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Autore: CremeAthena    23/03/2017    1 recensioni
Dopo aver eliminato Asgore e Flowey, Frisk è riuscito a superare la barriera e presumibilmente a tornare a casa, mentre le sei anime umane raccolte dal re defunto sono scomparse. Da allora regna l'Imperatrice Undyne, che come primo provvedimento ha indetto la caccia agli umani, volendo vendicare il re e la regina uccisi da Frisk, dopo aver giurato vendetta contro questo umano. Ma da allora sono passati molti anni, l'Underground è stato militarizzato, ormai l'uomo non ne sa più nulla.
Ma se una ragazzina cadesse nuovamente nelle Rovine? Quale storia si genererebbe? Cos'è cambiato intanto nel mondo dei mostri?... Scopriamolo insieme.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Chara, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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~ Capitolo I-8 ~ Some feelings ~


«... Cosa staresti facendo ora esattamente?»
«Mi distraggo un attimo.» Pleya si stava facendo un giretto per il laboratorio, che aveva due piani, guardando le cose sui tavoli e quant'altro, curiosa di sapere di più su quel tipo, dato che non le aveva detto nulla.
«Stai curiosando tra le cose di quel mostro. Vuoi andartene o no?»
«Ecco qualcosa di interessante! Guarda!» La biondina aveva trovato una fotografia incorniciata, che ritraeva due giovani mostri sorridenti della stessa specie, forse lupi antropomorfi. Uno dei due doveva essere il professor Sadd, dato che il colore della sua pelliccia era quello, ma era decisamente più allegro, quasi un'altra persona. I suoi occhi trasudavano emozioni forti e positive, al contrario di... Beh, ora. E aveva ancora il braccio, mentre l'altra chi era? Forse la sua fidanzata?
«Sei davvero un'impicciona.» Commentò Chara, ridacchiando. «... Pleya?»
«Mi sento... Un po' male.» Rispose la ragazzina, che si stava improvvisamente sentendo la testa girarle e il corpo appesantirsi.
«Vai a sederti, forse ti sei sforzata troppo in questi giorni.»
La ragazzina invece cadde a terra di sasso, svenuta. Chara imprecò, chiedendosi a cosa fosse dovuto l'improvviso svenimento.
.
.
.
La giovane aprì gli occhi azzurri lentamente, su un letto che non riconobbe subito. Aveva qualcosa di freddo sulla fronte... Oh, uno straccio bagnato.
«Ma buongiorno, dormito bene?» Commentò lo spettro ironicamente, per poi sospirare.
«Cos'è successo?» Chiese ad alta voce Pleya, mettendosi seduta sul letto invece che sdraiata.
«Devi aver mangiato del cibo scaduto, immagino.» La voce improvvisa di Sadd la spaventò, l'umana era ancora un po' confusa ma realizzò presto la situazione in cui si trovava. «Avevi la febbre alta.»
«Ti ringrazio per esserti preso cura di me.» Rispose la ragazzina, sorridendo allo scienziato, che invece si girò e si allontanò spingendo la sedia con le rotelle con i piedi, mentre si tirava fuori una sigaretta. 
«Non c'è problema, riposati ancora un po'.» Disse freddamente egli, uscendo dalla stanza. Pleya rimasta sola si guardò attorno, per poi sospirare. Forse erano stati quei biscotti...
«Ma non mi dire.»
«Mhpf, credo dormirò ancora un poco.» Le rispose Pleya sorridendo, per poi tornare a stendersi. Dormire e non fare nulla era davvero moooolto rilassante, secondo lei. Chiuse gli occhi e tentò di appisolarsi, ma notò presto di non avere sonno. Uffa. Allora si alzò, togliendosi lo straccio bagnato dalla fronte, per poi stiracchiarsi. Adesso si sentiva bene! Camminò lentamente fino alle scale e scese al piano di sotto, appoggiandosi appena al muro con la mano. Quel tipo era stato piuttosto gentile, nonostante le apparenze. Giunse al piano di sotto mentre lo scienziato mangiava, guardando qualcosa ad una televisione sottile appesa in alto al muro, che lei non aveva notato precedentemente.

