Leo si precipitò addosso al novellino,
dandogli una pacca sulla spalla con tanta foga che quello rischiò
veramente di lasciarci una spalla. Kevin fissava il duo stridendo i
denti per la rabbia, deluso ed amareggiato per la sconfitta subita
con una tale semplicità da un avversario di livello tanto basso.
Quando aveva affrontato quel ragazzino, si era aspettato uno scontro
semplice che gli avrebbe permesso di umiliare il novellino e dare uno
smacco terribile al suo rivale Leo. Eppure, era stato sconfitto in un
paio di turni, semplicemente annientato dalla supremazia avversaria
che aveva annullato ogni sua offensiva.
- Sei stato grandioso! - si complimentò
Leo.
Alphonse ridacchiò nervosamente,
passandosi una mano dietro al collo.
- Non è stato nulla di così
eccezionale - si sminuì timidamente.
Queste parole scatenarono
accidentalmente un moto d'ira ancora più grande in Kevin che si vide
nuovamente sottovalutato.
- Che vuol dire questo, novellino? -
urlò Kevin, facendo sobbalzare Alphonse.
- Che sei una mezza cartuccia, Fiend! -
gli rispose per le rime Leo, sogghignando - Effettivamente per un
duellante degno di questo nome toglierti dai piedi non è così
difficile -
Kevin accusò il colpo, stringendo i
pugni. Non poteva neanche ribattere, non essendo mai riuscito a
sconfiggere il duellante di Nuova Domino, era in svantaggio. Iniziare
un nuovo duello, seppur quattro contro due, non avrebbe avuto alcun
senso e la vicinanza di Luna, anche lei una duellante, rischiava di
compromettere ancor di più lo svantaggio numerico.
- Fai tanto il gradasso solo perchè
eri la mascotte del team 5d's! - gli rispose Kevin, decidendo poi di
colpire basso - Non hai mai duellato durante tutto il WRGP e
sinceramente dubito che tu potessi vincere anche un solo duello -
Leo ringhiò per la rabbia, piegandosi
in avanti, pronto per scattare e prenderlo a pugni. Era consapevole
di non essere mai stato al livello dei suoi compagni, ma non riusciva
a perdonare una persona del genere di rinfacciarglielo. Non dopo che
ancora, a distanza di anni, si sentiva ancora in colpa per la morte
di Aporia.
- Non sai neanche quello di cui stai
parlando! - gli ringhiò il ragazzo - Hai la faccia tosta di
sottovalutarmi dopo che ti ho sconfitto... quante volte? Una
trentina? -
Fu il momento di Kevin di ringhiare
frustrato.
- Vaffanculo - gli rispose il bullo.
- Hai finito presto le argomentazioni,
vedo - sogghignò Leo, fiero di averlo rimesso al suo posto - Che ne
dici di andartene a farti consolare dalla mammina? -
- Bhe, almeno la mia mi aspetta a casa
- gli rispose il bullo.
L'ex-Signer impallidì a quella
risposta. Sfruttare l'assenza dei suoi genitori per insultarlo era
davvero un colpo sotto la cintura. Strinse i denti fino a farli
stridere e fece un passo verso quel bullo, pronto ad usare un metodo
alternativo per fargli passare la voglia di fare il gradasso.
- No! -
Fu Alphonse a fermarlo, piazzandosi
davanti a lui, cercando di fermarlo.
- Non ne vale la pena, non metterti nei
guai per uno come lui -
Anche Luna si affiancò al fratello,
mettendogli una mano sulla spalla per calmarlo, non però senza
lanciare uno sguardo di puro odio verso Kevin Fiend.
- Ti fai difendere da un novellino? -
lo provocò ancora il bullo.
Leo strinse ancora più forte i pugni,
ringhiando per la rabbia, ma non si mosse. Rimasero per qualche
secondo in quella posizione, poi il ragazzo sembrò tranquillizzarsi.
- Semplicemente non mi abbasso al tuo
livello, mezza calzetta - gli rispose infine l'ex-Signer - E fossi in
te non farei nemmeno tanto il gradasso con il novellino, ti ha
massacrato così rapidamente che ve le suonerebbe tutti e quattro
contemporaneamente -
Kevin emise un verso di stizza e fece
cenno ai suoi amici di allontanarsi dal luogo. Quelli annuirono,
seguendolo senza fiatare. Leo rimase a guardare le spalle dei bulli
allontanarsi, prendendo poi un sospiro di sollievo quando li vide
sparire verso l'angolo.
- Grazie amico, se non fosse stato per
te li avrei riempiti di pugni - disse al novellino - E anche a te,
sorella -
Luna annuì, rivolgendogli un breve
sorriso, per poi voltarsi verso il nuovo arrivato.
- Quindi ti chiami Alphonse, giusto? -
- E tu come lo sai? - chiese sorpreso
il novellino.
Luna ridacchiò, indicandogli i
mini-schermi che trasmettevano in tempo reale i risultati di ogni
duello della scuola. Alphonse, che ancora non aveva notato quegli
oggetti, si limitò ad un leggero "oh" di sorpresa, che
fece ridacchiare ancora di più i due ex-Signer.
- Piuttosto, credo di non averti mai
visto qui - disse Leo.
