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Autore: Raziel_    06/06/2009    2 recensioni
Matrimoni e fidanzamenti nella famiglia Weasley-Potter dal punto di vista di Rose Weasley. Perché era toccato a lei un fratello così affascinante, un' amica ingenua che passa dalla parte del nemico e un testimone troppo bello per essere vero? Insieme agli strampalati modi di dire di Scorpius Malfoy e ad una Venere come parente, forse abbracciare una bella bottiglia è la cosa migliore (Per finta).
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere l’inizio di una long, ma alla fine si era rivelato uno strampalato insieme di scene e momenti della vita di Rose Weasley, intenta a non impazzire con la famiglia che si ritrova (Lily/Scorpius, Rose/NP, Hugo/NP).

Buona lettura J

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ognuno di noi è buffo nel suo piccolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo unico

 

 

 

 

 

 

 

Rose Weasley sbarrò gli occhi dorati. Oltre le spalle dell’amica, al di là del muro giallastro della finestra, fra le chiazze verdastre dei giardini due figure svettavano solitarie su una panchina. “Santa Morgana” scandì, incredula.

Lily aggrottò la fronte, confusa. Poi reclinò il capo di lato, ignorando la forte luce solare che si affacciò sul suo volto marmoreo e riuscendo finalmente a comprendere la reazione della sua amica. “Wow” sussurrò, tramutando velocemente la sorpresa in un ampio sorriso.

“Non è mio fratello, vero?” chiese in un basso mormorio la maggiore, stringendo fra le braccia i numerosi libri.

La rossa la guardò, scettica. “Ehm… quanti ragazzi con la divisa Grifondoro e i capelli rossi ci sono a scuola?”.

Rose smorzò un poco la sua espressione sorpresa. “Pochi vero?”.

“Ehr, nessuno a parte Hugo” le assicurò Lily.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Ti rendi conto della maniera in cui l’ho scoperto?!” urlò Rose Weasley, sconcertata, “Potevi almeno dirmelo disgraziato! E parlarmi di lei volendo, sai, sono tua sorella!”.

Hugo sbatté le ciglia innocentemente. “No, vedi, sorellona, ma tu sei davvero troppo impegnata con la carica di Caposcuola che non hai avuto un minuto libero per ascoltarmi” le rinfacciò, scontroso, “E comunque lei si chiama Phoebe Selene Nott, è la figlia di Daphne Greengrass e Theodore Nott, fa parte della casa di Serpeverde e Scorpius Malfoy è suo cugino”.

Nessuno avrebbe potuto darle notizia peggiore.

Svenne poco dopo.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Scusami? Tu e chi?” gridò, in preda al panico. Non la sua Lily, non la sua dolce ed innocente Lily.

La terzogenita Potter sospirò violentemente. “Io e Scorpius Malfoy. Io e Scorpius Malfoy-”.

“…Vi siete incontrati per sbaglio e vi siete insultati fino ad arrivare alle bacchette?” concluse, timorosa.

“No. Ci siamo fidanzati”.

Le labbra di Rose tremarono. “F-fidanzati? Ma nel senso che tu e lui… che… che… che…”.

“Che io e lui usciamo insieme, si. E ci baciamo e-”.

Va bene, basta!” urlò sconvolta.

Lily Potter aggrottò la fronte, perplessa. “Stai per strapparti i capelli?”.

Rose Weasley divenne paonazza, e il respiro le si fece rarefatto. “Non osare mai più mettere insieme Scorpius Malfoy e la parola baciare nella medesima frase o potrei avadakedavrizzarti”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Ah-ah. Lo so che il tuo secondo nome è Severus e dunque ti diverti a prendermi per il sedere, ma non è necessario arrivare fino a questo punto, Al. Non è davvero divertente”.

Lui la guardò dritto negli occhi dorati. “Ma io non sto scherzando, Rose. Sono davvero venuto qui per conto di Lily per comunicarti che ti vuole come damigella d’onore, e visto che non voleva rischiare di perdere un occhio come l’ultima volta, ha spedito me”.

Il ticchettio dell’orologio parve in quel momento il suono più melodioso all’interno della stanza.

“Santa Morgana stai dicendo sul serio?!” sbraitò, stordita.

“Secondo te potrei scherzare su una cosa del genere? Sono il secondo testimone”.

Rose rimase impietrita a fissare un punto inesistente del muro, finché non udì il fruscio di un sottile foglio di carta. Albus aveva infilato le dita sottili nella tasca interna della giacca estraendone un post-it.

