Doveva
essere l’inizio di una long, ma alla fine si era rivelato uno strampalato
insieme di scene e momenti della vita di Rose Weasley, intenta a non impazzire
con la famiglia che si ritrova (Lily/Scorpius,
Rose/NP, Hugo/NP).
Buona
lettura J
Ognuno
di noi è buffo nel suo piccolo
Capitolo
unico
Rose
Weasley sbarrò gli occhi dorati. Oltre le spalle dell’amica, al di là del muro
giallastro della finestra, fra le chiazze verdastre dei giardini due figure
svettavano solitarie su una panchina. “Santa Morgana” scandì,
incredula.
Lily
aggrottò la fronte, confusa. Poi reclinò il capo di lato, ignorando la forte
luce solare che si affacciò sul suo volto marmoreo e riuscendo finalmente a
comprendere la reazione della sua amica. “Wow” sussurrò, tramutando velocemente
la sorpresa in un ampio sorriso.
“Non
è mio fratello, vero?” chiese in un basso mormorio la maggiore, stringendo fra
le braccia i numerosi libri.
La
rossa la guardò, scettica. “Ehm… quanti ragazzi con la divisa Grifondoro e i
capelli rossi ci sono a scuola?”.
Rose
smorzò un poco la sua espressione sorpresa. “Pochi vero?”.
“Ehr,
nessuno a parte Hugo” le assicurò Lily.
*
* *
“Ti
rendi conto della maniera in cui l’ho scoperto?!” urlò Rose Weasley,
sconcertata, “Potevi almeno dirmelo disgraziato! E parlarmi di lei volendo, sai,
sono tua sorella!”.
Hugo
sbatté le ciglia innocentemente. “No, vedi, sorellona, ma tu sei davvero troppo
impegnata con la carica di Caposcuola che non hai avuto un minuto libero per
ascoltarmi” le rinfacciò, scontroso, “E comunque lei si chiama Phoebe Selene
Nott, è la figlia di Daphne Greengrass e Theodore Nott, fa parte della casa di
Serpeverde e Scorpius Malfoy è suo cugino”.
Nessuno
avrebbe potuto darle notizia peggiore.
Svenne
poco dopo.
*
* *
“Scusami?
Tu e chi?” gridò, in preda al panico.
Non la sua Lily, non la sua dolce ed
innocente Lily.
La
terzogenita Potter sospirò violentemente. “Io e Scorpius Malfoy. Io e Scorpius
Malfoy-”.
“…Vi
siete incontrati per sbaglio e vi siete insultati fino ad arrivare alle
bacchette?” concluse, timorosa.
“No.
Ci siamo
fidanzati”.
Le
labbra di Rose tremarono. “F-fidanzati? Ma nel senso che tu e lui… che… che…
che…”.
“Che
io e lui usciamo insieme, si. E ci baciamo e-”.
“Va bene, basta!” urlò
sconvolta.
Lily
Potter aggrottò la fronte, perplessa. “Stai per strapparti i
capelli?”.
Rose
Weasley divenne paonazza, e il respiro le si fece rarefatto. “Non osare mai più
mettere insieme Scorpius Malfoy e la
parola baciare nella medesima frase o
potrei avadakedavrizzarti”.
*
* *
“Ah-ah.
Lo so che il tuo secondo nome è Severus e dunque ti diverti a prendermi per il
sedere, ma non è necessario arrivare fino a questo punto, Al. Non è davvero
divertente”.
Lui
la guardò dritto negli occhi dorati. “Ma io non sto scherzando, Rose. Sono
davvero venuto qui per conto di Lily per comunicarti che ti vuole come damigella
d’onore, e visto che non voleva rischiare di perdere un occhio come l’ultima
volta, ha spedito me”.
Il
ticchettio dell’orologio parve in quel momento il suono più melodioso
all’interno della stanza.
“Santa
Morgana stai dicendo sul serio?!” sbraitò, stordita.
“Secondo
te potrei scherzare su una cosa del genere? Sono il secondo
testimone”.
Rose
rimase impietrita a fissare un punto inesistente del muro, finché non udì il
fruscio di un sottile foglio di carta. Albus aveva infilato le dita sottili
nella tasca interna della giacca estraendone un post-it.
“Lily
mi ha detto di leggerti queste cose, prima che tu possa rispondere” spiegò,
sistemandosi pigramente gli occhiali. “Seta color perla. Tulle. Fiocchi. Uomini
single. Bouquet. Tutto pagato”.
Passarono
interminabili minuti di silenzio. “Quando devo venire?”.
