Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Haruno_Shiobana98    19/03/2017    0 recensioni
"Il mondo collassò attorno al ragazzo, annichilendosi in un infinito e silenzioso vuoto nero. Dopo quello, il nulla."
Gran parte dei fan conoscono la trama di Vento Aureo. Ma come potrebbe cambiare, se ambientata dopo il Reset di Pucci?
A Morioh Cho, una pacifica cittadina del Giappone, non è mai accaduto niente di significativo. Sarà il furto di un prezioso manufatto antico, una punta di freccia, a mettere in moto una catena di eventi tali da sconvolgere la vita di Giorno Giovanna, un liceale diciottenne, e di Helen Agasa, sua amica d'infanzia. Il filo del destino li legherà a nuovi compagni, vecchie conoscenze ed inaspettati nemici, rivelando scomode e dolorose verità.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bruno Bucciarati, Giorno Giovanna, Guido Mista, Trish Una
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Il vento che continuava a soffiare asciugava le lacrime che scendevano sul volto di Giorno, mentre il ragazzo cercava di allontanarsi il più velocemente possibile da lei. Avrebbe voluto tornare indietro, abbracciarla e tranquillizzarla, ma non poteva. Giorno era morto, come le aveva detto poco fa. E non sarebbe tornato per nessuno.
Mentre stava camminando, un ragazzo lo affiancò, proseguendo accanto a lui per qualche minuto, per poi fermarlo poggiandogli una mano sulla spalla. Giorno si voltò verso di lui e lo guardò con aria interrogativa. Il ragazzo, magro e di altezza media, gli sorrise.
-Scusami, sono nuovo qua e stavo cercando un buon posto in cui mangiare sai mica dove potrei trovarlo?-
Sebbene la sua espressione fosse amichevole, gli occhi di lui, azzurri e gelidi come il ghiaccio, mettevano a disagio Giorno, che cercò di liquidarlo con poche parole.
-Beh, credo che in fondo alla strada ci sia un ottimo fast food. Non è lontano. Ora scusami, devo andare.-
L'altro non accennava a lasciargli la spalla.
-Oh, perfetto, mi accompagni? Il mio nome è Bruno. Bruno Bucciarati. Piacere di conoscerti...?-
Nella sua frase era implicito che volesse sapere anche il suo nome, quindi Giorno rimase un attimo interdetto. Per risolvere lo stallo, decise di inventarsi un nome falso.
-Mi chiamo Koichi. Hirose Koichi.- gli disse, stringendogli la mano freddamente.
-Oh, Koichi? Che strano...- borbottò l'altro con fare assorto.
-Strano? Non credo che il mio nome sia così... inusuale.- gli disse Giorno cercando di rimanere calmo.
-Beh, invece lo è. Almeno per te, lo è.-
-Come scusa?-
-Ma sì, una persona come te, alta, bionda... avrei pensato ad un nome molto più solare... Aspetta, ne ho uno.-
-Quale?- domandò Giorno perplesso ed inquietato.
-Mhhh... sì, credo che questo ti calzi alla perfezione. Haruno Shiobana, ma se vogliamo essere raffinati, Giorno Giovanna. Ti piace?- lo sguardo di Bruno si fece quasi penetrante, e Giorno si sentì a disagio, oltre che ovviamente confuso.
-Cosa...? Cosa vuoi da me? Non ho mai sentito questo nome in vita mia. Devo andare.- cercò di staccarsi dalla presa dell'altro, scrollando le spalle ed iniziando ad allontanarsi.
-Dai Giorno, accompagnami al fast food e facciamoci un panino assieme. Offro io.- Bruno non accennava ad arrendersi, così Giorno continuò a camminare senza rispondergli.
-Ultima possibilità, voltati e andiamo assieme a cenare.-
Giorno continuava ad ignorarlo.
-Bene- disse sospirando Bruno -Non volevo arrivare a questo, ma non posso nemmeno lasciarti sparire nel nulla.-
Giorno si affrettò a voltare l'angolo della strada, ma si trovò subito davanti Bucciarati che lo aspettava, appoggiato al muro. Giorno rimase perplesso.
-Quando sei arrivato qui? E come hai fatto? Anzi, non mi importa. Spostati.- gli disse Giorno in tono perentorio.
