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Autore: trullitrulli    06/06/2009    5 recensioni
"Quando mi capita, uso il Pensatoio. Basta traversare i pensieri in eccesso dalla propria mente, versarli nel bacile e esaminarli a piacere. Diventa più facile riconoscere trame e collegamenti, sai, quando assumono questa forma" (Harry Potter e il Calice di Fuoco).
La raccolta di tutti i ricordi della giovinezza della vecchia generazione, versati nel Pensatoio. Momenti importanti o qualunque, brevi o lunghi trascorsi ad Hogwarts o altrove, che vorticano nel bacile scintillando di debolissime luci prorie. I capitoli non sono in ordine di tempo o di importanza, seguono semplicemente l'ispirazione. La mia prima raccolta...
1-Remus Lupin (Grifondoro)
2-James/Lily (I rimorsi del Malandrino)
3-Severus Piton (Amortentia)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Il Pensatoio.

 

 

 

Rating: Nettamente verde
Parole:
1.567
Avvertimenti: Nessuno. Forse è un vago spoiler perchè è inserita in alcuni avvenimenti dei ricordi di Piton. 
Genere:
Generale 

Personaggi: Remus Lupin; Lily Evans; Severus Piton; il Cappello Parlante
Nota dell’autrice: Forse ho iniziato con qualcosa di un po’ troppo lungo, sebbene mi fossi ripromessa di contenermi nelle dimensioni dei capitoli. Nel caso l’ultima parte dovesse assomigliare paurosamente alla storia  di
JulietThe Sorting Hat” mi scuso con l’autrice (per altro bravissima) ed invito tutti a leggere la sua fic.
Non ho nemmeno la pretesa di considerarmi giustificabile.

 

 

 

Il treno di Hogwarts alimentava la fitta nube di fumo candido tra i passeggeri ancora in stazione , dove ombre inconsistenti fluttuavano separate dalle loro voci. Remus Lupin aveva già perso il controllo del carrello tre volte, contro tre maghi irritabili, e l’espresso del binario nove e tre quarti sarebbe partito tra meno di un minuto.

 

