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Autore: roby_dreamer    05/06/2009    1 recensioni
Questa fan fiction è ambientata 9 anni dopo l'ultima puntata della seconda stagione di Gossip Girl.Quindi quando i protagonisti hanno 27 anni. Ho immaginato quindi cosa potrebbe essergli successo finito il liceo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dannazione.

Ero di nuovo in ritardo, Lily non me l’avrebbe perdonato quella volta. Dalla morte di mio padre avevamo molto legato, ero entrato nella sua famiglia e per la prima volta nella mia vita mi ero sentito parte di un… qualcosa.

Quella sera c’era l’ennesima festa di beneficenza, ero a mio agio in quelle situazioni, ovviamente, ma il divertimento era un’altra cosa.

Quando la limousine si fermò finalmente davanti al palazzo mi sistemai la cravatta attendendo che l’autista mi aprisse la porta. Scesi dalla vettura abbottonandomi la giacca abbagliato dai flash. Sorrisi un attimo ai fotografi e poi salii le scale.

Erano lontani i tempi di Gossip Girl, ma adesso erano i giornali a narrare le mie imprese. In fondo essere l’imprenditore più giovane e ricco degli Stati Uniti aveva i suoi lati negativi …

Entrai nel salone notando immediatamente Serena. Aveva un vestito verde con uno spacco abissale. Quante fantasie avevo fatto su di lei e quanto c’eravamo andati vicini quella volta in Malesia …

Adesso lavorava a Broadway, aspettando di conquistare anche Hollywood. Feci un cenno in sua direzione, che lei ricambiò, e mi avvicinai a Lily.

“Sei sempre perfetta, Lily” le dissi baciandole la guancia. Erano passati gli anni anche per lei, ma la sua classe non ne aveva risentito, se non migliorata dalla saggezza. Inoltre si distinguevano ancora nel suo viso i tratti della sua bellezza giovanile.

“Charles, sei un perfetto gentiluomo, ma non pensare di farmi dimenticare il tuo ritardo grazie ai complimenti …” mi disse sorridendo. “Ma è quello che penso, speravo solamente di avere anche un beneficio secondario. Vado a prendere qualcosa e ti lascio ai tuoi ospiti.”

Mi avvicinai quindi al bancone, non volevo uno di quei vini che servivano i camerieri in giro per la sala, avevo bisogno di qualcosa di forte, come uno Scotch doppio. Il mio percorso non fu senza interruzioni. Un mucchio di sanguisughe che cercano di aggraziarsi la persona più potente vicina …

Mi sentii chiamare alle spalle, eccone un altro; questa volta era il figlio di un senatore. Gli avevo fatto fare un giro per locali, i miei locali, e l’unica affermazione alla fine della serata, o per meglio dire la mattinata dopo, era stata “E’ stata l’esperienza più incredibile della mia vita…”.

Prevedibile come reazione: nessuno sapeva divertirsi come Chuck Bass!

Tutto quell’ impegno era servito per ottenere il favore del padre per un piano edilizio. Aveva dato i suoi frutti, ma come tutto, anche quell’esperienza aveva portato i suoi lati negativi: a quanto pare adesso dovevo sopportarlo ogni volta che lo incontravo.

“Charles, speravo di incontrarti in quest’occasione!” disse stringendomi la mano. “Adam, mi sembrava di essere pedinato …”

“Sei sempre così divertente!”. Ecco appunto: si era rivelato in tutta la sua stupidità, non aveva neanche capito che era molesto!

Aggiunse poi “Beh ho l’occasione per presentarti la mia nuova fidanzata…” e fece un cenno alle mie spalle. Mi voltai istintivamente e mi ritrovai a guardare quegli occhi profondi che mi avevano tante volte ossessionato. Quelli di Blair. E a quanto pare anche lei era sorpresa di vedermi.

Nei suoi occhi passarono un’infinità di emozioni. Per un secondo ovviamente. Poi riuscì a ritrovare la compostezza avvicinandosi al suo fidanzato, lo baciò sulla guancia, quindi  si voltò a guardarmi.

