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Autore: RedStar12    05/06/2009    5 recensioni
Salve a tutti! Tra una stesura e l'altra di "The owl. The lily. The vellum." la mia mente contorta ha partorita questa pseudo-fanfic. A voi giudicare, spero che vi piaccia.
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Valentina (Tina per gli amici), in seguito all'incidente in cui hanno perso la vita i genitori e il fratello, è paralizzata dalla vita in giù e costretta sulla sedia a rotelle. Non può muoversi senza aiuto e, a parte le quotidiane visite al caffè sottocasa e le rare gite in centro, è praticamente segregata nel suo piccolo appartamento nella periferia di Trieste, sua città natale.
Cosa potrebbero mai volere da lei quei loschi figuri appostati davanti alla sua porta in attesa che lei esca?
Chi sono quei misteriosi ragazzi che da mesi la vegliano e la proteggono, come degli angeli custodi?
Qual'è il segreto che la sua famiglia, in apparenza così normale, le ha tenuto nascosto per quasi diciotto anni?
Genere: Romantico, Azione, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 - Back to home I have a smile
Stretched from ear to ear
To see you walking down the road

We meet at the lights
I stare for a while
The world around us disappears

Just you and me
On my island of hope
A breath between us could be a miles

Let me sorround you
My sea to your shore
Let me be the calm you seek

Oh but everytime I'm close to you
There's too much I can't say
And you just walk away

And I forgot

To tell you
I love you
And the nigh's too long
And cold here without you
I grieve in my condition
For I cannot find the words to say
I need you so
(Sarah McLachlan, I Love You)