“Lily mi ha detto di leggerti queste cose, prima che tu possa rispondere” spiegò, sistemandosi pigramente gli occhiali. “Seta color perla. Tulle. Fiocchi. Uomini single. Bouquet. Tutto pagato”.

Passarono interminabili minuti di silenzio. “Quando devo venire?”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“E tu chi saresti?” si degnò di chiedere la riccia, sistemandosi ripetutamente una fastidiosa ciocca dietro le orecchie. Peccato che quella maledetta pettinatura le impedisse di farlo!

“Sono il testimone dello sposo” replicò il moro, con voce armoniosa.

Rose si infilò frettolosamente un piccolo pasticcino fra le labbra. “Ah, uhm, io sono la damigella”.

“Pensavo che quella fosse Potter” ghignò, sfoderando un ampio sorriso.

“In teoria sì” replicò, con espressione contrita, “Ma visto che non poteva permettersi un abito di questo genere perché ha le cosce un po’ grosse, vado in giro a dire che sono io la damigella e lui si definisce secondo testimone”.

Una fragorosa risata la risvegliò dal torpore del suo calice di vino. Gli occhi screziati di cioccolato dello sconosciuto si tinsero di sensualità. “Non poteva avere motivo migliore per rifiutare”.

Rose lo guardò, leggermente intontita. Aveva la pelle bronzea e i capelli brizzolati di un forte castano, e lo smoking corredato di fazzoletto color perla gli era cucito addosso. “Il testimone, hai detto?”.

“Damon Zabini, molto piacere”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Lily, ti prego, intercedi per me” la implorò, corrugando gli occhi in un’espressione adorabile.

“Per mettere nel sacco Damon Zabini? Ti prego Rose, sono incinta, non stupida!”.

La donna scosse il capo offesa. “Non lo faccio mica per mettere nel sacco Damon Zabini - e poi chi diavolo ti influenza con questi modi di dire ridicoli? Non dirmi che Malfoy parla in questa maniera!”.

“Scorpius non- oh Santa Morgana! E va bene. Mi ha detto tutto” confessò.

Tutto cosa?”.

“…Di te e Zabini al party dopo il matrimonio” sussurrò, per poi indicare frettolosamente la pancia, ancora piatta. “Ricordati: sono incinta di tuo nipote!”.

Rose serrò le palpebre, respirando con tutta calma. Poi la guardò, candida. “Questo vuol dire che Zabini ne ha parlato a Malfoy che ne ha parlato a te?”.

“Può darsi…” cincischiò, spaurita.

“Spero vivamente che mio nipote non abbia ereditato nulla da suo padre, e non me ne frega niente se non è umanamente possibile”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Altro giro, altro matrimonio” borbottò Rose, fissando con insistenza la torta degli sposi, “In ogni caso, Lily, sei divina. Ora capisco perché hai messo nel sacco perfino quello scorbutico asociale di Malfoy”.

L’amica rise cristallina. “Allora hai davvero parlato con Scorpius… non mi stava prendendo in giro”.

La riccia arrossì lievemente. “Non ho parlato con Malfoy”.

“Sei diventata rossa, che dolce! Scorpius mi ha parlato del piano, è geniale. Sai che c’è anche lo zampino di Hugo? Nonostante sia stato impegnato con il discorso si è ritagliato del tempo per organizzare tutto”.

“È stato molto gentile…” ammise, con un breve sospiro.

“E se non farai tutto quello che ti diremo potrebbe anche decidere di ucciderti, dunque sbrigati” le intimò, con lo sguardo più omicida che una donna incinta al settimo mese possa fare.

“Ma io… insomma…” balbettò, imbarazzata.

“Dai, ce la puoi fare. In fondo devi solo bere un po’”.

Per finta” le ricordò, puntigliosa.

Lily scrollò le spalle. “Beh, decidi tu. Quando sarai pronta-”.

Ubriaca, vuoi dire”.

“Ah, dettagli dettagli. Quando sarai pronta scatterà il piano”.

La figura filiforme di Scorpius Malfoy entrò nel suo campo visivo. “Quando sarai pronta ci sarò io”.

Rose inorridì. “Lily, non vorrai davvero lasciarmi nelle mani di tuo marito, vero?”.

“Credi forse che io riesca a sollevarti? Mica ci arrivi da sola da qui all’albergo di Damon!”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

Mi sento una deficiente, pensò Rose, deglutendo. Ormai la sua interpretazione della ragazza ubriaca stava diventando eccellente tanto quanto fosse imbarazzante. Era pressoché la - terza? - volta che si gettava fra le braccia di una bottiglia, solo che questa volta fingeva per intero.

