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Autore: Petricor75    31/03/2017    0 recensioni
Questa fanfiction è una serie di oneshot, non seguono uno stile rigido e si muove tra missing moments, intermezzi tra episodi, scene particolari viste negli episodi, Xena e Gabs POV, sono narrati in diverse forme, l'intento è esplorare a modo mio i pensieri, le emozioni e l'evoluzione sia dei due personaggi che della loro storia d'amore. Ringrazio le mie beta, AwkwardArtist e GirlWithChakram. Sono graditi i feedbaks, di qualsiasi tipo, grazie. Disclaimer: ma ce n'è ancora bisogno?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO DUE - CHARIOTS OF WAR/DREAMWORKER

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CHARIOTS OF WAR

"Ho lasciato la mia amica indietro, ha bisogno di me.", mi giustifico con l'uomo che sotto mie istruzioni ha medicato la mia ferita e ha vegliato su di me mentre ero incosciente. "La tua amica può badare a sé stessa per qualche giorno...", no che non può! Come glie lo spiego? Sono settimane che la faccio girare a vuoto per tenerla fuori dai guai, sperando che capisca che la vita sulla strada non è letteralmente una passeggiata, (anche quando non si fa altro che camminare), e che si annoi a tal punto da volersene tornare a casa. Ma non c'è vescica ai piedi che la faccia desistere!

Dice che vuole seguirmi, imparare a combattere, narrare le mie gesta eroiche e io cerco di dimostrarle che non c'è proprio nulla da raccontare, se non le cose orribili che ho fatto in passato, e che non ho nulla da insegnare a nessuno. Allora se ne esce con una favoletta sulle querce, sulle radici, sull'anima, sull'amore... L'amore non fa per me. Non ci sono proprio tagliata, come lei dice di non essere tagliata per il suo piccolo villaggio, punto. È così ingenua, così innocente e indifesa... avrei dovuto già essere di ritorno, penserà che l'ho abbandonata di nuovo... che mi sono davvero dimenticata di lei.

Eppure non sono neanche in grado di salire su Argo. Sono bloccata qui, con un vedovo che mi vuole da rimpiazzo per la moglie morta, pace all'anima sua, a raccontare "le mie gesta", propriamente censurate, a tre marmocchi orfani di madre. Con un abito da donna blu indosso, della defunta... faccio per dire…

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Dopo aver vagato per ore, finalmente la vedo arrivare bella tranquilla sul suo cavallo, come se nulla fosse! "Ma dov'eri finita? Ti ho cercata dappertutto!", le domando cercando di mantenere la calma. "Non potevi farmi avvertire? Mi sono preoccupata a morte!", adesso mi sta davvero facendo perdere le staffe! Hey un momento! Se ne è appena uscita con delle scuse? Questa è davvero nuova!

"C'è una fattoria poco lontano sulla strada, gente per bene, voglio che mi aspetti lì.", taglio corto sapendo già che si opporrà. "Dove vai? No, no, no, non ti aspetterò da qualche parte mentre tu ti godi tutto il divertimento!", fine della storia. Mi volta le spalle prima che possa oppormi, "Andiamo, forza, vuoi startene impalata lì tutto il giorno?".

La solitudine ha acuito i miei sensi, posso stare attenta ai suoni che ci circondano, per captare un'eventuale minaccia e contemporaneamente sentirla raccontare del bellimbusto che ha catturato la sua attenzione, (mentre si preoccupava per me), chiedersi se è meglio legarsi a lui e fare dei bambini... e posso anche fingere di non averla sentita dire che teme di finire come una di quelle donne sole e patetiche come... voleva dire come me? Lasciamo stare.

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"'Se muoio, giuro che non ti parlerò mai più!'?", scimmiotto divertita con un'espressione di falsa superiorità, mentre la osservo accendere il fuoco al centro della radura dove ci fermeremo per la notte. "Me la stavo facendo sotto, va bene? Non so da dove mi sia uscita!", si giustifica, ancora infastidita per averle nascosto che ero stata colpita da una freccia. Tuttavia, da allora non si è fermata un solo istante. Mi obbliga a rimanere seduta sulle mie pelli, assicurandomi che penserà a cambiarmi le bende e lavare la parte per scongiurare infezioni, il pentolino dell'acqua è già a scaldare. "Non è il momento di fare la dura! Lascia che sia io a prendermi cura di te, per una volta.", mi prega col suo sorriso disarmante. "Tanto lo so che sotto sotto sei tenera, ti ho vista oggi, con quella bambina in braccio!", si riprende subito dopo. Mi taglia un pezzo di formaggio e spezza del pane per me, mangiamo in silenzio, mentre aspettiamo che l'acqua per i medicamenti si raffreddi. Ho l'impressione che stia rimuginando su qualcosa.

