetto soporifero della calma voce del professore e, sebbene cercasse di rimanere attenta e sveglia prendendo appunti, Alphonse notò che faceva visibilmente fatica. Lui stesso riusciva a stento a tenere gli occhi aperti e non aveva alcuna voglia di addormentarsi il primo giorno in quella nuova scuola.
Cercando di fare il meno rumore possibile, tirò fuori dallo zaino un piccolo album da disegno ed un grosso portacolori e li poggiò sul banco, sfogliando l'albun fino a trovare un disegno incompleto, raffigurante quelle che sembravano le tre divinità nordiche. Luna, che aveva notato il movimento del ragazzo, scoccò una occhiata di sottecchi al'album da disegno, cercando di non far notare la sua attenzione. Alphonse sembrò nemmeno far caso allo sguardo della ragazza e, presa una matita dal suo portacolori, iniziò fare gli schizzi nella parte infetiore della pagina. Le linee si intrecciarono e più di una volta il ragazzo dai capelli neri cancellò e ridisegnò le linee, limando alcune sbavature o cancellando tratti di supporto al disegno. Sembrava talmente tanto preso dal suo disegno dall'essersi totalmente isolato dal resto del mondo. Dopo un pò aveva costruito lo scheletro di quella che sembrava una figura alata e si riconcentrò sulle tre divinità polari, sistemando alcuni particolari e aggiungendo ombre e dettagli agli immensi mostri Synchro. Quando questi furono completati, sebbene non colorati, tornò a finire la figura alata, sistemando la figura che stava creando. Quel processo durò un'ora all'incirca ma, alla fine, Luna si rese conto che il disegno rappresentava una scena che lei aveva già visto in vita sua, diversi anni prima durante il WRGP. La figura alata si dimostrò essere Drago Stella Cadente, l'evoluzione del Signer Dragon di Yusei grazie al quale il leader de-facto del team 5d's era riuscito a sconfiggere le tre divinità polari. Nonostante fosse ancora incompleto ed alcuni particolari dovessero ancora essere sistemati, Luna non potè che riconoscere l'immenso talento del ragazzo per il disegno.
- E' bellissimo - si complimentò con il ragazzo.
Il ragazzo sobbalzò, chiudendo in fretta e furia il quaderno con un tonfo secco e fissando sorpreso la ex-signer.
- Ti piace sul serio? - chiese, sorpreso.
- Ma certo - gli rispose sottovoce la ragazza - Hai un talento incredibile! -
- Bhe, grazie - disse imbarazzato il ragazzo.
- Perchè hai avuto quella reazione? - chiese curiosa la ragazza.
Alphonse si rabbuiò un pò, sospirando forte. Passarono lunghi secondi di silenzio, tanto che Luna pensò che non volesse rispondere alla sua domanda.
- Nel posto in cui vivevo non sopportavano che io disegnassi - confessò il ragazzo - Capitava molto spesso che approfittassero della mia debolezza per rubarmi il quaderno e farlo a pezzi. Una volta lo hanno buttato nel fuoco davanti ai miei occhi solo per farmi un dispetto -
Luna fu molto sorpresa da quella confessione. Non sapeva, effettivamente da dove venisse Alphonse, eppure la sua famiglia non sembrava essere molto gentile nei suoi confronti. Eppure aveva parlato di "posto in cui viveva" non di casa sua.
- Perchè, dove vivevi? - chiese la ragazza, pentendosene subito dopo - Cioè, se vuoi dirmelo, altrimenti...-
- Orfanotrofio della "Casa Felice" a Dover - disse, non senza rimarcare con un velo di ironia il nome dell'orfanotrofio - Fino a qualche mese fa non conoscevo altro luogo al mondo. L'unica cosa bella era la vista delle scogliere in lontananza -
Luna assimilò quella informazione con un groppone in gola, rendendosi conto che l'infanzia di Alphonse doveva essere stata terribile. Si segnò mentalmente di non lagnarsi mai dei suoi genitori davanti al ragazzo che, ormai ne aveva la conferma, era orfano.
- Che state borbottando voi due? - chiese Leo, uscendo dalle braccia di Morfeo con espressione assonnata - E questo? -
Senza chiedere il permesso, afferrò il piccolo album da disegno dalla poco salda presa del moro e glie lo strappò dalle mani, aprendolo incuriosito. Alphonse provò a ribellarsi, ma non potè nemmeno alzare la voce senza correre il rischio di farsi scoprire dal professore che, ignaro, continuava a spiegare la sua lezione, indifferente al piccolo caos nei banchi a lui semi-nascosti.
- Questo è Polvere di Stelle - disse Leo, mentre sfogliava il piccolo album - E questo è il Drago Nova Rossa di Jack... Questo me lo ricordo, è il cavallo che ha quasi azzerato il deck di Yusei... e questo? -
Si fermò, non riconoscendo effettivamente uno dei mostri del Duel Monster disegnati nel quadernetto. Era un drago dalle forme umanoidi, con il volto coperto fino a sotto gli occhi da un elmo simile a quello delle valchirie, ma tempestato di gemme, da cui scivolava fuori una criniera simile a dei capelli lunghi. Il corpo era sottile ed estramente femmineo con due placche sul petto che scendevano poi in lunghe decorazioni su tutto il corpo, per poi fermarsi su un velo all'altezza della vita. Se già il disegno era oltremodo elegante, le grandi ali che la coprivano quasi come un mantello lo erano ancora di più. Coperte in parte da quella che a prima vista sembrava una decorazione metallica, al di sotto di questa si distendeva un ventaglio di piccole piume blu e, scendendo ancora, un piumaggio formato da grandi veli dietro cui si poteva intravedere parte del drago, seppur Leo non avrebbe saputo dire se per una vera e propria trasparenza o per un più semplice incompletamento del disegno. Molti punti erano stati passati con un segno di colore a matita, di varie tonalità di azzurro e qualche segnetto dorato, come a ricordarsene la colorazione da fare in seguito. Dalle numerose cancellature, segni e appunti scritti ai lati si poteva benissimo capire che quel disegno non fosse altro che una bozza, seppur già incantevole di suo.
- Accidenti, e questa? - chiese il ragazzo di Nuova Domino.
- Fai vedere - chiese Luna, facendosi passare il quaderno dal fratello.
Alphonse passò in un istante tutte le colorazioni dell'arcobaleno, fermandosi ad un buffo rosso-pomodoro mentre la ragazza esaminava con attenzione il disegno. Alla fine, anche la ragazza diede il suo responso entusiasta.
- Accidenti, Alphonse, è davvero meraviglioso! - disse la ragazza - Che cosa rappresenta questo disegno -
- E' una semplice bozza, non è nulla di che - si sminuì il ragazzo.
- Bozza o meno, sei davvero bravissimo - si complimentò di nuovo la ragazza, mentre il moro tentava di sprofondare all'interno della sedia per l'imbarazzo che provava.

