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Autore: rose07    06/06/2009    3 recensioni
Sarah Gilmore frequenta il suo quinto anno a Hogwarts.
Sarah e Fred Weasley sono migliori amici, nonché segretamente amanti; il ragazzo prova qualcosa di più per lei, ma i sentimenti della ragazza verranno messi a dura prova a causa di un'inaspettata conoscenza.
Il rapporto fra i gemelli Weasley sembra vacillare quando George bacia una Serpeverde in Sala Grande.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I will always love you'
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Il suono proveniente dalle labbra di Fred Weasley fece capolino alle orecchie di Sarah Gilmore. La ragazza rimase a fissare intontita la parete di fronte a sé, incredula come non mai, quasi schifata se si poteva dire.
«Pansy Parkinson?» domandò, scettica.
«Yes, she is» rispose Fred.
«Tuo fratello, il mitico George Weasley, se la fa con-»
«...Pansy Parkinson. Hai sentito bene»
«Adesso sì che mi ammazzo!» Sarah si lasciò cadere sul letto ancora completamente incredula. Si posò una mano sulla fronte e disse:
«Non posso credere che un ragazzo come George possa avere dei gusti così orribili! Dico, ma ha idea con che razza di persona ha a che fare? Con Pansy-sono l'antipatia fatta a persona-Parkinson! La troietta di Serpeverde che stava incollata come un francobollo a Draco Malfoy!»
«Lo so» rispose Fred, mentre lei continuava.
«Quella stupida che ha sempre disprezzato tutto e tutti i Grifondoro a partire dai Weasley! »
«Lo so»
«Che ha fatto perdere un sacco di punti alla nostra casa e che ha fatto la spia alla McGranitt riguardo Lee!»
«Lo so»
«Quell’idiota che adesso si ostina a stare con tuo fratello, che per altro è il tuo gemello, che per altro siete sangue dello stesso sangue, che per altro tu stai con me, che per altro io sono rimasta shockata, che per altro George Weasley sta insieme a Pansy Parkinson!» urlò senza prendere fiato.
«Lo so, Sarah. Sono incredulo anch'io come vedi! E giuro che vederli baciare davanti al caminetto della sala comune mi ha lasciato veramente di stucco, ma è così» affermò Fred.
«Fred, tu ti stai rendendo conto con chi tuo fratello va a sbaciucchiarsi?!» esclamò Sarah.
«E che ci posso fare? Vado e l'ammazzo? Sarà un'infatuazione, gli passerà»
«Ho capito, ma io non posso sopportare l'idea di avere la Parkinson tra le palle, Fred!» sbottò Sarah.
«Non dobbiamo mica andare a letto davanti a lei» sussurrò Fred canzonatorio, beccandosi una gomitata.
«Non capisci, io quella la odio! Non potete tu e tuo fratello farmi questo!»
 
 
 