-Temo di non poterlo fare.- gli rispose l'altro staccandosi dal muro e mettendosi in piedi davanti a lui. -Verrai con me, volente o nolente.-
La figura di Bruno fu avvolta da una luce eterea, bluastra, del tutto simile a quella che aveva visto Giorno su di sé, diversi minuti prima.
-Saluta il nostro nuovo "amico", Sticky Fingers!- Bruno per un momento sembrò dividersi in due, ma dopo qualche istante la sagoma sfocata dietro di lui prese consistenza: era un essere umanoide, alto un po' più di Bruno, col volto completamente coperto da un casco blu che sembrava fuso con la sua testa, mentre il resto del corpo era bianco e blu, con numerose cerniere attaccate sul dorso delle mani e sul petto.
-Cosa sarebbe quello?- domandò Giorno al suo avversario, squadrandolo.
-Questo, si chiama Stand. È la manifestazione della forza vitale del suo portatore, cioè io. Il fatto che tu lo veda, significa che anche tu possiedi uno stand, come immaginava il mio capo. Forza, Giorno, liberalo. Ci divertiremo un po'.- gli rispose Bucciarati guardandolo e aspettando la sua mossa.
-Stand? Io non ho niente del genere. Ti stai sbagliando.-
-Vuoi dire che in quel vicolo hai fatto fare un volo di una decina di metri ad un uomo che pesava il doppio di te, con la sola forza di un pugno? Cavolo, sei davvero forte. Smettila di prendermi in giro, è una cosa che mi fa andare il sangue alla testa. Tira fuori le palle.-
-Io non ho niente da dimostrarti. Sì, a volte ho più forza del normale, ma non è niente di che. Sarà l'adrenalina. È una reazione fisiologica comune a tutti gli esseri umani, no?- gli disse Giorno, cercando di essere convincente. Sebbene non sapesse davvero cosa fosse uno Stand, in ogni caso la forza che aveva dimostrato in numerose situazioni non era niente di umano.
A quella risposta, Bucciarati stette in silenzio, ed iniziò ad avvicinarsi a Giorno, camminando lentamente, seguito dal suo Stand. Una volta arrivato davanti a lui, avvicinò il suo volto a quello dell'altro.
-Sai che io sono in grado di riconoscere chi mi mente?- mormorò Bruno a Giorno, poi portò la bocca vicino alla guancia del ragazzo e la leccò.
-E questo, questo è il sapore di un bugiardo, Giorno Giovanna!-
Prima di finire la frase, Bucciarati aveva già caricato un pugno del suo Stand, e Giorno fece appena in tempo a proteggersi, facendosi scudo con le braccia. L'impatto lo fece comunque finire disteso qualche metro più indietro. Mentre cercava di rialzarsi, Giorno si accorse di aver perso sensibilità al braccio che era stato colpito dal pugno dello Stand di Bruno. Abbassò gli occhi, e gli si gelò il sangue alla vista: la sua mano pendeva dal polso, attaccata ad esso solo da una sottile cerniera, senza che però fuoriuscisse nemmeno una goccia di sangue.
-Esatto, Giorno.- esordì Bruno, rispondendo ai suoi pensieri. -Ogni Stand ha un potere, e il mio è quello di poter aprire o separare qualsiasi cosa, tramite delle zip. In questo momento, la tua mano è inutilizzabile, solo io potrò rimetterla a posto. Che ne dici, vuoi arrenderti e seguirmi ora?-
Senza rispondere, Giorno si alzò in piedi, staccando del tutto la mano dal suo polso tramite la cerniera e poggiandola a terra. Attorno a loro, un pubblico di curiosi aveva iniziato ad osservarli dalla distanza.
-Affatto, chiuderò questo scontro e poi me ne camminerò via tranquillamente, Bruno Bucciarati.- la voce di Giorno era distorta dalla rabbia, e il fuoco di poco prima tornò a bruciare nei suoi occhi.
-Perfetto, non mi aspettavo niente di meno da te. Non ci andrò leggero, sappilo.- gli rispose Bruno sorridendogli leggermente, per poi scattare verso di lui.