D’un tratto riconobbe la chioma corvina di Damon Zabini, che sembrava avere altrettanta intenzione di avventarsi su un bicchiere di champagne. Perfetto.

“Ciao Zabini” cantilenò, avvicinandosi barcollando.

Lui la guardò con strana frenesia. Ok, era ubriaco. In fondo il piano era quello, visto che era Malfoy a riempirlo di alcolici fino a farlo stramazzare con lei nel letto. Forse non era poco ortodosso, certo, ma ormai il sangue da serpe si era insinuato attraverso Lily e Hugo nel suo sangue. Si era dovuta arrendere.

“Rooooose… hai un nome bellissimo, lo sai?” scandì, oscillando. Poi la brancò per un braccio, trascinandola contro di lui e divorandole le labbra carnose.

Quando si staccarono, si guardarono intensamente. Il sopracciglio di Damon si sollevò a rallentatore, dandogli una posa comica. Rose, invece, sbiancò come un fantasma.

“Tu non sei ubriaco!”.

“Neanche tu!”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Ormai possiamo definirci sorelle” cantilenò Phoebe Nott in Weasley, con un sorriso meraviglioso.

Rose si imbronciò. Non le piaceva l’idea di avere una sorella che assomigliasse ad una Venere. Già di per sé aveva dovuto sopportare Hugo, con i suoi enormi occhi azzurri e i capelli rossi. Poi c’era stata Lily, e Scorpius, ed ora Phoebe. A quanto pare qualche mago in passato doveva averle fatto una maledizione! “Uhm, si”.

“E siamo anche cugine, visto che Lily ha sposato Scorp”.

Ma che bello, sbuffò. “Magari mi potresti passare qualche gene della tua bellezza”.

Phoebe ammutolì. “La mia bellezza?” ripeté, incredula.

“Beh, non dico proprio a me” berciò, imbarazzata, “Potresti darne un po’ ai miei figli, in futuro”.

“Ma Rose… tu sei già bellissima” le assicurò, con voce dolce, “E poi sei assolutamente… buffa”.

“Buffa” sancì, alzando un sopracciglio.

La ragazza annuì, scuotendo i lunghi capelli scuri. “Buffa! In senso buono, logico”.

Rose cominciò ad attorcigliarsi una ciocca di capelli ricci. “Speravo in qualcosa come… intelligente, sarcastica, affascinante…”.

“No no, io intendevo proprio buffa”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Tua moglie mi ha definita buffa” sbottò, infastidita.

Hugo scrollò le spalle. “In senso buono, suppongo”.

“Ha detto anche lei così, ma non mi convince affatto. Io non voglio essere buffa… mi piacerebbe essere affascinante, sensuale, enigmatica…”.

“Ma lo sei” esclamò, con un piccolo sorriso. “Solo che sei anche buffa”.

Rose lo guardò malamente. “Questa storia dell’essere buffa non mi piace affatto. È… infantile. E tu sei un ballista nato. Da quand’è che mi consideri sensuale ed enigmatica?”.

“Uhm da… ehm…” balbettò, roteando gli occhi cristallini con fare disinteressato. “Sempre. Sempre”.

“Se io sono sensuale ed enigmatica tu non hai sposato Venere. Il che è impossibile”.

“Perché ti ostini a chiamarla Venere? È Phoebe” le precisò, stizzito.

La riccia aggrottò le sopracciglia. “Perché è così. Le calza a pennello quel nome”.

“Dai Rosie, è fin da Hogwarts che soffri di questa insicurezza nei confronti del tuo aspetto. Cerca di guardarti veramente, sei una bella donna, intelligente, con una promettente carriera. E poi hai messo nel sacco Damon Zabini”.

“Santo Godric, hai parlato anche tu con Malfoy!” esclamò, disperata.

“Ero da Lils, e così…”.

“Non so se odio di più lui o quel suo ridicolo modo di dire” sbottò, frustrata, “E comunque io non ho mess- non ho conquistato Damon Zabini”.

Hugo la guardò, divertito. “Si, perché sei scappata a gambe levate dopo che il piano è andato all’aria”.

“Quel piano del cazz-”.

“Alt alt! Non diventare sboccata o comincerò a credere che tu ti sia innamorata di lui”.

Fanculo”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Non avrei mai creduto di poter fare la damigella due volte nella mia vita”.

