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Autore: Giulls    06/06/2009    16 recensioni
“Oh mio Dio! Ho Robert Pattinson davanti a me! QUEL Robert Pattinson! L’Edward Cullen di Twilight! Sto sognando, non è possibile! Non posso credere che Teo, mio fratello Teo, sia suo amico…eppure me l’ha appena presentato…" pensai rimanendo estasiata davanti a lui... *La storia di Giulia, una sedicenne italiana che andrà a trascorrere le vacanze estive a Londra, incurante che proprio lì imparerà davvero cosa vuol dire la parola AMORE...* °°°°°°°°°°°°°° Salve ragazze, sono tornata con la mia ultima storia, alla quale tengo moltissimo...spero di piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What time is it? Summer time, it’s our vacation!
What time is it? Party time, that’s right say it loud!
What time is it? Time about us, anticipation.
What time is it? Summer time…
SCHOOL’S OUT, scream and shout!

Eheheh perdonatemi per questo sfogo, ma per noi romagnoli (e penso anche per molti di voi) la scuola è UFFICIALMENTE FINITA!
Chiedo umilmente perdono per non essermi fatta viva questa settimana, ma ho avuto problemi @ school e internettuaologi (U.U) … ora però sono qui, no? =)
Come sempre voglio ringraziare chi mi ha messa tra gli autori preferiti, chi ha messo la storia tra le più seguite e tra i preferiti e chi ha recensito:
Twilighter001; KikyCullen; daydre4mer; Ili_sere_nere; kiarab; fedev82; Ilarylove Sol; Sabry87; milly92; ilachan89yamapi; LondonCalling; Ithil; Sognatrice85; KikiCullen.

Perdonatemi se non vi ringrazio, solo che…ehm…sono appena tornata dalla gavettonata a scuola e sono FRADICIA! Ma mi sono divertita tanto tanto xD e sono tanto tanto tanto bagnata…ma vabbè, ve l’ho già detto xD
Al prossimo sabato (sigh, da lunedì inizio a lavorare…) un bacione Giulls

