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Autore: njaalls    28/03/2017    2 recensioni
Meritano di provare quei sentimenti?
Meritano di paragonare la loro storia e i loro baci, incasinati e superficiali, a quelli di un amore apparentemente forte come quello dei loro amici? Eva si sente quasi sporca a pensare che il loro interesse nato in maniera puramente carnale e superficiale, possa essere paragonato a qualcosa di così grande quanto lo è la devozione di Even per Isak. Non crede di poter competere, o forse è solo lei che dovrebbe smettere di credersi inferiore agli altri.

[Raccolta Chriseva]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho parole per ringraziare tutte quelle persone che recensiscono o segnano la storia tra le preferite/ricordate/da recensire.
Sono felice quando qualcuno mi dice anche solo "mi piacciono le tue os!", o -meglio ancora- leggere che non siete così fan dei Chriseva ma che le storie vi stanno prendendo tanto lo stesso, che ve li stanno quasi facendo piacere di più. Penso non ci siano parole migliori, per qualcuno che fa tutto ciò per hobby e si ritrova circondata da bei commenti, gentili e assolutamente graditi. Davvero, grazie mille.
Ora vi lascio un piccolo regalo, dato che scrivere questo spazio autore mi sta costando una fatica immensa, causa sonno dovuto a dieci ore no stop (tranne per una piccola pausa alle quattro del pomeriggio) dalle lezioni dell'università. Ma come ci arrivo a fine semestre?!
Qualcuno mi aiuti.
Ah, prima che lo dimetichi: quando, come in questa os, un personaggio secondario rispetto alla coppia è messo in "cattiva luce", non pensate che lo detesti, perchè credo che Skam sia uno dei pochi show dove non provi antipatia o odio proprio per nessuno. Al massimo indifferenza (tipo Ingrid o Sara), ma non è il caso di questa brevissima one shot.
Ora, buona notte.
njaalls
 


 
Prompt: start sentence — "You’re wasting your time"
 
