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Autore: Elsinor    17/03/2017    5 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Alec rimirava scontento la sua vaschetta di insalata.
«La mangiavo prima che andassi a Hogwarts...sono cambiato. A me piace la torta al butterscotch...oh, pazienza,» la buttò sul comodino (ne aveva uno) «se c'è una cosa che non cambierà mai sono i miei genitori. Ecco perché non tornerò neanche morto.»
«Hai fatto bene a non morire.»
Per la prima volta lo vidi sorridere. «Anche tu.»
«In realtà non so bene come ho fatto...» cominciai, con tutta l'intenzione di fare il modesto all'inizio per sboroneggiare alla fine, ma Alec mi interruppe.
«Io sì: ti ho riempito di Felix Felicis l'Idromele...la Pozione della Fortuna.» spiegò davanti al mio sguardo interrogativo «Dalla mia provvista personale. Me la tenevo per un'occasione speciale, ma ero seriamente preoccupato per la tua pelle, quindi...»
«Sei un bastardo.» dissi lentamente.
«Prego, non ringraziarmi!» esclamò offeso Alec «Mesi di lavoro, per non parlare dei galeoni per gli ingredienti...e invece di usarla per metterti al sicuro, tu vai a pescare mia sorella e corri in bocca al nemico. Che ti ho lasciato a fare quel messaggio sulla rivista?!»
«"Bevi alla mia salute" era proprio un messaggio del cavolo, potevi fare la fatica di dirmelo a voce, invece di sfoggiare i tuoi incantesimi.»
«Quello era solo il titolo, sotto c'era scritto altro.»
Stavolta mi tappò abbastanza la bocca. In effetti la Guaritrice mi aveva sottratto la rivista prima che mi venisse in mente di aspettare a leggere altre parole.
Alec mi stava guardando storto: «Se te l'avessi detto a voce avresti fatto un sacco di storie. Ho pensato fosse inutile farti agitare inutilmente e ho predisposto quel piano solo in caso di pericolo. Già, ha funzionato a perfezione!» sbuffò, abbassando lo sguardo sulle sue pergamene. Prese la piuma e cancellò al volo due parole.
«Com'era quella barzelletta che iniziava con Silente al bar? Ho proprio bisogno di farmi una risata.»
Era proprio stronzo, ma non riuscivo ad arrabbiarmi sul serio, finché aveva quello sbaffo di inchiostro sul naso. Gli raccontai tutto.
«Pensavi di morire quando hai lasciato quei ricordi?» gli chiesi. Era rimasto in silenzio, quindi qualcuno doveva pur iniziare il discorso.
Si inumidì le labbra: «Come vorrei avere un Pensatoio!» disse invece di rispondere «Fullerton venderebbe sua nonna. Anch'io la mia...ma la venderei per meno.»
«Te lo chiedo perché sono preoccupato di quanta roba tu abbia passato a Silente, sai, di me e te. Sarebbe un po' imbarazzante avergli stretto la mano.»
«Lo dici solo per vantarti di avergli stretto la mano» osservò lui acuto come sempre «e comunque ci ho messo il necessario. Dovrebbe preoccuparsi di più Egon.» il nome fece cadere di nuovo il silenzio.
Alec fissava le fitte righe di cui aveva ricoperto già due fogli di pergamena, in una bella grafia minuta e affilata. Io sbirciavo l'azzurro dei suoi occhi sotto le ciglia e mi chiedevo, in mancanza di Pensatoio, dentro quali ricordi si stesse perdendo.
«Pensavo che Alanna l'avrebbe schiacciato.» disse alla fine.
«E sei contento che non sia successo?»
«Cosa vuoi sentirti dire?» replicò stancamente, tirando indietro il busto e appoggiando la schiena al cuscino.
Alzai le spalle «La verità.»
Fece un sorriso malinconico «Sei raro.»
Lasciai perdere le risposte brillanti per ricambiare il suo sguardo, e diciamo che ne valeva la pena.
«A volte persino io sono irragionevole» riprese il solito Alec «e quando fai delle cose con un ragazzo per la prima volta, non è facile dimenticarlo.»
«U-uh.» commentai senza sbilanciarmi. Io avevo fatto varie cose con vari ragazzi e non mi ricordavo proprio di nessuno.
«Se ti può consolare, ho avuto un altro attacco di irragionevolezza quel giorno al Ministero. Ancora non ho capito perché ti ho notato...ah, invece sì, era quel vestito atroce. Per il resto...non lo so.»
«L'articolo.» suggerii, accennando alle pergamene sullo scrittoio.
Alec fece una smorfia «Già...l'articolo. Alla luce di Silente eccetera, mi sembra ancora più improbabile che uscirà da questa stanza. Ma potrei cambiare un po' di dettagli e i nomi. Tu diventi una ragazza, naturalmente...»
«Ok, perché?!»
«Perché deve esserci una ragazza, nella storia: ai lettori piace.» aveva un sorrisino all'angolo della bocca «Ratbert diventa umano. A proposito, dì a Collins che lo rivoglio prima di subito. Userò uno pseudonimo, altrimenti sembrerebbe che mi stia autoincensando.»
«Quando mai ti autoincensi.» non riuscii a trattenermi, ma tanto Alec non parve cogliere l'ironia.
«Già. Sembra che il mio nome resterà sempre in fondo alle ricette delle crostate al rabarbaro per streghe golose.» suonava come qualcosa che avevo detto e accidenti come se lo ricordava bene. Quando aveva affermato di avere un'ottima memoria non si stava autoincensando. Infatti proseguì, con un sorriso molto amaro «Avevi ragione, sono un fallito.»
«È tornato il treno dell'autocommiserazione? Guarda che l'espresso per 'fanculo parte alle nove in punto.»
«Perché, che cosa avrei guadagnato da questa storia?» rincarò, lagnoso.
«L'insalata, il vestito da tua madre...»
«Ci sarà sopra una Fattura Pungente di Alanna. Non lo metterò mai...be', magari dopo averlo esaminato...»
«...e poi c'è sempre quella scopata.»
Alec schioccò le dita. Non era riuscito a trattenere il sorriso, modestia a parte.
«A meno che tu non pensi che sia uno sbaglio e che ti faccio pena.» conclusi.
«Non lo penso e non lo pensavo.» ribatté Alec rimettendosi sulla difensiva. Si strofinò il naso, cominciava a sospettare dell'inchiostro, forse.
«Be', neanche io ho mai pensato che tu sia un fallito. Sei in gamba e mi hai salvato la vita.»
Alec mi sorrise, scuotendo piano la testa «Sei stato tu a salvarmi.»
«Silente dice che potrei stare a Grifondoro.»
«Molto appropriato, non ho mai conosciuto un Grifondoro col cervello più grande di una Gobbiglia.»
Cosa dovevo fare con lui? Glielo chiesi anche, solo che glielo chiesi da troppo vicino, così nemmeno pensò di rispondere.

















Angolo dell'autrice: quel che riesce a far sorridere Alec, ricordiamolo, è il ricordo della promessa "cristallina" fatta nel capitolo 16! E finalmente, in ritardo rispetto a tutti voi lettori, Silas scopre qual era il vero contenuto della bottiglia di Idromele. Il cerchio si chiude, e anche la storia...ehi, dove andate? Dovete ancora leggere il prossimo capitolo, l'epilogo! Che combineranno ancora Silas e Alec...e che combinerà la sottoscritta? Scoprirete questo e molto altro nell'imminente finale di Accio bitch!
   
 
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