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Autore: Shinrinyoku    14/03/2017    0 recensioni
C'era una volta un nome, forse due.
E mi ritrovai a piangerli in un giorno di primavera.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal finestrino aperto della macchina passava l'intenso odore di mare proveniente da fuori,
e per un attimo il suo colore azzurro acceso ridipinse la mia giornata.
I profili naturali in cui ero solita sentirmi a casa erano quelli delle candide colline.
Nella loro dolcezza, rivedevo ogni giorno il lento scorrere della mia vita, l'alternarsi delle stagioni che man mano si erano accumulate sul mio cuore,
e che ora pesavano sul mio corpo.
Bastò uno sguardo, un respiro, per accorgermi di quanto mi fosse estranea quella vista, e in quel preciso momento un brivido mi avvolse,
stringendomi il petto in una morsa di emozioni tanto forti da ricatapultarmi in un attimo dimenticato della mia esistenza.
Rividi me, la corsa in macchina in quella città sul mare per arrivare a casa della mia fiamma del momento.
Avevo allora ventuno anni, e il cuore perennemente in gola.
Mi rividi premere quell'acceleratore in tutta fretta, per quanto fossi consapevole dello spettacolo che mi stavo lasciando alle spalle.
Doveva essere un incontro furtivo, il nostro, considerando che avevo già una relazione, all'epoca.
Di fatto, non sapevo nemmeno se davvero mi piaceva, se davvero mi era mai piaciuta, quella persona.
Riflettendoci col senno di poi, credo che la vita mi stesse mettendo davanti a una delle sue simpatiche "strade alternative",
da sempre fondate sull'esigenza di illudersi che qualcosa possa davvero cambiare; e il tutto solo per qualche battito del cuore in più.
Non trovando più i ricordi, immaginai forte di vederlo scendere dal suo condominio, munito di tutta
l'attrezzatura necessaria, la vera scusa del nostro incontro.
Ma ancora il mare richiamò a sé la mia attenzione.
Chissà dov'era ora quel ragazzo incerto e così sfumato delle mie memorie.
Chissà se ancora ricordava le nostre passeggiate sul lungomare, la televisione che trasmetteva la partita della nostra Italia e le urla dei tifosi
che cancellavano le nostre parole, costringendoci a esprimerci solamente con fugaci scambi di sguardi, ancora timidi e incerti.
Chissà dov'era finita quella luce nei miei occhi...
E proprio mentre la malinconia stava prendendo il sopravvento, sentii un tiepido e delicato tocco spostarsi dolcemente sul dorso della mia mano.
Sorrisi.



Ricordi, mostri che affannano il presente.
   
 
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