«Stai sprecando il tuo tempo»
Non ci vuole molto perché Eva accerti la fonte di quella voce familiare, vicina più di quanto si sarebbe aspettata e terribilmente accusatoria. Si allontana quanto basta dallo specchio del bagno del locale e si scosta dal lavandino, smettendo di sfregare l'eye-liner nero sbavato su entrambi gli occhi. È accaldata e vorrebbe solo uscire in strada, per prendere una boccata d'aria fresca, ma invece è incastrata in un bagno fetido con un paio di ragazze ubriache e un'Iben profondamente turbata. Le sue labbra sono strette un una smorfia e le sue guance gonfie, come se si stesse trattenendo: Eva incrocia le braccia sotto il seno, cercando di non risultare spaventata.
«Potresti spiegarti meglio» suggerisce, battendo più volte la punta della scarpa sul pavimento e scostando i capelli rossi da intorno al viso, con una scrollata di spalle sicura. Sa perfettamente a cosa Iben alluda e anche se non lo sapesse con così tanta certezza, avrebbe comunque un vago sentore del soggetto della —non così velata— accusa nei suo confronti. 
«Avevi detto che era il più grande coglione della scuola» dice, mimando falsamente la voce di Eva alla fine della frase e facendo una smorfia, come se fosse la normale attitudine della rossa. «Eppure ora siete sempre insieme. Com'è che funziona? Lui ti fa i complimenti e tu credi che vali qualcosa nella sua vita? Non è così che vanno le cose con Chris, lo sai, vero?»
Eva batte le palpebre e sposta lo sguardo altrove nel bagno, cercando di non risultare aggressiva nei confronti di Iben. Fa un'altra smorfia e si stringe nelle spalle con noncuranza. «Pensavo che non dovessimo più darci addosso per un ragazzo»
«Pensavo che fossimo amiche»
Eva ridacchia in maniera nervosa, quasi forzata, quando scuote la stesa. Non vuole drammi e non vuole che Iben, o chiunque altro, la odi, sopratutto per qualcosa che non hanno il diritto di reclamare. Nessuno ce l'ha, in effetti. Chris è solo di sé stesso e non é un oggetto, ha una testa che funziona anche troppo bene e una mente che galoppa veloce. Ha dei sentimenti perché è umano e con Eva è tutto una montagna russa, un pacchetto sorpresa, e piace ad entrambi. Ora, Iben e Chris stavano insieme e la rossa è piuttosto certa che non siano più affari dell'ex di Christoffer, sapere con chi si frequenta, con chi si scambia baci euforici contro i muri dei locali o chi decida possa passare la notte a casa sua. Iben ha perso quel diritto da un po', non è più la fidanzata gelosa, e per quanto Chris ed Eva abbiano sbagliato in passato nei suoi confronti, ora non può accusare la rossa di essere una pessima amica: in effetti, non lo sono mai davvero state; erano più due alleati che si erano trovati ad aiutarsi nel momento del bisogno. 
«Forse dovresti farti passare la cotta per lui» le suggerisce Eva, cercando di mantenere il proprio tono più gentile e pacato possibile, ma lottando contro la musica assordante che proviene dal resto del locale. 
Iben sembra punta sul vivo e si agita da un piede ad un altro, guardando lontano da Eva durante un solo istante di incertezza. «Sei una persona ipocrita, Eva, lo sai?» la accusa, mordendosi un labbro e arricciandole poi in una smorfia. 
L'altra fa lo stesso, dispiaciuta dalla piega che la conversazione sta assumendo e perfettamente cosciente che quella appena espressa da Iben sia la verità. Lei è un'ipocrita, perché ha detestato Chris e il suo carattere menefreghista, ha sperato che scomparisse dalla sua vita e che non vi fosse mai entrato, dopo aver mandato all'aria la sua relazione già precaria con Jonas: poi là vita ha scelto per lei chi iniziare a frequentare, come divertirsi e lei è felice per davvero, senza vincoli, o legami di nessun tipo. Non le importa che sia un'ipocrita, né che gli altri la accusino di ciò, perché, per una volta, non sta mettendo davanti a sé nessun altro. C'è solo lei, circondata dal suo gruppo di amiche, i conoscenti, Jonas ed Isak, e c'è Chris che fa parte della vita di Eva in quel momento e forse ancora per un po'. Le piace averlo intorno, sapere che c'è qualcuno con cui può parlare, ma se non lo fanno è anche meglio; qualcuno che non la squadri cercando di capire cosa non vada in lei, ma che la prenda così come viene e se ha bisogno di sfogarsi, lui è comunque lì per lei. 
In quel bagno, ora, Eva sorride e annuisce, lisciandosi il vestito verde che ha comprato pochi giorni prima. «Sì, so di esserlo. Ma non smetterò di frequentare Chris, solo perché questo fa di me un'ipocrita. O perché me lo stai chiedendo tu»
Le sopracciglia si Iben si alzano, mentre incrocia le braccia sotto al seno e scuote appena la testa, tra sé e sé. «Non pensavo fossi così arrogante, mi ero sbagliata su di te»