All'orario di uscita, Alphonse si era separato dai due gemelli, dovendo prendere il treno che lo avrebbe portato al polo opposto della città, nel quartiere di Brixton, mentre i due gemelli si avviarono con la moto del maggiore verso la loro villa a Chelsea. Non poterono parlare molto durante il viaggio, specie considerando il fatto che Leo si divertiva un mondo ad andare a rotta di collo sulla sua Duel Runner, prendendo dalla sorella numerosi rimproveri, insulti e minacce se non avesse abbassato il tiro, cosa che lo convinceva ad accellerare ancora di più per far impazzire la sorella. Luna era talmente arrabbiata con lui, quando scesero dalla moto, che buttò il casco per terra e se ne andò senza neanche dirgli una parola, sbattendo la porta di casa mentre il ragazzo ancora parcheggiava la moto. Leo continuò a ridacchiare, mentre prendeva un pacchetto dalla busta delle lettere, notando che era diretto a lui. Sorrise contento, pregustandosi il contenuto che sapeva avrebbe trovato. Entrò in casa aprendo con la sua copia delle chiavi, trovando sua sorella vicino il frigorifero, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Lui si sedette comodamente su una delle sedie del tavolo al centro della stanza, aprendo il pacchetto trovato nella cassetta, rivelando una copia del settimanale "Dueling Out", il giornale considerato quasi un testo sacro per ogni duellante o aspirante tale che vivesse in territorio britanno, essendo il più preciso ed esaustivo a trattare argomenti sul mondo dei duelli e delle nuove uscite della Illusion Corporation. Subito aprì la prima pagina, sfogliando l'indice alla ricerca delle notizie più succose. La prima notizia che catturò la sua attenzione fu un annuncio di un nuovo torneo per duellanti emergenti alla terza pagina, e Leo si diresse immediatamente lì. Lesse avidamente tutto quello che l'articolo proponeva, decidendo poi di condividerlo con la sorella.
- Ehi, Luna, ascolta qui - disse, richiamando l'attenzione della sorella, che nel frattempo stava mettendo due ciotole di ramen precotto(pessima abitudine della loro vita in Giappone) a scaldare - Annunciato il via alle iscrizioni per il torneo R-Genex, che si terrà a Nuova Domino il 20 Maggio di quest'anno. Ad iscriversi potranno essere soltanto duellanti che non hanno mai partecipato attivamente ad un torneo di livello nazionale o superiore, permettendo dunque a giovani stelle emergenti del mondo del duello di far conoscere il loro volto al di fuori del loro campo di azione attuale. Molto particolare è il regolamento della sfida, che si svolgerà fra team da quattro duellanti ciascuno e li vedrà impegnati in sfide ad eliminazione che li vedranno cimentarsi in quattro tipi diversi di duello, che varieranno dal duello in singolo, duello Turbo singolo, doppio o duello ad eliminazione -
- Duello ad eliminazione? - chiese Luna, perplessa.
- Ti ricordi il WRGP? Quello era un duello ad eliminazione - precisò il ragazzo, continuando a leggere - Il team vincitore potrà vantare, oltre ad una ricca vincita in valore monetario, un contratto assicurato con la famosa scuderia Starburst che attualmente conta come suo principale frontman nulla di meno che il Re dei Duelli Turbo Jack Atlas -
Leo alzò gli occhi dal giornale, fissando la sorella che non pareva affatto interessata all'argomento.
- Ti rendi conto? - disse il ragazzo, provando a smuoverla - Potremmo essere colleghi di Jack -
Quell'ultimo commento sembrò attirare l'attenzione della ragazza, che gli scoccò una occhiata tutt'altro che entusiasta.