- Infatti - spiegò il ragazzo - Sono
stato trasferito qui proprio stamattina e... ho incontrato quei tipi
mentre sistemavo il mio armadietto -
- Bhe, allora mi sembra giusto farti
fare un bel giro della scuola! - annunciò entusiasta Leo - Forza,
sorellina, andiamo -
- Veramente non è necessario... grazie
comunque - provò a dire il ragazzo.
Ma Leo aveva smesso di ascoltarlo,
mentre lo trascinava in giro per la scuola.
Luna seguiva ad un paio di passi di
distanza il duo di ragazzi che camminava tranquillamente. Leo, con
una mano sulla spalla di Alphonse, si trascinava il ragazzo a destra
e a manca, mostrandogli tutti gli angoli più remoti della scuola, da
quale fontanella si beveva l'acqua più buona a qual era il bagno più
pulito, a quale zona era meglio evitare per non avere a che fare con
Kevin e la sua banda. Nel frattempo la ragazza stava cercando di
contattare Antico Drago Fata che, suo discapito, non sembrava
intenzionata affatto a rispondere alle sue chiamate. Certo, quella
mattina ammetteva di essere stata parecchio sgarbata con lei, ma
anche il drago era diventato piuttosto insistente sul fatto che
dovesse trovarsi un ragazzo, dopo che quella mattina aveva evitato
con nonchalance l'ennesimo corteggiatore.
- Non puoi continuare a scartare
qualsiasi pretendente in eterno, Luna - disse il drago, con cipiglio
severo - Lo dico per il tuo bene, lo sai -
- Un giorno mi troverò un ragazzo,
ma non per questo devo accettare il primo che mi capita - le aveva
risposto la ragazza, fulminando il drago con uno sguardo.
- Ma hai già diciassette anni! -
- E allora? Non mi pare che siano
affari tuoi questi! -
Da quel momento il
drago era svanito senza dire un'altra parola e, nonostante fossero
passate altre due ore, non sembrava voler rispondere alle sue
chiamate. Effettivamente la cosa risultava alquanto sospetta, dato
che Antico Drago Fata non era mai stato il tipo da portare rancore.
Decise che avrebbe riprovato dopo la scuola a chiamare il drago, non
era molto carino ignorare i due ragazzi.
- Alphonse posso
chiederti una cosa? - chiese la ragazza.
Alphonse sobbalzò,
voltandosi verso di lei.
- Ma certo -
- Quel drago che
hai usato alla fine... Drago Luce Lunare Rosa Nera - chiese, notando
subito che il ragazzo aveva distolto lo sguardo - Mi è molto
familiare -
Anche Leo fu sul
punto di chiedere al novellino qualcosa a riguardo, ma notò
immediatamente quanto il suo sguardo fosse diventato cupo e triste.
- Preferirei non
parlarne - disse educatamente - Sono... davvero brutti ricordi -
Luna si sentì in
colpa per aver fatto quella domanda, vedendo quanto gli avesse
evidentemente fatto male. Qualunque fosse la storia dietro quelle
carte, doveva essere davvero dolorosa per lui, data la faccia che
aveva fatto.
- Non importa - si
affrettò a dire la ragazza - Scusa, sono stata troppo curiosa -
Alphonse non disse
nulla, mentre Leo gli diede un'altra pacca sulla spalla.
Fuori dall'edificio
scolastico, un uomo incappucciato osservava da lontano l'Accademia,
ridacchiando sommessamente, attendendo il suo ospite. Seduto su un
grosso oggetto metallico dall'aria sinistra, tamburellava con le dita
sul braccio destro, evidentemente in attesa. Dire che fosse imponente
sarebbe stato quasi un eufemismo, alto sopra il metro e novanta, con
le spalle incredibilmente larghe, sembrava quasi un gigante. Vestiva
una pesante cappa rossa, che gli nascondeva parte del volto, coperto
nella parte inferiore da una sciarpa, e tutto il corpo, facendolo
sembrare un colossale vigilante mascherato. Ebbe un fremito alla
schiena e sogghignò, voltandosi alla sua destra con nochalance.
- Finalmente ho il
piacere di conoscerti di persona, Antico Drago Fata - disse.
Il drago lo fissò
furibondo, con gli occhi arancioni animati dal fuoco dell'ira.
- Chi sei e cosa
stai facendo a Luna? - ringhiò il drago.
- Io? Assolutamente
nulla - disse, dando poi una leggera botta con la mano al grosso
meccanismo - Questo gioiellino invece blocca i poteri psichici di
lieve entità, come quelli della nostra amata amica. Sapevo che mi
avresti individuato -
Il drago ruggì
ferocemente.
- Rilascia i suoi
poteri, adesso! Altrimenti...-
- Altrimenti cosa,
lucertolaccia - sogghignò l'uomo - Sei uno spirito del Duel Monster,
fin quando qualcuno con poteri psichici non sfrutta il tuo potere,
non sei in grado di farmi del male -
Il drago emise un
basso ringhio di rabbia, sapendo perfettamente che quel mascalzone
aveva ragione.
- Cosa vuoi da lei?
- chiese il drago.