«... E con questo si concludono le notizie riguardo al prossimo grande evento all'arena!» Esclamò la donna-strano animale tentacoloso antropomorfo, mentre leggeva dei fogli che teneva coi tentacoli. «Restate sintonizzati con Octopa, Canale MTT-NEWS!»

Pleya sentì la frase come se fosse stata detta da una persona che le passava accanto a un'altra che accompagnava la prima, mentre Sadd sembrava realmente interessato, difatti solo dopo la fine del notiziario si girò verso l'umana.
«Ah, vieni, ti ho preparato da mangiare.» Disse, mentre con la mano magica tirava da un altro tavolo una sedia come la sua, con le rotelle, fino ad un tavolino che aveva appena preparato accanto a sè, completamente sgombro da qualsiasi cosa se non un piatto di zuppa fumante e un foglio con sopra una penna. Prima non c'era, la biondina ne era sicura.  «Dato che non so cosa mangiate voi umani ti ho fatto una zuppa con verdure.»
«Non siamo mica alieni... Anche se le verdure non mi piacciono.» Ella si avvicinò un po' insicura, poi spostò un poco la sedia e si sedette, per poi avvicinarsi alla zuppa ed annuarla. Prometteva bene. «Ti ringrazio!» Gli sorrise e diede un sorso del brodo, scottandosi la lingua "Ahi!"
«Comunque...» Il professor Sadd si era girato, dando le spalle a Pleya e accendendosi invece una sigaretta. «Vuoi uscire dalle rovine, giusto? Oltre il labirinto si trovano gli ultimi due puzzle per uscire dalle rovine. Non ne so nulla, ma so che il secondo si attiva solamente in caso passi un'anima umana... Fai attenzione, okay? Sei ancora giovane e quel coso è fatale, non risparmia nessuno, ma può fallire.»
«F-farò del mio meglio.» La giovane arrossì a quelle parole, chinando la testa sul piatto per non farsi vedere. Si preoccupava per lei? Aww, era così paterna come cosa... «Tu invece perchè sei qui da solo? Me lo chiedevo da un po', non sembri una persona... Ecco, che da noi umani sarebbe segregata, hai perso un braccio ma sei molto intelligente, no?»
«Mhm, che ragazzina curiosa.» Le rispose brevemente egli, dando un largo tiro alla sigaretta, soffiando fuori molto fumo, nella direzione opposta all'umana, che stava lentamente bevendo il caldo brodo mentre ascoltava, effettivamente curiosa. «Beh, ascolta bene, non mi ripeterò.» Lo scienziato sbattè la cenere al portacenere tenuto in aria dalla mano magica, per poi dare un'altra boccata e cominciare a parlare. «Anni fa ero uno dei tanti collaboratori dello scienziato reale, la dottoressa Alphys, che lavorava su un metodo per resuscitare i mostri morti tramite un... Un qualcosa chiamato "determinazione", abbreviato dt. Io ero molto fiducioso, ma i suoi composti facevano tutti cilecca in qualche modo. Lei era molto determinata, la mia invece vacillava. In quegli anni... Un umano giunto nel sottosuolo.
Uccise.
Mia figlia.»
Il mostro aveva fatto due pause molto inquietanti, Pleya ebbe il presentimento che sarebbe scoppiato a piangere, ma non fu così, difatti egli si limitò a fumare ancora la sigaretta, quasi finita ormai.
«... Mia figlia, il mio unico motivo di vita. Metà del mio tempo passava chiuso in laboratorio, e l'altra metà con lei, che aveva perso la madre in tenera età. Non avevo altre relazioni, se non quelle flebili con i miei colleghi... Ah, non credo più nella vita.» Si interruppe, per schiacciare la sigaretta sul portacenere, con tutta calma. Girò lo sguardo verso l'umana e sorrise a metà, appena visibilmente. «Ma tu sei simile a lei, sai? Era piuttosto allegra... Voi umani siete come noi mostri, non siete tutti uguali, vero?»
«Oh, immagino di sì...» La biondina aveva pressochè terminato la zuppa, dunque spostò il piatto a lato sul tavolo e sbirciò il foglio lì presente. Il suo puzzle... Giusto, doveva ancora finirlo.
«Riguardo quello, credo tu debba collegare la S di "word search" nel titolo con "keleton" sotto, in verticale... C'è scritto "keleten", ma dovrebbe essere la soluzione, credo.» Il lupo antropomorfo le sorrise per poi alzarsi in piedi, per dirigersi verso uno dei tavoli stracolmi di roba strana. Nè tirò fuori un affarino e si avvicinò all'umana, per poi posarlo sul tavolo e allontanarsi, per tornare alla propria sedia. «Prendito, te lo regalo.»
«Wow, è un i...» No, il cellulare che le aveva lasciato non era un iPhone, scoprì Pleya girandolo, insensatamente delusa. «... Un iMettaton? Sembra una marca di... Boh, qualcosa. Grazie, mi sarà di certo utile!» Dopo le prime indecisioni, si ricordò di ringraziare educamente, sorridendo, per poi provare quell'oggetto nero. Al tatto era solido e piacevole, niente male davvero. E il software era veloce. Anche se... Chi era la modella robotica messa come sfondo?
«Mettaton è la star dell'Underground, sponsorizzata dalla regina e dallo scienziato reale, che la utilizzano come icona. C'è già il mio numero, comunque, se hai bisogno di qualcosa chiamami.» Sadd si sistemò gli occhiali appannati, per poi girarsi.
«Ora... Vado, immagino.» Pleya mise via cellulare e puzzle e si alzò, pronunciò quelle parole, salvò (che dolce tristezza sarebbe stata dover ri-sentire sempre quella storia?) per poi incamminarsi verso l'ingresso, che era anche l'uscita.