*
* *
“E
tu chi saresti?” si degnò di chiedere la riccia, sistemandosi ripetutamente una
fastidiosa ciocca dietro le orecchie. Peccato che quella maledetta pettinatura
le impedisse di farlo!
“Sono
il testimone dello sposo” replicò il moro, con voce
armoniosa.
Rose
si infilò frettolosamente un piccolo pasticcino fra le labbra. “Ah, uhm, io sono
la damigella”.
“Pensavo
che quella fosse Potter” ghignò, sfoderando un ampio
sorriso.
“In
teoria sì” replicò, con espressione contrita, “Ma visto che non poteva
permettersi un abito di questo genere perché ha le cosce un po’ grosse, vado in
giro a dire che sono io la damigella e lui si definisce secondo
testimone”.
Una
fragorosa risata la risvegliò dal torpore del suo calice di vino. Gli occhi
screziati di cioccolato dello sconosciuto si tinsero di sensualità. “Non poteva
avere motivo migliore per rifiutare”.
Rose
lo guardò, leggermente intontita. Aveva la pelle bronzea e i capelli brizzolati
di un forte castano, e lo smoking corredato di fazzoletto color perla gli era
cucito addosso. “Il testimone, hai detto?”.
“Damon
Zabini, molto piacere”.
*
* *
“Lily,
ti prego, intercedi per me” la implorò, corrugando gli occhi in un’espressione
adorabile.
“Per
mettere nel sacco Damon Zabini? Ti prego Rose, sono incinta, non
stupida!”.
La
donna scosse il capo offesa. “Non lo faccio mica per mettere nel sacco Damon Zabini - e poi
chi diavolo ti influenza con questi modi di dire ridicoli? Non dirmi che Malfoy
parla in questa maniera!”.
“Scorpius
non- oh Santa Morgana! E va bene. Mi ha detto tutto”
confessò.
“Tutto cosa?”.
“…Di
te e Zabini al party dopo il matrimonio” sussurrò, per poi indicare
frettolosamente la pancia, ancora piatta. “Ricordati: sono incinta di tuo
nipote!”.
Rose
serrò le palpebre, respirando con tutta calma. Poi la guardò, candida. “Questo
vuol dire che Zabini ne ha parlato a Malfoy che ne ha parlato a
te?”.
“Può
darsi…” cincischiò, spaurita.
“Spero
vivamente che mio nipote non abbia
ereditato nulla da suo padre, e non
me ne frega niente se non è umanamente possibile”.
*
* *
“Altro
giro, altro matrimonio” borbottò Rose, fissando con insistenza la torta degli
sposi, “In ogni caso, Lily, sei divina. Ora capisco perché hai messo nel sacco
perfino quello scorbutico asociale di Malfoy”.
L’amica
rise cristallina. “Allora hai davvero parlato con Scorpius… non mi stava
prendendo in giro”.
La
riccia arrossì lievemente. “Non ho parlato con Malfoy”.
“Sei
diventata rossa, che dolce! Scorpius mi ha parlato del piano, è geniale. Sai che
c’è anche lo zampino di Hugo? Nonostante sia stato impegnato con il discorso si
è ritagliato del tempo per organizzare tutto”.
“È
stato molto gentile…” ammise, con un breve sospiro.
“E
se non farai tutto quello che ti diremo potrebbe anche decidere di ucciderti,
dunque sbrigati” le intimò, con lo sguardo più omicida che una donna incinta al
settimo mese possa fare.
“Ma
io… insomma…” balbettò, imbarazzata.
“Dai,
ce la puoi fare. In fondo devi solo bere un po’”.
“Per finta” le ricordò,
puntigliosa.
Lily
scrollò le spalle. “Beh, decidi tu. Quando sarai pronta-”.
“Ubriaca, vuoi
dire”.
“Ah,
dettagli dettagli. Quando sarai pronta scatterà il piano”.
La
figura filiforme di Scorpius Malfoy entrò nel suo campo visivo. “Quando sarai
pronta ci sarò io”.
Rose
inorridì. “Lily, non vorrai davvero lasciarmi nelle mani di tuo marito,
vero?”.
“Credi
forse che io riesca a sollevarti? Mica ci arrivi da sola da qui all’albergo di
Damon!”.
*
* *
Mi
sento una deficiente, pensò
Rose, deglutendo. Ormai la sua interpretazione della ragazza ubriaca stava
diventando eccellente tanto quanto fosse imbarazzante. Era pressoché la - terza?
- volta che si gettava fra le braccia di una bottiglia, solo che questa volta
fingeva per intero.
