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Autore: Ori_Hime    01/04/2017    1 recensioni
[YOUR NAME ][YOUR NAME ]Storia ambientata alla fine del film “Your name” (Kimi no na wa) di Makoto Shinkai, quando Mitsuha e Taki si incontrano sulla scalinata e si chiedono: “Qual è il tuo nome?”
Mi sono presa la libertà di aggiungere particolari sui personaggi e sui luoghi che non vengono descritti, per il resto dovrebbe essere abbastanza fedele al romanzo del regista.
Vi lascio una citazione per incuriosirvi!
“-I tuoi disegni di Itomori, il mio cordino per i capelli... Non possono essere coincidenze, giusto?- spiego accennando a due delle tante cose che ci accomunano. (...)
Sembra che tutta la nostra vita sia stata una preparazione a questo incontro. Il modo in cui pensiamo diversamente, ma allo stesso tempo ci comprendiamo: siamo come due facce della stessa medaglia. Come due fili intrecciati dello stesso nastro.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mitsuha Miyamizu, Taki Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il filo rosso del Destino

 

Capitolo 2 –  Due abiti da sposa e un appuntamento

Aprile 2019

 

Mitsuha

Forse sfidare il destino non è stata una buona idea. Sono passati giorni, settimane e ancora io e Taki non ci siamo ritrovati. Avrei dovuto chiedergli il numero di telefono o dove abitasse, avrei dovuto fermarmi di più a parlare con lui, non avrei dovuto avere questa idea romantica del destino: nella vita reale non ci si incontra una seconda volta per caso.

Mi sono lasciata scappare l'unico ragazzo in vita mia che mi interessa, l'unico che mi capisce davvero, tutto quello che ho sempre cercato.

C'erano giorni in cui mi sentivo ottimista e allora prendevo il treno da cui l'avevo visto, sperando di rincontrare il suo sguardo, scendevo alla fermata dove ci eravamo trovati e percorrevo la stessa strada fino alla caffetteria. Se avevo tempo mi fermavo a gustarmi una delle tante ghiottonerie, altrimenti ammiravo i fiori di ciliegio lungo le strade. Quando era chiaro che non l'avrei incontrato tornavo a casa, pensando che probabilmente non era un luogo che frequentava spesso o che forse non era l'orario giusto per vederlo.

Ogni giorno spero di vederlo nei ragazzi che incontro: i capelli folti, gli occhi chiari, il mio cordoncino in kumihimo al polso, il sorriso dolce e innocente. Una volta, ferma ad un semaforo, ho creduto di averlo visto dall'altra parte della strada, ma quando era scattato il verde la sua immagine era svanita tra la folla.

 

 

Taki

I fiori di ciliegio cominciavano a sfiorire, vorrei essere felice perché la fioritura di quest'anno è stata davvero meravigliosa, ma mi sembra di essere tornato alla stagione invernale: freddo, apatico, distante.

Al lavoro mi distraevo e l'impulso di disegnare paesaggi di Itomori era irrefrenabile. Certe volte tentavo di ricordare il suo volto, ritraendolo, ma non veniva mai come volevo. C'era sempre qualcosa che non andava: gli occhi troppo piccoli, le guance troppo incarne, i capelli troppo mossi. Temevo di dimenticare il suo volto, ma il suo nome era ben impresso nella memoria: Mitsuha.

C'erano giorni in cui cominciavo a perdere fiducia nelle sue parole, che eravamo legati dal destino, e nella convinzione che fosse la persona giusta per me, allora facevo un giro alla caffetteria, alla fermata del treno che avevo preso e lungo la scalinata dove l'avevo vista per ricordarmi ogni dettaglio di lei e rendermi conto che era reale, non il frutto di un sogno. Una volta una ragazza che le somigliava molto stava salendo quelle scale, ma quando l'avevo vista in volto mi ero accorto che non era lei. Si sarebbe ricordata di quel luogo? Ci sarebbe tornata?

 

 

Maggio 2019

 

Mitsuha

Cominciano a scaldarsi le giornate, il sole si fa sentire sempre di più, tanto che l'estate sembra voler arrivare in anticipo e bussi forte, impaziente. Vorrei che il tempo scorresse più lentamente, che le coppie che girano mano nella mano non siano così tante, che non debba andare io a ritirare il vestito da sposa di Saya-chin. Purtroppo è un dovere della damigella d'onore e abito a Tokyo e lei dovrebbe venire apposta abitando fuori città, mentre io posso passare tutti i giorni e portarglielo nel week-end, quando torno a casa a trovare la mia famiglia e i miei amici.