Il treno eruttò fumo fischiando la partenza e si mise in moto. Remus, instabile, inciampò rovesciandosi addosso le valige e travolgendo altri due studenti. Si ritrovò schiacciato col naso per terra. Nonostante i sobbalzi si rimise in piedi, scrollandosi la polvere di dosso e accorrendo a liberare le vittime del suo bagaglio.
-In nome degli slip più consunti di Merlino! Chi è stato?- urlò una voce dietro la borsa.
Sotto le valige si agitava uno studente molto alto, Remus trasalì all’idea di aver investito qualcuno dell’ultimo anno.
-Mi dispiace- biascicò goffo.
Lo studente schiacciato spinse via la valigia e, quando Remus gli offrì la mano per rialzarsi, la allontanò con uno schiaffo come se fosse stato un gesto indecente, e si rialzò da solo.
Era un ragazzo con la spilla dei prefetti, alto, con il mento appuntito e gli occhi vitrei. Dietro di lui un altro studente si spolverava con la mano la divisa impeccabile. Remus notò sul petto la stampa di un serpente. Il ragazzo dal mento appuntito squadrò la statura di Remus, insistendo ironicamente sui vestiti e sulla valigia. Se ne andò, mentre il compagno dietro di lui lo seguiva servizievole.
Fu come se il cuore di Remus si dilatasse finalmente a dimensioni umane e tirò un sospiro, amareggiato, sistemando le proprie cose ed andando alla ricerca di uno scomparto deserto.
Entrò dove alcuni studenti rumorosi, con il medesimo marchio impresso nella divisa, si voltarono tutti verso di lui, riservandogli il silenzio più sdegnoso e carico di rifiuto che si fosse mai sentito rivolgere. Irrigidito, si affrettò ad uscire dallo scomparto e, varcata la soglia, li sentii sghignazzare dietro di lui. Trovò dei posti vuoti ed esalò una specie di gemito in ringraziamento alla misericordia divina. Sistemò i propri bagagli e si tolse dalla tasca una tavoletta di cioccolato, strappandone avidamente un grosso morso.
Mentre il sapore riusciva ad addolcire la sensazione di vergogna appena provata, si ricordò del libro che si era portato da casa.
Storia di Hogwarts
Con somma noncuranza per tutto ciò che passava oltre il vetro della finestra, ed addentando un altro abbondante morso di cioccolato, Remus rimase in silenzio per ore leggendo, tutto il suo interesse impegnato dalla sua nuova scuola, gli occhi che luccicavano ad ogni riga.
Ma dubitava che al suo arrivo Hogwarts lo avrebbe accolto con più entusiasmo del vagone precedente.
Per di più in cielo c’era ancora lo spettro pallido della luna, quasi incolore sullo sfondo azzurro e priva di luce; mancava un piccolo spicchio al cerchio.
I suoi pensieri erano talmente distanti dal treno che non si accorse delle due persone che erano entrate fino a che una di queste non iniziò a parlare a parlare.
-Che maleducato!-sbuffò tra sè la voce di una ragazza. Remus fece un salto di due centimetri sul sedile, credendo che qualcuno ce l’avesse con lui.
A parlare era stata una ragazzina undicenne, che gli stava seduta sul sedile di fronte. Piccola, magra, rossa di capelli, graziosissima, con due enormi occhi verdi e svegli. Ma la bambina si era espressa così amabilmente all’indirizzo della finestra. Accanto a lei stava seduto un altro ragazzino che non aveva l’aria di trovarsi in uno stato più felice del suo.
Remus guardò prima lui e poi lei con l’aria molto stupida di chi non ha idea di quel che è successo.
-Era uno sbruffone!- vaneggiò ancora contro il paesaggio, e Remus vide i suoi grandi occhi verde chiaro socchiudersi in due fessure dalla luce sinistra.
Incredibilmente il vetro in un angolo della finestra si incrinò: era una sottile crepa di un paio di pollici.
-Con te poi...- disse ora rivolta al bambino seduto al suo fianco, che aveva una tendina di capelli neri ed unti lungo il viso pallido e sepolcrale-...è stato così…-
E avrebbe sicuramente trovato un aggettivo disgustoso calzante, se Remus non l'avesse interrotta schiarendosi la gola con un preoccupato "Ehm...ehm...". La ragazzina si voltò, e Remus indicò con gli occhi la crepa sul vetro, la cui lunghezza era raddoppiata.
-Oh…- esalò la bambina notando il danno. Febbrilmente prese la bacchetta dalla tasca ed iniziò a colpire goffamente il vetro come aspettandosi di correggere il danno. -Ehm…non credo che serva- borbottò Remus. La bambina arrossì, intascò di nuovo la bacchetta e guardò da un'altra parte.
Remus finse di ignorare il bambino che ora lo fissava accigliato.
-Comunque...- tentò di rifarsi lei –...io sono Lily Evans e lui è Severus Piton-
Il bambino di nome Severus, piuttosto alto per la sua età, col viso lungo, immusonito e giallo, e gli occhi neri e penetranti, non fece caso al fatto di essere stato involontariamente presentato, ma non smise di guardarlo, con un misto di aspettativa ed antipatia. Lupin si sorprese a rabbrividire lungo la schiena.
-Io…Remus…-
Lily gli riservò un sorriso incerto, ma simpatico.
-Scusa, dovevamo chiedere il permesso?- chiese indicando l’uscita.
-No! Certo che no…ma prima con chi…ce l'avevi?- balbettò confuso, voltandosi verso la porta.
-Ah...no...niente. Veniamo da un vagone dove ci sono dei veri deficienti- spiegò.
-Perché hai dei capelli grigi sulla nuca?- domandò a bruciapelo Severus.
-Eh?- squittì Remus, pregando di sembrare ingenuo, mentre il suo cuore sembrava frenare bruscamente.
-Oh…in realtà, non lo so...- biascicò, temendo che il bambino avesse riconosciuto un indizio della sua licantropia.
Lily diede a Piton una gomitata bisbigliandogli un confuso –Non è educato!- e la diffidenza di quello si ammorbidì per un attimo infinitesimale.
Ci fu un istante intollerabile di silenzio in cui Remus rimpianse la solitudine dove non si sentiva obbligato ad intrattenere nessuno.
Si costrinse a leggere, tentando di allontanarsi di nuovo dal treno.
-Tu in che casa speri di finire?- buttò lì Lily, provando ad intavolare una conversazione.
Remus sobbalzò di nuovo.
-Ecco…non saprei…- arrossì violentemente alla confessione – non credo ce ne sia una…adatta-
-Sciocchezze- ribatte battagliera -tutti veniamo smistati, non ti rispediscono indietro- disse citando le esatte parole con cui Severus aveva tentato di consolarla – c’è una casa per tutti-
Il bambino al suo fianco sbuffò, e per un attimo Remus si aspettò che potesse contraddirla, ma quello si rivolse a Lily.
-Speriamo che tu sia una Serpeverde-
Lei esalò un lungo sospiro.
-Io non so dove mi piacerebbe finire- concluse scoraggiata.
-Sarebbe bello conoscere qualcuno nella propria casa- aggiunse rivolta a Severus, e lo sguardo del ragazzino si illuminò per poche frazioni di istante, come se fosse stato decorato dal parere più desiderabile che ci fosse.
Remus se ne accorse.
-Vi conoscete già?-
Il bambino aveva l’aria di voler dire qualcosa di brusco e maleducato. Forse pensava che la sua presenza fosse… “troppa”?
-Oh si, non abita troppo lontano da me, lui mi ha spiegato che…che ero una strega- disse fiera di lui.
Severus dondolò le gambe, gli occhi che scintillavano di nuovo.
-Non lo sapevi?- chiese ingenuamente Remus.
Lily chinò il viso in modo che i folti capelli rossi lo nascondessero appena.
-No, sono nata babbana- lo fissò guardinga, come aspettandosi che Remus esplodesse, o qualcosa del genere.
Visto che quel bambino malaticcio non aveva dato segni di disagio ne di insofferenza, Lily fu come attraversata da un sollievo palpabile.
Gli occhi recuperarono un guizzo di vivacità, rialzò il viso, e le spalle, che
si erano infossate come a proteggerle il cuore, si raddrizzarono.
-Cosa leggi?-
Lupin alzò la copertina.
-“Storia di Hogwarts”- lesse –Dove sei arrivato?-
-Al Cappello Parlante-
-Oh- Lily si torse le mani, era stato toccato un punto debole esposto; non aveva meno paura di lui ad infilarselo in testa. -Me lo avevi raccontato Sev, ti ricordi?- Si rannicchiò meglio sul sedile, si abbracciò le gambe posando il mento sui ginocchi, con lo sguardo perso davanti a se.
-Sicuro di voler finire a Serpeverde?- si assicurò, rivolgendosi a "Sev" –Lo ho visti prima. Non sembrano…proprio…simpatici- disse con molto tatto. Il ragazzino non rispose e continuò a scrutare Lupin che addentava circospetto la sua barretta di cioccolata. Remus finse di fraintendere il suo interesse e gliela porse.
-Vuoi?-
-No- berciò schifato, non tanto dalla tavoletta, ma dalla persona che gliela porgeva. 
-Io si- aggiunse Lily, staccandone un piccolo pezzo, sorridendo.
Oltre la cortina di capelli neri di Severus, vide nei suoi occhi una luce inceneritrice.
Remus rabbrividì di nuovo.