Capitolo 9: Back to home with a little surprise

-Dannatissima mocciosa!- imprecò per la millesima volta DeathMask, fissando con odio malcelato Tina, che dall'altro lato del tavolo sghignazzava come una scema, divertita dalla reazione esagerata del Cavaliere del Cancro. Con tutta la compostezza che le era possibile (ovvero ben poca...) la ragazza soffocò le ultime risatine mordendosi il labbro inferiore e prendendo a fissare il tavolo di legno del salotto della Quarta Casa, l'unica stanza della Casa a non avere i muri tappezzati di teste mozzate.
-Suvvia Death, in fondo non sto facendo altro che batterti a Gnagno(1)- asserì con la sua solita aria diplomatica la ragazza, osservando l'unica carta che teneva in mano, voltata in modo che solo lei potesse vedere cosa vi era stampato sopra. Il siciliano, al contrario di lei, aveva un mazzo di carte che sembrava più un ventaglio da spiaggia, tante erano le carte accumulate.
-Grr! Per la nona volta!- sbraitò il Cavaliere, frugando freneticamente tra le carte in mano, alla ricerca di una coppa o di un tre da buttare sopra la carta in cima al mucchio centrale, per l'appunto un tre di coppe. Un lieve sorrisino sadico gli curvò le labbra quando vide una carta che faceva decisamente a caso suo in quel frangente. -Mi dispiace, ma stavolta vincerò io!- esclamò con aria trionfante, buttando la carta scelta sul mucchio centrale: un due di coppe! Nel gioco di carte Gnagno, una carta con la cifra due aveva lo stesso significato di un "Pesca due" nel classico gioco "Uno".
Tina corrugò le sopracciglia per un secondo, poi sulle sue labbra si dipinse un sorrisino -Peccato, mio caro granchietto...- disse solamente, gettando sul mucchio la sua ultima carta, un due di bastoni -Eccoti una bella mazzata- lo prese in giro, sorridendo birichina e appoggiandosi con i gomiti sul tavolo.
-Accidenti!- sbottò il siciliano, sbattendo con rabbia le sue carte sul tavolo. Con un ulteriore ringhio, il Cavaliere di chinò per raccogliere le carte che erano cadute per terra come foglie secche, sotto lo sguardo divertito di Tina -Non sai proprio perdere, eh, Death?-
Per tutta risposta il Cavaliere ringhiò quello che poteva essere un "piccola mocciosetta" come un "fottiti", drizzandosi nuovamente in piedi e gettando con stizza le carte sul tavolo. -Chi me l'ha fatto fare questo? Ho ben altro da fare, io, che fare da baby sitter ad una mocciosetta...- borbottò tra sè, ribollendo di rabbia.
-Finchè non hai visto le carte di Gnagno non eri di questo avviso, mio caro amico crostaceo- disse con semplicità la ragazza, allungando le braccia per poter  raccogliere le carte, assemblandole in un ordinato mazzo -E se non sbaglio è stata tua l'idea di fare qualche partitina con tanto di conteggio punti e premio in palio-
-Chi ha parlato di premi?- chiese improvvisamente la voce squillante di Milo, appena giunto alla Quarta dopo la sua sessione di allenamenti pomeridiani, facendo sobbalzare sia DeathMask che Tina.
-Era ora che arrivassi, traditore!- lo rimbeccò DeathMask, estraendo dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette e un'accendino -Prova un'altra volta a rifilarmi questa streghetta e giuro che ti spezzo in due come questa cicca!- disse poi, spiacciando tra il pollice e l'indice una delle sue sigarette Malboro. Tina si coprì la bocca con una mano per nascondere un sorrisino mentre Milo, ignorando la minaccia di DeathMask, ridacchiava e si chinava verso di lei, chiedendole -Che diavolo hai combinato per far incazzare a tal punto il nostro Deathy?-
-Nulla di che, l'ho solo battuto dieci volte a carte- disse la ragazza, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso. Da quando era arrivata al Santuario, circa dieci giorni prima, la ragazza aveva iniziato a preferire i suoi occhiali alle lenti a contatto, più che altro perchè si sentiva a più agio con gli occhiali che perchè aveva dimenticato la sua scorta di lenti a contatto a casa.
-E ti sei sbafata tutti i miei biscotti!- sbottò il siciliano, accendendosi una sigaretta senza preoccuparsi di uscire sul portico. Tina non fece una piega: entrambi i suoi genitori fumavano, quindi era abituata all'odore del fumo, tanto che ormai alle sue narici risultava quasi un profumo. -Considerati fortunato- iniziò a dire, raccogliendo il mazzo di carte e mettendoselo in grembo -che come premio abbia chiesto i tuoi biscottini al cioccolato preferiti, piuttosto che affibbiarti la stessa sorte che ho fatto subire a mio fratello due anni fa a Natale- concluse, con un lieve sorrisino malizioso stampato in viso.
-Fuori di qui prima che ti rinchiuda nello sgabuzzino in mezza alle teste!- berciò il Cavaliere del Cancro, sputandole quasi in faccia una boccata di fumo. Ridendo come una pazza, Tina si lasciò prendere in braccio da Milo e trascinare fuori dalla Quarta Casa di corsa, lasciando DeathMask alla sua rabbia. Non c'era alcuna sedia a rotelle ad aspettarla fuori, infatti, dato che durante il giorno passava da una Casa all'altra, Lady Saori aveva convenuto che era sicuramente più comodo che fosse un Cavaliere a trasportarla. Inutile dire che il Cavaliere prescelto era ovviamente il caro Milo.
-Giusto per curiosità, che cos'hai fatto a tuo fratello due anni fa?- chiese Milo, iniziando a risalire le scale che conducevano alla Quinta Casa. Tina si riscosse dallo stato di estasi che la prendeva ogni volta che si trovava in braccio al greco e assunse un fare cospiratore -Lo sfidai a carte, mettendo come penitenza che ogni volta che uno di noi perdeva si sarebbe tolto un capo d'abbigliamento- iniziò a dire Tina, portandosi una mano alla bocca -E alla fine... ihih... lui è rimasto... mpf... solo con i boxer addosso...- concluse, cercando di soffocare le risate, cosa che le riuscì ben poco.
-Alla faccia della timida fanciulla innocente!- esclamò Milo, roteando platealmente gli occhi azzurri al cielo, ormai prossimo a raggiungere la dimora di Ioria, il Cavaliere del Leone -Ma sei proprio sicura di essere Leone? Sadica come sei, saresti ben potuta essere un Cancro o un Gemelli fatto e finito. Così si spiegherebbe perchè sei ancora con noi, DeathMask non avrebbe mai eliminato un suo "simile"-