Voglio solo essere felice, vorrebbe rispondere Eva, ma si morde l'interno guancia, quando la porta del bagno si spalanca alle spalle della mora. La musica del locale si riversa all'interno del piccolo stanzino e tutti si voltano a guardare con curiosità l'ultima figura appena comparsa sulla soglia. 
Chris entra nel bagno fetido con noncuranza e gli occhi socchiusi per l'alcol e la stanchezza, ma un sorriso divertito sulle labbra quando annuncia  il suo arrivo con voce squillante: «Eva Mohn, giuro che trovo un'altra ragazza se non esci da quest—» i suoi occhi vagano senza soffermarsi su niente e su nessuno dall'istante in cui spalanca la porta con una spallata poco delicata. Poi il suo sguardo si poggia sulle figure di Iben ed Eva, le braccia incrociate sul petto di entrambe ed è costretto ad arrestarsi. Il suo cervello si attiva per cercare di capire se dovrebbe tornare da dove è appena venuto, evitando qualsiasi dramma capti dai loro visi seccati, oppure se dovrebbe almeno afferrare Eva per un braccio e trascinarla via con sé. Può gestirne solo una alla volte e sceglierebbe la rossa mille e mille volte, ma poi si ritrova a sorridere imbarazzato e tutti gli occhi sono su di lui. Si rivolge ad Iben, indeciso su come comportarsi, e le fa un cenno con il capo. «Hey» la saluta, pensando che un anno e mezzo prima, la baciava sulle labbra ogni volta che si incontravano. 
«Chris» ricambiai lei, mordendosi un labbro e distogliendo subito lo sguardo.
Gli occhi del ragazzo si spostano curiosi su Eva, la cui bretella del vestito verde le sta scivolando sulla spalla nuda e i capelli sono quasi castani, dentro quel bagno cupo e decisamente fetido. Quando si scambiano un'occhiata, la vede lanciare uno sguardo indeciso verso Iben, prima di abbassare la testa e superala.
«Devo andare» dice con tono dispiaciuto, evitando comunque gli occhi dell'altra ragazza. «Ci vediamo?» e raggiunge Chris, che non smette ora di studiare le macchie sporche sul pavimento, come se fossero la cosa più interessante del mondo.
«Ne dubito» è la risposta che riceve Eva in cambio, prima che annuisca e che l'altra ragazza si faccia largo tra i corpi dei due conoscenti, fermi sulla porta. Entrambi ricevono una spallata e restano a guardarsi negli occhi diversi istanti. Poi una sconosciuta urla loro di chiudere quella fottuta porta del bagno e loro obbediscono. Chris ride, ma Eva sembra turbata.
«Uhm. Mi dirai cosa stava succedendo?» chiede, afferrandola per la vita e camminandole appiccicato, mentre si fanno largo tra i corpi della persone. La musica è altissima e si deve sporgere verso l'orecchio di Eva, per riuscire a farsi sentire. La conduce verso il bancone e ordina due birre, che paga lasciando una banconota sulla superficie in legno prima ancora che gli siano servite.
«Nulla. Facevamo due chiacchiere» è la risposta di Eva, quando si siede sull'unico sgabello libero e la mano di Chris si poggia sulla sua coscia nuda. La rossa apre le gambe, per farlo avvicinare. 
«Tu ed Iben» continua Christoffer con un una risatina finale, che si trasforma in un bacio sulle labbra piene di Eva. «Una chiacchierata»
«Sì, io ed Iben» mormora lei, ricambiano il gesto. Ma Chris si scosta, facendole capire che non ne riceverà un altro, se non continuerà a spiegargli perché Iben la stesse guardo in maniera poco amichevole nel bagno del locale. Eva alza gli occhi al cielo, facendolo ridere. Le scosta una ciocca di capelli dalla fronte. «Crede che siamo una coppia. Dice che è felice per noi»
Ride ancora e questa volta si allontana appena dalla rossa, afferrando le birre che sono state appena servite. Una la allunga ad Eva, che la prende con un sorriso forzato, mentre «Questa è la stronzata più grande che mi abbia mai raccontato» le dice Chris. Poi beve un sorso.
«Perché devi sempre capire quando mento?» chiede la rossa, dandogli un colpetto leggero sulla spalla e aggrottando le sopracciglia in modo buffo. Tracanna quasi mezzo bicchiere di birra e poi si lecca le labbra, sotto lo sguardo curioso di Christoffer. 
«Per lo stesso motivo per il quale ora mi dai la mano e torniamo a ballare? Fancuno, Iben» dice allegro, e lo fa davvero. Intreccia le dita a quelle della ragazza e si trascinano insieme in mezzo alla massa, i loro bicchieri di alcol ancora tra le dita e ormai mezzi vuoti.
Lì, tra i corpi accaldati, la musica nel petto e gli occhi chiusi, stretta dalle mani di Christoffer Schistad, non è ipocrita, ma solo felice. È l'Eva migliore. Quella che vorrebbe essere egoisticamente più spesso.

 
  
  
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