39. GITA TRA FRATELLI

La sveglia del mio cellulare suonò alle sette e trequarti di mattina e a malavoglia aprii gli occhi per cercare il mio telefono e spegnerla. Tentai di alzarmi ma due mani, le sue mani, mi afferrarono per i fianchi.
< Dove vai? > domandò con voce insonnolita, con gli occhi ancora chiusi e la testa sul cuscino.
< Alle otto e mezza viene Teo a prendermi e vorrei fare una doccia prima di andare… >
< Vuoi la colazione? > domandò sbadigliando.
< No tranquillo, tu pensa a dormire…è ancora presto > risposi avvicinandomi a lui e baciandolo sulla guancia.
Mi alzai dal letto e m’incamminai lentamente verso la doccia sentendomi addosso il suo sguardo e sorrisi.
Dopo aver fatto la doccia indossai un paio di shorts marroni e una maglia a mezza manica bianca, poi mandai un messaggio ad Ilaria per farle gli auguri per il suo compleanno e infine scesi di sotto, trovando Robert con indosso solo un paio di boxer in cucina e la colazione pronta.
< Caffè? > domando sorridendomi quando entrai in cucina.
< Mmm…sì, grazie > risposi sedendomi a tavola.
< Ecco prendi > disse porgendomi il caffè e sedendosi di fronte a me e sorrisi come ringraziamento < spero ti vadano bene le uova >
< Beh…non è la tipica colazione italiana, ma non mi lamento > risposi ridendo.
Non appena finimmo di fare colazione corsi in bagno a lavarmi i denti e sentii Teo bussare alla porta.
< Ciao! > salutò mio fratello.
< Ciao Teo! Caffè? >
< Volentieri, grazie amico. Quell’invasata di mia sorella dov’è? > lo sentii domandare.
< Chiamami un’altra volta invasata e poi vedi quello che ti faccio! > esclamai entrando in cucina e non appena entrai vidi Robert ancora in boxer arrossii, reazione che a mio fratello non sfuggì.
< Beh credi che non sappia di te e Robert? Tu non mi racconti niente, ma ti ricordo che stai col mio migliore amico… > disse Teo guardandomi con un sorrisetto.
< Cosa? > esclamai rossa in volto.
< Eddai Giu! Mi confido, ma non scendo nei particolari > rispose Robert sorridendomi e avvicinandosi a me e baciandomi una guancia.
< Fidati piccola è più difficile per me che per te… > disse Teo addentando una ciambella.
< Certo…Teo sei pronto? > domandai cambiando discorso.
< Sì, andiamo > rispose ridendo e salutando Robert.
< Ciao Giulia, a dopo > disse Robert facendomi l’occhiolino.
< Ciao > risposi sospirando e uscendo dalla porta.
< Pronta piccola? > domandò mio fratello aprendomi lo sportello della macchina.
< Sì! > risposi riprendendomi dall’imbarazzo.
< Allora…oggi direi niente storia, ma solo svago totale. Che ne dici? >
< Dico che ti adoro! > risposi abbracciandolo mentre eravamo fermi ad un incrocio.
< Ok…allora, come prima tappa abbiamo il museo di Sherlock Holmes, poi il Madame Tussauds e infine Harrods… >
< Davvero? > domandai commossa.
< Sì piccola! > rispose sorridendomi.
< Ma…c’impiegheremmo tutta la giornata…come fai con Alessia? >
< Le ho chiesto se per oggi poteva prendere la metro per tornare a casa. Oggi la giornata è dedicata esclusivamente a te >
Sorrisi e lo baciai su una guancia, dopo di che poggiai la testa sulla sua spalla e Teo guidò fino a
Baker Street.
< Teo ti supplico facciamoci una foto con lui! > esclamai indicando un Bobby.
Senza dare a Teo il tempo di rispondere diedi la macchina fotografica a una signora in fila con suo figlio e scattammo una foto e poi attendemmo il nostro turno per entrare.
La casa era una ricostruzione precisa di una casa vittoriana di fine ‘800 ed era a tre piani: al piano terra c’era il salotto, al primo la camera di Holmes e lo studio e al secondo la camera di Watson, quella della signora Hudson, la proprietaria della pensione e il bagno, che aveva lo sciacquone in ceramica e la catenella d’ottone.
< Holmes era un uomo che sapeva trattarsi bene! > esclamai in italiano ridendo e Teo mi diede una gomitata per farmi stare zitta.
Entrammo nello studio e Teo sogghignò prendendomi in giro.
< Hey Giu hai notato? >
< Cosa? >
< Ci sono tantissimi oggetti, ma almeno è ordinato…a differenza della tua camera >
Lo guardai malissimo e gli diedi un pizzicotto sul braccio e continuammo così per tutto il tour.
Uscimmo verso le dieci e mezza e ci dirigemmo a Marybone Road, dove si trovava la nostra seconda tappa: il Madame Tussauds.
Vi entrammo dentro dopo un’ora di fila e con la macchina fotografica sempre in mano girovagammo per il museo fino alle tre e mezza. La prima stanza che visitammo fu Blush, che rappresentava un party hollywoodiano con statue di star come Brad Pitt, Angelina Jolie, Tom Cruise e, per mia gioia, Orlando Bloom in smoking. La sala successiva fu Big Brother, ma non amando molto nemmeno il programma italiano, mi soffermai lì per pochi minuti; poi fu il turno della sala
Premiere Night, dedicata al cinema e alla televisione e successivamente della sala Sport Zone, con star come Michael Schumacher e David Beckham; la Culture Zone, una sala dove si trovavano artisti e scienziati di fama mondiale come Einstein, William Shakespeare, Oscar Wilde, Charles Dickens e Van Gogh; la sala World Leaders, con i capi Stato dei maggiori Paesi e con i dittatori più famosi della storia e infine la Music Zone, con tutti i grandi della musica.
Una volta usciti dal museo prima di raggiungere la nostra ultima tappa, Harrods, ci fermammo in un chiosco a mangiare un hot dog.
Stavamo parlando tranquillamente delle foto che avevamo fatto prima quando il telefono di mio fratello squillò.
< Pronto? Oh, ciao amore…no, sono uscito ora dal Madame Tussauds e ho mangiato un boccone…sì, stiamo andando da Harrods…cosa? Davvero? No, tranquilla non ci sono problemi…sì, ok…quando ti passo a prendere? Va bene, ci vediamo dopo…ciao amore…ti amo anche io >
