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Autore: Serpensortia92    28/03/2017    1 recensioni
La famiglia Malfoy, dopo il fiasco al Ministero, si ritrova in ginocchio, derisa e sfruttata dal Signore Oscuro per i suoi vili scopi. Draco, con il solo sostegno dei suoi amici, si ritrova di colpo a dover affrontare il suo destino. La maschera di perenne freddezza comincia a creparsi, rivelando il lato umano e debole del giovane rampollo. Sì, perché Draco ha molte debolezze.
La più grande di queste risponde al nome di Hermione Granger.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Mangiamorte, Ordine della Fenice, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
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CHEMICALS cap.1

CHEMICALS

Capitolo I




Il Manor non era mai stato così tetro e cupo come in quel periodo. Le pesanti tende di velluto nero erano chiuse in maniera ermetica, impedendo ai raggi del sole estivo di penetrare oltre quelle cortine. Il pavimento di marmo nero, che ai suoi abitanti era sempre sembrato maestoso ed elegante, ora sembrava volesse inghiottire le spesse colonne presenti nel salone d'ingresso. I quadri, poi, sembravano essere sprofondati in un sonno eterno: poche persone raffigurate in quei dipinti si arrischiavano ad aprire timidamente gli occhi, per evitare di assistere a quella orrenda e viscida figura cadaverica che scivolava silenziosamente da una stanza all'altra, così macabra e scheletrica da sembrare un Infero. La tunica lacera e nera veniva trascinata come un mantello regale, e l'incedere lento ed inquietante faceva rabbrividire persino la sua sostenitrice più accanita, anche se non l'avrebbe mai ammesso.

Lord Voldemort aveva preso fissa dimora nel maniero imponente dei Malfoy, che non si erano azzardati ad esprimere la propria opposizione, benché fossero tutt'altro che felici della presenza di quell'assassino tra le mura della loro antica residenza nel Wiltshire.

Del resto, come avrebbero potuto? Lucius Abraxas Malfoy, il capofamiglia, era stato sbattuto ad Azkaban senza tante cerimonie dopo il fiasco al Ministero. La sua consorte era troppo preoccupata per la sorte del suo unico figlio per contrastare l'Oscuro Signore, e la cara Bellatrix non aveva diritto di replica, dal momento che era ospite di sua sorella. Gli elfi domestici venivano trattati peggio che mai, presi a calci ed uccisi nei momenti d'ira del nuovo padrone; i Mangiamorte andavano e venivano continuamente dal Manor, con nuovi incarichi da svolgere per ordine del loro Signore. Quel giorno, due di loro si affiancarono a Narcissa, rigidamente seduta su un divanetto di velluto verde situato nell'ampio salone d'ingresso.

-”L'Oscuro Signore ha ordinato di accompagnarla alla stazione, Signora Black”, disse quello più vicino alla donna, che si voltò di scatto fulminando con gli occhi il suo interlocutore.

-”Mio marito non è ancora morto, Yaxley, sebbene più di qualcuno lo stia desiderando ardentemente. Fino a che sarà vivo, sei pregato di chiamarmi come eri solito fare prima della breve vacanza di Lucius”, rispose tagliente alzandosi e allacciandosi il mantello da viaggio che stringeva al braccio. Guardò l'orologio appeso al muro di fronte: tra pochi minuti, l'Espresso di Hogwarts sarebbe arrivato sbuffando al Binario 9 e ¾ della Stazione di King's Cross.

-”Ora è meglio muoversi. Muovetevi, voi due, i Malfoy non sono mai arrivati in ritardo ad un appuntamento. Non è certo il momento di cambiare questa abitudine”.


*


Nello stesso momento, sulla locomotiva scarlatta, un ragazzo dal viso pallido e sciupato stava guardando distrattamente il paesaggio che sfrecciava oltre il finestrino del suo scompartimento. Aveva trascorso delle settimane orrende, da quando la notizia dell'incarcerazione del padre era rimbalzata su tutte le testate magiche più famose del Regno Unito. La maggior parte del tempo l'aveva trascorsa barricato nella sua stanza di Prefetto assieme ai suoi migliori amici, che cercavano di distrarlo nonostante percepissero il costante malumore del giovane rampollo. Il vero problema non erano state tanto le lezioni, durante le quali i professori avevano cercato di tutelarlo dalle aggressioni verbali e fisiche degli altri studenti: no, il vero problema erano stati i pasti in Sala Grande. Ora, che Draco Malfoy fosse un invalicabile muro di ghiaccio era ormai risaputo: il suo viso non tradiva mai alcuna espressione che non fosse disgusto, derisione o astio verso la maggior parte della popolazione di Hogwarts. Ciò non implicava, tuttavia, che sotto quella corazza a primo impatto indistruttibile si celasse un cuore fragile e sofferente, traboccante di emozioni altamente contrastanti tra loro.



