Capitolo sei
Il demone si gettò contro Liv con ferocia, buttandola a terra. La ragazza rotolò sul pavimento, la bottiglietta d'acqua santa salda in mano. Si mise in ginocchio cominciando a svitarla più velocemente possibile; quando il demone le si lanciò di nuovo addosso, Liv gli spruzzò l'acqua santa in piena faccia. Il viso cominciò a fumare mentre il demone gridava di dolore.
Liv approfittò del momento di distrazione del nemico per alzarsi in piedi e correre verso il pugnale anti-demoni, che era sul tavolo di metallo pieno di armi, poco lontano da lei. Lo prese in mano e sospirò di sollievo.
- Attenta Liv! - gridò Sam. La ragazza si voltò di scatto: il demone le era arrivato alle spalle. Liv alzò il pugnale per colpirlo, ma lui le afferrò il polso e le diede una testata, poi, senza darle il tempo di riprendersi, le sferrò un calcio nello stomaco. La ragazza cadde in ginocchio, tossendo. Sam, Dean e Bobby si dimenarono, ma non riuscirono a liberarsi: potevano solo stare a guardare.
- Sei più debole di quanto pensassi, - ghignò il demone sferrandole una ginocchiata in faccia. - E pensare che girano molte storie su di te, "Figlia degli Angeli " -. Liv non capiva di cosa diamine stesse parlando, ma in quel momento era l'ultimo dei suoi pensieri: riuscì ad evitare un calcio nello stomaco, rotolò per terra e si rialzò, pugnale in mano. Il demone le sferrò un pugno, ma la ragazza lo evitò, afferrò il braccio a mezz'aria e tirò il demone verso di sè, conficcandogli il pugnale nel petto. Il demone gridò, poi cadde a terra, morto.
Bobby, Dean e Sam, liberi dalla presa demoniaca, corsero verso Liv.
- Tutto bene? - chiese Dean.
- Si, - rispose Liv, asciugandosi il sangue che le usciva dal naso, - quel demone picchiava forte -
- Era qui per te, - sussurrò Sam.
- E' il secondo demone in due giorni che vuole ucciderti: qualcosa bolle in pentola, - affermò Bobby.
- Mi ha chiamata " Figlia degli Angeli "... - sussurrò la ragazza.
Quando la mattina dopo Liv entrò sbadigliando in cucina, Dean, Sam e Bobby capirono immediatamente che non aveva chiuso occhio quella notte: aveva due occhiaie terrificanti e gli occhi arrossati dalla stanchezza.
- Buongiorno, - li salutò, lasciandosi cadere nella sedia accanto a Sam.
- Credo che tu abbia un bisogno disperato di caffè, - affermò questo.
- Potresti avere ragione, - sbuffò Liv.
- Ecco a lei, principessa, - sorrise Dean porgendole una tazza di caffè fumante.
- Cosa ti preoccupa? - ribattè subito la ragazza. Dean, Sam e Bobby si scambiarono uno sguardo.
- Ma che dici... -
- Dean, - lo interruppe subito Liv - mi chiami principessa solo quando sei preoccupato -. Il ragazzo si sedette di fronte alla sorella, sospirando.
- Va bene, - disse - volevo farti svegliare un po' prima di parlarne, ma sembra che dovrò arrivare dritto al punto: hai subito due attacchi in due giorni, e non abbiamo idea di chi sia il mandante - .
- Non sappiamo neanche cosa intendesse quel demone con " Figlia degli Angeli " - sospirò Liv cominciando a bere il suo caffè. - O se gli angeli esistono: io non ne ho mai sentito parlare, e voi? -. Dean evitò lo sguardo della sorella.
- Avanti, diglielo, - lo incitò Bobby.
- Dirmi cosa? - incrociò le braccia al petto Liv.
- Quando abbiamo evocato Castiel, ieri notte, ha detto di essere un angelo, - spiegò Dean. Per un attimo, tutti rimasero in silenzio ad osservare Liv, che inizialmente rimase immobile, come paralizzata, poi balzò in piedi.
- Quando avevi intenzione di dirmelo?! - esclamò.
- Proprio adesso! - ribattè Dean - Non potevo certo sganciare la bomba ieri notte: eri ferita e sfinita! -. Liv aprì la bocca per replicare, ma incrociò lo sguardo di Sam. " Calmati " le diceva quello sguardo, " sai che ha ragione, non litighiamo per una sciocchezza ". Fin da piccoli, Sam era stato in grado di calmare la sorella con quello sguardo, e funzionò anche in quel momento: Liv fece un respiro profondo e cercò di schiarire la mente.