< Che succede? > domandai quando terminò la chiamata.
< No, niente. Era Alessia e mi ha chiesto se possiamo passare a prenderla quando abbiamo  finito il giro perché oggi c’è lo sciopero della metro… >
< Dov’è? > domandai curiosa.
< Nella biblioteca nei pressi di Trafalgar Square per una ricerca >
< Perché non le chiediamo di unirsi a noi? > domandai sorridendogli.
< Mmm…preferirei di no > disse < te l’ho detto, oggi la giornata è solo per noi, niente fidanzati > aggiunse notando il mio sguardo stupito.
Gli sorrisi grata ed ero veramente felice, perché mio fratello mi mancava terribilmente e quell’uscita era sicuramente un modo per riavvicinarci.
Arrivati ad Harrods ci dedicammo allo shopping sfrenato, comprando un sacco di souvenir per amici e da portare a casa.
< Facciamo un salto nella sezione elettronica? >
< Certo! > risposi prendendolo a braccetto e sorridendogli; ma il mio fu un grande sbaglio, perché trascorremmo una mezz’ora buona a cercare un nuovo videogioco per la sua amata X-Box.
< Teo stai scherzando? Cavolo hai quasi venti anni e ancora giochi con l’X-Box?! Certo che… > dissi senza terminare la frase perché mi squillò il telefono < pronto? > domandai senza guardare il display.
< Ciao amore come va? > disse Robert salutandomi.
< Hey straniero! Qui è tutto ok, mi sto divertendo da matti! Te? >
< Normale, grazie…sono stato a pranzo dai miei che ti salutano…pure mia nonna! > esclamò ridendo.
< Beh, grazie…salutami tutti! >
< Lo farò. Senti c’è Teo lì accanto a te? >
< Certo, te lo passo…ciao Rob > dissi salutandolo e diedi il cellulare a mio fratello.
< Hey amico! Senti, ho trovato i giochi per…esatto…sì, ci sono entrambi…esatto…quale compro tra i due?…Mmm…dici? >
< State decidendo che gioco comprare? > domandai sgranando gli occhi, ma Teo mi fece cenno di stare zitta e continuò la telefonata.
< Va bene ok prendo il primo, il secondo lo prendiamo più avanti…ovvio, domani sera sbologniamo le nostre ragazze e ci troviamo per giocare da me…certamente Rob, come sempre…ehm senti amico è meglio che ora ci salutiamo perché credo che mia sorella stia per strozzarmi. Certo te la porto dopo a casa…ciao Rob! > disse terminando la conversazione < ti saluta >
< Grazie > risposi riprendendomi il telefono.
Teo si prese il suo fantomatico gioco per l’X-Box, pagò e continuammo il nostro giro, salendo sulle scale mobili almeno una ventina di volte, ridendo e scherzando come non facevamo da tempo e facendoci compatire persino dai bambini di cinque anni.
Verso le sei e mezza uscimmo da Harrods con almeno cinque sportine a testa e andammo a prendere Alessia dalla biblioteca, poi ci dirigemmo a casa di Robert, ordinammo una pizza e ci fermammo a chiacchierare lì fino a mezzanotte.
< Hey ragazzi direi che si è fatta l’ora di andare… > disse Teo indicando Alessia che si era addormentata sul divano.
< Vuoi una mano per portarla in macchina? > domandò Robert.
< No ce la faccio, grazie > disse e aggiunse rivolto a me < piccola resti a dormire qui? >
< Beh… >
< Sì, resta > rispose Robert per me abbracciandomi da dietro e poggiando il suo mento sulla mia spalla.
< Ok, allora ci vediamo domani…notte piccola > disse Teo strappandomi dalle braccia del mio ragazzo, abbracciandomi e baciandomi sulla fronte.
< Notte Teo e grazie > risposi sorridendogli.
< Grazie a te > disse facendomi l’occhiolino e prendendo in braccio Alessia.
Lo accompagnai fino alla macchina e aprii lo sportello del passeggero per aiutarlo, poi mi diede un ennesimo bacio sulla guancia e infine partì.
< Bene bene bene…siamo rimasti solo tu ed io… > mi sussurrò Robert in un orecchio.
< Sì…tu, io e quel paparazzo laggiù… > risposi sorridendo e appoggiandomi a lui.
< Che dici, lo invitiamo per un caffè? > domandò ridendo.
< Non ti facevo così buono… > risposi sbadigliando.
< Mi sa che il caffè qui ci vuole per te… >
< No, ci vuole un bel letto morbido > ribattei.
Immediatamente mi prese in braccio come se fossi un sacco di patate e mi portò dentro casa nonostante i miei continui urli per intimarlo a farmi scendere. Arrivammo in camera sua e mi poggiò sul letto delicatamente.
< Ho messo da lavare il tuo pigiama…scegli un qualcosa di mio per questa notte, ok? >
< Certo >
Mi sorrise e scappò in bagno ed io frugai tra i suoi cassetti in cerca di un qualcosa che potesse farmi da pigiama, optando alla fine per una maglietta a mezza manica e un paio di boxer.
< Hey, stai benissimo con quei boxer! > esclamò entrando in camera.
< Grazie > sorrisi.
< Anche se… >
< Anche se? > domandai incitandolo a continuare.
< Ti preferisco nuda tra le mie braccia > disse baciandomi il collo.
< Ecco, lo sapevo…sei un malato del sesso, lo sai? > domandai prendendo in giro.
< Non è assolutamente vero! > ribatte mettendo il broncio.
< Sì invece > risposi ridendo.
Mi diede una spinta per farmi spostare dal suo lato del letto e non appena mi misi sotto le coperte insieme a lui mi prese fra le sue braccia.
< Giulia? > mi chiamò poco prima di addormentarci entrambi.
< Mmm? > mugugnai stanca.
< Ne parlavo giusto oggi a pranzo con la mia famiglia…tu credi nei miracoli? > domandò, ma non gli risposi perché finsi di essermi già addormentata.
Lo sentii sorridere e appoggiò la sua testa alla mia.
< Sì…tu sei il mio miracolo… > risposi, certa che si fosse addormentato
Immediatamente mi strinse maggiormente a sé e da lì capii che non stava dormendo.

   
 
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