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Autore: Caramell_    31/03/2017    6 recensioni
Librerie. Dio. Dean detesta le librerie. E Sam. Niente d’interessante, solo pagine e pagine e pagine stampate. E muffa. E legno. E zitelle acide dietro al bancone. E librai ingobbiti. E occhialoni da nerd.
Quindi si, Dean detesta le librerie. Tutte.
Più o meno.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio
Hans Christian Andersen
 
 
 
 
 




 
Capitolo VI

 
 
 
 
 
 






1)
Castiel impara a piangere così bene che non riesce a fare altro. E Gabriel veglia sulle tempeste che sono i suoi sogni. Sulle lacrime che nemmeno prova a trattenere.
- Fratello – prega – un’ultima possibilità
E Michael arriccia le labbra. Sospira – No, Gabriel – e le sue ali sfarfallano, fendono il buio con la luce delle stelle. Ma Gabriel non conosce la fatica.
Ha l’eternità per pregarlo.
 
 
 
 


2)
Sam lo prende a schiaffi. Una, due, quattro volte. Dopo, la faccia di Dean sembra un pallone. Gli fanno male le guance. E le pupille degli occhi.
Porco cazzo. Sam ha delle mani che sembrano palette. Pesano come mattoni. Dean lo guarda malissimo, a bocca schiusa. Schiocca i denti, oltraggiato – Che cosa cazz-
Sam ha le orecchie rosse, il collo sporgente di rabbia – Sei un imbecille – dice – Il più grande imbecille sulla faccia della terra – Dean comincia a pensare che non avrebbe dovuto dirglielo. Di Cas.
- Un angelo – gli sibila ad un palmo dal naso – un angelo vero. E ha scelto te. Dovresti sentirti, che ne so, lusingato. Come minimo. Io lo sarei. Mi sentirei l’uomo più fortunato del mondo. E invece tu che fai? Che fai?
- Sam, ascolta-
- Te la svigni. Come un codardo. Come se Castiel non fosse la cosa migliore che ti sia mai capitata. Dio mio – sibila – se solo potessi, t’ammazzerei
Dean non l’ha mai visto così arrabbiato. E non lo biasima. Non può. Ma poi rivede gli occhi di Cas. E il suo collo. La curva dolce dei suoi fianchi. Si copre la fronte con le mani.
Beve.
 
 
 


 
3)
Dean ha questo pensiero, in mente. Proprio lì. Da quando, beh. Da Castiel. È come un tarlo. E non lo lascia dormire.
Dice – Mi sento come se non lo meritassi – e Sam solleva un sopracciglio. Squittisce.
- Vuoi che ti prenda di nuovo a sberle?
Dean ridacchia – Credo di averne avute abbastanza – ha le dita macchiate di olio. Ricorda che Cas gliele ha baciate. Una ad una. E con la lingua ha tracciato sentieri invisibili sulle sue braccia. Sulla sua schiena. E tra le sue cosce. E Dean si è ricomposto.
- Ma è vero, Sammy – sussurra – E avevi ragione – e poi lo vede spalancare gli occhi così. Comicamente. Le sopracciglia aggrottate e, d’improvviso, timidissimo.
- Oh, per quello io-
Ma Dean non gli dà il tempo di finire. Solleva una mano – è tutto ok – mormora – come ho detto, avevi ragione. Sono un codardo. È che – sbuffa – l’hai visto, no? Cas è, dio, non riesco nemmeno a- e le sue mani si agitano, svolazzano da una parte all’altra – è meraviglioso, è- tutto quello che si può desiderare. E io l’adoro. Sul serio – piega le labbra. Aggrotta la fronte – e non me lo merito. Non merito niente di quello che ha fatto per me. È la verità
E ci sono già passati, da lì. Sam se lo ricorda. E non è giusto. Ovvio che no.
- Dean – sussurra – ti prego
Ma Dean ha questo pensiero, in mente. Castiel. Cas. E tutta la bellezza che s’è lasciato dietro. Si chiede, adesso, se d’amore si possa morire.
 
 
 
 


4)
Castiel ricorda le stelle. Il modo in cui brillavano. Feroci. La luce divina che proiettavano sulle ali di Gabriel. E di Michael. E di tutti i loro fratelli.
Dean è dietro di lui. Gli sorride sulla pelle. E lo chiama angelo. Anche se è solo Castiel, anche se non è niente di speciale. Poi lo bacia. A lungo e con tanta lingua. Con lui, Castiel impara il valore del tempo. S’imprime, a fuoco e nella mente, la forma spigolosa del suo corpo. Il calore umido della sua pelle.
Non gli manca il Paradiso quando è con Dean.
 
 
 


 
5)
Gabriel si sporge in avanti. Li vede, laggiù. Si tengono per mano. E si baciano. Un sacco.
Non è rimasto più niente da dire. Castiel ha due occhi enormi. Di un blu che fa invidia ai colori del cielo.
Ecco. Sono belle, le persone che si baciano. Uno, due.
Michael è vicino a lui. Passano due vite, insieme, a guardare. E dieci. Cento. Centomila. Gabriel conosce abbastanza, degli uomini, perché possano piacergli. Ha deciso da tempo qual è il suo posto. Ma le sue ali, adesso, hanno i colori tenui delle onde. La morbidezza delle nuvole.
- Fratello – sussurra.
E smette di pregare.
 






 

  
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