 
«Parkinson, adesso basta! Vuoi smetterla? Sono tre ore che mi divori i salatini! Che cavolo, va a comprarteli!» esclamò Sarah, strappando sgarbatamente i salatini dalle mani di Pansy.
Come volevasi dimostrare, era stata costretta a rimanere con quella ad aspettare Fred e George nella loro stanza dato che avevano da fare qualcosa.
«E non ti scaldare tanto!» l’apostrofò la ragazza in questione.
«Mi scaldo quanto mi pare. Il fatto che stai con George non ti autorizza a trangugiare roba mia»
Sarah entrò in bagno e si lavò le mani, guardandosi per un po’ allo specchio. Era una bella ragazza con dei capelli neri che le arrivavano fino al seno e degli occhi celesti e profondi.
«Dovresti prenderti un bel calmante, sai?» aggiunse Pansy con un sorrisino, appoggiandosi alla porta e squadrandola malignamente dall’alto in basso.
«E tu dovresti cucirti quella cavolo di bocca!» sbraitò l’altra.
In quel momento la porta si aprì e i gemelli Weasley entrarono con due sorrisi identici.
George corse ad abbracciare Pansy.
Fred, dopo essersi fermato ad osservarli con occhi spalancati senza spiccicare una parola,  si avvicinò a Sarah.
«Ti ha creato problemi?»
«Oh, più di quanti immagini!» esclamò in tutta risposta lei.
Il ragazzo osservò con disgusto la scena che gli si presentava davanti.
«Sono veramente orribili» commentò in un sussurro.
Sarah annuì concordante.
«Allora, fratello, dove si va?» domandò George finendo di pomiciare con Pansy.
«Uhm...» fece Fred, smettendo di fissarli «io veramente non...»
Il ragazzo si voltò verso Sarah che faceva finta di guardarsi le unghie per evitare di parlare.
«Non so... Magari ad Hogsm-» provò a dire.
«Bell' idea, fratello di George!» esultò Pansy, interrompendolo.
E poi, notando l'espressione scettica sul volto di Fred, aggiunse:
«Oh, il tuo nome è Friden, giusto?»
Fred si portò una mano sul capo, sospirando. A Sarah scappò un risolino.
«Non importa, lascia perdere, Parkinson» fece Fred e, ignorando Sarah, che muoveva le labbra formando la parola " Friden", disse  «Comunque, George, tu sei d'accordo?»
«Sì, è fantastico! E poi a Pansy piace, giusto?» si rivolse con un sorriso alla sua fidanzata che annuì vigorosamente.
«Bene, allora direi di andare» disse Fred, rassegnato.
«Friden ha ragione, Georgiuccio!» esclamò Pansy, stringendo il braccio del suo ragazzo.
Sarah si aggrappò a Fred per evitare di riderle in faccia.
«Georgiuccio...» bisbigliò questi, uscendo dalla stanza e guardando con la coda dell'occhio Pansy e suo fratello che si facevano gli occhi dolci.
 
 
 
«George, guarda quello! E' magnifico, è stupendo! George, entriamo in quel negozio ti prego! Voglio provarlo!» cinguettava Pansy, indicando in vetrina un abito color prugna.
Sarah storse il naso.
«Ma è scollatissimo, e poi quest’anno va di moda il viola»
Pansy la guardò di sottecchi.
«Vuoi dire che quello non è viola?» sibilò.
«No, quello è prugna, tesoro. Ci vedi o no?» rispose la ragazza, accigliata.
«Non è una prugna! E’ un viola molto leggero. E poi è bellissimo, non trovi, George?» fece la ragazza coi capelli a caschetto al gemello che stava seguendo confusamente i battibecchi tra Pansy e Sarah.
«Uh, io...» balbettò quello.
«Visto?» lo bloccò Pansy «Lui da ragione a me ed è esattamente sulla strada giusta. Vieni, tesoro, entriamo in quel negozio»