 

 
-Remus Lupin-
Il bambino deglutì, gli ci volle tutta la forza del suo autocontrollo per mettere un piede davanti all’altro, inciampò nella sua uniforme e per la sala grande scoppiò qualche gruppo di risatine.
Arrossì e si avvicinò come un martire al sedile.
Si abbandonò sullo sgabello come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili e ci si aggrappò forte con le mani come se al posto di un cappello stesse per calare una scure.
Non volle pensare a che aspetto tremante ed indifeso avesse di fronte a tutta Hogwarts.
Il cappello era troppo grosso e gli calò sul viso, e lui si girò intorno vedendo solo un interno di telo buio e consunto che sapeva di muffa.
-Perché tanto agitato Remus?-
Trasalì e si aggrappò ancora più forte ai bordi del sedile.
-Oh capisco, ti senti in colpa di essere qui non è così? Non pensi di meritarti un posto ad Hogwarts come tutti?-
Gemette.
-Certo che lo so, Remus. È tutto qui dentro, tutto qui a mia disposizione. Direi che sei piuttosto intelligente per la media della tua specie… perdonami il termine, “ibrida”. Purtroppo ci sono solo modi poco carini per definirti. Non manchi per nulla di talento. Malaticcio ti vedo, e…stai tremando così forte che a momenti ti cadrò dalla testa, ma io e te sappiamo che non sei un vigliacco, non è così Remus?-
“Ti prego. In fretta”
-Non mettermela ragazzino, non siamo qui da molto. A Tassorosso forse saresti sprecato, non vedo dove possa andare la tua lealtà, a Serpeverde non saresti il benvenuto, ti stanno
guardando, e per nulla bene-

“Grazie per avermelo detto” sbuffò.
-Dovere. Corvonero, forse, ma sai dove davvero mi piacerebbe smistarti? Pensavo a che splendido quadretto saresti tra i Grifondoro…-
“Cosa?!”
-Grifondoro-
Respirando con qualche difficoltà sentii scrosci di applausi provenire dal tavolo di Grifondoro, ed il cappello gli venne sollevato dalla testa.

  
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