Come ogni essere umano, Draco provava frustrazione. Frustrazione perché voleva prendere in mano la situazione, proteggere la madre e tirare fuori il padre da quel luogo terribile.

Come ogni essere umano, Draco provava rabbia.Rabbia verso suo padre, del quale era stato costretto a condividere le idee. Rabbia verso lo Sfregiato, che era stato indirettamente la causa dell'arresto di suo padre. Rabbia verso quello che era obbligato a chiamare “Padrone”, ma che avrebbe voluto vedere morto una volta per tutte. Rabbia verso coloro che lo deridevano, che gli rivolgevano insulti e approvavano la sorte toccata al padre. Rabbia verso quella deficiente della Parkinson, che non lo lasciava in pace un attimo, cercando ogni pretesto per saltargli addosso nonostante i suoi sguardi di fuoco ghiacciato.

Come ogni essere umano, Draco provava paura. Paura da quando il padre era stato smascherato e la sua vera natura era stata sbandierata a tutta l'Inghilterra. Paura, perché sapeva che lui e la madre non sarebbero mai riusciti ad andare avanti con la loro normale vita. Paura, perché qualcosa gli diceva che quell'estate sarebbe accaduto qualcosa di pericoloso e terribile. Paura, perché in realtà era completamente solo. Paura, perché se Voldemort ormai era potente significava solo una cosa: avrebbe ricominciato a trucidare i Nati Babbani. E lui, questo, non poteva permetterlo. Non dopo che LEI gli aveva rivolto quello sguardo, prima di partire.


Perché era questa la verità: Draco Malfoy, unico erede della prestigiosa – ma lo era ancora? - casata Purosangue dei Malfoy, era innamorato da ben due anni.

E non di una ragazza qualsiasi: di una di quelle che suo padre e il suo padrone si davano tanto da fare per eliminare dalla faccia della terra.


Draco Malfoy era innamorato di una Mezzosangue.



Quando il treno cominciò lentamente a perdere velocità, il giovane si rese conto di avere 5 paia di occhi fissi su di sé: i suoi due migliori amici, Theodore Nott e Blaise Zabini, lo guardavano con sguardo preoccupato e mesto. Probabilmente immaginavano quali pensieri si affollavano incessantemente nella mente del Prefetto. Accanto a Blaise, la sua fidanzata Daphne Greengrass e sua sorella Astoria gli rivolgevano occhiate di apprensione e compassione. Draco sbuffò, vedendo poi che la quinta persona, la sanguisuga fatta donna, lo stava letteralmente mangiando con gli occhi. Da quando aveva avuto la bella idea – un'idea brillante, non c'è che dire – di invitare Pansy al Ballo del Ceppo, la ragazza gli si era incollata stile ventosa.

-”Dra, hai idea di chi verrà a prenderti?”, soffiò cautamente il ragazzo di colore, accortosi del cambiamento di umore che Draco aveva subìto quando aveva incontrato gli occhi della Parkinson. Di solito, era il signor Malfoy che si premurava di andare a ricevere il figlio alla stazione, prima di accompagnarlo al Manor.

-”Immagino ci sarà la madre, Zab”, mormorò mesto il giovane Serpeverde, girandosi nuovamente verso il finestrino e sospirando.

-”Prepariamoci, stiamo arrivando in stazione”.


Draco, effettivamente, aveva indovinato: la rigida ed austera figura di Narcissa Black in Malfoy faceva bella mostra di sé sovrastando imperiosa la marea di studenti e genitori che si accalcava sul binario. Il ragazzo si accorse immediatamente che qualcosa non andava: le persone si zittivano di botto quando giungevano nei paraggi della donna, la quale ostentava uno sguardo glaciale e una smorfia contrita sulle labbra. Con qualche istante di ritardo rispetto ai due amici che gli avevano arpionato le spalle in segno di sostegno, Draco registrò la presenza di due figure avvolte in pesanti mantelli neri da viaggio poco dietro la madre.

Yaxley e Dolohov... Questo poteva significare solo una cosa. Il ragazzo si augurò con tutto il cuore di sbagliarsi, ma la tremenda sensazione che gli aveva attanagliato il petto lo opprimeva ogni secondo di più. Cautamente si avvicinò alla donna, che solo in quel momento accennò un sorriso tirato.