D’un
tratto riconobbe la chioma corvina di Damon Zabini, che sembrava avere
altrettanta intenzione di avventarsi su un bicchiere di champagne. Perfetto.
“Ciao
Zabini” cantilenò, avvicinandosi barcollando.
Lui
la guardò con strana frenesia. Ok, era ubriaco. In fondo il piano era quello,
visto che era Malfoy a riempirlo di alcolici fino a farlo stramazzare con lei nel letto. Forse non era poco
ortodosso, certo, ma ormai il sangue da serpe si era insinuato attraverso Lily e
Hugo nel suo sangue. Si era dovuta
arrendere.
“Rooooose…
hai un nome bellissimo, lo sai?” scandì, oscillando. Poi la brancò per un
braccio, trascinandola contro di lui e divorandole le labbra
carnose.
Quando
si staccarono, si guardarono intensamente. Il sopracciglio di Damon si sollevò a
rallentatore, dandogli una posa comica. Rose, invece, sbiancò come un
fantasma.
“Tu
non sei ubriaco!”.
“Neanche
tu!”.
*
* *
“Ormai
possiamo definirci sorelle” cantilenò Phoebe Nott in Weasley, con un sorriso
meraviglioso.
Rose
si imbronciò. Non le piaceva l’idea di avere una sorella che assomigliasse ad
una Venere. Già di per sé aveva dovuto sopportare Hugo, con i suoi enormi occhi
azzurri e i capelli rossi. Poi c’era stata Lily, e Scorpius, ed ora Phoebe. A
quanto pare qualche mago in passato doveva averle fatto una maledizione! “Uhm,
si”.
“E
siamo anche cugine, visto che Lily ha sposato Scorp”.
Ma
che bello,
sbuffò. “Magari mi potresti passare qualche gene della tua
bellezza”.
Phoebe
ammutolì. “La mia bellezza?” ripeté, incredula.
“Beh,
non dico proprio a me” berciò, imbarazzata, “Potresti darne un po’ ai miei
figli, in futuro”.
“Ma
Rose… tu sei già bellissima” le assicurò, con voce dolce, “E poi sei
assolutamente… buffa”.
“Buffa”
sancì, alzando un sopracciglio.
La
ragazza annuì, scuotendo i lunghi capelli scuri. “Buffa! In senso buono,
logico”.
Rose
cominciò ad attorcigliarsi una ciocca di capelli ricci. “Speravo in qualcosa
come… intelligente, sarcastica, affascinante…”.
“No
no, io intendevo proprio buffa”.
*
* *
“Tua
moglie mi ha definita buffa” sbottò,
infastidita.
Hugo
scrollò le spalle. “In senso buono, suppongo”.
“Ha
detto anche lei così, ma non mi convince affatto. Io non voglio essere buffa… mi
piacerebbe essere affascinante, sensuale, enigmatica…”.
“Ma
lo sei” esclamò, con un piccolo sorriso. “Solo che sei anche
buffa”.
Rose
lo guardò malamente. “Questa storia dell’essere buffa non mi piace affatto. È…
infantile. E tu sei un ballista nato. Da quand’è che mi consideri sensuale ed
enigmatica?”.
“Uhm
da… ehm…” balbettò, roteando gli occhi cristallini con fare disinteressato.
“Sempre. Sempre”.
“Se
io sono sensuale ed enigmatica tu non hai sposato Venere. Il che è
impossibile”.
“Perché
ti ostini a chiamarla Venere? È Phoebe” le precisò,
stizzito.
La
riccia aggrottò le sopracciglia. “Perché è così. Le calza a pennello quel
nome”.
“Dai
Rosie, è fin da Hogwarts che soffri di questa insicurezza nei confronti del tuo
aspetto. Cerca di guardarti veramente, sei una bella donna, intelligente, con
una promettente carriera. E poi hai messo nel sacco Damon
Zabini”.
“Santo
Godric, hai parlato anche tu con Malfoy!” esclamò,
disperata.
“Ero
da Lils, e così…”.
“Non
so se odio di più lui o quel suo ridicolo modo di dire” sbottò, frustrata, “E
comunque io non ho mess- non ho
conquistato Damon Zabini”.
Hugo
la guardò, divertito. “Si, perché sei scappata a gambe levate dopo che il piano
è andato all’aria”.
“Quel
piano del cazz-”.
“Alt
alt! Non diventare sboccata o comincerò a credere che tu ti sia innamorata di
lui”.
“Fanculo”.
*
* *
“Non
avrei mai creduto di poter fare la damigella due volte nella mia
vita”.