“Lils, era semplicemente destino. Probabilmente è perché sei molto bella con l’abito da damigella” le suggerì Albus, con un sorriso birichino.

Lei rise. “Sei sempre il solito. E comunque anche tu stai bene vestito così”.

“Mai quanto me!” replicò Hugo, entrando frettolosamente con la cravatta mezza slacciata.

“Ma guarda che tu non sei un testimone”.

“Lo so, ma lo smoking mi dona un sacco”.

“Weasley, sei il solito sbruffone” lo apostrofò Scorpius, entrando nella piccola stanza antecedente a quella della sposa e dando una lunga occhiata alla sua metà. Poco dopo, una bambina con i capelli rossi e gli occhi grigi entrò come un tornado gettandosi su Albus.

“Zio Al!!!” urlò, con un sorriso da orecchio a orecchio e la ferma intenzione di stropicciarsi l’adorabile vestito color pesca.

“Lyra! Cerca di non correre!” la riprese Lily, caparbia.

“Non hanno mai effetto le parole che dici, vero?” disse Hugo, gagliardo.

Lei gli tirò una violenta gomitata. “Adesso posso anche picchiarti, stupido”.

“Ah, Malfoy! Aiutami tu!” lo invocò, con sguardo melodrammatico.

“Io direi che puoi anche lanciargli un Cruciatus, Lily” disse secco il biondo.

Le risate della rossa coprirono il piagnisteo di Hugo a quel rifiuto. “Lyra, sei pronta per portare le fedi? È un compito molto importante”.

La piccola Malfoy divenne raggiante, ancora stretta alla gamba del suo zio preferito. “Certo che sono pronta, mamma! Sarò bravissima”.

“Ne sono sicura, tesoro. Ora vai con lo zio Hugo a sederti” disse, accigliata, cercando di spingere fuori dalla stanza tutti gli uomini. “Su che devo parlare con la futura sposa! Andate!”.

“Ciao mamma!” canticchiò la piccola, sventolando la mano sottile.

Hugo si dileguò prendendo in braccio Lyra, mentre Albus li seguiva sorridendo. Scorpius si chinò verso di lei dolcemente, schiudendo le labbra sottili. “Anche il primo testimone e la damigella d’onore hanno diritto ad un bacio, no?”.

“Non lo so, ma non mi interessa” rispose, sollevandosi sulle punte e attorcigliando le braccia attorno al collo del marito. Poggiò le labbra su quelle di lui con la sapienza di chi ormai lo fa da molto tempo.

santa morgana!” gridò Rose Weasley, spalancando di colpo la porta e ritrovandosi di fronte quella scena. “lily mi avevi promesso che non avresti mai messo in nessuna frase scorpius malfoy e il verbo baciare, ma mi riferivo anche al farlo per davvero!”.

I due si staccarono, leggermente di malavoglia. Lily tirò un lungo sospiro. “Ehr, già, scusami Rosie”.

Scorpius si irrigidì, raddrizzando la schiena. Tuttavia, voltò il capo verso la futura sposa e si aprì in un piccolo sorriso. “Sei meravigliosa, Rose” le disse, candido.

Lei ammutolì, sdegnata.

“Fa un certo effetto, vero?” le chiese Lily, quando suo marito si fu allontanato. “Intendo dire quando tira fuori il suo lato principesco e ti dice certe cose…”.

Rose tossì, scuotendo il capo. “Tutt’altra persona, direi”.

“Lo so” esclamò la rossa, raggiante. “Comunque ha ragione. Sei semplicemente una favola. Sai quella classica frase da film, della serie: ‘Quando ti vedrà stramazzerà al suolo’? Potrebbe succedere”.

“Esagerata. Quello vale solo per mio fratello” replicò, giocherellando con il bracciale bianco, ornato di fili e petali dorati.

Un frettoloso rumore di passi le fece voltare. Sulla porta che conduceva alla sala da cerimonia, comparve un nervoso Ronald Weasley. “Dov’è la mia piccola Rose? Ros-”. Sbiancò completamente, rimanendo fisso sulla porta come un pesce lesso.

“Non cominciare ad agitarti Ron, sarà sicuramente qui” mormorò Hermione, arrivando alle sue spalle. Non appena vide la figlia, si illuminò come una stella. “Oh Rose! Sei bellissima!”.

“Mamma!” biasciò, emozionata, accogliendola fra le braccia. “Grazie”.

“Oh Rose. Avevo già visto l’abito e il resto, ma visti indosso a te… oggi... sono tutt’altra cosa”.