Così la ragazza prese George per mano e lo trascinò dentro.
Sarah e Fred rimasero fuori ad aspettare, entrambi imbronciati.
«Io non la capisco. Non la capisco proprio, Fred. E soprattutto non capisco tuo fratello. Ma cosa si è messo in testa, dannazione?! Quella... quella piattola insignificante!» si sfogò la mora.
Fred sorrise.
«E’ veramente ora che la tua santa pazienza vada a quel paese»
«Già» grugnì Sarah, osservando da fuori la vetrina Pansy che gesticolava ed indicava allegramente ogni abito millimetrico che incontrava.
«Dovrei parlarne a George?» domandò Fred in un sussurro.
«Secondo me dovresti» affermò convinta Sarah.
«Non cambierà nulla, vedrai» rispose lui.
«Spero di sì! Che cavolo, ma proprio quella vipera doveva scegliersi?»
«Lei potrebbe pensare lo stesso di te. “Ma proprio quella lagna doveva scegliersi Friden?”» disse Fred cinguettando.
La ragazza rise, ma poi lo guardò di sottecchi.
 «Che cosa? Mi stai dando della lagna?»
Fred si contraddisse.
«No no, che vai a pensare? Stavo solo scherzando»
«Buon per te!» esclamò lei.
«Non me lo avresti perdonato, tesoro?» fece lui mielosamente.
«No» rispose cruda la ragazza.
«Eddai, scema!» insistette Fred.
«Scordatelo!»
«Su...»
«Cacciatelo dalla testa!»
Fred s’imbronciò per finta, stringendo gli occhi azzurri.
«E così io sono solo una marionetta con cui spassartela la notte?»
«Ma no! Non arrabbiarti» disse Sarah, accusando dei risolini. Non avrebbe mai potuto avercela con Fred.
«Sì, mi arrabbio. E poi dici di essere meglio della Parkinson» la provocò lui.
«Stai paragonando me a quell’oca?!» esclamò Sarah inorridita.
«Perché scusa? Anche tu sei un’oca» sorrise il ragazzo soddisfatto.
Lei gli si lanciò addosso e lo riempì di pizzicotti.
«Così impari, troglodita!»
«Non... Ahia! Non parlare così... Mi sembri Lee!» scherzò lui, alludendo al fatto che il suo amico usava sempre quel termine.
Sarah si arrabbiò di più, ma Fred riuscì a bloccarla imprigionando i polsi tra sue mani e avvicinandola paurosamente a lui.
«C-che fai?» farfugliò lei, imbarazzata.
«Non farti desiderare»
Il ragazzo avvicinò le proprie labbra alle sue e, proprio nel momento in cui si sfiorarono, una voce li ricondusse al presente.
«Guardate che cosa mi ha comprato Georgino!» esultò elettrizzata Pansy, ma s’interruppe non appena li vide e aggiunse «Ma che state facendo?»
Sarah e Fred si allontanarono l’uno dall’altra velocemente. George sospirò scuotendo la testa.
«Ehm, no niente… Fred aveva qualcosa sulla guancia» si giustificò la ragazza.
Pansy li guardò sospettosi per una manciata di secondi, ma poi cambiò subito espressione e disse:
«Guardate cosa mi ha regalato George per Natale!» e mostrò ai due ragazzi l’abito di prima.
Sarah inarcò le sopracciglia.
«Quello?»
«Sì, hai problemi?!» rispose acida lei.
Sarah guardò Fred, il quale di sottecchi guardò George. Quest’ultimo alzò le spalle e, catturato dalle braccia di Pansy, fu trascinato avanti.
«Ha veramente comprato quel coso a lei?» chiese Sarah incredula.
«SI!» rispose Fred molto più che irritato «E aveva promesso che i soldi degli scherzi non li avrebbe toccati! Ma ora mi sente! Andiamo, Sarah, vieni! Hai ragione. Cosa si è messo in testa quell'idiota di mio fratello?» detto questo la prese per mano e la trascinò dai due piccioncini, che si stringevano l’un con l’altro.
 