“Lils,
era semplicemente destino. Probabilmente è perché sei molto bella con l’abito da
damigella” le suggerì Albus, con un sorriso birichino.
Lei
rise. “Sei sempre il solito. E comunque anche tu stai bene vestito
così”.
“Mai
quanto me!” replicò Hugo, entrando frettolosamente con la cravatta mezza
slacciata.
“Ma
guarda che tu non sei un testimone”.
“Lo
so, ma lo smoking mi dona un sacco”.
“Weasley,
sei il solito sbruffone” lo apostrofò Scorpius, entrando nella piccola stanza
antecedente a quella della sposa e dando una lunga occhiata alla sua metà. Poco
dopo, una bambina con i capelli rossi e gli occhi grigi entrò come un tornado
gettandosi su Albus.
“Zio
Al!!!” urlò, con un sorriso da orecchio a orecchio e la ferma intenzione di
stropicciarsi l’adorabile vestito color pesca.
“Lyra!
Cerca di non correre!” la riprese Lily, caparbia.
“Non
hanno mai effetto le parole che dici, vero?” disse Hugo,
gagliardo.
Lei
gli tirò una violenta gomitata. “Adesso posso anche picchiarti,
stupido”.
“Ah,
Malfoy! Aiutami tu!” lo invocò, con sguardo
melodrammatico.
“Io
direi che puoi anche lanciargli un Cruciatus, Lily” disse secco il
biondo.
Le
risate della rossa coprirono il piagnisteo di Hugo a quel rifiuto. “Lyra, sei
pronta per portare le fedi? È un compito molto
importante”.
La
piccola Malfoy divenne raggiante, ancora stretta alla gamba del suo zio
preferito. “Certo che sono pronta, mamma! Sarò
bravissima”.
“Ne
sono sicura, tesoro. Ora vai con lo zio Hugo a sederti” disse, accigliata,
cercando di spingere fuori dalla stanza tutti gli uomini. “Su che devo parlare
con la futura sposa! Andate!”.
“Ciao
mamma!” canticchiò la piccola, sventolando la mano
sottile.
Hugo
si dileguò prendendo in braccio Lyra, mentre Albus li seguiva sorridendo.
Scorpius si chinò verso di lei dolcemente, schiudendo le labbra sottili. “Anche
il primo testimone e la damigella d’onore hanno diritto ad un bacio,
no?”.
“Non
lo so, ma non mi interessa” rispose, sollevandosi sulle punte e attorcigliando
le braccia attorno al collo del marito. Poggiò le labbra su quelle di lui con la
sapienza di chi ormai lo fa da molto tempo.
“santa morgana!” gridò Rose Weasley,
spalancando di colpo la porta e ritrovandosi di fronte quella scena. “lily mi avevi promesso che non avresti
I
due si staccarono, leggermente di malavoglia. Lily tirò un lungo sospiro. “Ehr,
già, scusami Rosie”.
Scorpius
si irrigidì, raddrizzando la schiena. Tuttavia, voltò il capo verso la futura
sposa e si aprì in un piccolo sorriso. “Sei meravigliosa, Rose” le disse,
candido.
Lei
ammutolì, sdegnata.
“Fa
un certo effetto, vero?” le chiese Lily, quando suo marito si fu allontanato.
“Intendo dire quando tira fuori il suo lato principesco e ti dice certe
cose…”.
Rose
tossì, scuotendo il capo. “Tutt’altra persona, direi”.
“Lo
so” esclamò la rossa, raggiante. “Comunque ha ragione. Sei semplicemente una
favola. Sai quella classica frase da film, della serie: ‘Quando ti vedrà stramazzerà al suolo’?
Potrebbe succedere”.
“Esagerata.
Quello vale solo per mio fratello” replicò, giocherellando con il bracciale
bianco, ornato di fili e petali dorati.
Un
frettoloso rumore di passi le fece voltare. Sulla porta che conduceva alla sala
da cerimonia, comparve un nervoso Ronald Weasley. “Dov’è la mia piccola Rose?
Ros-”. Sbiancò completamente, rimanendo fisso sulla porta come un pesce
lesso.
“Non
cominciare ad agitarti Ron, sarà sicuramente qui” mormorò Hermione, arrivando
alle sue spalle. Non appena vide la figlia, si illuminò come una stella. “Oh
Rose! Sei bellissima!”.
“Mamma!”
biasciò, emozionata, accogliendola fra le braccia.
“Grazie”.
“Oh
Rose. Avevo già visto l’abito e il resto, ma visti indosso a te… oggi... sono tutt’altra
cosa”.
