What
time is it? Summer time, it’s our
vacation!
What time is it? Party time, that’s right
say it loud!
What time is it? Time about us,
anticipation.
What time is it? Summer time…SCHOOL’S OUT,
scream and
shout!
Chiedo
umilmente perdono per non essermi fatta viva questa settimana, ma ho
avuto
problemi @ school e internettuaologi (U.U) … ora
però sono qui, no? =)
Come
sempre voglio ringraziare chi mi ha messa tra gli autori preferiti, chi
ha
messo la storia tra le più seguite e tra i preferiti e chi
ha recensito: Twilighter001;
KikyCullen; daydre4mer;
Ili_sere_nere;
kiarab; fedev82;
Ilarylove
Sol; Sabry87;
milly92;
ilachan89yamapi;
LondonCalling;
Ithil;
Sognatrice85;
KikiCullen.
Al
prossimo sabato (sigh, da lunedì inizio a
lavorare…) un bacione Giulls
< Dove
vai? > domandò con voce insonnolita, con gli occhi
ancora chiusi e la testa
sul cuscino.
< Alle
otto e mezza viene Teo a prendermi e vorrei fare una doccia prima di
andare…
>
< Vuoi
la colazione? > domandò sbadigliando.
< No
tranquillo, tu pensa a dormire…è ancora presto
> risposi avvicinandomi a lui
e baciandolo sulla guancia.
Mi alzai
dal letto e m’incamminai lentamente verso la doccia
sentendomi addosso il suo
sguardo e sorrisi.
Dopo aver
fatto la doccia indossai un paio di shorts marroni e una maglia a mezza
manica
bianca, poi mandai un messaggio ad Ilaria per farle gli auguri per il
suo compleanno
e infine scesi di sotto, trovando Robert con indosso solo un paio di
boxer in
cucina e la colazione pronta.
<
Caffè? > domando sorridendomi quando entrai in cucina.
<
Mmm…sì, grazie > risposi sedendomi a
tavola.
< Ecco
prendi > disse porgendomi il caffè e sedendosi di
fronte a me e sorrisi come
ringraziamento < spero ti vadano bene le uova >
<
Beh…non è la tipica colazione italiana, ma non mi
lamento > risposi ridendo.
Non
appena finimmo di fare colazione corsi in bagno a lavarmi i denti e
sentii Teo
bussare alla porta.
<
Ciao! > salutò mio fratello.
< Ciao
Teo! Caffè? >
<
Volentieri, grazie amico. Quell’invasata di mia sorella
dov’è? > lo sentii
domandare.
<
Chiamami un’altra volta invasata e poi vedi quello che ti
faccio! > esclamai
entrando in cucina e non appena entrai vidi Robert ancora in boxer
arrossii,
reazione che a mio fratello non sfuggì.
< Beh
credi che non sappia di te e Robert? Tu non mi racconti niente, ma ti
ricordo
che stai col mio migliore amico… > disse Teo
guardandomi con un sorrisetto.
<
Cosa? > esclamai rossa in volto.
<
Eddai Giu! Mi confido, ma non scendo nei particolari > rispose
Robert
sorridendomi e avvicinandosi a me e baciandomi una guancia.
<
Fidati piccola è più difficile per me che per
te… > disse Teo addentando una
ciambella.
<
Certo…Teo sei pronto? > domandai cambiando discorso.
< Sì,
andiamo > rispose ridendo e salutando Robert.
< Ciao
Giulia, a dopo > disse Robert facendomi l’occhiolino.
< Ciao
> risposi sospirando e uscendo dalla porta.
<
Pronta piccola? > domandò mio fratello aprendomi lo
sportello della
macchina.
< Sì!
> risposi riprendendomi dall’imbarazzo.
<
Allora…oggi direi niente storia, ma solo svago totale. Che
ne dici? >
< Dico
che ti adoro! > risposi abbracciandolo mentre eravamo fermi ad
un incrocio.
< Ok…allora,
come prima tappa abbiamo il museo di Sherlock Holmes, poi il Madame
Tussauds e
infine Harrods… >
<
Davvero? > domandai commossa.
< Sì
piccola! > rispose sorridendomi.
<
Ma…c’impiegheremmo tutta la
giornata…come fai con Alessia? >
< Le
ho chiesto se per oggi poteva prendere la metro per tornare a casa.
Oggi la
giornata è dedicata esclusivamente a te >
Sorrisi e
lo baciai su una guancia, dopo di che poggiai la testa sulla sua spalla
e Teo
guidò fino a Baker Street.
<
Teo
ti supplico facciamoci una foto con lui! > esclamai indicando un
Bobby.