Mi consegnano il vestito dentro un grande involucro trasparente che si chiude con una zip, per fortuna non ha scelto un vestito voluminoso, altrimenti sarebbe davvero stato un problema portarselo appresso a piedi. Controllo dal telefono la fermata della metro più vicina per tornare a casa e scopro che è quella dove avevo visto Taki. La strada è quella fatta con lui a ritroso e passo davanti alla caffetteria dove eravamo stati assieme. Sbircio dentro e... lo vedo. È lui!

Non ci posso credere fino a quando mi accorgo che è in compagnia: una bellissima ragazza dai capelli castani boccolosi è al tavolo con lui. Mi sembra di averla già vista da qualche parte: che sia una reginetta di bellezza o una modella?! Sembrano in intimità, parlano allegramente, sorridendosi, sono proprio una bella coppia e io mi sento ancor più sola, con un vestito da sposa non mio, pensando che non ne avrei mai indossato uno. Me ne vado accelerando il passo, prima che possa accorgersi di me, cercando di non lasciarmi sfuggire qualche lacrima.

 

Taki

Okudera mi ha chiesto di vederci da soli, il che non accadeva da un po' di mesi, per accompagnarla a provare il suo abito da sposa. Sono l'unico con cui era rimasta in contatto a Tokyo, oltre al suo fidanzato ovviamente, ma lui non può vederla vestita in bianco prima del giorno delle nozze. L'abito è ampio e seducente, con un solo spallino e una bella scollatura e a Tsukasa sarebbe senz'altro piaciuto. D'altronde la sempai sarebbe stata bene con qualsiasi cosa indosso, con quel corpo da modella che ha. Non mi sorprende che abbia deciso di lavorare per una catena di abbigliamento. Eppure vederla con quell'abito bianco mi fatto venire una profonda tristezza. Dovrei essere felice per lei e il mio migliore amico ma temo che quel giorno importante per me non possa mai arrivare.

A fine prova, Okudera fissa un altro appuntamento per poterlo ritirare con le dovute modifiche e poi mi chiede se ho ancora un po' di tempo libero per un caffè. Accetto volentieri ed entriamo nella caffetteria che mi ricorda ancora Mitsuha. Lei mi vede che divento pensieroso e mi chiede il motivo. Non ho mai parlato di Mitsuha prima d'ora, ma la nostalgia è troppo forte e so che la sempai sarebbe capace di insistere moltissimo, se non ottiene la risposta che vuole. Inizio perciò a raccontarle del nostro incontro, così trasportato dai sentimenti che improvvisamente mi sembra di vederla passare per strada mentre porta con sé un vestito da sposa.

Mi fermo di colpo. Okudera mi guarda strano, aspettando che continui. “Sto impazzendo forse”, penso, “ho visto così tanti vestiti da sposa che sicuramente quello che aveva in mano me lo sono sognato”. Le racconto quello che mi sembra di aver visto. -Sei sicuro Taki che il vestito sia suo? Da quanto mi racconti sembra che anche lei ci tenga a te... Allora corri, non lasciartela sfuggire ancora! Io ti aspetto qui!- mi risponde incoraggiandomi.

 

Mitsuha

Come ho potuto pensare che rimanesse libero per me, che mi aspettasse? Non ci siamo scambiati nessuna promessa, nessuna dichiarazione di amore. Eppure credevo che anche lui provasse quella stessa sensazione che ho provato io nel vederlo: altrimenti perché mi aveva cercata quel giorno? Ma lui ha un'altra e ormai quello provato più di un mese fa non vale già più nulla.

Sto scendendo quelle scale che ci avevano fatto incontrare e che da adesso in poi ci separeranno. “Non tornerò più in questo quartiere, contiene troppi brutti ricordi”, penso mentre non riesco più a trattenere le lacrime. Mi offuscano così tanto la vista che devo proprio passare una mano sugli occhi per vederci meglio e non inciampare sui gradini, ma nel farlo mi cade l'involucro con il vestito da sposa.

-È tuo?- è una voce maschile che mi fa sussultare. Possibile che sia...?

Mi volto di scatto e vedo la persona che meno mi aspetto ma che desideravo tanto rincontrare. È Taki. Il mio cuore inizia a impazzire alla sua vista e dopo essermi nuovamente asciugata gli occhi, tendo la mano per riprendere il vestito.

-Non è mio, ma grazie.- rispondo seccata. Il batticuore non diminuisce, ma la mia mente è tornata dalla realtà: cosa vuole da me, se ha un'altra?!

-E chi si sposa allora?- chiede sorridente. Com'è curioso questo ragazzo... Dico che è di un'amica e che ho fretta di consegnarglielo.