- Potremmo? -
- Ma certo! Voglio partecipare! Quest'anno diventerò maggiorenne quindi posso...-
Il sopracciglio sarcasticamente alzato di Luna gli ricordò la brutale realtà dei fatti. Lui sarebbe diventato maggiorenne a Giugno, ergo non aveva alcun modo di iscriversi a quel torneo internazionale riservato, ovviamente, ai maggiorenni. Il ragazzo si accasciò tristemente sul tavolo, depresso, mugugnando parole incomprensibili. Luna si addolcì a quell'atteggiamento infantile e si sedette accanto a lui, passandogli una mano sui capelli.
- Non fare così - disse la ragazza - Il mondo è pieno di occasioni per mettersi in mostra nel mondo dei duelli, specie per un duellante di talento come te. Vedrai che dopo Giugno ci sarà un torneo ancora più grande che...-
- Starburst - gli ricordò il fratello, quasi infastidito da quel tentativo di consolarlo.
Luna sorrise gentilmente, riprendendo a parlare.
- Io credevo che volessi sfidare Jack per il titolo di campione, non stargli appiccicato come una ruota di scorta -
Leo smise di piagnucolare per qualche istante, riflettendo sulla cosa.
- Hai ragione - disse infine, alzandosi dal tavolo con fare imperioso - Non ho bisogno di quel torneo! La prima cosa che farò, il giorno stesso del mio compleanno sarà sfidare Jack! -
Luna ridacchiò, vedendo come il fratello avesse immediatamente recuperato l'entusiamo perso e si fosse messo a ciarlare sul fatto che, nonostante Jack fosse fortissimo, gli avrebbe dimostrato che poteva batterlo e che aveva fatto tesoro di tutti i suoi insegnamenti. Il ragazzo continuò a parlare, mentre Luna si era ormai distratta dopo la prima sessione di pronostici sulla sua brillante carriera futura, e si era messa a sfogliare il giornale. Arrivò all'inserto centrale, dove trovò un articolo che la incuriosì. In realtà non fu l'articolo stesso ad incuriosirla, bensì la figura del grande drago stampato su una carta, la quale figura occupava un largo angolo della pagina. Il drago in questione le parve terribilmente familiare e, quando si rese conto di dove lo aveva già visto, sussultò attirando l'attenzione del fratello.
- Leo, guarda qui! -
Il ragazzo si calò sul giornale, incuriosito dalla reazione della sorella, guardando la carta che lei gli stava indicando con il dito. Era un mostro Rituale, di livello sei.
- Saffira, Regina dei Draghi...- lesse il ragazzo - Che cosa c'è di tanto strano, io non...-
Si fermò di botto, riconoscendo anche lui il mostro.
- E' il drago sul quaderno di Alphonse - esclamò sorpreso.
- "La Illusion ha rivelato la carta che ha vinto il concorso indetto dalla Illusion a Settembre di quest'anno" - lesse la ragazza, sempre più curiosa - "Il CEO della Illusion Corporation Ivan Michael(1) Crawford ha annunciato che il vincitore del premio, una borsa di studio per la prestigiosa Royal Duel Academy di Londra, ha già preso possesso del suo premio e che non ha potuto farsi intervistare proprio a causa del suo trasferimento nella capitale del Regno Unito" -
Luna smise di leggere, fissando il fratello, sorpreso quanto lei.
- Ecco perchè Alphonse si è iscritto ad anno accademico inoltrato! - elaborò Leo - Si è iscritto grazie alla borsa di studio che ha vinto grazie al concorso della Illusion! -
- Ed ecco perchè i suoi compagni di orfanotrofio cercavano di strappargli il quaderno, non volevano che avesse una possibilità del genere - completò Luna.
- Come? - chiese Leo che, dormendo, non aveva capito molto della chiacchierata che sua sorella aveva avuto con Alphonse.
- Giusto, tu non hai sentito, ora ti spiego...-


