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Autore: CremeAthena    20/03/2017    1 recensioni
Dopo aver eliminato Asgore e Flowey, Frisk è riuscito a superare la barriera e presumibilmente a tornare a casa, mentre le sei anime umane raccolte dal re defunto sono scomparse. Da allora regna l'Imperatrice Undyne, che come primo provvedimento ha indetto la caccia agli umani, volendo vendicare il re e la regina uccisi da Frisk, dopo aver giurato vendetta contro questo umano. Ma da allora sono passati molti anni, l'Underground è stato militarizzato, ormai l'uomo non ne sa più nulla.
Ma se una ragazzina cadesse nuovamente nelle Rovine? Quale storia si genererebbe? Cos'è cambiato intanto nel mondo dei mostri?... Scopriamolo insieme.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Chara, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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~ Capitolo I-7 ~ Impossible skeleton's puzzle ~


«Yaaaaaawn!» Pleya si stiracchiò sul letto per almeno cinque minuti, per poi aprire con calma gli occhi e mettersi seduta. Wow, che disordine: la coperta per terra, il cuscino pure, la sua maglia chissà dov'era finita e infine il libro che stava leggendo era ancora aperto sulle sue gambe. Si stropicciò gli occhi per poi spostare il libro e girarsi col corpo, posando i piedi nudi sul pavimento di marmo bianco, ma ancora senza alzarsi. Aveva dormito molto e anche bene, dopo essersi fasciata tutte le ferite. «Buongiorno Chara... Yawn.»
«Hai un metabolismo strano, tu.»
«Che vuoi farci, morire e resuscitare intacca la mia psiche, aumentando il mio bisogno di dormire... O no.» La ragazzina rise tra sè e sè per poi alzarsi, diretta verso la doccia mentre canticchiava una canzoncina allegra. Se la stava prendendo moooolto comoda, ma al massimo se l'avessero uccisa sarebbe tornata in vita e avrebbe cambiato le proprie azioni. Lo stava davvero pensando? Ahah, impossibile.
«Invece l'hai pensato.»
"Tsk, non parlavo con te!.. Hai visto la mia maglia?" Chara le rispose che era finita in qualche modo sotto il letto ed effettivamente era lì, dunque Pleya aveva tutto ciò che le serviva per godersi una bella doccia, poi avrebbero ripreso l'attraversata delle rovine. "Tu non sai come si esce da qui?" L'interlocutrice rispose di no, non lo sapeva anche perchè la struttura là sotto era cambiata e non poco, ad esempio quella zona confort non esisteva mica. «Uhm, approposito di questo, ma... Tu chi sei?»
«Mh, io sono Chara...»
«Questo lo so, io-»
«Lo so Pleya.» La interruppe la piccola «Percepisco tutti i tuoi pensieri, e adesso non è davvero importante chi sia io. Finisci di lavarti i capelli, mi faccio un pisolino.»
«Ma... Aspetta!» Nulla, era già andata, la biondina non percepiva più la sua presenza quasi fisica. «Questa me la paghi, uffa!»  La ragazzina sbuffò, per poi decidere di terminare di lavarsi e uscire.