 

Taki

Ho tirato un sospiro di sollievo nell'udire quelle parole, eppure Mitsuha continua a fare la preziosa. L'afferro per un braccio appena lei si volta per ripartire, chiedendole quando posso rivederla. Lei si volta e piange. Mi chiedo come faccio ad averla ferita adesso, non prova più i miei stessi sentimenti? In fondo è passato un mese dal nostro primo incontro, sono stato uno stupido a pensare che volesse ancora vedermi e conoscermi. Sono un imbranato con le donne, chi mi vorrebbe mai come ragazzo?

-Tu... Tu... Hai la ragazza!- esplode Mitsuha nel suo fiume di lacrime. Io? Una ragazza? E chi? Il pensiero mi diverte, chi mai potrei volere come ragazza se non lei? Ma lei non lo sa e mi chiedo come possa aver pensato ad una cosa del genere, poi mi viene in mente che potrebbe avermi visto con la sempai Okudera. Me ne accerto chiedendole come fa a dirlo e lei, abbassa lo sguardo tirando su con il naso e poi mi guarda fisso negli occhi e racconta di avermi intravisto poco prima alla caffetteria...

Le dico che è solo un'amica, quella fidanzata che sta per sposarsi con il mio mio migliore amico, di cui le avevo già raccontato. Mi abbraccia improvvisamente continuando a piangere, ma in quel momento mi accorgo che sorride e sono lacrime di gioia. La stringo a me e mi rendo conto che sto piangendo anch'io senza volerlo. Ci siamo finalmente ritrovati e ci amiamo: non ci lasceremo più.

 

Mitsuha

Rimaniamo abbracciati per un po', in silenzio, assaporando il profumo della persona amata nel tepore delle braccia dell'altro che sono tutto ciò che abbiamo sempre cercato.

Quando ci separiamo, lui si scioglie il cordoncino che gli avevo regalato e che stava ancora al suo polso. Mi accarezza i capelli e poi mi fa una coda di cavallo legandomeli con il cordino. -Sei libera stasera?- mi chiede con uno sguardo che mi fa sciogliere. Temo di arrossire. Un appuntamento? Con lui?! Sì!!! e mi accorgo che il “sì” l'ho detto ad alta voce, come una ragazzina in preda all'eccitazione. Mi riabbraccia stringendomi e facendomi roteare, come se il mio sì fosse avvenuto dopo una dichiarazione ben più importante. Il vestito di Saya-chin è ormai in terra da un pezzo, spero possa perdonarmi, ma sicuramente non sarebbe arrivato a casa sua senza almeno una piega.

-Ci troviamo alle 20 qua allora! Ti piace il cibo italiano?- chiede con un velo di timidezza. Gli rispondo riavvolgendo le mie braccia intorno a lui, annuendo. In realtà non ho mai mangiato pizza o spaghetti, ma perché non provare? Inoltre con lui andrei ovunque, mi sento come protetta da una bolla di sapone in sua presenza. Mi stringe ancora prima di salutarci e i nostri occhi si salutano con lieve tristezza, ma anche con la certezza che presto ci rivedremo.

Mi incammino alla fermata e dopo un po' mi rigiro a guardarlo per assicurarmi che lui sia reale, non frutto della mia immaginazione. Lui sta salendo le scale e si volta anche lui, sorridendomi. Sento di arrossire perché è come se fossi stata scoperta a spiarlo, ma anche lui mi ha guardata perciò siamo alla pari!

 

Taki

Si è girata e mi sono sentito in paradiso, leggero come una nuvola e con questa sensazione torno da Okudera, impaziente di sapere com'è andata. Le racconto dell'equivoco, degli abbracci, delle lacrime e dei sorrisi. Poi mi ricordo che le ho chiesto un appuntamento e la sempai mi accompagna a casa a scegliere cosa mettermi. Sembra più eccitata di me, come se fosse il suo appuntamento e da questo capisco che è davvero molto felice per me.

Non vorrei sembrare troppo elegante, ma nemmeno troppo informale: lei mi suggerisce di cambiare giacca e indossarne una blu con una camicia bianca. Mi sembra un buon compromesso e dopo averle indossate approva e mi saluta, dicendo che Tsukasa l'aspetta. Mi do una rinfrescata sotto la doccia e mi rivesto, pronto per la cena.

 

Mitsuha

Rientrata nel mio appartamentino, appendo l'abito di Saya-chin, mi fiondo subito a lavarmi e poi alla ricerca di qualcosa che possa essere adatta per la sera e per il ristorante, non sapendo però che ambiente sarebbe stato. Sarà un posto elegante? Nel dubbio tiro fuori dall'armadio un vestitino rosa corto da abbinare ad un golfino bianco. Prendo una borsetta a tracolla e ci infilo il portafoglio e il cellulare per non dimenticarmene. Con i capelli decido di farmi uno chignon, stretto dal cordino rosso e infine mi trucco con un velo di ombretto chiaro e mascara, passandomi poi sulle labbra il mio rossetto rosso preferito.