 
 
 
 
 
 
Appena i due gemelli entrarono nella rispettiva camera, Fred lasciò sistemare il fratello, dopodiché, incrociando le braccia, lo guardò rabbiosamente.
George alzò lo sguardo verso di lui.
«Che c’è?» chiese perplesso.
«Che c’è? Me lo chiedi pure!» esclamò l’altro.
George parve scocciato.
«Cosa vuoi, Fred? L’ennesima storia su Pansy? Se è così, risparmia il fiato»
«Che cosa avevamo detto, eh? Sui soldi degli scherzi?» domandò arrabbiato Fred, sedendosi sul letto.
Il gemello lo raggiunse e voltò la testa dall’altra parte.
«Non rispondi, ovvio. Che cazzo, parlavamo chiaro quando avevamo deciso di metterli da parte per l’apertura del negozio!» esclamò Fred.
«Ho speso solamente una piccola somma, niente di che» tentò di giustificarsi.
«Niente di che? Ti risulta che io abbia toccato un solo centesimo?» domandò sarcastico l'altro.
George si alzò dal letto.
«Non è questo il punto!» esclamò.
«Ah no? Sarebbe che la tua fidanzatina ha voluto un vestitino nuovo? E tu, naturalmente, approfitti per compraglielo utilizzando i nostri soldi!» sbottò l’altro livido.
«Fammi spiegare...»
«Dovrei stare a sentire cosa ha fatto Pansyuccia non appena ha visto l’abito? Ti ha proposto una notte in un albergo super lussuoso con champagne e camera gratis? Perché altrimenti non c’è scusa migliore, George!» Fred si mise in piedi e lo fronteggiò.
George cominciò ad irritarsi.
«Smettila di dire questo. Pansy non c’entra un cazzo!»
Fred rise di cattivo gusto.
«Ma sentiti... Pansy non c’entra? Allora scommetto che sono state le sue tette a chiedertelo!»
«Sta’ zitto!» urlò George, infuriato, mentre l’altro rimase sorpreso per come lo aveva apostrofato «Quando ami una persona sacrifichi tutto, persino i soldi!»
Fred lo guardò dritto negli occhi.
«Non suo fratello» affermò duro.
«A volte serve. Credevo lo capissi. Sei innamorato di Sarah anche tu»
«Io non sono innamorato!» mentì Fred con poca bravura.
Solo perché andavano a letto insieme non significava che era così preso da lei...
«Sì che lo sei, non mentirmi!» esclamò George, contraddicendo i suoi pensieri. E poi aggiunse con un sospiro
«Non avrei toccato per niente al mondo i nostri soldi, non avrei mai tradito il nostro patto. Ma vedere Pansy felice era ciò che volevo in quel momento. Non me ne fregava un cazzo se ti avrei fatto infuriare. Volevo solo vederla sorridere»
«Grazie per la considerazione, allora» ringhiò l’altro.
«Dì la verità» George lo guardò in faccia quasi fosse capace di leggerlo nel pensiero più di quanto già non lo facesse «Cosa avresti fatto tu al mio posto? Se la cosa che più volevi era veder felice la tua ragazza? Cosa avresti fatto, Fred?»
Il ragazzo esitò prima di rispondere.
Lui e Sarah non stavano propriamente insieme, erano solo degli amici che facevano sesso di nascosto perché lei un po’ piaceva a Ron e Fred non voleva che lo venisse a scoprire per paura di ferirlo.
Però non poteva negarlo. Provava dei sentimenti forti per lei, anche se la loro storia non era definita.
Suo fratello aveva ragione. Probabilmente lui avrebbe fatto esattamente la stessa cosa.  
Si limitò ad annuire piano e George sospirò.
«Io sto con Pansy, adesso. La amo. Accettalo, e non tentare di farmi cambiare idea perché non lo farò. Nemmeno io cercherò di farti cambiare idea sul fatto che stai facendo tutto all’insaputa di Ron. Sono il tuo gemello, ma non ne ho il diritto. Non ho il diritto di importi chi amare e nemmeno tu»
Detto questo aprì la porta della camera e uscì senza salutarlo. 
Fred, invece, rimase a pensare a cosa a volte quel sentimento chiamato “amore” portava a compiere. Suo fratello lo sapeva bene e forse... forse anche lui. Ma si chiedeva il motivo.
Il motivo di George era Pansy Parkinson. E quello di Fred era Sarah Gilmore.
 
 
 
 
 
 
 