Si era risistemata tutto: vestiti, fasciature, armi... E provviste, aveva preso anche da mangiare dato che non aveva tutta questa voglia di fare avanti e indietro. «E ora... Posso andare a salvare per poi proseguire, anche se Chara non si fa più vedere... Cioè sentire.» Pleya ri-fece tranquillamente tutta la strada, facendo colazione con qualche biscotto "preso in prestito" dallo stanzino delle guardie, fino ad arrivare alla sala delle colonne, ormai semi-distrutta... Che peccato. Piuttosto le venne una bella idea. «Psst, Crà crà, sei lassù?! Crà crà!» Continuò ad emettere versi del genere finchè Froggit non si sporse da ciò che rimaneva del pavimento della stanza superiore, rispondendole con un indagante «Crà?» «Puoi darmi qualche crà crà vegetale verde di carotino? Sono ferita!» La ranocchia rispose con il solito verso, per poi saltellare via. Dopo qualche minuto fu di ritorno, e le lanciò una carota verde. Pleya non riuscì nemmeno a prenderla al volo, ma non era importante. «Ti ringrazio amico mio! Ci si vede crà crà quando arrivo lassù!» «Crà crà!» Fu l'esauriente risposta del mostro.
L'umana uscì dalla stanza addentando il cibo curativo speciale di Vegetoid, quando la sua cara amica tornò, con una frase troppo simpatica.
«Ti stai rimpinzando? Così ingrassi!»
«Ooh, come osi! Sono stata a digiuno per un giorno intero mphf!»
«Non parlare con la bocca piena...»
«Smettila, vorrei vedere te!» Notando che Chara si silenziò davvero dopo questa frase, Pleya si scusò mentalmente e prese la propria videocamera, che aveva ignorato per un po', e cominciò a narrare, registrando, mentre superava l'ultima soglia rimasta inesplorata: era giunta all'ennesimo corridoio, anche qui c'erano canali fognari attraversabili grazie a ponticcioli. «E la nostra audace guerriera è...»
«Ma cosa staresti facendo?»
Chara l'aveva interrotta all'improvviso, ed effettivamente era la prima volta che la biondina registrava con i suoi possibili commenti, ciò fece imbarazzare un pochino Pleya. «Documento la mia avventura! Però non dovresti parlare, così sembra che io sia pazza.»
«Ti ho già detto che puoi sentirmi solo tu, e puoi pensare ciò che vuoi dirmi... Non lo fai, quindi tu sei pazza!»
"Mi piace dare aria alla bocca!" Le rispose insistente la biondina, per poi concentrarsi sula strada: non pareva esserci nessun pericolo, ma giunta in fondo il percorso si divideva in due, solo che a differenza della crocevia precedente qui c'era una sorta di guida, tracciata per terra con del gesso bianco. «Uhhm, Snow-qualcosa e... Quest'altra scritta è illegibile. Che si fa?»
«Snowdin dovrebbe essere la prima città fuori dalle Rovine, credo sia l'uscita.»
«E l'altra?»
«Non lo so...»
Pleya si guardò attorno, sbirciando per le due vie: la prima era normale, forse un po' polverosa, mentre la seconda... Beh, un piccolo mostro dotato di un solo inquietante occhio ne uscì e le passò accanto, ignorandola completamente.
«Ehm, salve.» Salutò la ragazzina con fare educato, anche se quell'esserino l'aveva superata già da un poco. Comunque, la biondina aveva deciso di proseguire verso l'uscita, così avrebbe potuto cercare un modo di tornare a casa. Dunque proseguì per dove aveva scelto, e si ritrovò in un altro corridoio, questo molto più stretto che superò velocemente, trovandosi ad un bivio. La giovane chiese a Chara cosa fare. La risposta fu di esaminare spostare lo sguardo a destra...

"Benvenuti nel labirinto!
Buon divertimento con questo puzzle, nyehehe!"