Guardo l'ora: il tempo è volato e corro a prendere la metro. Appena arrivo lo vedo già in cima alle scale e quando mi vede mi sorride, con lo stesso entusiasmo del pomeriggio, come se il tempo non fosse passato. Mi saluta appeno lo raggiungo e ci avviamo al ristorante. Mi dice che il ristorante si chiama “Il giardino delle parole”: quel nome mi sembra familiare, come se conoscessi già quel posto. Posso quasi immaginarmelo, come se ci avessi lavorato: un elegante ristorante italiano. Forse semplicemente ho già sentito quel nome in qualche pubblicità o me ne ha già parlato qualcuno, ma avevo la sensazione di esserci già stata. Quando entriamo mi accorgo che è davvero come lo avevo immaginato: semplice ma di classe.

 

Taki

Le racconto che è qui che ho lavorato con la mia amica e che il cibo è veramente delizioso. Una cameriera ci porta i menù ed entrambi ordiniamo una pizza margherita. Vedo Mitsuha impaziente di assaggiarla, perché, mi rivela, non ne ha mai provata una e quando arriva è come una bambina alla vista di un nuovo giocattolo: in fibrillazione. La fissa e poi mi chiede come si mangia.

Rido e le indico le posate, mostrandole come tenerle come tagliare la pizza in tanti spicchi. Allora lei mi imita e quando taglia la prima fetta e la assaggia rimane un attimo in silenzio a gustarla, tanto che penso che forse non le piaccia. Appena deglutisce mi dice che è una delle cose più buone che abbia mai mangiato e allora sono contento di averla portata in questo posto.

Poi iniziamo a parlare di tutto: dei nostri amici e delle loro nozze e in particolare scopro che la sposa a cui doveva portare il vestito è la sua più cara amica e si chiama Sayara e lo sposo è un altro suo amico, Teshi, e che sperava dalle superiori che si mettessero assieme, trovandoli l'uno perfetto per l'altra.

I loro nomi mi sembra di averli già sentiti, come se li avessi conosciuti, e mi sembrano persone simpatiche, non mi dispiacerebbe conoscerli. Mi immagino lei con due treccine, con il viso da ragazzina e lui alto, con i capelli cortissimi, che litigano e si stuzzicano tra loro. Proprio una bella coppia.

 

Mitsuha

La serata procede tranquillamente, ci aggiorniamo delle ultime novità e decidiamo di vederci appena possiamo. Questa volta ci scambiamo il numero di cellulare, scrivendolo sulla mano dell'altro con un pennarello indelebile per essere sicuri di ritrovarci, senza aspettare un altro incontro fortuito, anche perché non riusciremmo a sopportare ancora per lungo tempo l'assenza dell'altro. Dopo la cena, che ha pagato ancora lui, mi accompagna a casa e fuori dalla mia porta mi slego i capelli e gli restituisco il cordino, legandoglielo ancora al polso. Lui mi ringrazia per la serata abbracciandomi e io gli do un bacio sulla guancia. Dopodiché entro nel mio appartamentino e nel chiudere la porta sento già la sua mancanza. Lo saluto dalla finestra, salvo il suo numero sul cellulare e vado a letto, con mille pensieri che non mi fanno dormire, tanto sono belli e incredibili. Nessun sogno stanotte sarà mai paragonabile a questa serata.


Note:

Come citato anche nella storia, “Il giardino delle parole” è lo stesso ristorante dove Taki e Okudera lavoravano e mi è sembrato il luogo ideale per il loro primo appuntamento.

Anche il numero di telefono scritto sulla mano è un riferimento al loro scambio di nomi di fine film tra Taki e Mitsuha.

Gli episodi di Taki che disegna Mitsuha, di lei che lo vede ad un incrocio e del loro abbraccio alla scalinata mi sono venuti grazie a fan art trovate per caso su internet di cui non conosco gli autori, ma al quale sono grata per gli spunti che mi hanno dato.

Ringrazio Elgul1 che ha inserito la mia storia, nonostante fosse solo al primo capitolo, tra le preferite: mi hai riempita di orgoglio! E un grazie va anche a Chika_, Flos Ignis, rasetsu5 e val3tin3 per averla inserita tra le seguite! Spero di non deludervi!
E un grazie va a te che stai leggendo, spero che anche questo capitolo possa essere stato di tuo gradimento! Al prossimo!

Baci,

Ori_Hime

 
 
  
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