- Assolutamente
nulla, al momento - rispose divertito l'uomo - Ma non avevo
intenzione di permetterti di ostacolare i piani del mio maestro -
- Il tuo...- disse
il drago, voltandosi allarmata verso l'Accademia - Allora quel
ragazzino ricorda! -
L'uomo scosse la
testa in segno di diniego, continuando a ridacchiare.
- Oh, no, Alphonse
non ricorda assolutamente nulla - disse l'uomo divertito - Ma ciò
non significa che potrà sfuggire al suo destino -
- Non permetterò
ne a te ne a quel ragazzino di fare del male a Luna! - ringhiò il
drago - Non potrai tenerla sempre sotto scacco con quell'arnese senza
che lei si insospettisca! Non appena Luna avrà un solo secondo di
tempo per vedermi gli dirò che Alphonse...-
- Tu non farai
nulla - gli disse l'uomo, improvvisamente serio - Non ti permetterò
di ostacolare i miei piani. La ragazza non deve sapere nulla fin
quando non sarò io a farglielo sapere come e quando deciderò -
- E come pensi di
impedirmi di raccontarle tutto? Terrai quell'arnese maledetto acceso
per tutta la vita di Luna? -
L'uomo non rispose,
ma uscì da sotto il pesante mantello un duel disk nero e dorato, con
una carta già posizionata sopra di esso. Il Drago tentò di fuggire,
allrmato, ma dei fili lo legarono uscendo dal Duel Disk. Il drago
provò a liberarsi, ma non ci fu verso. Cercò di capire cosa potesse
scatenare una presa così potente e si voltò verso l'uomo.
Dietro di esso, si
stagliava la gigantesca figura di una entità angelica dalle fattezze
femminili. Seduta su un colossale trono fatto da una macchina, le cui
torri volavano intorno a lei, dal suo corpo partivano i fili che
reggevano quella macchina mortale a lei, mentre altri fili si erano
avvinghiati intorno al drago lucente. Il drago provò a liberarsi, ma
la stretta della creatura angelica si strinse ancora più forte
intorno a lui, facendogli male.
- Non credo di
averne bisogno - sogghignò l'uomo - Non più, ormai -
- Quella donna...-
ringhiò il drago.
- Vedo che ne
riconosci il potere - affermò cupo l'uomo - Da questo momento in
poi, sarai il mio burattino. Non ti permetterò di metterti a
rivelare i segreti del maestro Alphonse prima del tempo designato -
Il drago ruggì
dalla frustrazione, cercando invano di mordere le corde per
strapparle.
- Sei in mio
potere, non puoi fare altro, Antico Drago Fata -
Lentamente, Antico
Drago Fata perse ogni forza per lottare, cadendo in balia del mostro
dell'uomo, che tirò fuori dal deck una carta magia, Controllo della
Mente.
- Adesso tu
dimenticherai tutto ciò che sai su Alphonse fino a quando io non
desidererò il contrario. E' un ordine preciso, drago! -
- Si, padrone -
disse il drago.
Lentamente, i fili
che la legavano si staccarono, lasciando libero il drago.
- Torna da Luna,
noi non ci siamo mai visti -
Senza dire un'altra
parola, il drago tornò verso l'Accademia, ormai controllato dal
potere dell'uomo. Questo rimase a fissare il drago finchè non si fu
assicurato che tornasse dentro l'accademia, poi con un gesto secco
spense il grosso marchingegno.
- Adesso tocca a
quel criminale di quart'ordine - disse, allontanandosi pesantemente.
Il giro turistico
di Alphonse venne bruscamente dal suono della campanella, che li
costrinse ad entrare in aula. Seppur un pò di malavoglia, il trio
entrò in classe, prendendo posto nelle file centrali dell'aula,
posizione preferita da Leo, che avrebbe potuto avvantaggiarsi della
mole immensa di persone per sonnecchiare durante la lezione.
Alphonse fu
costretto dall'ex-Signer, non che ne fosse dispiaciuto, a prendere
posto fra lui e sua sorella, in modo da non essere lasciato solo e,
ma questo lui non lo disse, da impedire alla sorella di fargli la
ramanzina se si fosse messo a sonnecchiare durante la lezione.
Alphonse non si lamentò affatto, anche se il sospetto di essere
stato utilizzato come muro di protezione gli venne durante la
lezione, mentre Luna tentava di riprendere il fratello, abilmente
nascosto dietro il novellino. Dopo la prima mezz'ora di lezione,
nenache Luna era rimasta immune dall'effetto soporifero della calma
voce del professore e, sebbene cercasse di rimanere attenta e sveglia
prendendo appunti, Alphonse notò che faceva visibilmente fatica. Lui
stesso riusciva a stento a tenere gli occhi aperti e non aveva alcuna
voglia di addormentarsi il primo giorno in quella nuova scuola.
Cercando di fare il
meno rumore possibile, tirò fuori dallo zaino un piccolo album da
disegno ed un grosso portacolori e li poggiò sul banco, sfogliando
l'albun fino a trovare un disegno incompleto, raffigurante quelle che
sembravano le tre divinità nordiche. Luna, che aveva notato il
movimento del ragazzo, scoccò una occhiata di sottecchi al'album da
disegno, cercando di non far notare la sua attenzione. Alphonse
sembrò nemmeno far caso allo sguardo della ragazza e, presa una
matita dal suo portacolori, iniziò fare gli schizzi nella parte
infetiore della pagina. Le linee si intrecciarono e più di una volta
il ragazzo dai capelli neri cancellò e ridisegnò le linee, limando
alcune sbavature o cancellando tratti di supporto al disegno.