Alphonse rientrò a casa, chiudendosi la porta alle spalle, con un sorriso che gli attraversava il volto. Nelle sue mani, una busta bianca indirizzata a suo nome. Si sentiva felice come non lo era da molto tempo. Quando aveva incontrato Kevin Fiend ed il suo gruppetto si era rassegnato al fatto che, in fondo, nulla sarebbe mai cambiato nella sua vita. Sarebbe sempre stato il debole Alphonse, capace soltanto a farsi mettere i piedi in testa da chiunque, senza mai trovare qualcuno che gli desse una mano. Eppure erano arrivati Luna e Leo a salvarlo, dandogli la possibilità di sfidare il bullo in un terreno a lui più congeniale, offrendogli una mano e la loro fiducia, che apprezzavano le sue capacità come duellante e come disegnatore. Forse era persino esagerato essere così melensi per delle persone che, in fondo, non avevano fatto nulla di così eccezionale agli occhi di qualunque persona normale. Ma per lui non era così, lui aveva visto soltanto la solitudine da quando aveva dieci anni: aveva perso la madre, aveva perso suo padre, aveva perso sua sorella ed infine aveva perso qualsiasi legame affettivo. Non aveva mai trovato una famiglia disposta ad adottarlo, nessuno che fosse disposto a prendersi carico di quel ragazzino con una ferita così profonda nel proprio cuore. Con quei pensieri in testa, si diresse verso il tavolo, aprendo la busta bianca ed estraendone la breve lettera che gli era arrivata.
Caro Al,
come va la vita? Se non ho fatto i calcoli male questa lettera dovrebbe esserti arrivata al tuo primo giorno di accademia, ho ragione? Come te la sei cavata nella trafficata e pulitissima Londra? E’ più caotica di Nuova Domino oppure no? Spero che ti sia trovato bene e che ti sia fatto già degli amici. Vorrei parlarti di persona, quindi ti lascio il numero di cellulare, quello privato. L’altro sarà intasato per la metà del tempo e spento per la restante parte, quindi non ti conviene provare lì. Spero mi chiamerai presto, ci tengo a sentirti.
Un caloroso saluto.
I
van”
Alphonse notò che sotto la firma vi era un numero di telefono e prese immediatamente il cellulare per comporre il numero in questione. Attese una trentina di secondi perchè il proprietario rispondesse al cellulare, fin quando non sentì una voce dal forte accento texano rispondere all'altro capo del telefono.
- Pronto? Con chi ho il piacere di parlare? -
- Sono Alphonse! Volevo ringraziarla per la lettera, signor Cra...-
- Lil-boy(2) ma che piacere risentire la tua voce - lo interruppe l'altro, con voce improvvisamente gioviale.
Alphonse sentì chiaramente il rumore della sedia girevole cigolare e si immaginò che il suo interlocutore si fosse scompostamente accomodato meglio su di essa, come sapeva bene che era solito fare quando era particolarmente allegro. Si sentì un pò imbarazzato dall'appellativo con cui Ivan lo aveva interpellato, quel "lil-boy" che, per quanto affettuoso, gli lasciava sempre il dubbio di essere preso anche un pò in giro.
- Comunuque lil-boy, hai letto le riviste specializzate di questa settimana? - chiese l'uomo - La tua carta ha letteralmente fatto impazzire tutti di gioia. Per la cronaca, nella busta dovresti averne una in edizione speciale, la prima stampata -
Alphonse aprì meglio la busta, notando che, effettivamente vi era una copia di Saffira insieme alla sua magia Rituale.
- La ringrazio signor Cra...-
- Al, mi pare che ci fossimo messi d'accordo che il mio nome fosse Ivan per te, o sbaglio - lo riprese l'uomo all'altro lato del telefono.
- Mi scusi, signor Ivan -
Un borbottio infastidito all'orecchio gli fece capire che, effettivamente, la sua eccessiva educazione era quasi irritante alle orecchie del gioviale interlocutore.
- Passando ai discorsi seri... hai trovato qualche bella ragazza, rubacuori?-