Senza
dare a Teo il tempo di rispondere diedi la macchina fotografica a una
signora
in fila con suo figlio e scattammo una foto e poi attendemmo il nostro
turno
per entrare.
La casa
era una ricostruzione precisa di una casa vittoriana di fine
‘800 ed era a tre
piani: al piano terra c’era il salotto, al primo la camera di
Holmes e lo
studio e al secondo la camera di Watson, quella della signora Hudson,
la
proprietaria della pensione e il bagno, che aveva lo sciacquone in
ceramica e
la catenella d’ottone.
<
Holmes era un uomo che sapeva trattarsi bene! > esclamai in
italiano ridendo
e Teo mi diede una gomitata per farmi stare zitta.
Entrammo
nello studio e Teo sogghignò prendendomi in giro.
< Hey
Giu hai notato? >
< Cosa?
>
< Ci
sono tantissimi oggetti, ma almeno è ordinato…a
differenza della tua camera
>
Lo
guardai malissimo e gli diedi un pizzicotto sul braccio e continuammo
così per
tutto il tour.
Uscimmo
verso le dieci e mezza e ci dirigemmo a Marybone Road, dove si trovava
la
nostra seconda tappa: il Madame Tussauds.
Vi
entrammo dentro dopo un’ora di fila e con la macchina
fotografica sempre in
mano girovagammo per il museo fino alle tre e mezza. La prima stanza
che
visitammo fu Blush, che rappresentava un party hollywoodiano con statue
di star
come Brad Pitt, Angelina Jolie, Tom Cruise e, per mia gioia, Orlando
Bloom in
smoking. La sala successiva fu Big Brother, ma non amando molto nemmeno
il
programma italiano, mi soffermai lì per pochi minuti; poi fu
il turno della
sala Premiere
Night, dedicata al cinema
e alla televisione e successivamente della sala Sport Zone, con star
come
Michael Schumacher e David Beckham; la Culture Zone, una sala dove si
trovavano
artisti e scienziati di fama mondiale come Einstein, William
Shakespeare, Oscar
Wilde, Charles Dickens e Van Gogh; la sala World Leaders, con i capi
Stato dei
maggiori Paesi e con i dittatori più famosi della storia e
infine la Music
Zone, con tutti i grandi della musica.
Una volta
usciti dal museo prima di raggiungere la nostra ultima tappa, Harrods,
ci
fermammo in un chiosco a mangiare un hot dog.
Stavamo
parlando tranquillamente delle foto che avevamo fatto prima quando il
telefono
di mio fratello squillò.
<
Pronto? Oh, ciao amore…no, sono uscito ora dal Madame
Tussauds e ho mangiato un
boccone…sì, stiamo andando da
Harrods…cosa? Davvero? No, tranquilla non ci sono
problemi…sì, ok…quando ti passo a
prendere? Va bene, ci vediamo dopo…ciao
amore…ti amo anche io >
< Che
succede? > domandai quando terminò la chiamata.
< No,
niente. Era Alessia e mi ha chiesto se possiamo passare a prenderla
quando
abbiamo finito il
giro perché oggi c’è
lo sciopero della metro… >
<
Dov’è? > domandai curiosa.
<
Nella biblioteca nei pressi di Trafalgar Square per una ricerca >
<
Perché non le chiediamo di unirsi a noi? > domandai
sorridendogli.
<
Mmm…preferirei di no > disse < te
l’ho detto, oggi la giornata è solo per
noi, niente fidanzati > aggiunse notando il mio sguardo stupito.
Gli
sorrisi grata ed ero veramente felice, perché mio fratello
mi mancava
terribilmente e quell’uscita era sicuramente un modo per
riavvicinarci.
Arrivati
ad Harrods ci dedicammo allo shopping sfrenato, comprando un sacco di
souvenir
per amici e da portare a casa.
< Facciamo
un salto nella sezione elettronica? >
<
Certo! > risposi prendendolo a braccetto e sorridendogli; ma il
mio fu un
grande sbaglio, perché trascorremmo una mezz’ora
buona a cercare un nuovo
videogioco per la sua amata X-Box.
< Teo
stai scherzando? Cavolo hai quasi venti anni e ancora giochi con
l’X-Box?!
Certo che… > dissi senza terminare la frase
perché mi squillò il telefono <
pronto? > domandai senza guardare il display.
< Ciao
amore come va? > disse Robert salutandomi.
< Hey
straniero! Qui è tutto ok, mi sto divertendo da matti! Te?
>
< Normale,
grazie…sono stato a pranzo dai miei che ti
salutano…pure mia nonna! >
esclamò ridendo.
< Beh,
grazie…salutami tutti! >
< Lo
farò. Senti c’è Teo lì
accanto a te? >
<
Certo, te lo passo…ciao Rob > dissi salutandolo e
diedi il cellulare a mio
fratello.