Sembrava talmente tanto preso dal suo disegno dall'essersi totalmente
isolato dal resto del mondo. Dopo un pò aveva costruito lo scheletro
di quella che sembrava una figura alata e si riconcentrò sulle tre
divinità polari, sistemando alcuni particolari e aggiungendo ombre e
dettagli agli immensi mostri Synchro. Quando questi furono
completati, sebbene non colorati, tornò a finire la figura alata,
sistemando la figura che stava creando. Quel processo durò un'ora
all'incirca ma, alla fine, Luna si rese conto che il disegno
rappresentava una scena che lei aveva già visto in vita sua, diversi
anni prima durante il WRGP. La figura alata si dimostrò essere Drago
Stella Cadente, l'evoluzione del Signer Dragon di Yusei grazie al
quale il leader de-facto del team 5d's era riuscito a sconfiggere le
tre divinità polari. Nonostante fosse ancora incompleto ed alcuni
particolari dovessero ancora essere sistemati, Luna non potè che
riconoscere l'immenso talento del ragazzo per il disegno.
- E' bellissimo -
si complimentò con il ragazzo.
Il ragazzo
sobbalzò, chiudendo in fretta e furia il quaderno con un tonfo secco
e fissando sorpreso la ex-signer.
- Ti piace sul
serio? - chiese, sorpreso.
- Ma certo - gli
rispose sottovoce la ragazza - Hai un talento incredibile! -
- Bhe, grazie -
disse imbarazzato il ragazzo.
- Perchè hai avuto
quella reazione? - chiese curiosa la ragazza.
Alphonse si rabbuiò
un pò, sospirando forte. Passarono lunghi secondi di silenzio, tanto
che Luna pensò che non volesse rispondere alla sua domanda.
- Nel posto in cui
vivevo non sopportavano che io disegnassi - confessò il ragazzo -
Capitava molto spesso che approfittassero della mia debolezza per
rubarmi il quaderno e farlo a pezzi. Una volta lo hanno buttato nel
fuoco davanti ai miei occhi solo per farmi un dispetto -
Luna fu molto
sorpresa da quella confessione. Non sapeva, effettivamente da dove
venisse Alphonse, eppure la sua famiglia non sembrava essere molto
gentile nei suoi confronti. Eppure aveva parlato di "posto in
cui viveva" non di casa sua.
- Perchè, dove
vivevi? - chiese la ragazza, pentendosene subito dopo - Cioè, se
vuoi dirmelo, altrimenti...-
- Orfanotrofio
della "Casa Felice" a Dover - disse, non senza rimarcare
con un velo di ironia il nome dell'orfanotrofio - Fino a qualche mese
fa non conoscevo altro luogo al mondo. L'unica cosa bella era la
vista delle scogliere in lontananza -
Luna assimilò
quella informazione con un groppone in gola, rendendosi conto che
l'infanzia di Alphonse doveva essere stata terribile. Si segnò
mentalmente di non lagnarsi mai dei suoi genitori davanti al ragazzo
che, ormai ne aveva la conferma, era orfano.
- Che state
borbottando voi due? - chiese Leo, uscendo dalle braccia di Morfeo
con espressione assonnata - E questo? -
Senza chiedere il
permesso, afferrò il piccolo album da disegno dalla poco salda presa
del moro e glie lo strappò dalle mani, aprendolo incuriosito.
Alphonse provò a ribellarsi, ma non potè nemmeno alzare la voce
senza correre il rischio di farsi scoprire dal professore che,
ignaro, continuava a spiegare la sua lezione, indifferente al piccolo
caos nei banchi a lui semi-nascosti.
- Questo è Polvere
di Stelle - disse Leo, mentre sfogliava il piccolo album - E questo è
il Drago Nova Rossa di Jack... Questo me lo ricordo, è il cavallo
che ha quasi azzerato il deck di Yusei... e questo? -
Si fermò, non
riconoscendo effettivamente uno dei mostri del Duel Monster disegnati
nel quadernetto. Era un drago dalle forme umanoidi, con il volto
coperto fino a sotto gli occhi da un elmo simile a quello delle
valchirie, ma tempestato di gemme, da cui scivolava fuori una
criniera simile a dei capelli lunghi. Il corpo era sottile ed
estramente femmineo con due placche sul petto che scendevano poi in
lunghe decorazioni su tutto il corpo, per poi fermarsi su un velo
all'altezza della vita. Se già il disegno era oltremodo elegante, le
grandi ali che la coprivano quasi come un mantello lo erano ancora di
più. Coperte in parte da quella che a prima vista sembrava una
decorazione metallica, al di sotto di questa si distendeva un
ventaglio di piccole piume blu e, scendendo ancora, un piumaggio
formato da grandi veli dietro cui si poteva intravedere parte del
drago, seppur Leo non avrebbe saputo dire se per una vera e propria
trasparenza o per un più semplice incompletamento del disegno. Molti
punti erano stati passati con un segno di colore a matita, di varie
tonalità di azzurro e qualche segnetto dorato, come a ricordarsene
la colorazione da fare in seguito. Dalle numerose cancellature, segni
e appunti scritti ai lati si poteva benissimo capire che quel disegno
non fosse altro che una bozza, seppur già incantevole di suo.