-”Salve, madre. Come state?”, chiese il giovane Malfoy, scrutando i due Mangiamorte che sogghignavano a pochi metri di distanza.

-”Vorrei poterti dire bentornato, Draco. Ma ti renderai presto conto che casa non è più come la ricordavi”, rispose Narcissa, glissando la domanda e tradendo un tremolio nella voce altrimenti sempre ferma e severa.

Theodore e Blaise fecero un cenno ad entrambi e si congedarono, ritenendo opportuno non immischiarsi negli affari del loro compagno di Casa. In quel frangente, Draco si sentì più solo che mai.

-”Signorino Malfoy, quale onore!”, lo sbeffeggiò Dolohov, venendogli incontro con passo deciso e fermandosi solo quando il ragazzo dovette alzare il viso per riuscire a guardarlo negli occhi.

-”Che cosa significa la vostra presenza qui?”, domandò iroso nella sua direzione, temendo tuttavia la risposta che non tardò ad arrivare.

-”Lo scoprirai presto, piccolo e impertinente ragazzino”, gli sibilò il Mangiamorte, afferrandolo malamente per un braccio e trascinandolo in un vortice di suoni e colori.

Quando Draco toccò nuovamente terra, la figura imponente e maestosa del Manor si stagliava innanzi a lui. Percorse lentamente il vialetto di ghiaia che conduceva ad un elaborato e pesante portone di bois noir. Prima che potesse afferrare il battente argentato a forma di serpente, sentì dei passi dietro di lui, preannunciandogli l'arrivo della madre e degli sgradevoli accompagnatori.

In quel momento, il portone si aprì, rivelando l'esile corpo di Mocky, l'elfo domestico più anziano che serviva i Malfoy da generazioni.

-”S-Signorino M-Malfoy, è u-un onore r-rivedervi al M-Manor”, balbettò tremando da capo a piedi, premurandosi di rivolgergli un profondo inchino prima di prelevare i bagagli e sparire nuovamente nei meandri della residenza.

Appena Draco entrò in casa, si sentì come sull'orlo di un baratro: tutta quell'oscurità non gli piaceva, e il silenzio inusuale proveniente dai quadri non prometteva nulla di buono. Insomma, Phineas Nigellus che se ne stava zitto appena un Malfoy varcava la soglia non si era mai visto!

Quando gli occhi del ragazzo si abituarono alla fioca luce proveniente dai candelabri, unica fonte di illuminazione all'interno del Manor, avvertì un corpo strisciare verso di lui sul pavimento. In un primo momento, Draco pensò ingenuamente ad un elfo che si affaccendava nei doveri domestici, ma solo dopo pochi istanti si rese conto che la cosa che gli si stava avvicinando era un enorme serpente che non aveva mai visto. Sapeva che sua zia – povera squilibrata, non aveva mai potuto sopportarla – nutriva una passione inquietante verso i rettili, ma sapeva anche che non avrebbe mai osato tenerne uno in casa di sua sorella. No, quel serpente, che ora emetteva un sibilo basso e insistente, poteva significare solo una cosa...


-”E così ci conosciamo, giovane Malfoy. Bramavo ardentemente questo momento da più di quanto tu possa pensare”, soffiò una voce dal capo opposto del salone d'ingresso.

Draco scorse con orrore crescente una pallida figura avvolta in una leggera tunica nera come la notte, gli occhi animati da un fuoco rosso scarlatto, le braccia pallide e ossute che si stendevano in un gesto di benvenuto tutt'altro che rassicurante. 
Il volto serpentesco, che aveva infestato non solo i peggiori incubi del Ragazzo Sopravvissuto, gli si palesò in tutta la sua magnifica crudeltà.


-”Offri i tuoi servigi a Lord Voldemort, giovane Draco. É il solo modo che hai per salvare la vita ai tuoi amati genitori, o moriranno per mano mia”.


In quell'istante, al freddo, rigido e altezzoso Draco Malfoy cadde il mondo addosso.

Angolo dell'autrice:

Buonasera a tutti. Sono una grande appassionata della saga potteriana e questa è la mia prima ff dedicata alla Dramione. Spero vivamente che questo inizio, seppur non lunghissimo, vi abbia incuriosito. Il titolo della storia é preso dall'omonima canzone di Tiesto, per la quale vado matta.

Attendo recensioni, positive o negative che siano :-)

Vi auguro buona serata, soprattutto a chi, come me, starà rannicchiato in poltrona a leggere.

K.

   
 
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