Lily
guardò suo zio furiosamente. “Dille qualcosa!” imprecò, piegando il capo verso
la cugina.
Ron
tossì, cercando di recuperare l’autocontrollo. “Ahr, ehr, io, ecco…
io…”.
Hermione
sorrise, annuendo col capo. Era probabilmente il momento più difficile della
vita di suo marito: a discapito della guerra, delle battaglie, di Voldemort e di
confessarle i suoi sentimenti (e chiederle di sposarla), lasciare andare la sua Rose doveva essere la più pesante
per lui. “Lily, cosa ne dici se li lasciamo soli? E poi devi raggiungere
Scorpius, credo che senza di te dopo un po’ impazzisca”.
La
rossa sorrise, guardando negli occhi la sua migliore amica. “Rose, guarda che ti
aspetto. Davanti all’altare, eh”.
Lei
rise nervosamente. “Ma certo!”.
*
* *
La
sala era gremita di gente. I fiori gialli e arancioni - il colore preferito di
Rose dopo il rosso - ornavano le ghirlande e le panche di legno, dando al luogo
un sapore famigliare e caloroso.
Lily
superò gli ospiti stringendo fra le mani il piccolo bouquet. Inevitabilmente il
pensiero le tornò al suo matrimonio, e probabilmente anche Scorpius doveva star
pensando allo stesso perché non appena la vide le sorrise.
Damon,
invece, si guardava attorno con nervosismo, sistemandosi continuamente i fluenti
capelli corvini e cercando la figura di Rose con lo sguardo. Scorpius era stato
così impeccabile e così austero durante la sua cerimonia, che ora Zabini Jr le
sembrava molto strano.
“Arriverà,
non ti preoccupare” gli sussurrò, prima di prendere posto.
Lui
sorrise impercettibilmente. “Più che altro non sono sicuro di riuscire a
raggiungerla nel caso desideri di scappare. Conoscendola potrebbe anche aver
parcheggiato un jet privato sul retro”.
Scorpius
gli batté una mano sulla spalla, cercando di incoraggiarlo. “Damon, Rose Weasley
non ha un jet
privato”.
“Questo
lo credi tu” gli fece eco Albus, enigmatico, in piedi alla sinistra di Lily.
Lei
gli diede una gomitata, divertita. “Stai diventando proprio pessimo, smettila di
spaventarlo”.
Scorpius
salutò con la mano la piccola Lyra seduta in prima fila fra Hermione, Hugo e
Phoebe. Poco più in là stava il resto della famiglia: Harry, James, Ginny e
tutti i loro cugini.
Lily
le mandò un bacio, materna.
Quando
lei e Scorpius si erano sposati, erano stati costretti a non usare il
convenzionale metodo di dividere amici dello sposo e della sposa, perché dalla
sua parte non vi erano posti abbastanza. Era stato piuttosto divertente. Ma quel
giorno, tutto sembrava perfettamente a posto.
E
come non poteva esserlo? In fondo si parlava sempre di Rose
Weasley.
*
* *
“Non
bastava solo Hugo, Lily, Scorpius, James, Phoebe e la piccola Lyra. Ora ci sei
anche tu a darmi del filo da torcere” sbuffò, specchiandosi in quelle iridi
color cioccolato.
Damon
le prese una ciocca fra le dita. “Io non ti darei mai del filo da
torcere”.
“E
come no? Lo fai sempre”.
Lui
rise sensualmente. “Non posso fare altrimenti. Quando lo faccio diventi troppo
buffa”.
Rose
lo guardò, stralunata. “Non ci posso credere! Anche tu credi che io sia
buffa!”.
“Ognuno di noi è buffo nel suo
piccolo”.
“E
questa dove l’hai letta?” disse, prendendolo in giro.
“Mmmh,
non lo so. Forse l’ha detta una strega bellissima ed intelligente durante le sue
promesse?”.
Lo
sguardo di Rose si affievolì. “Mi darai un sacco di filo da torcere…” biasciò,
prima di baciarlo ardentemente.
The
End
Zucchero,
zucchero, zucchero! Mai scritta una cosa così zuccherosa, credo J
Però bisogna dire che ogni tanto leggerne (e scriverne) una fa bene allo
spirito. Beh, spero vi sia piaciuta e che mi lasciate un piccolo commentino,
anche perché è la prima volta che scrivo una shot del genere, con poche
descrizioni e molto testo. Di solito sono molto prolissa nel raccontare com’è un
luogo, un vestito, ecc ecc.
Dunque…
ho bisogno del vostro parere! J
Baci,
Raziel.