- Accidenti, e
questa? - chiese il ragazzo di Nuova Domino.
- Fai vedere -
chiese Luna, facendosi passare il quaderno dal fratello.
Alphonse passò in
un istante tutte le colorazioni dell'arcobaleno, fermandosi ad un
buffo rosso-pomodoro mentre la ragazza esaminava con attenzione il
disegno. Alla fine, anche la ragazza diede il suo responso
entusiasta.
- Accidenti,
Alphonse, è davvero meraviglioso! - disse la ragazza - Che cosa
rappresenta questo disegno -
- E' una semplice
bozza, non è nulla di che - si sminuì il ragazzo.
- Bozza o meno, sei
davvero bravissimo - si complimentò di nuovo la ragazza, mentre il
moro tentava di sprofondare all'interno della sedia per l'imbarazzo
che provava.
All'orario di
uscita, Alphonse si era separato dai due gemelli, dovendo prendere il
treno che lo avrebbe portato al polo opposto della città, nel
quartiere di Brixton, mentre i due gemelli si avviarono con la moto
del maggiore verso la loro villa a Chelsea. Non poterono parlare
molto durante il viaggio, specie considerando il fatto che Leo si
divertiva un mondo ad andare a rotta di collo sulla sua Duel Runner,
prendendo dalla sorella numerosi rimproveri, insulti e minacce se non
avesse abbassato il tiro, cosa che lo convinceva ad accellerare
ancora di più per far impazzire la sorella. Luna era talmente
arrabbiata con lui, quando scesero dalla moto, che buttò il casco
per terra e se ne andò senza neanche dirgli una parola, sbattendo la
porta di casa mentre il ragazzo ancora parcheggiava la moto. Leo
continuò a ridacchiare, mentre prendeva un pacchetto dalla busta
delle lettere, notando che era diretto a lui. Sorrise contento,
pregustandosi il contenuto che sapeva avrebbe trovato. Entrò in casa
aprendo con la sua copia delle chiavi, trovando sua sorella vicino il
frigorifero, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Lui si
sedette comodamente su una delle sedie del tavolo al centro della
stanza, aprendo il pacchetto trovato nella cassetta, rivelando una
copia del settimanale "Dueling Out", il giornale
considerato quasi un testo sacro per ogni duellante o aspirante tale
che vivesse in territorio britanno, essendo il più preciso ed
esaustivo a trattare argomenti sul mondo dei duelli e delle nuove
uscite della Illusion Corporation. Subito aprì la prima pagina,
sfogliando l'indice alla ricerca delle notizie più succose. La prima
notizia che catturò la sua attenzione fu un annuncio di un nuovo
torneo per duellanti emergenti alla terza pagina, e Leo si diresse
immediatamente lì. Lesse avidamente tutto quello che l'articolo
proponeva, decidendo poi di condividerlo con la sorella.
- Ehi, Luna,
ascolta qui - disse, richiamando l'attenzione della sorella, che nel
frattempo stava mettendo due ciotole di ramen precotto(pessima
abitudine della loro vita in Giappone) a scaldare - Annunciato il via
alle iscrizioni per il torneo R-Genex, che si terrà a Nuova Domino
il 20 Maggio di quest'anno. Ad iscriversi potranno essere soltanto
duellanti che non hanno mai partecipato attivamente ad un torneo di
livello nazionale o superiore, permettendo dunque a giovani stelle
emergenti del mondo del duello di far conoscere il loro volto al di
fuori del loro campo di azione attuale. Molto particolare è il
regolamento della sfida, che si svolgerà fra team da quattro
duellanti ciascuno e li vedrà impegnati in sfide ad eliminazione che
li vedranno cimentarsi in quattro tipi diversi di duello, che
varieranno dal duello in singolo, duello Turbo singolo, doppio o
duello ad eliminazione -
- Duello ad
eliminazione? - chiese Luna, perplessa.
- Ti ricordi il
WRGP? Quello era un duello ad eliminazione - precisò il ragazzo,
continuando a leggere - Il team vincitore potrà vantare, oltre ad
una ricca vincita in valore monetario, un contratto assicurato con la
famosa scuderia Starburst che attualmente conta come suo principale
frontman nulla di meno che il Re dei Duelli Turbo Jack Atlas -
Leo alzò gli occhi
dal giornale, fissando la sorella che non pareva affatto interessata
all'argomento.
- Ti rendi conto? -
disse il ragazzo, provando a smuoverla - Potremmo essere colleghi di
Jack -
Quell'ultimo
commento sembrò attirare l'attenzione della ragazza, che gli scoccò
una occhiata tutt'altro che entusiasta.
