Dalla
rubrica A Cuore Scoperto del
settimanale Non mi dire!, n. 11
19/03/2017.
Caro Kai, amo le
tue risposte sagaci.
Spero che lo humor che ti contraddistingue possa essermi
d’aiuto, perché al
momento non vedo vie d’uscita.
Ti spiego in breve la situazione. Il mio ragazzo è di
origini cinesi ma vive a
Seoul da quando era piccolo. Siamo stati amici a lungo prima di
metterci
insieme, e da quando lo conosco lui non ha fatto che ripetermi quanto
gli
sarebbe piaciuto sfondare nel mondo dello spettacolo. E’ un
bravo ballerino,
canta discretamente, se la cava con il rap e pratica da diversi anni
un’arte
marziale cinese di cui non ricordo mai il nome, il che lo rende
più atletico
dell’aspirante star media. Io l’ho sempre
sostenuto, ci mancherebbe. Credo
davvero in lui, nel suo talento, nell’impegno che mette in
ogni cosa.
Lo scorso dicembre, mentre era nella sua Qingdao a trovare i parenti
per
Natale, un talent scout lo ha notato e gli ha proposto di firmare un
contratto
con la sua agenzia. Il mio ragazzo ha accettato, entusiasta ma senza
farsi
troppe illusioni. E invece, a distanza di un paio di mesi, è
arrivata la sua
grande occasione: un’importante casa discografica vuole
produrre il suo primo
album. Io ero felice come non mai, lui non parliamone proprio. Ma ben
presto ci
siamo dovuti ricredere. Infatti, tra la registrazione del disco e la
successiva
promozione, lui dovrebbe passare almeno un anno in Cina.
Un anno. Mi è crollato il mondo addosso. Studio Medicina,
devo lavorare per
mantenermi. Ogni spicciolo che metto da parte lo spendo in tasse
universitarie
e bollette. Se voglio sperare di laurearmi in tempi accettabili con una
buona
media devo studiare ogni santo giorno. Tempo e soldi per andarlo a
trovare in
Cina nei prossimi dodici mesi non ne avrei affatto. Lo stesso varrebbe
per lui;
la vita di un idol è durissima, fitta d’impegni.
E’ facile immaginare che il
suo manager non lo lascerebbe salire su aereo per venire da me nemmeno
se ne
andasse della sua stessa vita.
Eppure, nonostante l’amore che ci lega e lo strazio del
saperci separati,
l’ombra di quel suo sogno infantile aleggia su di noi.
Posso, in tutta onestà, calpestare le sue aspirazioni
(impedirgli almeno di
provarci!) per mero egoismo e andare a dormire con la coscienza pulita?
Posso
tarpargli le ali e convincerlo a rinunciare ad un destino di gloria,
tanto
aleatoria quanto irresistibile? Lo amo. Amo quest’uomo con
tutto l’altruismo di
cui sono capace. Ma saprò lasciarlo andare?
KJ
«Cara/o
KJ,
la tua lettera riapre in me una vecchia ferita.
Quando toccò a me scegliere tra le due opzioni -essere
egoista o rinunciare a
chi amavo- non fui molto brillante. Non feci niente, in
realtà; lasciai che fosse
un’altra persona a decidere anche per me. Sono il peggiore
consigliere a cui ti
potessi rivolgere, mi dispiace.
Tuttavia, credo che in cuor tuo conosca già la risposta. Non
sarà facile
accettarlo. Non lo è mai. Ti sono vicino, per quel che
vale.»
Caro Kai, la
scorsa settimana ti ho
scritto chiedendoti se sia possibile dimenticare il primo amore.
Quest’oggi invece vorrei sapere in che modo, eventualmente,
potrei riallacciare
i contatti con il mio ex. Sono passati degli anni e ci siamo persi di
vista, ma
i sentimenti che provo per lui sono forti come un tempo. Tu credi nella
seconda
chance?
S.
«Spiacente,
S. Le minestre riscaldate sono buone solo se non fungono da metafora
per una
relazione morta e sepolta. Ti consiglio di desistere; ti faresti solo
del male.»
Carissimo Kai,
sei ufficialmente il
mio mito! Ho affumicato un po’ la camera da letto e scomodato
i vigili del
fuoco per un nonnulla, ma finalmente Y ha afferrato il messaggio e la
nostra
vita di coppia è rifiorita. Grazie!
La tua fan
numero uno,
M.
«Cara
M, sei
matta come un cavallo ma leggendo la tua lettera ho riso di cuore per
la prima
volta da mesi. Grazie a te, e salutami quel martire del tuo
fidanzato!»
Una
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