"La prossima volta che mi becco una freccia mi assicurerò che tu sia nelle vicinanze per insegnarti come trattare la ferita, va bene?", mi risponde stringendo i denti, quando, pulendole la zona offesa le faccio notare che devo imparare, giusto in caso di emergenza, ecco. "No, Xena… dico sul serio… se fossi stata con te e il colpo ti avesse fatto perdere i sensi, non avrei saputo cosa fare.", insisto seria. Caccia fuori un sospiro pesante, alza gli occhi al cielo e pazientemente mi spiega tutto quello che dovrei sapere.

"Sai, Xena… non dicevo sul serio quando parlavo di finire come…", "Dicevi sul serio, quando mi hai detto che non ti manca così tanto la tua famiglia, quando sei con me?", la interrompo prontamente con tono paziente, per tranquillizzarla, mentre con mani ferme si appresta ad applicare la benda pulita sul mio fianco malandato. "Sì.", mi risponde subito con un sorriso timido. "Allora non parlavi di me, io non sono sola… giusto?"

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DREAMWORKER

"Non è un giocattolo.", le faccio notare dopo averla sorpresa ad usare impropriamente la mia spada. Francamente, mi stupisco che sia riuscita anche solo a sollevarla per più di qualche istante. "Ho detto che avrei procurato della legna, non ho specificato come.", tenta di difendersi, mentre io lotto con me stessa per mantenere un'espressione severa. "Fortuna tua che l'albero non era armato, avresti potuto farti male.", insisto. "Forse no, se qualcuno mi avesse insegnato ad usarla.", devo ammetterlo, la lingua la sa usare benissimo! "No.", le rispondo secca, poi sono costretta a voltarle le spalle, per non scoppiare a ridere di fronte alla sua espressione frustrata.

Lei non capisce che sto tentando di proteggerla da ciò che seguirebbe se, usando un'arma, fosse costretta a ferire o uccidere qualcuno. Non coglie la differenza tra difendersi e offendere. Ci sono già io con in mano una spada, ci sono io che ho già preso troppe vite, non basto? 

"Bene... regole per sopravvivere: Uno, se puoi scappare, scappa. Due, se non puoi scappare, arrenditi e poi scappa. Tre, se sono in tanti, lascia che si scannino tra loro, mentre tu scappi...", cerco solo di farle capire che ognuno ha le sue abilità ed è su quelle che deve puntare. Finalmente mi sorride, spero che abbia davvero compreso le mie parole.

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Mi ero davvero allontanata per comprare del cibo, lo giuro, ma poi ho notato i lavori di quell'artigiano, e non ho resistito! E quel pugnale era così carino! Non potevo lasciarmelo sfuggire! Dopotutto... che male può fare un oggettino tanto minuscolo? Non si nota nemmeno...", però dopo neanche due occhiate la vedo che continua a guardarmi, leggermente a disagio. Non riesce a staccarmi gli occhi dal... balcone, mentre mi dice che sembro più... grande... oh, Dei, che figura patetica! Così mi ha scoperto e confiscato quel meraviglioso pezzo di artigianato! 

"Hah... Come se i tuoi seni non fossero già abbastanza pericolosi!", butto lì nel tentativo di farla ridere, ma niente... severa come il Tartaro!

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"Per gli Dei, se sei forte!", esala l'uomo che tengo inchiodato ad una parete del suo negozio, minacciandolo furiosa, di dirmi che ne è di Gabrielle. Ho tentato di allontanarla dal parapiglia, ma dopo aver atterrato i nostri aggressori mi sono voltata e lei non c'era più! Solo allora ho collegato lo strano comportamento da parte della gente del villaggio al nostro arrivo.

L'uomo mi racconta della setta che una volta ogni solstizio scende dalle montagne e si prende una ragazza del paese, che sparisce per sempre. Il terrore mi assale per un attimo, mentre penso alla mia prossima mossa, poi mi ricordo del vecchio cieco cui ho comprato la testiera per il suo cavallo. Dopo aver udito ciò che il vecchio mi ha raccontato, sono seriamente spaventata, ma ho imparato a gestire le mie emozioni, per sopravvivere, e non posso far altro che reprimerle al momento, per il bene di Gabrielle. 

"A meno che tu non sia la prescelta... In un sogno rivelatore, ho sognato una guerriera capace di attraversare la barriera del sogno e sconfiggere Morfeo! Una donna dal passato oscuro... forte e coraggiosa...", al suono di queste parole una strana calma si impossessa di me. Adesso sono certa di poter raggiungere Gabrielle. "Sono io la prescelta."

La mia anima è pronta a lasciare il mio corpo, per cercare l'anima di Gabrielle, nella dimensione del sogno, e guidarla attraverso le prove che sarà a costretta ad affrontare. Il vecchio mi ha avvertita dei trucchi che Morpheus potrebbe giocarmi nel suo terreno familiare, dei rischi che corro se non farò abbastanza in fretta. Sono pronta.