- Potremmo? -
- Ma certo! Voglio
partecipare! Quest'anno diventerò maggiorenne quindi posso...-
Il sopracciglio
sarcasticamente alzato di Luna gli ricordò la brutale realtà dei
fatti. Lui sarebbe diventato maggiorenne a Giugno, ergo non aveva
alcun modo di iscriversi a quel torneo internazionale riservato,
ovviamente, ai maggiorenni. Il ragazzo si accasciò tristemente sul
tavolo, depresso, mugugnando parole incomprensibili. Luna si addolcì
a quell'atteggiamento infantile e si sedette accanto a lui,
passandogli una mano sui capelli.
- Non fare così -
disse la ragazza - Il mondo è pieno di occasioni per mettersi in
mostra nel mondo dei duelli, specie per un duellante di talento come
te. Vedrai che dopo Giugno ci sarà un torneo ancora più grande
che...-
- Starburst - gli
ricordò il fratello, quasi infastidito da quel tentativo di
consolarlo.
Luna sorrise
gentilmente, riprendendo a parlare.
- Io credevo che
volessi sfidare Jack per il titolo di campione, non stargli
appiccicato come una ruota di scorta -
Leo smise di
piagnucolare per qualche istante, riflettendo sulla cosa.
- Hai ragione -
disse infine, alzandosi dal tavolo con fare imperioso - Non ho
bisogno di quel torneo! La prima cosa che farò, il giorno stesso del
mio compleanno sarà sfidare Jack! -
Luna ridacchiò,
vedendo come il fratello avesse immediatamente recuperato l'entusiamo
perso e si fosse messo a ciarlare sul fatto che, nonostante Jack
fosse fortissimo, gli avrebbe dimostrato che poteva batterlo e che
aveva fatto tesoro di tutti i suoi insegnamenti. Il ragazzo continuò
a parlare, mentre Luna si era ormai distratta dopo la prima sessione
di pronostici sulla sua brillante carriera futura, e si era messa a
sfogliare il giornale. Arrivò all'inserto centrale, dove trovò un
articolo che la incuriosì. In realtà non fu l'articolo stesso ad
incuriosirla, bensì la figura del grande drago stampato su una
carta, la quale figura occupava un largo angolo della pagina. Il
drago in questione le parve terribilmente familiare e, quando si rese
conto di dove lo aveva già visto, sussultò attirando l'attenzione
del fratello.
- Leo, guarda qui!
-
Il ragazzo si calò
sul giornale, incuriosito dalla reazione della sorella, guardando la
carta che lei gli stava indicando con il dito. Era un mostro Rituale,
di livello sei.
- Saffira, Regina
dei Draghi...- lesse il ragazzo - Che cosa c'è di tanto strano, io
non...-
Si fermò di botto,
riconoscendo anche lui il mostro.
- E' il drago sul
quaderno di Alphonse - esclamò sorpreso.
- "La Illusion
ha rivelato la carta che ha vinto il concorso indetto dalla Illusion
a Settembre di quest'anno" - lesse la ragazza, sempre più
curiosa - "Il CEO della Illusion Corporation Ivan Michael(1)
Crawford ha annunciato che il vincitore del premio, una borsa di
studio per la prestigiosa Royal Duel Academy di Londra, ha già preso
possesso del suo premio e che non ha potuto farsi intervistare
proprio a causa del suo trasferimento nella capitale del Regno Unito"
-
Luna smise di
leggere, fissando il fratello, sorpreso quanto lei.
- Ecco perchè
Alphonse si è iscritto ad anno accademico inoltrato! - elaborò Leo
- Si è iscritto grazie alla borsa di studio che ha vinto grazie al
concorso della Illusion! -
- Ed ecco perchè i
suoi compagni di orfanotrofio cercavano di strappargli il quaderno,
non volevano che avesse una possibilità del genere - completò Luna.
- Come? - chiese
Leo che, dormendo, non aveva capito molto della chiacchierata che sua
sorella aveva avuto con Alphonse.
- Giusto, tu non
hai sentito, ora ti spiego...-
Alphonse rientrò a casa, chiudendosi
la porta alle spalle, con un sorriso che gli attraversava il volto.
Nelle sue mani, una busta bianca indirizzata a suo nome. Si sentiva
felice come non lo era da molto tempo. Quando aveva incontrato Kevin
Fiend ed il suo gruppetto si era rassegnato al fatto che, in fondo,
nulla sarebbe mai cambiato nella sua vita. Sarebbe sempre stato il
debole Alphonse, capace soltanto a farsi mettere i piedi in testa da
chiunque, senza mai trovare qualcuno che gli desse una mano. Eppure
erano arrivati Luna e Leo a salvarlo, dandogli la possibilità di
sfidare il bullo in un terreno a lui più congeniale, offrendogli una
mano e la loro fiducia, che apprezzavano le sue capacità come
duellante e come disegnatore. Forse era persino esagerato essere così
melensi per delle persone che, in fondo, non avevano fatto nulla di
così eccezionale agli occhi di qualunque persona normale. Ma per lui
non era così, lui aveva visto soltanto la solitudine da quando aveva
dieci anni: aveva perso la madre, aveva perso suo padre, aveva perso
sua sorella ed infine aveva perso qualsiasi legame affettivo. Non
aveva mai trovato una famiglia disposta ad adottarlo, nessuno che
fosse disposto a prendersi carico di quel ragazzino con una ferita
così profonda nel proprio cuore.