“Non sapevo che la tua compagna fosse Waldorf”.

Adam mi guardò sorpreso, a quanto pare non sapeva veramente che ci conoscevamo già.

“Vi conoscete?”

Lei gli posò una mano sulle spalle e gli disse “Si caro (in inglese immaginavo dicesse sweety), io e Chuck eravamo compagni di scuola e … amici …” disse dopo una piccola pausa concentrando il suo sguardo su di me. Com’era bello risentire la sua voce, ma quanto dolore infliggeva.

“Comunque è un piacere rivederti, Waldorf”

Non era vero, ma non glielo avrei mai fatto capire.

“Si devono essere forse cinque anni che non ci vediamo.”

Si, erano cinque anni. Come potevo dimenticare quella litigata, quel periodo. Ed ero sicuro che se lo ricordasse anche lei, come si poteva dimenticare. Quel tragico evento ci aveva segnato tutti… forse io più di tutti, infatti il mio senso di colpa non era diminuito in quei cinque anni.

La guardai negli occhi, immaginai dalla sua espressione che stesse pensando la stessa cosa, lo si capiva dal velo di tristezza che le aveva coperto gli occhi.

Non riuscii a pronunciare nulla a riguardo. Quell’ argomento e la sua vicinanza mi mettevano a disagio. Erano poche le cose che mi procuravano di questi problemi e normalmente riuscivo a fingere bene, ma a quanto pareva quella sera dovevo avere a che fare con due di loro contemporaneamente.  Quindi chiesi “Adesso che fai? Hai realizzato i tuoi sogni?”

“Lavoro al palazzo di vetro. E lì che ho incontrato Adam” disse sorridendo al suo “Caro”. La carriera diplomatica, proprio lei che avrebbe fatto concorrenza ad un dittatore. Mi venne spontaneo sorridere. E non passò inosservato, infatti poco dopo lei si girò per lanciarmi uno sguardo di fuoco. A quanto pare non era così cambiata. Sorseggiai un po’ il mio drink, guardando la sala in cerca di aiuto da quella situazione. Dove erano i seccatori quando servivano?!

Per fortuna arrivò qualcuno, che però non era un seccatore nel senso proprio del termine, anzi…

Era Serena. Si avvicinò a me voltandosi poi per salutare Blair. Avevano litigato per l’ennesima volta e da allora non erano più riuscite a ricostruire la loro amicizia.

“Blair come stai?”

“Bene grazie. Ti presento il mio attuale fidanzato, Adam questa è Serena!”

Eh si, non avevano proprio superato la rottura,si poteva sentire il tono freddo delle loro parole, in confronto

“E’ un piacere Adam, ma devo rubarvi Chuck, nostra madre ci pretendeva per una foto per i giornalisti.”

E mi trascinò via senza aspettare una replica. Quando fummo abbastanza lontani mi disse “Ti vedevo agonizzare dall’altra parte della sala… non serve che ringrazi!” e concluse con un sorrisino. “Grazie, ma era tutto sotto controllo, stavo solo rivedendo una vecchia amica”. Non ne ero convinto neanche io dal mio tono, infatti l’espressione di Serena confermava la mia pessima recita.

“Beh in verità non ci cercava, quindi se vuoi tornare indietro nessuno te lo impedisce…”

E ovviamente rimasi fermo dove ero. Non sarei mai tornato indietro. “Comunque dov’è la tua sanguisuga? Non l’ho ancora vista scodinzolarti intorno stasera.”

“Non sei divertente…” disse dandomi una pacca sulla spalla, ma sorridendomi “…non ci credo che lo prendi ancora in giro, povero. Poi ora che siete anche amici!”

Alcune volte stentavo a crederci: amico di Dan Humphrey! Prima nemico, poi fratello acquisito e ora amico.

“Non sarei Chuck Bass, se non umiliassi un Humphrey!”

Rise anche lei, ormai gli scambi di battute tra me e Dan erano epici in famiglia.

“Comunque non poteva venire stasera, aveva un incontro importante con l’editore, in compenso è arrivata la tua ultima fiamma, Justine o Jasmine non ricordo…”

  
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