[[ Il disordine del laboratorio ti ricorda quello della tua stanza, riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

«Sì, ci si vede.» 
L'umana si fermò e sorrise, per poi girarsi verso il suo prossimo obiettivo: uscire dal labirinto dal lato giusto! «Sì! Ciao ciao!» Corse fuori, finendo con lo sbattere contro la parete viola del primo muro. «Ahii... Uff» L'umana si accarezzò il naso per poi procedere camminando, in tranquillità. «Mi mancherà, sai? E' una brava persona.»
«Pleya, è un mostro... 
Anche se non sono tutti propriamente mostri.» 

«Come hai detto? Ho sentito bene?» Le chiese la biondina mentre camminava, Chara aveva solamente sussurrato nella sua testa la sua ultima frase, ma l'aveva sentita.
«Eh? No, non... Guarda avanti che è meglio.»
«Mhpf, ormai questo labirinto mi appartiene!» Ribattè con orgoglio la bionda, che però per trovare l'altra uscita fece una decina di giri, tra il tornare all'ingresso, il giungere di nuovo presso il laboratorio del professor Sadd e il perdersi tra vicoli ciechi.

«Perchè non ci fermiamo un attimo?»
Superato il labirinto c'era un corridoio che andava avanti verso un'altra sala, dove avrebbero trovato la prossima sfida per uscire da lì. La biondina si fermò a metà strada e sorrise. «Strano, di solito sei tu che vuoi che ci sbrighiamo, perchè ora...?-» La frase della biondina fu interrotta dalla sorpresa che provò questa nel vedersi formare davanti da una lieve nebbia una figura umana, una bambina dai capelli corti castani indossante un maglioncino a righe verdi e gialle, pantaloncini marroni e stivali dello stesso colore. Sul suo visetto dalle guance rosee un sorriso insicuro, mentre la guardava con gli occhi rossi, coperti appena dai capelli.
«Sono io, Chara... Sono riuscita a materializzarmi solo ora.»
   
 
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