Lily guardò suo zio furiosamente. “Dille qualcosa!” imprecò, piegando il capo verso la cugina.

Ron tossì, cercando di recuperare l’autocontrollo. “Ahr, ehr, io, ecco… io…”.

Hermione sorrise, annuendo col capo. Era probabilmente il momento più difficile della vita di suo marito: a discapito della guerra, delle battaglie, di Voldemort e di confessarle i suoi sentimenti (e chiederle di sposarla), lasciare andare la sua Rose doveva essere la più pesante per lui. “Lily, cosa ne dici se li lasciamo soli? E poi devi raggiungere Scorpius, credo che senza di te dopo un po’ impazzisca”.

La rossa sorrise, guardando negli occhi la sua migliore amica. “Rose, guarda che ti aspetto. Davanti all’altare, eh”.

Lei rise nervosamente. “Ma certo!”.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

La sala era gremita di gente. I fiori gialli e arancioni - il colore preferito di Rose dopo il rosso - ornavano le ghirlande e le panche di legno, dando al luogo un sapore famigliare e caloroso.

Lily superò gli ospiti stringendo fra le mani il piccolo bouquet. Inevitabilmente il pensiero le tornò al suo matrimonio, e probabilmente anche Scorpius doveva star pensando allo stesso perché non appena la vide le sorrise.

Damon, invece, si guardava attorno con nervosismo, sistemandosi continuamente i fluenti capelli corvini e cercando la figura di Rose con lo sguardo. Scorpius era stato così impeccabile e così austero durante la sua cerimonia, che ora Zabini Jr le sembrava molto strano.

“Arriverà, non ti preoccupare” gli sussurrò, prima di prendere posto.

Lui sorrise impercettibilmente. “Più che altro non sono sicuro di riuscire a raggiungerla nel caso desideri di scappare. Conoscendola potrebbe anche aver parcheggiato un jet privato sul retro”.

Scorpius gli batté una mano sulla spalla, cercando di incoraggiarlo. “Damon, Rose Weasley non ha un jet privato”.

“Questo lo credi tu” gli fece eco Albus, enigmatico, in piedi alla sinistra di Lily.

Lei gli diede una gomitata, divertita. “Stai diventando proprio pessimo, smettila di spaventarlo”.

Scorpius salutò con la mano la piccola Lyra seduta in prima fila fra Hermione, Hugo e Phoebe. Poco più in là stava il resto della famiglia: Harry, James, Ginny e tutti i loro cugini.

Lily le mandò un bacio, materna.

Quando lei e Scorpius si erano sposati, erano stati costretti a non usare il convenzionale metodo di dividere amici dello sposo e della sposa, perché dalla sua parte non vi erano posti abbastanza. Era stato piuttosto divertente. Ma quel giorno, tutto sembrava perfettamente a posto.

E come non poteva esserlo? In fondo si parlava sempre di Rose Weasley.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

“Non bastava solo Hugo, Lily, Scorpius, James, Phoebe e la piccola Lyra. Ora ci sei anche tu a darmi del filo da torcere” sbuffò, specchiandosi in quelle iridi color cioccolato.

Damon le prese una ciocca fra le dita. “Io non ti darei mai del filo da torcere”.

“E come no? Lo fai sempre”.

Lui rise sensualmente. “Non posso fare altrimenti. Quando lo faccio diventi troppo buffa”.

Rose lo guardò, stralunata. “Non ci posso credere! Anche tu credi che io sia buffa!”.

Ognuno di noi è buffo nel suo piccolo”.

“E questa dove l’hai letta?” disse, prendendolo in giro.

“Mmmh, non lo so. Forse l’ha detta una strega bellissima ed intelligente durante le sue promesse?”.

Lo sguardo di Rose si affievolì. “Mi darai un sacco di filo da torcere…” biasciò, prima di baciarlo ardentemente.

 

 

 

 

 

 

The End

 

 

 

 

 

 

 

Zucchero, zucchero, zucchero! Mai scritta una cosa così zuccherosa, credo J Però bisogna dire che ogni tanto leggerne (e scriverne) una fa bene allo spirito. Beh, spero vi sia piaciuta e che mi lasciate un piccolo commentino, anche perché è la prima volta che scrivo una shot del genere, con poche descrizioni e molto testo. Di solito sono molto prolissa nel raccontare com’è un luogo, un vestito, ecc ecc.

Dunque… ho bisogno del vostro parere! J

Baci, Raziel.

 

 

  
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