- Allora gli angeli esistono, - disse infine.
- Non credo che Castiel sia un angelo solo perchè afferma di esserlo, - ribattè Dean incrociando le braccia al petto. Sam alzò gli occhi: erano stati tutta la mattina a discutere di quell'argomento, non ne poteva più!
- Ma se lo fosse, - continuò Liv - allora potrebbe avere tutte le risposte che cerco -
- Liv... -
- Dobbiamo evocarlo di nuovo -
- Non se ne parla neanche! - ribattè Dean.
- E perchè? -
- Per prima cosa voglio essere sicuro che dica la verità, prima di averci di nuovo a che fare, - rispose il ragazzo - e poi, ti sei forse dimenticata l'effetto che ti ha fatto la sua presenza durante la seduta con Pamela? -. Liv sbuffò e si dovette trattenere dal prendere a calci il muro. Si sentiva come se fosse arrivata ad un vicolo cieco: le risposte erano tutte lì, al di là del muro, ma lei non aveva idea di come superarlo.
- Va bene, niente evocazione, - borbottò tra i denti - ma ho bisogno di saperne di più -. A quel punto di voltò verso Bobby, che aveva osservato tutta la scena dallo stipite della porta.
- Perchè guardi me? Ti assicuro che non sono un angelo, - affermò l'uomo.
- Tranquillo, non mi è mai venuto il dubbio, - sorrise divertita la ragazza - ma forse hai qualche libro che parla dell'argomento -. Bobby la guardò: era così speranzosa che rasentava la disperazione.
- D'accordo, forse ne ho qualcuno, - ammise.
Li condusse nel salotto e cominciò a frugare tra i libri dietro la scrivania. Quando riemerse aveva della polvere in testa, metà ragnatela appesa al berretto e una pila enorme di libri in mano.
- Diamoci da fare, - disse a mò di invito. Liv non se lo fece ripetere due volte! Afferrò il libro più pesante e si accomodò sul divano, cominciando a sfogliarlo.
Dean, invece, rimase a fissare la pila come sperando che sparisse.
- Beh, che aspetti? - lo scosse Bobby - Comincia a leggere -. Il ragazzo strinse le labbra e afferrò il libro più piccolo e leggero.
- Tu, - e indicò Sam con un gesto di stizza - portami una fetta di torta -.
Liv era arrivata a metà del librone che si era presa, ma non aveva trovato nessun indizio sulla propria natura. Il demone aveva detto che era una " Figlia degli Angeli ", ma cosa significava? Era abbastanza sicura che i suoi genitori fossero John e Mary Winchester, però forse il demone intendeva " figlia " in un altro senso...
Girò pagina.
- Dean! - esclamò con un sorriso incredulo. Suo fratello corse subito da lei.
- Che c'è? - chiese. Liv gli mostrò la pagina: era la figura di un angelo che portava via dall'Inferno un'anima.
- Questo ti basta come prova? -. Dean distolse lo sguardo dall'immagine, seccato.
- No, è solo una figura, - ribattè.
- Dean... - sospirò Liv - perchè il pensiero che un angelo ti abbia salvato dall'Inferno ti spaventa tanto? -.
- Perchè avrebbe dovuto salvarmi? Perchè me? Significa che esiste anche un " Dio "? E se anche fosse, perchè è rimasto a guardare la nostra schifosisssima vita che andava allo scatafascio ancora, e ancora, senza fare niente, e improvvisamente si interessa a me? Cosa avrei di così speciale? -. Ecco, era esploso: aveva rivelato cosa pensava veramente. Adesso Liv capiva tutto...
La ragazza posò il libro e si alzò in piedi.
- Tu non credi di meritartelo, - sussurrò. Dean evitò il suo sguardo, ma lei non si fece scoraggiare.
- Non so cosa spinga Dio ad interessarsi a te, ma posso assicurarti che non conosco persone più degna di questo privilegio. Non sarebbe giusto che, dopo una vita di fatica e morte, finalmente i buoni vogliano aiutarci? -.
- Non lo so Liv, - sospirò Dean - mi sembra troppo facile -. I due fratelli si sedettero sul divano.