Alphonse divenne immediatamente di mille colori, mentre la sua mente ripercorreva tutta la sua giornata. Effettivamente una bella ragazza l'aveva incontrata, davvero bella a suo dire, ma il solo pensiero lo fece avvampare ancora di più fin quasi a finire ad ansimare per l'iperventilazione.
- S-signor Ivan, che domande sono? - urlò imbarazzato al telefono - Lei è un uomo adulto, non dovrebbe divertirsi a fare certe domande da ragazzino! -
La risata sguaiata che seguì a quella reazione aumentò visibilmente l'imbarazzo di Alphonse, che era ormai tentato di chiudere immediatamente la chiamata.
- Scusami, lil-boy, mi sono voluto prendere una piccola vendetta su di te - confessò l'uomo - Parecchi anni fa, quel mascalzone di tuo padre mi fece la stessa domanda quando tornai dal mio primo giorno di scuola. La cosa più bella fu che quel giorno ebbi il colpo di fulmine per Abigale, quindi puoi capire che ebbi la tua stessa reazione -
Alphonse sorrise. Parlare del suo genitore perduto era qualcosa che non gli capitava spesso, specie con qualcuno che lo aveva conosciuto come persona, oltre che come artista(3). Ivan gli aveva spesso parlato di quella particolare attitudine "spinosa" di suo padre, che si divertiva a stuzzicarlo per vedere le sue reazioni esagerate.
- Sai, mi manca spesso - confessò ancora una volta l'americano - Ogni tanto penso che, bhe, non avrò più nessuno che mi rimetta al mio posto quando mi monto la testa, nè qualcuno che mi tratti semplicemente come Ivan. Sai, quando era più giovane adoravo andare negli uffici dei disegnatori per sentirmi un pò capo anche io, quando ancora mio padre non mi avrebbe affidato neanche il salvadanaio, e tutti mi trattavano con il rispetto ipocrita che si dava al figlio del loro capo. Tuo padre, invece, lo odiai all'istante. Mi chiamava "lil-whitey(2)" e diceva che il mio accento Texano l'avrebbe riconosciuto pure un gatto sordo. Non perdeva occasione per stuzzicarmi, quel buffone di un disegnatore...-
Prese una pausa, un profondo respiro. Alphonse sentì il rumore dell'accendino sibilare nel telefono, e comprese che l'uomo stava per accendersi una sigaretta. Percepì l'uomo inspirare profondamente il fumo e poi buttarlo fuori, prima di ricominciare a parlare.
- Però quel buffone è stato più presente nella mia vita di qualunque persona - mormorò infine, pacatamente - Mi ha dato consigli su come farmi avanti con la donna che amavo, mi ha insegnato cosa significa essere un capo corretto e leale con i propri dipendenti, mi ha dato tante di quelle lezioni di vita che, ormai, penso che quell'uomo sia diventato una parte indelebile dell'uomo che sono io adesso. Mi sarebbe piaciuto parlargli di mia figlia, sai? Lo prendevo spesso in giro perchè non sapeva dirti di no e adesso sono il primo a farmi mettere i piedi in testa da quel diavoletto. Me lo avrebbe rinfacciato in eterno, quel mascalzone, fidati -
Alphonse non emise un gemito, ma gli occhi si erano ormai riempiti di lacrime, che scendevano sulle guance ormai arrossate dal pianto. Tirò su col naso, passandosi la mano libera sotto gli occhi per cercare di fermare le gocce dal cadere, ma riuscì soltanto ad aumentare la sua stessa lacrimazione.
- Scusa, lil-boy - disse, senza entusiasmo, il magnate - Non dovevo prendere questo discorso, io...-
- No, Signor Ivan - lo interruppe il ragazzo - Mi fa davvero piacere sentire parlare di lui. Lo sento quasi più vicino -
Ivan M. Crawford stette zitto per qualche secondo, dando il tempo al ragazzo di sfogare le lacrime. Quando il ragazzo tirò nuovamente su con il naso, segno che aveva smesso di piangere, continuò a parlare, cambiando drasticamente discorso.
- E comunque, non hai risposto alla mia domanda - disse, con un ghigno.
- Di quale domanda parla? - chiese confusamente il ragazzo.
- Da come hai reagito alla mia domanda pare che qualcuno oggi si sia preso una bella cotta? - disse con voce falsamente pettegola - Voglio sapere davvero tutto! -