Che gli Dei siano con me.

Il mio vecchio esercito mi perseguita, ma io me lo sono lasciato alle spalle...

Le mie vittime mi perseguitano, ma io non sono più quella Xena...

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Non so ancora come ho fatto a ritrovarmi in questo terribile guaio! Xena, dove sei? Qui dicono che devo vincere una sfida e che sono promessa a Morpheus... sto cercando di convincerli con le parole, come mi hai detto tu, ma le mille scuse che ho accampato proprio non hanno funzionato!

Così mi mettono in mano una spada e si aspettano che io la usi! Hanno detto che se vinco mi lasciano andare, ma ho come la sensazione che ci sia dietro una fregatura colossale! Ma sto seguendo i tuoi consigli, Xena... "Se sono in tanti, lascia che si scannino tra loro...", non ho intenzione di usare la spada... che poi tanto, si è spezzata al primo colpo... hah... che fregatura eh?

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"Dimmi qualcosa di te che non so.", mi ordina stizzita per la seconda volta... ok non sei un sogno, sei davvero Xena! Va bene... fammi pensare...

"Nessuno tranne mia madre sa questa cosa... Quando sono nata avevo sei dita al piede destro...", il mio sguardo si abbassa istintivamente verso il basso... "Non guardare! Non c'è più!", mi ammonisce coprendosi. "Devi essere tu!", convengo nascondendo a fatica un'espressione bizzarra, al pensiero del dito perduto.

Tento di spiegarle gli obiettivi di Morpheus, mentre lei ammira la mia vestaglia, ma ti pare il momento Gabrielle? 

"Non uccidere! Cerca di restare viva finché non troverò il modo di farti uscire da qui, usa quello che sai." Questo è tutto ciò che posso dirti per aiutarti. Un attimo dopo, sparisci di fronte a me. "Parla! Ecco in cosa sei brava... usa la testa, Gabrielle!", grido, nella speranza che possa ancora sentirmi.

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La mia prima vittima mi perseguita, mi ricorda che se non vengo presto a capo di questo dilemma, Gabrielle diventerà proprio come me.

Mi ricorda che il mio corpo fisico là fuori sta morendo, e allora non potrò più fare niente per salvarla dalla sua Colpa.

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Xena... le cose si complicano qui! Dopo essere riuscita a liberarmi di tre avversari, facendo si che si eliminassero a vicenda, adesso impugno di nuovo una spada! La morsa acuminata mi spinge verso il mio solo avversario, non ho vie di uscita! O lui usa la sua su di me o io la mia su di lui! Dove sei?

La vecchia me mi perseguita, quella oscura, quella che ero e non sono più, come la controllo, se non sono più quella vecchia me?

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"Ma se aspetti abbastanza a lungo la superficie del lago tornerà ad essere calma.", mi risponde, quasi a volermi 'consolare', mentre, sedute vicine in riva al lago, parliamo di quanto lei sia rimasta impressionata dall'idea che avrebbe davvero potuto uccidere, per sua volontà. "Ma la pietra sta ancora lì sotto... ormai è parte del lago.", le spiego, in fondo, è così che sono riuscita a sconfiggere la vecchia me, la me oscura che ha provato ad ostacolarmi nel tentativo di salvare l'anima e la vita di questa innocente fanciulla. È così che ho distrutto la barriera del sogno ed ho raggiunto Gabrielle, per usare la spada al posto suo. "Può sembrare come prima, ma è cambiato per sempre.", aggiungo ponderando la superficie, che è tornata calma. Sento il suo sguardo su di me, sento il suo sorriso dolce che mi riscalda. 

"Forza... andiamo!", è così che mi risvegli dal momento di ammirazione per te in cui mi stavo perdendo. "Niente male, per essere la tua prima perla di saggezza.", scherzo mentre ci allontaniamo dal lago. "Sai, Gabrielle... l'esperienza di oggi mi ha fatto capire una cosa importante...", mi dice tendendomi il braccio per concedermi un raro passaggio dietro di sé su Argo. La guardo incuriosita sporgendomi a fatica di lato. "È l'ora che tu impari a difenderti da sola, è l'ora che ti insegni un paio di cose.", mi informa.

Vedo un sorriso grato allargarsi sul suo viso, "Solo a difenderti!", ribadisco spronando Argo. Le sue braccia mi si allacciano in vita, abbasso lo sguardo per contemplare le nocche arrossate della sua mano, "Per stasera pensiamo a fare qualcosa per questa mano.", la consolo coprendogliela con la mia. "Gli ho tirato proprio un bel pugno, vero?", gongola. "Davvero un bel destro, ragazzina!", e sento il suo capo riposare sulla mia schiena.

   
 
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