«Ciao, Sary! »
Quest’ultima venne accolta da Jennifer Summers, una sua amica Grifondoro di un anno più grande di lei, con un vassoio di biscottini.
«Ciao, Jen. Hai da fare?» domandò la mora alla bionda che impegnata a masticare si limitò a fare “no” con la testa.
«Quello che sto per raccontarti sarà da shock!» proclamò sedendosi.
Jennifer scattò sull’attenti, visto che adorava il gossip.
«Ah sì?»
«Incominciamo» Sarah prese una grande boccata d’aria e disse:
«George Weasley sta con la Parkinson. Non so come, non so quando e non so perché»
Jenny parve tranquilla e continuò a mangiare.
«Lo sapevo» affermò dopo.
«Eh?» chiese incredula Sarah.
«Non si preoccupano neanche di far le cose di nascosto» alzò le spalle la ragazza.
«Vero. E poi non capisco se tutto questo amore è nato da un incontro in un locale di spogliarelliste o ad una punizione della McGranitt!» sbottò Sarah.
«Direi la seconda. A quanto dicono è là che si sono conosciuti dopo lo scherzo finito a male di Lee» spiegò Jenny, passando il vassoio alla ragazza
«Quello che più non sopporto» disse Sarah prima d’ingoiare un pezzo di biscotto «è che non mi leverò dalle palle quel manichino per un bel po’!»
«Comunque usa una tinta. Me l’ha detto Lisa» rivelò Jenny.
«La sorella di Zabini?» alzò un sopracciglio l’altra.
«Sono gemelli. A proposito, come va tra te e il tuo gemello preferito Freddie?» chiese curiosa Jennifer. La bionda si interessava molto della vita sentimentale della amica, detto da lei, i suoi erano degli amori da soap opera.
L’anno precedente Sarah si era follemente invaghita di Cedric Diggory, così tanto da aver perso la verginità con lui. Naturalmente quella storia non era andata bene perché dopo un po’ di tempo Diggory si era fatto vedere in giro con Cho Chang.
All’inizio dell’anno scolastico corrente, Sarah aveva deciso di provare a frequentare  Ron Weasley che le faceva la corte dal primo anno di Hogwarts. Purtroppo però la ragazza non ricambiava appieno il suo interesse, che era terminato definitivamente da quando ad una festa di un Corvonero si era ubriacata insieme a Fred Weasley, il suo migliore amico, e i due erano andati a letto insieme.
All’inizio avevano discusso un po’, ma poi non erano riusciti più a starsi lontano continuando con quella strana storia.
Nonostante Sarah avesse lasciato Ron, nessuno a parte Jennifer e George lo sapeva perché Fred aveva tanto insistito a far finta di niente per non deludere il suo fratellino.
La bionda si chiedeva come continuavano ad andare avanti in quel modo visto com’erano palesi i loro sentimenti, soprattutto quelli di Fred che non lo aveva mai visto così preso da niente e nessuno, tranne che i suoi scherzi e il suo gemello.
Si chiedeva anche quando il rosso avrebbe deciso a smascherare tutto, prima che l’attenzione di Sarah venisse catturata da qualcun altro.
«Tutto bene, credo» rispose questa, e poi controllandosi in giro aggiunse «Per favore, non alzare la voce. Già Zabini dice di avere sospetti! Ci manca solo che lo dica a tutti i Serpeverde»
«Ma chi Lisa?» domandò Jennifer in tono scettico.
«No, Blaise»
«Ah»
In quello stesso momento sentirono qualcosa picchiettare nel vetro della finestra. Le due ragazze alzarono gli occhi e videro una piccola civetta nera che tentava di entrare con un bigliettino legato al dito.
Sarah la fece entrare e aprì il foglio arrotolato.
Gilmore, Lisa Zabini mi ha detto di dire a te e alla Summers che domani sera nella vostra sala comune ci sarà la festa come accordato
Pansy ”
«Festa?» domandò Sarah a Jennifer senza sapere di quello che stava parlando.
«Oh sì. Me ne ero completamente dimenticata!» la bionda si diede un colpetto in testa «Io e Lisa abbiamo organizzato un piccolo party. Naturalmente sono invitati anche i Serpeverde»
«I Serpeverde?»
Sarah la guardò scettica sia per quanto riguardava il fatto che aveva organizzato una festa proprio nella loro sala comune, sia per quanto riguardava il fatto che sarebbero venuti anche quelli.
«Sì. Beh, lo so, magari daranno qualche fastidio, ma essendo che Lisa è di Serpeverde ha voluto invitare alcuni amici. Non credo ci sia nulla di male» rispose Jennifer, tranquillamente.
A volte dimenticava il fatto che quella ragazza aveva molte conoscenze in quanto discendeva da una famiglia purosangue dove tutti i membri erano finiti in Serperverde, mentre lei era l’unica ad essere una Grifondoro.
