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Touch
Il Clan Inuzuka
è uno dei clan
più potenti del periodo Edo in Giappone, gli shinobi
appartenenti a questa casata si distinguono per l'uso dei cani da
compagnia nel combattimento.
Prima di
ricevere il proprio cane il
giovane ninja deve superare un esame imposto dai propri famigliari:
seguendo gli ancor vivi istinti animaleschi l'esaminato deve
catturare una preda attraverso i sensi, dimostrando così di
aver ben sviluppato l'abilità innata del clan.
Quel
giorno al giovane Kiba
fu concesso di rincasare più tardi del normale.
Si
era allenato tanto in
occasione di quell'esame: quando si trovava con gli altri bambini,
proponeva spesso di giocare a nascondino, pensava fosse un ottimo
modo per raffinare i sensi.
Vagava
per la fitta foresta,
alternando la corsa alla sosta approfittandone per percepire il
movimento di una qualsiasi bestia. Accucciatosi tastò
il terreno facendovi aderire le unghie affilate.
Aveva
imparato durante le
tante ore di “gioco” che i movimenti erano
facilmente
riconoscibili se si facevano aderire i palmi sulla superficie che
veniva stuzzicata dagli spostamenti altrui.
Bastava
trovare un luogo
riparato, non troppo esposto agli occhi della preda e rimanere in
silenzio.
Non
lo reputava uno dei
migliori approcci alla cattura, ma era sicuramente uno dei sensi che
preferiva. Sentir vibrare la morbida e umida terra del sottobosco lo
fece per un attimo eccitare.
Finalmente
qualcosa aveva
rivelato la sua presenza!
Mosse
appena i polpastrelli
in direzione di un piccolo cumulo di ghiaia, afferrò qualche
piccolo sassolino per poi depositarlo accanto alle attente mani. A
seconda di dove fossero saltati i piccoli ciottoli, gli sarebbe stato
più facile individuare l'esatto punto per la posizione dei
palmi.
Destra...
L'efficacia del
primo dei cinque sensi era pronta ad essere valutata: fase uno, il
tatto.
Le
vibrazioni che percorsero
le segnate mani del bambino, gli diedero l'input per lanciarsi
all'inseguimento di quell' ancor sconosciuta presenza.
Un
taglio sulla corteccia di
qualche albero di tanto in tanto gli avrebbe permesso di rintracciare
facilmente il percorso già compiuto, mentre le piante non
segnate potevano essere il nascondiglio della preda in fuga.
Sosta.
Le mani attente
sfiorarono ancora il fresco terriccio: sinistra...
Poteva
percepirne anche la
velocità, la tenera terra vibrava lenta, costante come se il
fuggiasco non temesse la cattura. Forse non si era accorto della sua
presenza... Forse non gli importava di conoscere la morte...
Nonostante
il tatto
gli
lasciasse sempre milioni di domande, il piccolo Kiba aveva imparato a
fidarsi,
in quanto attraverso questo senso riusciva ad avere fra le mani
più
che un semplice spostamento d'aria o un flebile rumore.
Procedeva
a quattro zampe, permettendo così all'epitelio di rimanere
in
costante vigilanza sulla camminata del suo obiettivo, quando qualcosa
lo fece sbilanciare.
Una
delle mani gli si era infossata in quello che sembrava un piccolo
solco nel terreno. Un'orma.
Che
razza di animale era in possesso di zampe tanto grandi e pesanti da
lasciare un segno del genere nel terreno? Si accomodò
accanto
alla sua nuove fonte di indizi incrociando le gambe.
Vi
inserì una mano: in larghezza non era tanto più
ampia,
ma quell'orma in lunghezza superava di parecchi centimetri la mano
del ragazzo. Lasciò che le dita vagassero all'interno
dell'indefinita figura, in modo che tastassero
ogni singolo millimetro per assimilarne nozioni.
Alla
fine l'aveva trovata: una presenza significativa all'interno di quel
solco inespressivo.
La
liscia corazza di un coleottero si lasciava amabilmente accarezzare,
forse un po' frastornata dal passo che l'aveva seppellita nella
sabbia. Incastonata forse con troppa cura, come se la preda volesse
in realtà attirare il suo cacciatore. In quel momento si
ricordò di uno dei bambini che spesso giocava con lui: Shino
del Clan Aburame, un asso a nascondino... Mai stato trovato alla fine
di ogni partita.
Quel
ragazzino sapeva rendere particolarmente nervoso Kiba in quanto
nonostante tutti i suoi sforzi era troppo difficile per lui scovarlo,
attirarlo...
Catturalo
per giocarci come un cacciatore -un cane- è solito fare.
Portò
il dito al naso, in modo da poter invadere i suoi polmoni d'aria
carica di quell'odore pungente.
La
fase uno, il tatto si
poteva dire brillantemente ultimata. La preda era stata individuata.
Presto sarebbe stata raggiunta, catturata e finalmente... toccata.
FINE
Tutti i personaggi presenti nella ff non mi appartengono, sono frutto dell'estro creativo di Masashi Kishimoto al quale vanno tutti i diritti ©
A
proposito del periodo Edo citato nel testo della ff
Secondo classificato:
Hikaru_Zani; Touch
Stile:
4.5 punti. (5)
Grammatica: 4.5
punti. (5)
Originalità:
8
punti. (10)
IC dei
personaggi: 9 punti. (10)
Giudizio
personale: 5 punti. (5)
sviluppo della
trama e rispetto della
consegna: 9 punti. (10)
Per un totale di
40 punti. (45)
Commento:
Questa fic ha ricevuto il punteggio massimo nel gradimento personale:
l'ho adorata!
Kiba, ancora
bambino, affina i suoi sensi tramite
il gioco. La trama di per sé non è troppo
originale, ma
lo stile praticamente perfetto la rende una perla.
Il linguaggio
non è troppo ricercato, ma curato: trasmette tutta
l'allegria
e la novità dell'infanzia, la vivacità e
l'innocenza
del gioco.
E' come una
ventata d'aria fresca: e l'accenno finale
alla coppia, è sublime *^*
E' difficile
stabilire l'IC del
personaggio, ma penso proprio che nell'immaginazione collettiva, il
tuo baby Kiba sia perfetto.
Anche tu sei
riuscito a gestire molto
bene la consegna, sei stato l'unico a non scegliere come parola la
pazzia e ho apprezzato. La narrazione è scorrevole e mai
ripetitiva, la fic è breve e intensa, un piacere da leggere.
Mi spiace che il
tuo commento sia più breve degli altri,
ma questa storia è così bella nella sua
semplicità
che si commenta da sola: Bravo!!!
Ok una piccola dedica e i dovuti ringraziamenti: La ff è dedicata alla cara Marghe alias Rota23 o meg89