Giorno non sapeva se avesse davvero uno Stand, però era certo di stare rischiando la vita. Se Bruno gli avesse colpito il petto, probabilmente avrebbe separato il suo cuore dal resto del corpo, e in quel caso avrebbe potuto fare molto poco. Sarebbe morto, e questa volta sul serio. Di conseguenza, doveva concentrarsi.
"Andiamo, devo farcela." Giorno sentì una nuova energia iniziare a scorrergli nelle vene, mentre Bruno e il suo stand si facevano sempre più vicini.
-Avanti, reagisci Giorno!- Bruno iniziò a scagliare pugni col suo Sticky Fingers, sempre più velocemente e con più forza. Giorno stava cercando di deviare i colpi del suo avversario, accorgendosi che sebbene i pugni dello Stand nemico stessero colpendo i suoi avambracci, non stavano avendo lo stesso effetto di prima: osservando meglio, vide che le sue braccia erano avvolte dalla stessa luce gialla di prima, e sembravano deflettere gli attacchi un millimetro prima che impattassero sulla sua pelle. Bucciarati interruppe per un attimo la sua raffica.
-Molto bene, sembra che tu stia riuscendo a difenderti usando l'energia dello Stand per non venire fatto a pezzi dal mio. Ma quanto potrai andare avanti così? Aumentiamo il ritmo e lo scopriremo.- senza la minima pietà, Bucciarati riprese i suoi attacchi, questa volta duplicando la velocità. Ogni pugno che arrivava a Giorno lo spingeva sempre più indietro, facendolo barcollare. Più passavano i secondi e più aveva l'impressione che la luce attorno alle sue braccia iniziasse a condensarsi e ad assumere una forma più definita, ma ogni volta che cercava di concentrarcisi sembrava che regredisse allo stato etereo ed inconsistente sotto cui si era manifestata la prima volta.
-Avanti! Avanti! So che puoi fare di più Giorno! Devo solo motivarti.-
Sfruttando le aperture nella sua guardia, Bucciarati caricò un montante fulmineo e colpì Giorno in pieno petto, facendolo volare qualche metro più indietro. L'impatto col marciapiede fu traumatizzante per Giorno, che si trovò ad arrancare a terra, cercando di riprendere fiato e di rialzarsi contemporaneamente.
-Che pena.- gli disse Bruno scuotendo la testa. -Credevo tu valessi qualcosa, credevo tu fossi all'altezza. Ma non sei nemmeno in grado di proteggere te stesso. In che modo avresti mai potuto difendere quella ragazza di prima, nel vicolo? È stato un bene che tu sia stato dato per morto quel giorno, al museo. Lei non avrebbe mai potuto stare con un buono a nulla come te, l'avresti solo fatta soffrire. Non saresti mai stato in grado di darle sicurezza. Sono sicuro che ora, senza di te, troverà un vero uomo. Patetico.-
"Se nemmeno questo funziona, mi sa davvero di aver sprecato il mio tempo." si disse Bucciarati, osservando con attenzione ogni mossa di Giorno.
Lui rimase ad ascoltare ogni parola, fino in fondo. Si rimise in piedi senza fiatare, scrollandosi la polvere di dosso. Del sangue colava dalle sue labbra, spaccate in più punti a causa della caduta. Dopo qualche secondo, Giorno decise di parlare:
-Non azzardarti a nominarla. Quel giorno, al museo, io ero pronto a dare la vita per lei, e in un certo senso l'ho fatto. Questo, a mio parere, vuol dire essere un vero uomo. Lascia che te lo dimostri. Romperò quel bel faccino che ti ritrovi, e lo farò con molto piacere.- la figura di Giorno sembrava avvampare della luce che fino a quel momento era stato solo un tenue bagliore. Gradualmente, iniziò ad assumere una forma definita, separandosi del tutto dal suo corpo e posizionandosi alle sue spalle.
-Grande, ce l'hai fatta alla fine Giorno! Hai richiamato il tuo Stand. Come ti senti?- Giorno non rispose nemmeno alla sua domanda.
-Giorno...?- continuò Bucciarati. "Credo di averlo fatto leggermente incazzare" pensò.
Con uno scatto fulmineo, Giorno iniziò a correre contro Bruno. Lo Stand, dietro di lui, si muoveva altrettanto rapidamente, preparandosi a sferrare un unico colpo, mettendoci tutta la furia del suo portatore.