NOTE DELL'AUTORE:

(1). In realtà, il nome di Ivan Michael Crawford è stato scelto principalmente per dargli una connotazione internazionale. Ivan(nome russo) Michael(americanizzazione di un nome ebraico) Crawford(americano). Di più, il suo nome è preso dalla mia passione per il cinema ovvero dal film "Ivan il Terribile"(mi sono divertito, perchè il nostro Crawford è un pezzo di pane), Michael Bay(no, non ho scelto quel nome perchè mi chiamo Michele, è un tributo al Re dei Blockbusteroni esplosivi) e Crawford... bhe, perchè è ovviamente discendente di Pegasus.

(2) "lil-boy" e "lil-whitey" è un mix tra una citazione a Bleach(ovvero il piccolo "lil-Shiro" che altri non è che il Capitano Hitsugaya e, appunto, Shiro significa "bianco") ed il classico "Yugi-boy" e "Kaiba-boy" di Pegasus. Peraltro, giusto per confermare, Ivan chiama "lil-boy" Alphonse proprio come un tempo il padre di Alphonse lo chiamava "lil-whitey"

(3) Questo è un appunto personale. Nel caso siate nel dubbio, SI. Considero coloro che disegnano le carte di Yu-gi-oh! dei veri e propri artisti, senza alcuna via di mezzo. Ideare, creare e disegnare archetipi è difficile, specie se poi devi costruirci una Lore dietro come quella del Duel Terminal.

OMG, eccoci al secondo capitolo. Stavolta non vi ho nemmeno fatto sbattere per capire quale era la carta, ovvero "Saffira, Regina dei Draghi" che ha tra l'altro uno degli artwork più belli del mondo di Yugioh, a mio parere. Come avrete già notato sono cambiate parecchie cose nel remake. Ho tolto la parte inutile del "ricevere i Duel Dragon" da Ivan perchè mi faceva nascere la domanda "scusa, ma perchè non glie li ha dati prima?". L'intervento, non presente nella versione originale, del tizio grande e grosso che avrete già riconosciuto se avete letto la fic originale, altrimenti vi consiglio di non farvi spoilerzzz, è stato il primo grande cambiamento della fic. Per quanto riguarda Antico Drago Fata, non giudicatela per quanto rompe a Luna, ha i suoi motivi. Come vedete, le cose si stanno mettendo in moto in maniera diversa e man mano che la fic avanzerà vedremo sempre più differenze. A partire dai prossimi capitoli che saranno COMPLETAMENTE INEDITI(tan-tan-tan). Null'altro da dire se non...

GRAZIE.

GRAZIE PER L'AFFETTO CHE MI AVETE DIMOSTRATO LEGGENDO QUESTA STORIA

GRAZIE PER AVER CAPITO I MIEI DUBBI ED AVERMI SUPPORTATO IN QUESTA FOLLIA

SEMBRA STUPIDO DA DIRE MA... GRAZIE DAVVERO!

UN SALUTONE DAL VOSTRO GRAVITYZERO94

SEE YOU!

  
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