- Forse sono io che spero con tutta me stessa che siano angeli, - disse infine Liv in un sussurro. - Forse voglio solo credere che tutti questi miei poteri provengano da qualcosa di buono... -. Dean si voltò a guardare la sorella, ma questa aveva gli occhi bassi. - Forse ho solo bisogno di sentire di essere una persona buona -.
- Ascoltami, - affermò deciso Dean - non sappiamo se questo Castiel dica la verità o meno, e non sappiamo neanche cosa intendesse quel demone, ma so una cosa per certo: tu sei una persona buona. E non importa qualce dia l'origine dei tuoi poteri: non potrà cambiare ciò che sei. Guarda Sammy: ha sangue demoniaco nelle vene, eppure è un fratellino rompiscatole e fin troppo buono, anche con i suoi nemici -. Liv sorrise alzando lo sguardo.
- Hai ragione, - disse.
- Aspetta, mi stai dando ragione? - ribattè divertito il ragazzo - Devo segnare questa data nel calendario! -
- Ma smettila! - esclamò Liv, per poi afferrare il cuscino accanto a sè e scagliarlo contro il suo fratellone. Dean cercò di ripararsi con le braccia, poi prese un altro cuscino e " rispose al fuoco ". In poco tempo i due fratelli erano in preda alle risate e circondati da piume.
Purtroppo, Bobby entrò in sala interrompendo quel momento di ilarità. All'uomo dispiaceva far spegnere quelle risate, sopratutto considerando i quattro mesi di apatia di Liv, ma non aveva molta scelta.
- Dobbiamo andare, - affermò.
- Perchè? Cosa è successo? - chiese Dean.
- Ho un'amica, si chiama Olivia ed è una cacciatrice, - spiegò Bobby - l'ho chiamata quattro volte per questa faccenda degli angeli, non ha risposto. Non è da lei ignorare tutte queste chiamate, dobbiamo controllare che stia bene -.
Appena Sam tornò a casa, partirono.
- Dovreste smetterla di farmi sedere sempre dietro, - sbuffò Liv salendo in macchina: Dean e Sam si erano già accomodati suoi sedili davanti.
- Ognuno sta al suo posto in auto, - ribattè Dean.
- Hai solo paura che, stando davanti, non ti permetterei di ascoltare gli AC/DC, - incrociò le braccia al petto la ragazza.
- Ma che dici... - rise nervosamente il ragazzo. Sam sorrise e scambiò uno sguardo divertito con Liv. Dean li ignorò e mise in moto.
- Tu rimani in macchina! - ordinò il maggiore dei Winchester alla sua sorellina.
- Non se ne parla neanche! Non puoi segregarmi in auto ogni volta che usciamo da casa! - esclamò Liv.
- Qualcuno sta mandando dei demoni ad ucciderti! Nell'Impala ci sono trappole anti-demoni: ergo, resti in macchina, - ribattè Dean. Liv guardò Sam in cerca di sostegno, ma il ragazzo sospirò.
- Questa volta ha ragione, - si limitò a dire. Liv sbuffò e si risedette in auto, seccata.
- Traditori, - bofonchiò tra i denti guardando i due fratelli andarsene. Avrebbe voluto far notare loro che aveva ucciso entrambi i demoni mandati a farla fuori, ma tanto non l'avrebbero ascoltata. Odiava questa situazione: lei era una cacciatrice, correva incontro al pericolo e gli faceva saltare le cervella! Di certo non restava in auto a farsi proteggere!
Così decise: basta farsi segregare.
Aprì la portiera e uscì dall'Impala, correndo nella casa dove erano entrati Sam, Bobby e Dean. La scena che le si presentò davanti la fece inorridire: una donna riversa per terra davanti al letto, il petto squarciato. Bobby uscì subito dalla casa e Liv lo lasciò passare: non se la sentiva di fermarlo.
- Accidenti, - mormorò avvicinandosi.
- Che ci fai qui? - la " accolse " subito Dean.
- Il mio lavoro, - ribattè la ragazza.
- Torna in auto, - le ordinò il suo fratellone.
- No, Dean, - affermò Liv - non ho intenzione di restare in macchina per tutto il tempo solo perchè dei demoni mi hanno attaccata: so badare a me stessa, non sono più la bambina di dieci anni che aveva paura del buio e si rifugiava nel tuo letto, adesso ho venticinque anni e caccio mostri -. Sam e Dean si scambiarono uno sguardo: Liv aveva ragione, dovevano smettere di trattarla come se fosse una bambola di porcellana, fragile e da tenere al sicuro.