-In effetti mamma diceva sempre che delle volte somigliavo molto a DeathMask o a Saga, anche se essere Leone non mi dispiace affatto- commentò Tina non appena ebbero varcato la soglia della Quinta Casa, rivolgendo un sorriso smagliante a Ioria, che le sorrise dolcemente, arruffandole i capelli mentre passava. Tina notò quasi con piacere che Milo aveva aumentato la stretta su di lei quando Ioria l'aveva accarezzata. -Geloso?- chiese con un'aria maliziosa che non era da lei, quando il Cavaliere uscì sul portico dietro la Quinta Casa. Milo storse il naso -Niente affatto- ribattè, acido. Tina ridacchiò.
Ogni volta che attraversava le Dodici Case in braccio a Milo, ogni custode non mancava mai di regalare alla "duchessina", come veniva spesso scherzosamente appellata, una carezza tra i capelli, un bacio sulla fronte o addirittura una profumata rosa rossa dai petali vellutati, come nel caso di Aphrodite. E ogni volta Milo faceva una fatica sovraumana per trattenere un ringhio sommesso. Stranamente, però, l'Undicesima Casa quel giorno era vuota. Del suo custode manco l'ombra.
-Dov'è Camus?- chiese Tina, guardando preoccupata a destra e a sinistra, alla ricerca di un eventuale segno della presenza del Cavaliere dell'Acquario. Nei tre giorni che erano seguiti dopo la "sfuriata" di Milo, Tina si era aperta e aveva legato molto con tutti i Cavalieri, che ormai la consideravano loro mascotte alla stregua di Kiki, il fratellino minore di Mu, ma aveva creato un rapporto molto saldo proprio con il freddo Cavaliere dei ghiacci. Quella ragazzina in apparenza così fragile era riuscita ad intravedere qualcosa di più umano e caldo sotto lo strato di freddezza e compostezza che Camus creava sempre attorno a sè, e a sua volta il Cavaliere era riuscito ad aprire il cuore piagato di Tina, che ormai lo considerava alla stregua del suo defunto fratello maggiore. Lui era l'unico, salvo Milo, a conoscere il suo passato fin nei minimi particolari.
Milo non rispose alla sua domanda, ma sulle sue labbra si disegnò, non visto da Tina, un sorrisino compiaciuto e furbo.
Dopo essersi assicurata di aver perlustrato ogni centimetro quadrato che le era possibile vedere della Casa dell'Acquario, Tina sbuffò e scosse la testa, mentre Milo riprendeva a camminare. La ragazzina ostentava la sua solita aria tranquilla e apatica, ma si sentiva a distanza che era preoccupata. Preoccupata e sospettosa.
-Ho delle buone notizie- disse improvvisamente Milo. Tina drizzò le orecchie, improvvisamente attenta. Milo prese fiato e le disse -Forse sono riuscito a convincere milady a farti tornare in Italia- prese una pausa mentre Tina strabuzzava gli occhi, poi riprese -Ma è ancora tutto da vedere. E' per questo che stiamo andando alla Tredicesima: vuole parlare con te-
Tina sentì improvvisamente l'euforia provata dalla possibilità di tornare a casa calare di livello fino a sparire. Incrociò teatralmente le braccia al petto e mise su il broncio da bimba piccola che le veniva così bene. E te pareva che la bomboniera non avesse qualche condizione da porre prima di lasciarla andare.
Suo malgrado, pochi minuti dopo si ritrovò seduta su una comoda poltroncina nel lussuoso salotto della Tredicesima Casa, con una tazza fumante di thè in mano. Saori Kido, infagottata in uno dei suoi soliti abiti di candidi pizzi e merletti, sedeva compostamente su una poltroncina di fronte a Tina, anche lei con una tazza fumante in mano, con un sorriso modesto stampato in viso. La reincarnazione di Athena bevve con lentezza un lungo sorso di thè, posò la tazza sul tavolino che divideva le due ragazze e fissò Tina negli occhi -Come Milo ti avrà già accennato, è mia intenzione assecondare le sue richieste di farti tornare nella tua città natale- iniziò a dire Saori, la voce vellutata e dolce come una cucchiaiata di miele. Tina si limitò ad annuire, accostando le labbra alla tazza e bevendo un rapido sorso di thè senza staccare gli occhi dalla damina.
-Ad una sola condizione...- riprese Saori. Tina alzò le pupille al soffitto bianco della stanza: c'aveva visto giusto, e ora chissà quale assurda condizione le avrebbe posto: non parlare con nessuno? Rimanere sempre tappata in casa?
-...che uno dei Cavalieri d'Oro ti accompagni. Dovrà tenerti d'occhio ventiquattr'ore al giorno, proteggerti nel caso di eventuali attacchi e, se gli è possibile, cercare di scoprire chi siano i loschi figuri che ti stanno alle calcagna, scoprire perchè lo fanno e documentarsi su di loro.- concluse Saori, con il modesto sorriso ormai divenuto una sorrisone a trentadue denti. Tina quasi si soffocò con l'ultimo sorso di thè, strabuzzò gli occhi e si rizzò di scatto a sedere. Aveva sentito giusto oppure aveva capito male?
Il sorriso di Saori si allargò ulteriormente -Per questo ti ho convocata: volevo metterti al corrente della mia decisione e sapere se tu eri d'accordo sulla scelta del Cavaliere che ti seguirà- disse semplicemente, con un sorriso birichino stampato in viso. Tina si limitò ad annuire, seppur con frenesia, incapace di dire alcunchè. Eccome, se era d'accordo. Quella soluzione andava oltre ogni sua più rosea previsione. -Chi è... il cavaliere prescelto?- chiese Tina, balbettanto leggermente, emozionata. Fa che sia lui, fa che sia lui, fa che sia lui..., si augurò, incrociando mentalmente le dita. "Lui" era ovviamente Milo.
-Beh, inizialmente si era proposto Camus...- disse Saori, assumendo un'aria meditabonda. L'entusiasmo di Tina si sgonfiò come un palloncino. Ecco perchè Camus è sparito dal Tempio, è andato in Italia, pensò Tina, sconsolata. Non che le dispiacesse tanto stare in compagnia di Camus, gli voleva bene, ma avrebbe preferito molto di più passare qualche tempo da sola con il Cavaliere che amava segretamente. Chi si accontenta, gode.
-... ma Milo si è impuntato è ha preteso di essere lui a controllarti, così sono stata letteralmente costretta ad acconsentire. Quindi, volente o nolente, te lo dovrai tenere.- concluse Saori con un sorriso radioso. Tina sobbalzò per la seconda volta con gli occhi fuori dalle orbite. Se il suo handicap e il rango di Saori glielo avessero concesso, l'avrebbe abbracciata di slancio.