< Hey
amico! Senti, ho trovato i giochi
per…esatto…sì, ci sono
entrambi…esatto…quale
compro tra i due?…Mmm…dici? >
<
State decidendo che gioco comprare? > domandai sgranando gli
occhi, ma Teo
mi fece cenno di stare zitta e continuò la telefonata.
< Va
bene ok prendo il primo, il secondo lo prendiamo più
avanti…ovvio, domani sera
sbologniamo le nostre ragazze e ci troviamo per giocare da
me…certamente Rob,
come sempre…ehm senti amico è meglio che ora ci
salutiamo perché credo che mia
sorella stia per strozzarmi. Certo te la porto dopo a
casa…ciao Rob! > disse
terminando la conversazione < ti saluta >
<
Grazie > risposi riprendendomi il telefono.
Teo si
prese il suo fantomatico gioco per l’X-Box, pagò e
continuammo il nostro giro,
salendo sulle scale mobili almeno una ventina di volte, ridendo e
scherzando
come non facevamo da tempo e facendoci compatire persino dai bambini di
cinque
anni.
Verso le
sei e mezza uscimmo da Harrods con almeno cinque sportine a testa e
andammo a
prendere Alessia dalla biblioteca, poi ci dirigemmo a casa di Robert,
ordinammo
una pizza e ci fermammo a chiacchierare lì fino a mezzanotte.
< Hey
ragazzi direi che si è fatta l’ora di
andare… > disse Teo indicando Alessia
che si era addormentata sul divano.
< Vuoi
una mano per portarla in macchina? > domandò Robert.
< No
ce la faccio, grazie > disse e aggiunse rivolto a me <
piccola resti a
dormire qui? >
< Beh…
>
< Sì,
resta > rispose Robert per me abbracciandomi da dietro e
poggiando il suo
mento sulla mia spalla.
< Ok,
allora ci vediamo domani…notte piccola > disse Teo
strappandomi dalle
braccia del mio ragazzo, abbracciandomi e baciandomi sulla fronte.
<
Notte Teo e grazie > risposi sorridendogli.
<
Grazie a te > disse facendomi l’occhiolino e prendendo
in braccio Alessia.
Lo
accompagnai fino alla macchina e aprii lo sportello del passeggero per
aiutarlo,
poi mi diede un ennesimo bacio sulla guancia e infine partì.
< Bene
bene bene…siamo rimasti solo tu ed io… >
mi sussurrò Robert in un orecchio.
<
Sì…tu, io e quel paparazzo
laggiù… > risposi sorridendo e
appoggiandomi a
lui.
< Che
dici, lo invitiamo per un caffè? > domandò
ridendo.
< Non
ti facevo così buono… > risposi
sbadigliando.
< Mi
sa che il caffè qui ci vuole per te… >
< No,
ci vuole un bel letto morbido > ribattei.
Immediatamente
mi prese in braccio come se fossi un sacco di patate e mi
portò dentro casa
nonostante i miei continui urli per intimarlo a farmi scendere.
Arrivammo in
camera sua e mi poggiò sul letto delicatamente.
< Ho
messo da lavare il tuo pigiama…scegli un qualcosa di mio per
questa notte, ok?
>
<
Certo >
Mi
sorrise e scappò in bagno ed io frugai tra i suoi cassetti
in cerca di un
qualcosa che potesse farmi da pigiama, optando alla fine per una
maglietta a
mezza manica e un paio di boxer.
< Hey,
stai benissimo con quei boxer! > esclamò entrando in
camera.
<
Grazie > sorrisi.
<
Anche se… >
<
Anche se? > domandai incitandolo a continuare.
< Ti
preferisco nuda tra le mie braccia > disse baciandomi il collo.
< Ecco,
lo sapevo…sei un malato del sesso, lo sai? > domandai
prendendo in giro.
< Non
è assolutamente vero! > ribatte mettendo il broncio.
< Sì
invece > risposi ridendo.
Mi diede
una spinta per farmi spostare dal suo lato del letto e non appena mi
misi sotto
le coperte insieme a lui mi prese fra le sue braccia.
<
Giulia? > mi chiamò poco prima di addormentarci
entrambi.
< Mmm?
> mugugnai stanca.
< Ne
parlavo giusto oggi a pranzo con la mia famiglia…tu credi
nei miracoli? >
domandò, ma non gli risposi perché finsi di
essermi già addormentata.
Lo sentii
sorridere e appoggiò la sua testa alla mia.
<
Sì…tu sei il mio miracolo… >
risposi, certa che si fosse addormentato
Immediatamente
mi strinse maggiormente a sé e da lì capii che
non stava dormendo.