- Va bene, - sospirò Dean. Liv gli sorrise grata.
- Allora: sale, rilevatore di onde magnetiche... - Sam guardò i suoi fratelli - sembra opera di un fantasma -
- Altro che fantasma! - esclamò Liv avvicinandosi al corpo.
In quel momento entrò Bobby: aveva il cellulare in mano e sembrava scosso.
- Tutto bene? - chiese Dean. L'uomo giocherellò con il cellulare, nervoso.
- Ho chiamato altri cacciatori nei dintorni, - spiegò - neanche loro rispondono al telefono -. I tre fratelli si scambiarono uno sguardo preoccupato.
- C'è qualcosa in ballo, vero? - chiese Sam. Non c'era bisogno di rispondere.
Liv si inginocchiò accanto al cadavere, sospirando: quella donna non meritava una morte del genere. D'altro canto, Liv sapeva bene che i cacciatori non muoiono di vecchiaia in un bel letto, circondati dai propri cari.
Stava per rialzarsi, quando vide qualcosa... scostò le coperte del letto per guardare meglio e rimase paralizzata a guardare.
- Ragazzi... - sussurrò. Sam, Dean e Bobby la raggiunsero: per terra, quasi sotto al letto, c'era una scritta fatta di sangue. Una sola parola: Winchester.
ANGOLO MALATA DI MENTE
Lo so, sono in ritardo: mi dispiace, ieri ho avuto la giornata piena!
Spero che questo capitolo vi piaccia, in caso contrario non esitate a dirmi cosa ho sbagliato! O cosa vorreste migliorassi.
Ho dovuto collegare la seconda puntata della quarta stagione con questo capitolo, perchè l'Apocalisse c'entra molto anche con Liv.
A proposito di Liv: i primi indizi cominciano a farsi vedere... Cosa ne pensate? Avete già delle ipotesi?
Grazie di cuore a Biota e Jerckchester per le loro recensioni:
Biota: Si, Liv è un misto tra i due fratelli; sono contenta di essere riuscita a renderla impetuosa e sensibile com'è, con la sua forza e la sua independenza ma anche l'amore che la lega a Sam e Dean!
Di certo Liv ha molti tratti in comune con Mary ( con la Mary giovane, non quella nuova della dodicesima stagione, che si sta rivelando un po' una mezza delusione... ). Di aspetto fisico mi sono divertita a darle i capelli biondi della madre e gli occhi verdi del padre.
Aspetta e vedrai da cosa nascono i poteri di Liv! E sono impaziente di far entrare Castiel nella mia fic...
Jerkchester: spero che anche questo capitolo sia abbastanza lungo e invogli la lettura, anche se l'ultima scena è " ispirata " alla seconda puntata della quarta stagione. Mi dispiace per gli errori di battitura: le mie dita si muovono talmente veloci che a volte non me ne accorgo! Spero di essere riuscita a rendere bene anche la scena d'azione iniziale: l'azione è buona parte di Supernatural ( tra una risata, un pianto disperato e una morte improvvisa di qualche personaggio a cui ci eravamo affezionati! ) e ci tengo a renderla bene.
Liv ci tiene davvero tanto a tenere unita la sua famiglia, sono felice di aver reso questa parte di lei bene. Spero continuerà a piacerti anche nei prossimi capitoli!
Per quanto riguarda il biglietto: Dean doveva lasciare una traccia di sè alla sorella, o Liv avrebbe cominciato a fare strage di demoni per trovarlo, ma in effetti mettere tutti i particolari di quello che stava facendo è stata un po' una forzatura ai fini di trama, spero di non dover più ricorrere a cose del genere.
Per quanto riguarda i poteri di Liv: tranquilla, non voglio renderla una super-eroina capace di tutto con un schiocco di dita, detesto quel tipo di personaggi, perciò i suoi poteri finiscono qui. Anche perchè i Winchester sono grandiosi proprio perchè, nonostante sono dei " semplici umani ", continuano a combattere e a salvare il mondo, spingendosi oltre i loro limiti e pagandole il prezzo.
Detto questo, grazie ancora e al prossimo sabato!
AllisonHermioneEverdeen