Ah, un puzzle, come quei due all'inizio! Ma questo sembrava molto più complesso e casuale! Cioè, in realtà dipendeva dalla grandezza del luogo, dopotutto aveva una videocamera con sè, quindi un piccolo vantaggio...
«Posso dirti subito qual è l'uscita se vuoi.»
«No! E' un gioco, non c'è bisogno di barare.» Replicò la giovane bionda, che seppur più grande di Chara si stava dimostrando molto molto più ingenua di lei. Così Pleya cominciò a vagare per il labirinto, e dopo sei vicoli ciechi trovò l'uscita, nel silenzio di Chara che si era un attimo staccata da lei per controllare in giro, e... Non era l'unica uscita in realtà, anzi, probabilmente era quella non principale, ma per ripicca non glielo disse nemmeno. Dove l'avrebbe condotta? La biondina avanzò per il corridoio che cambiava colore, rispetto al violastro delle rovine in generale le pareti e il pavimento ora erano verniciate con un bianco pulito e lucido, anche se decisamente poco curato.
«Non conosco questo posto...»
«Nemmeno io, sembra la casa di qualcuno!» Esclamò Pleya eccitata, sembrava essersi dimenticata di essere nell'Underground. Ovviamente stava registrando tutto.
«Allora dovresti fare silenzio, è molto probabile che sia un mostro...»
Superato il corridoio giunse in una stanza con la luce accesa. All'interno era pieno di libri e macchinari incomprensibili, tavoli con sopra riviste e cose varie e, infondo, un mostro peloso dalle sembianze umanoidi, grigio col muso allungato, sedeva su una sedia con le ruote, dondolandosi davanti ad un computer acceso, intento a fumarsi una sigaretta con un'angosciante tranquillità, gli occhi chiusi. La prima cosa che notò Pleya fu il portacenere pieno di sigarette schiacciate, la seconda era il manico sinistro del camice da scienziato che indossava, penzolante come se fosse senza braccio... Anzi, era decisamente senza braccio. 
«Benvenuta, piccola umana.» La apostrofò appena entrata l'essere, senza nemmeno aprire gli occhi, piuttosto tirò un'altra boccata con la sigaretta. 
Avvicinandosi, la bionda notò che l'ampia stanza era letteralmente invasa dal fumo, che le causò qualche colpo di tosse. «Eh? Mi avevi già notata?» Chiese, abbastanza scioccata da ciò, Chara ridacchiando le fece notare che c'erano almeno tre telecamere di cui non si era accorta. 
«Così pare.» Rispose egli «Io sono il professor Sadd, ma questo non ha importanza in realtà.» Continuò lo scienziato, per poi scendere a terra con la sedia, aprendo gli occhi scuri e spenti, senza vitalità. 
Se non altro non sembrava temerla, dopo ciò che aveva visto negli occhi della guardia reale di prima agli occhi di Pleya questo era... Ammirevole. «Io sono Pleya... Tu n-non hai paura di me?»
«Dovrei? Spero che la morte mi pigli proprio ora.» Sadd si portò nuovamente la sigaretta alla bocca, con una certa lentezza, aspirò molto profondamente, per poi soffiare fuori una bella nuvoletta grigia, che circondò la sua alta figura, seduta sulla sedia.
«Certo che questo tipo ne ha poca di determinazione, perchè non lo ammazzi? Lo renderesti felice!»
«Ti manderei subito via se non avessi fatto una promessa a quei due scheletri. Avvicinati ancora un po'.» Continuò a parlare il mostro, mentre la ragazzina rimproverava mentalmente Chara, infastidita dal suo triste commento. Quell'"uomo" sciupato le faceva pena. Improvvisamente una mano grigia, dello stesso colore del pelo del professor Sadd, si alzò in volo dal banco di lavoro e fluttuò fino alla figura di Pleya facendo sobbalzare quest'ultima, a cui venne poi offerto un fogliazzo. La biondina lo afferrò, dopo la prima sorpresa nel vedere quell'arto svolazzante. «Dato che hai sbagliato uscita, per uscire da qui dovrai superare la sfida dello scheletrino... Non che me ne importi molto, in realtà.»
«Ma questo è un cercaparole...» Affermò l'umana, esaminando il semplice foglio. «Hai una penna, signor Sadd?»
«Vuoi farlo davvero? Esci e basta!»
«Certo, dovrebbe essercene una su uno dei tavoli.» Rispose annoiato il padrone di casa, senza rivolgere più attenzioni alla giovane. Pleya si avvicinò ad essi, per poi cercare tra libroni vari.
"Non vedo perchè no, sembra divertente e poi è solo un cercaparole!" La risposta alla protesta di Chara arrivò mentalmente, ma sorpresa delle sorprese la biondina trovò la penna vicino ad una delle stelle di salvataggio! Che bello. Ovviamente salvò, per poi dedicarsi al cercaparole.

[[ Il disordine dell'ufficio ti ricorda quello della tua stanza, riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

...
...
...
Passarono la bellezza di due ore, e a Pleya mancava da almeno un'ora e mezza una parola sola. Skeleton.
«Scusa ma qui manca una parola... E' un puzzle sbagliato! Come posso fare?»
«Ah boh.» Le rispose l'interlocutore, che aveva fumato almeno cinque sigarette nel mentre, mentre lavorava al pc con la mano volante, che si illuminava con una luce bianca ogni tanto. «Te ne lamenterai con lo scheletrino, ma se non completi il puzzle non puoi uscire.»
L'umana borbottò tra sè e sè, per poi sforzarsi nel risolvere l'enigma... E ne avrebbe avuto per ancora un bel po', per come la vedeva Chara, che faticava a comprendere la ragazzina.




Altrove, oltre tutta la grossa struttura delle rovine, due individui, uno alto e uno basso, stavano camminando verso Snowdin, in tutta tranquillità, sotto il sole alto nel cielo sul paesaggio su cui cateva dolcemente una candida neve bianca.
«ALLORA SANS? NON MI HAI ANCORA RIVELATO PERCHE' SEI TORNATO ALLE ROVINE PROPRIO OGGI A CONSEGNARE IL TUO PUZZLE A QUEL TIPO STRANO! DI SOLITO NON HAI VOGLIA DI FARE NULLA! E QUELLA STRADA NON VIENE USATA DA TANTO, C'E' IL TELETRASPORTO! IN COSA CONSISTEVA IL TUO PUZZLE, COMUNQUE?»
«bro, sono sicuro che presto qualcuno affronterà la mia sfida... da quando ti lamenti se faccio qualcosa?»
«BEH... RIMANE STRANO! MA NON MI HAI DETTO COS'ERA IL TUO PUZZLE! NON NE AVRAI FATTA UN'ALTRA DELLE TUE? NYEHEHE!»
«no no, paps... ehehe voglio lasciarti sulle ossa.» Lo scheletro più basso fece un occhiolino al fratello, che sbuffò, con un sorriso, riuscendo a trattenere a stento le risate.
«SEI PROPRIO SANSAZIONALE, HEH. HEH!»
   
 
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