Con quei pensieri in testa, si diresse verso il tavolo, aprendo la
busta bianca ed estraendone la breve lettera che gli era arrivata.
“Caro
Al,
come
va la vita? Se non ho fatto i calcoli male questa lettera dovrebbe
esserti arrivata al tuo primo giorno di accademia, ho ragione? Come
te la sei cavata nella trafficata e pulitissima Londra? E’ più
caotica di Nuova Domino oppure no? Spero che ti sia trovato bene e
che ti sia fatto già degli amici. Vorrei parlarti di persona, quindi
ti lascio il numero di cellulare, quello privato. L’altro sarà
intasato per la metà del tempo e spento per la restante parte,
quindi non ti conviene provare lì. Spero mi chiamerai presto, ci
tengo a sentirti.
Un
caloroso saluto.
Ivan”
Alphonse notò che
sotto la firma vi era un numero di telefono e prese immediatamente il
cellulare per comporre il numero in questione. Attese una trentina di
secondi perchè il proprietario rispondesse al cellulare, fin quando
non sentì una voce dal forte accento texano rispondere all'altro
capo del telefono.
- Pronto? Con chi
ho il piacere di parlare? -
- Sono Alphonse!
Volevo ringraziarla per la lettera, signor Cra...-
- Lil-boy(2)
ma che piacere risentire la tua voce - lo interruppe l'altro,
con voce improvvisamente gioviale.
Alphonse sentì
chiaramente il rumore della sedia girevole cigolare e si immaginò
che il suo interlocutore si fosse scompostamente accomodato meglio su
di essa, come sapeva bene che era solito fare quando era
particolarmente allegro. Si sentì un pò imbarazzato
dall'appellativo con cui Ivan lo aveva interpellato, quel "lil-boy"
che, per quanto affettuoso, gli lasciava sempre il dubbio di essere
preso anche un pò in giro.
- Comunuque
lil-boy, hai letto le riviste specializzate di questa settimana? -
chiese l'uomo - La tua carta ha letteralmente fatto impazzire tutti
di gioia. Per la cronaca, nella busta dovresti averne una in edizione
speciale, la prima stampata -
Alphonse aprì
meglio la busta, notando che, effettivamente vi era una copia di
Saffira insieme alla sua magia Rituale.
- La ringrazio
signor Cra...-
- Al, mi pare che
ci fossimo messi d'accordo che il mio nome fosse Ivan per te, o
sbaglio - lo riprese l'uomo all'altro lato del telefono.
- Mi scusi, signor
Ivan -
Un borbottio
infastidito all'orecchio gli fece capire che, effettivamente, la sua
eccessiva educazione era quasi irritante alle orecchie del gioviale
interlocutore.
- Passando ai
discorsi seri... hai trovato qualche bella ragazza, rubacuori?-
Alphonse divenne
immediatamente di mille colori, mentre la sua mente ripercorreva
tutta la sua giornata. Effettivamente una bella ragazza l'aveva
incontrata, davvero bella a suo dire, ma il solo pensiero lo fece
avvampare ancora di più fin quasi a finire ad ansimare per
l'iperventilazione.
- S-signor Ivan,
che domande sono? - urlò imbarazzato al telefono - Lei è un uomo
adulto, non dovrebbe divertirsi a fare certe domande da ragazzino! -
La risata sguaiata
che seguì a quella reazione aumentò visibilmente l'imbarazzo di
Alphonse, che era ormai tentato di chiudere immediatamente la
chiamata.
- Scusami, lil-boy,
mi sono voluto prendere una piccola vendetta su di te - confessò
l'uomo - Parecchi anni fa, quel mascalzone di tuo padre mi fece la
stessa domanda quando tornai dal mio primo giorno di scuola. La cosa
più bella fu che quel giorno ebbi il colpo di fulmine per Abigale,
quindi puoi capire che ebbi la tua stessa reazione -
Alphonse sorrise.
Parlare del suo genitore perduto era qualcosa che non gli capitava
spesso, specie con qualcuno che lo aveva conosciuto come persona,
oltre che come artista(3). Ivan gli aveva spesso parlato
di quella particolare attitudine "spinosa" di suo padre,
che si divertiva a stuzzicarlo per vedere le sue reazioni esagerate.
- Sai, mi manca
spesso - confessò ancora una volta l'americano - Ogni tanto penso
che, bhe, non avrò più nessuno che mi rimetta al mio posto quando
mi monto la testa, nè qualcuno che mi tratti semplicemente come
Ivan. Sai, quando era più giovane adoravo andare negli uffici dei
disegnatori per sentirmi un pò capo anche io, quando ancora mio
padre non mi avrebbe affidato neanche il salvadanaio, e tutti mi
trattavano con il rispetto ipocrita che si dava al figlio del loro
capo. Tuo padre, invece, lo odiai all'istante. Mi chiamava
"lil-whitey(2)" e diceva che il mio accento
Texano l'avrebbe riconosciuto pure un gatto sordo. Non perdeva
occasione per stuzzicarmi, quel buffone di un disegnatore...-
Prese una pausa, un
profondo respiro. Alphonse sentì il rumore dell'accendino sibilare
nel telefono, e comprese che l'uomo stava per accendersi una
sigaretta. Percepì l'uomo inspirare profondamente il fumo e poi
buttarlo fuori, prima di ricominciare a parlare.