Forse lo aveva chiesto al Cappello giusto per indispettirli.
Sarah fissò il foglio e poi scrisse velocemente.
“ Vabbè Parkinson. Dì a Lisa che è tutto okay”
«Chiedile se lei viene» disse Jenny, bevendo un sorso di idromele.
“ Tu vieni?” aggiunse, poi arrotolò il foglio e lo legò alla zampa della civetta.
“Credo di no. George insiste, ma io mi stufo. Voi Grifondoro siete una tale noia…” fu la risposta che arrivò dopo.
«Noiosi noi!? Ma guarda tu questa, oh!» esclamò indignata Jennifer.
«Te l’ ho detto che è un manichino petulante!» sbottò Sarah irritata nello stesso modo.
Era troppo orgogliosa per dargliela vinta.
“ Allora stai dove sei che è meglio e fai un favore a noi Grifondoro!”
“Su non ti scaldare. Non ho detto niente”
“Adesso fai la finta tonta! Parkinson, sei tu una noia!”
“ Gilmore, non ti agitare! E comunque, mi chiedevo...  Ma tu e il fratello di George avete sempre un rapporto così... intimo?”
Sarah si morse il labbro e poi scrisse.
“Ma chi, io e Ron?”
“No, tu e Friden!”
Jennifer, che aveva letto tutto, si agitò.
«Sary, quella testina sospetta qualcosa! Smentisci!» le ordinò.
“ Io e FRED siamo amici stretti. E poi, che t’interessa?”
“Niente, così. Vi vedo sempre insieme. E l’altra volta vi ho visti vicinissimi”
«Quando vi avrà visti?» domandò l’amica, pensierosa.
«Ieri ad Hogsmeade» ammise Sarah con un sospiro.
«Beh, se non volete che lo sappia Ron, almeno evitate le smancerie in pubblico!» la rimproverò Jenny.
«Beh, per quel che importa a Ron! Non manca mai a far il cascamorto con le ragazze» alzò le spalle la mora, facendo consegnare il bigliettino.
“ Ma te l’ ho detto! Aveva qualcosa sulla guancia e io gliel’ ho tolta!”
“Boh, se lo dici tu. Anche se Zabini racconta in giro di avervi visto in una posizione un tantino hot...”
“Quale Zabini?”
“Il maschio”
«E’ vero ciò che dice sta scimmia, Sary?» chiese Jennifer incuriosita e nello stesso apprensiva.
Questa scrollò le spalle sospirando forte.
«Blaise Zabini dice di aver visto Fred che mi bloccava contro il muro con la mia gamba accavallata su di lui!» spiegò in dettagli
«Ed è mai successa una cosa del genere?»
«Sì, però non capisco come abbia fatto a vederci. Insomma, eravamo vicino il ritratto di Grifondoro o pochi metri più in là» disse Sarah, pensierosa.
«Ah no, imprudenza no! Cara mia, già tu vivi una situazione particolare poi se lo vengono a scoprire gli altri sei nei guai seri!» la rimproverò l’amica più grande.
«Jenny, lo so. Ma che ci posso fare? Io e Fred facciamo tutto alle spalle di Ron, lo sai che sarebbe difficile per lui dirglielo... E poi non abbiamo nemmeno una vera e propria storia» lo disse con uno sbuffo.
Per lei era difficile continuare ad andare avanti in quel modo. Per Fred provava dei sentimenti e la infastidiva non potersi vivere tutto quello alla luce del sole, ma capiva anche il suo punto di vista.
«Allora vi controllate oppure glielo dite e vi togliete il pensiero! Tanto a quello secondo me piace Hermione» la sua amica la guardava con gli occhi verdi che sembravano dirle “è ovvio”.
E se poi si fossero lasciati dopo che gli avrebbero detto la verità?
«Ti giuro che non c’era nessuno! Non so da dove sia spuntato ‘sto scemo di Zabini!» si difese Sarah.
Jennifer alzò le spalle.
«L’imprudenza è la virtù degli sciocchi. E voi non siete sciocchi, magari siete solo due emeriti idioti»
«Ehi!» l’ammonì Sarah.
«D’accordo. Rimandiamo a dopo i rimproveri. Adesso rispondi a questa scema»
“ Zabini dice cazzate”
“ Eppure sembra davvero convinto!”
“ Pansy, se soffri di disturbi mentali anche tu non è colpa mia!”
“ Tu invece soffri di parannesia al cervello!”
«Parache?» chiese Jennifer, confusa.
“Cosa soffro io? Ma fammi il favore! Adesso ti saluto, Parkinson, ci vediamo, ma anche no, alla festa. Ciao”
“Ciao, Gilmore. Attenta a non cadere dalle scale!”
“Muori di fusione cerebrale”
“E tu di collasso acustico”
“Sarebbe?”
“Non te lo dico. Ciao”
“Ciao sciocca!”
“Ciao pallosa”
“Manichino! E da adesso in poi non rispondere più!”
«Mamma che stress la Parkinson! E’ meglio un bungee jumping spaccandosi la testa in due che avere a che fare con lei!» esclamò Sarah, lasciandosi cadere sul letto dell’amica.







   
 
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