-E... quando partiremo?- domandò invece, con la voce tremante dall'emozione. Era troppo vero per essere vero. Qualcuno mi dia un pizzicotto, sto sognando...
-A dire il vero c'è un aereo della Fondazione Kido che vi sta aspettando all'aeroporto di Atene da oltre mezz'ora. Il pilota mi ha contattato cinque minuti fa dicendo che se i due passeggeri che deve portare in Italia non si presentano nel giro di un quarto d'ora parte senza di loro-
.....
Tina dovette sbattere un paio di volte le palpebre per rendersi conto che quello non era affatto un sogno, ma la pura realtà. Era di nuovo in Italia. Si trovava di nuovo nel suo quartierino a Trieste, a pochi passi dal portone del suo palazzo. Sentiva il cuore scoppiarle di gioia: sembravano passati secoli dall'ultima volta che aveva varcato quella soglia.
-Emozionata?- le chiese Milo, sorridente. Tina si limitò ad appoggiare il viso sul suo petto, sorridendo beata. Il paradiso esisteva.
Appena ebbero varcato la soglia dell'appartamento di Tina, il cellulare della ragazza prese a squillare. Frozen, di Madonna. La suoneria che Tina aveva riservato al glaciale signore dei ghiacci, Camus. Nel giubilo della partenza, Tina si era praticamente dimenticata della sua "scomparsa". Prese il cellulare dalla tasca dei jeans che indossava, premette il pulsante col il telefono verde e se lo portò all'orecchio.
-Risponde la segreteria telefonica di Tina Fiorini. In questo momento sono troppo occupata per sentire una statua di ghiaccio frances eche scompare senza dire niente. Siete pregati di richiamare più tardi o di lasciare un messaggio dopo il bip- disse Tina nel microfono del telefono, camuffando la voce in modo che sembrasse registrata.
-Sarò glaciale, ma non scemo, cheriè- affermò la voce dal vago accento francese di Camus, una lieve nota ironica ad incresparla. Tina fece una smorfia -Complimenti, ti sei appena guadagnato il terzo posto nella mia classifica personale "Le persone più bastarde della mia vita". Sparisci senza dire niente e ti fai risentire solo adesso. Saranno ore che tento di chiamarti!- sbottò la ragazza, aggrottando le sopracciglia. Milo ridacchiò e la adagiò delicatamente sulla sedia a rotelle, precedentemente portata nell'appartamento, e, approfittando del fatto che la ragazza era troppo concentrata a parlare a telefono per notarlo, si diresse nel soggiorno, da dove iniziavano già a provenire dei suoni sospetti.
-Complimenti per la finezza, mon ami- si limitò a dire il francese, neanche minimamente scalfito da quelle parole. Tina emise una sottospecie di ringhio. Ecco una cosa che accomunava gli Acquari come Camus e suo fratello Marco: quella loro flemma insopportabile e vagamente zen che la mandava letteralmente in bestia. In quei frangenti il suo sopito spirito da Leone si manifestava nel pieno della sua potenza repressa.
-Perchè cacchio hai chiamato?- chiese Tina, cercando di apparire il più sgarbata possibile. Quante volte avrà cercato di chiamarlo mentre era in aereo per l'Italia? Dieci? Dodici? E quante volte il telefono o aveva suonavto a vuoto o l'aveva indirizzata verso la segreteria telefonica? Dodici! Già che qualcuno ignorasse le sue chiamate per cinque volte di fila la innervosiva, ma dodici volte la urtava enormemente.
-C'è una sorpresa per te- disse Camus, senza variare minimamente di tono. Tina drizzò le antenne -Che sorpresa?- chiese, sospettosa.
-Va in salotto- si limitò a dirle il Cavaliere dell'Acquario. Tina sbuffò, ma obbedì comunque e spinse le ruote della carrozzella fino a giungere nel salotto. Milo era appoggiato con nonchalanche ad una delle pareti di vetro che dividevano il soggiorno dal corridoio, e fischiettava facendo finta di niente con le braccia conserte al petto, ma sulle sue labbra, non visto da Tina, troppo impegnata a guardarsi intorno con aria circospetta, stazionava un sorriso furbetto.
Dopo aver ispezionato ogni metro cubo del salotto con lo sguardo, Tina riprese il telefono e disse, piuttosto seccata -Camus, mi stai per caso pigliando in giro? Nel salotto non c'è nie...- ma non riuscì  a finire la frase perchè Milo le mise improvvisamente in braccio un batuffolino caldo e morbido che si agitava leggermente. Osservandolo meglio, Tina si rese conto che si trattava di un cucciolino di cane dal pelo marrone in varie sfumature, dal più scuro sul dorso fino al più chiaro sullo stomaco, le orecchie penzolanti e due occhietti scuri che la guardavano in un musetto leggermente appuntito e assolutamente tenero. Tina rimase impalata sul posto con gli occhi spalancati fissi sul cucciolino e il telefono nella mano, da cui proveniva una leggera risatina. Milo sorrise e sfilò il telefono dalla mano di Tina spegnendolo.
Il piccolo si mosse un pò goffamente sulle zampette un pò traballanti e si issò sul grembo di Tina, cercando diraggiundere il suo viso con il musetto, riuscendo a posar il nasino umido sulla sua guancia. Le labbra di Tina tremarono senza emettere alcun suono. Con cautela e insicurezza, la ragazza sollevò una mano fino ad arrivare quasi a sforare il piccolo, che strusciò la testolina contro il suo palmo sudato.
Milo sorrise e si inginocchiò vicino a Tina -E' una femmina di tre mesi- le disse semplicemente, grattando dietro l'orecchio la cagnolina -I tuoi genitori ci avevano raccontato che fino a tre anni fa avevi un cane a cui eri molto affezionata, che poi però è morto- voltò il viso per guardare la cagnolina che scodinzolava allegra strofinando il nasino contro la guancia di Tina, ancora ammutolita -Considera questo cagnolino un regalo di consolazione per la settimana di solitudine che ti abbiamo fatto passare al Santuario. Dalle un nome-
Tina sollevò gli occhi lucidi dall'emozione verso Milo e lo fissò per un lungo istante che sembrò durare anni luce, poi tornò a fissare la cagnolina, accarezzandole cautamente la testolina -Cocò- disse poi -Si chiamerà Cocò-