- Però quel
buffone è stato più presente nella mia vita di qualunque persona -
mormorò infine, pacatamente - Mi ha dato consigli su come farmi
avanti con la donna che amavo, mi ha insegnato cosa significa essere
un capo corretto e leale con i propri dipendenti, mi ha dato tante di
quelle lezioni di vita che, ormai, penso che quell'uomo sia diventato
una parte indelebile dell'uomo che sono io adesso. Mi sarebbe
piaciuto parlargli di mia figlia, sai? Lo prendevo spesso in giro
perchè non sapeva dirti di no e adesso sono il primo a farmi mettere
i piedi in testa da quel diavoletto. Me lo avrebbe rinfacciato in
eterno, quel mascalzone, fidati -
Alphonse non emise
un gemito, ma gli occhi si erano ormai riempiti di lacrime, che
scendevano sulle guance ormai arrossate dal pianto. Tirò su col
naso, passandosi la mano libera sotto gli occhi per cercare di
fermare le gocce dal cadere, ma riuscì soltanto ad aumentare la sua
stessa lacrimazione.
- Scusa, lil-boy -
disse, senza entusiasmo, il magnate - Non dovevo prendere questo
discorso, io...-
- No, Signor Ivan -
lo interruppe il ragazzo - Mi fa davvero piacere sentire parlare di
lui. Lo sento quasi più vicino -
Ivan M. Crawford
stette zitto per qualche secondo, dando il tempo al ragazzo di
sfogare le lacrime. Quando il ragazzo tirò nuovamente su con il
naso, segno che aveva smesso di piangere, continuò a parlare,
cambiando drasticamente discorso.
- E comunque, non
hai risposto alla mia domanda - disse, con un ghigno.
- Di quale domanda
parla? - chiese confusamente il ragazzo.
- Da come hai
reagito alla mia domanda pare che qualcuno oggi si sia preso una
bella cotta? - disse con voce falsamente pettegola - Voglio sapere
davvero tutto! -
NOTE DELL'AUTORE:
(1). In realtà, il nome di Ivan Michael Crawford è stato scelto principalmente per dargli una connotazione internazionale. Ivan(nome russo) Michael(americanizzazione di un nome ebraico) Crawford(americano). Di più, il suo nome è preso dalla mia passione per il cinema ovvero dal film "Ivan il Terribile"(mi sono divertito, perchè il nostro Crawford è un pezzo di pane), Michael Bay(no, non ho scelto quel nome perchè mi chiamo Michele, è un tributo al Re dei Blockbusteroni esplosivi) e Crawford... bhe, perchè è ovviamente discendente di Pegasus.
(2) "lil-boy" e "lil-whitey" è un mix tra una citazione a Bleach(ovvero il piccolo "lil-Shiro" che altri non è che il Capitano Hitsugaya e, appunto, Shiro significa "bianco") ed il classico "Yugi-boy" e "Kaiba-boy" di Pegasus. Peraltro, giusto per confermare, Ivan chiama "lil-boy" Alphonse proprio come un tempo il padre di Alphonse lo chiamava "lil-whitey"
(3) Questo è un
appunto personale. Nel caso siate nel dubbio, SI. Considero coloro
che disegnano le carte di Yu-gi-oh! dei veri e propri artisti, senza
alcuna via di mezzo. Ideare, creare e disegnare archetipi è
difficile, specie se poi devi costruirci una Lore dietro come quella
del Duel Terminal.
OMG, eccoci al
secondo capitolo. Stavolta non vi ho nemmeno fatto sbattere per
capire quale era la carta, ovvero "Saffira, Regina dei Draghi"
che ha tra l'altro uno degli artwork più belli del mondo di
Yugioh,
a mio parere. Come avrete già notato sono cambiate parecchie
cose
nel remake. Ho tolto la parte inutile del "ricevere i Duel
Dragon" da Ivan perchè mi faceva nascere la domanda "scusa,
ma perchè non glie li ha dati prima?". L'intervento, non
presente nella versione originale, del tizio grande e grosso che
avrete già riconosciuto se avete letto la fic originale,
altrimenti
vi consiglio di non farvi spoilerzzz, è stato il primo grande
cambiamento della fic. Per quanto riguarda Antico Drago Fata, non
giudicatela per quanto rompe a Luna, ha i suoi motivi. Come vedete, le
cose si stanno mettendo in
moto in maniera diversa e man mano che la fic avanzerà vedremo
sempre più differenze. A partire dai prossimi capitoli che
saranno
COMPLETAMENTE INEDITI(tan-tan-tan). Null'altro da dire se non...
GRAZIE.
GRAZIE PER L'AFFETTO CHE MI AVETE DIMOSTRATO LEGGENDO QUESTA STORIA
GRAZIE PER AVER CAPITO I MIEI DUBBI ED AVERMI SUPPORTATO IN QUESTA FOLLIA
SEMBRA
STUPIDO DA DIRE MA... GRAZIE DAVVERO!
UN SALUTONE DAL VOSTRO GRAVITYZERO94
SEE YOU!