"Questo farà male." riuscì a pensare Bucciarati, prima di venire colpito in pieno volto dal pugno di Giorno e dello Stand, contemporaneamente. Fu sbalzato contro la vetrina di un negozio accanto a loro, distruggendola completamente e finendo sul pavimento, rotolando più volte; appena provò a muoversi, si sentì leggero e veloce, come se avesse appena iniziato il combattimento. Vide Giorno fuori dal negozio, e scattò verso di lui per colpirlo, ma appena lo raggiunse, gli passò attraverso, senza che Giorno si accorgesse nemmeno di lui.
-Ma cosa mi succede?- Bucciarati era perplesso e sorpreso, non riusciva a capire come fosse possibile tutto ciò. Provò a voltarsi per tentare di colpire ancora Giorno, ma quello che vide lo paralizzò dalla paura: il suo corpo era ancora immobile dentro al negozio, non si era nemmeno alzato e i suoi movimenti erano impercettibili.
-Deve essere lo Stand di Giorno... Ha un potere spaventoso.- mormorò tra sé e sé, non potendo fare altro che osservare la scena.
Giorno guardava Bucciarati da fuori, vedendolo muoversi per poi bloccarsi, come era successo con l'uomo nel vicolo.
"Deve essere il potere del mio... Stand. Buon per me, lo finirò in un colpo." pensò, afferrando la sua mano appoggiata precedentemente sul marciapiede e scavalcando i frammenti di vetrina rimasti, entrando nel negozio, per poi camminare verso Bucciarati. Quello, riuscì solo ad alzare leggermente gli occhi del suo corpo verso l'altro, guardandolo con aria di sfida, uno sguardo di chi non aveva nessun timore di morire con onore. Giorno fu colpito dai suoi occhi, ma in preda all'ira si preparò a colpirlo. Prima di scaricargli addosso una raffica di pugni, venne però raggiunto da un pensiero: per quale motivo prima, quando Sticky Fingers lo aveva colpito al petto, Bruno non ne aveva approfittato per ucciderlo? Avrebbe potuto separare i polmoni o il cuore dal suo corpo, e per Giorno sarebbe stata la fine. E dopo, quando lui lo aveva caricato per poi colpirlo, Bucciarati non aveva neanche provato a difendersi. Per quale motivo? Sicuramente, se Bruno lo avesse voluto morto, in quel momento lo sarebbe stato.
-Credo di aver capito.- gli disse Giorno, sospirando e facendo scomparire lo Stand, appoggiandogli poi una mano sul braccio. Non sapeva come interrompere quella specie di stasi in cui si trovava Bucciarati, quindi cercò di andare per tentativi; fortunatamente, appena lo toccò, Bruno ebbe uno scatto e riprese a muoversi, ansimando.
-Cazzo, potevi anche andarci più piano, Giorno.- borbottò subito, massaggiandosi la mascella.
-Beh, non credo che...- Giorno fu interrotto dal suono delle sirene.
-Merda, qualcuno ha chiamato la polizia. Seguimi.- disse Bruno imprecando. Si alzò barcollando, dirigendosi alla parete in fondo al negozio.
-Cosa credi di fare? Ci hanno circondato da fuori.- lo riprese Giorno.
-Dimentichi il potere del mio Stand. Sticky Fingers!- richiamato, lo Stand di Bruno apparve e colpì la parete con una raffica di pugni, aprendo su di essa una cerniera enorme, sufficiente a farli passare attraverso.
-Notevole... ora capisco come hai fatto prima a passarmi avanti.- mormorò Giorno osservando la scena.
-Le chiacchiere riservale per dopo, andiamocene. Oh, e adesso ci andremo veramente a fare un panino. Ho una fame assurda. Farei pagare a te visto come mi hai ridotto, ma immagino tu non abbia soldi, giusto Giorno?-
-E tu come...-
-La vita di strada ti insegna molte cose. Ora andiamo.- gli rispose Bucciarati oltrepassando il muro tramite la zip, e avviandosi verso l'uscita dell'altro edificio.
-Brutto bastardo, avevi cercato di derubarmi, prima!- gli urlò Giorno, correndogli dietro.

   
 
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