Scrittoio dell'autrice

Hi everybody! Come state? In fibrillazione per le ormai prossime vacanze estive? Jeje, ormai è questione di giorni e molte di noi potranno finalmente crogiolarsi al sole in spiaggia. Mi raccomando, tenete bene aperti gli occhi, che magari non vi scappi di vedere uno dei Cavalieri che prende il sole. Aaaaaaah, sarebbe troppo bello...
Lo so di aver fatto schifo con l'ultima scenetta con la cagnolina, ma ci stava troppo bene, e poi è ispirata ad un'esperienza vera, quando poche settimane fa mi hanno mostrato per la prima volta la mia piccola Cocò. Piccina... proprio adesso sono in soggiorno sul divano con la mia cucciolina che ronficchia qua vicino a me... Amore... Oh scusatemi tanto, ma è così puccia...
Scusatemi se stavolta non riesco a rispondere alle recensioni, ma ho molte cose da fare ancora, ed è tardi, fortuna che domani sono a casa perchè ci sono le elezioni a scuola. Mi limito a ringraziare di tutto cuore tutti quelli che hanno aggiunto questa fic tra le preferite, tra le seguite, chi ha recensito e chi continua a leggere in silenzio. Ve amo tutti! SMACK!
Baci baci, RedStar12

  
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