Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: arangirl    02/04/2017    1 recensioni
Clarke Griffin sta vivendo il giorno più bello della sua vita, il giorno in cui finalmente sposerà il suo migliore amico e fidanzato dai tempi del liceo, Finn. Clarke non ha mai avuto dubbi sul suo futuro, e sposare Finn, costruire una famiglia con lui, ha sempre fatto parte dei suoi piani. O almeno così credeva prima di incontrare per sbaglio, camminando verso l'altare, uno sguardo verde smeraldo destinato a cambiare la sua vita per sempre.
o
Imagine Me and You AU
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Finn Collins, Lexa, Raven Reyes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lexa inspirò profondamente prima di girare la chiave nella serratura, senza sapere bene per quale motivo fosse finita lì. Sapeva solo che Anya non rispondeva alle sue telefonate, probabilmente ancora in collera con lei, e in quel momento non riusciva a restare sola. Ci aveva provato, ma pensieri troppo tristi le correvano per la mente, e non riusciva più a farsi coraggio da sola.


 
 
Entrò in casa lentamente, a testa bassa, senza sapere bene cosa avrebbe detto, ma nel salotto davanti a lei non c’era anima viva.
 
 


“Mamma” chiamò, e sentì distintamente un rumore di posate lasciate cadere in cucina; sapeva bene quale shock doveva essere per Indra sentire Lexa chiamarla così, l’ultima volta che l’aveva fatto era stato al telefono, subito dopo l’incidente, per chiederle aiuto.
 
 


Indra era a tutti gli effetti sua madre, lo era stata dal giorno in cui l’aveva presa dalla casa famiglia in cui stava, ma Anya l’aveva sempre chiamata Indra e visto che Anya era la sorella maggiore, Lexa aveva sempre fatto come lei; solo in quei momenti in cui tutto sembrava cadere a pezzi intorno a lei, quando quell’apparenza di forza che si era costruita attorno sembrava crollare, solo in quei momenti Lexa riusciva a chiamarla per ciò che era veramente.
 


 
Quando Indra entrò in salotto il suo sguardo era pieno di preoccupazione, che si accentuò ancora di più nel vedere gli occhi rossi di Lexa “Lexa… tesoro, cos’è successo?” Si avvicinò a lei e Lexa si gettò tra le sue braccia, altra cosa che raramente faceva. Indra le accarezzò i capelli, sussurrandole parole che Lexa non riuscì a capire, ma che servirono a calmarla.
 
 


Indra la fece sedere e le passò dei fazzoletti per le lacrime che Lexa teneva ancora strette a sé, combattendo con la tristezza “Ho baciato Clarke.” Dall’espressione che Indra le riservò capì che la donna doveva esserci già arrivata da sola “Cioè lei ha baciato me. Ci siamo baciate.”
 
 


Indra annuì “E poi cos’è successo?”
 
 


Lexa scosse la testa “E’ successo un disastro. Lei non può fare una cosa del genere a suo marito… ed io non voglio che lo faccia per me. Le ho detto che sparirò dalla sua vita.” Indra le strinse la mano che, Lexa non se n’era resa conto, tremava visibilmente mentre lei parlava.
 
 


“Ed è quello che vuoi?” Lexa strinse la presa mentre distoglieva lo sguardo, vergognandosi di se stessa per quello che non riusciva a smettere di sentire “No, non lo è. Ma non c’è altra scelta.”
 
 


“E lei ti ama?” La domanda era così diretta che Lexa rimase interdetta per un attimo prima di rispondere “Non lo so… No…” Pensò a come Clarke l’aveva guardata quando si erano baciate, al sorriso che le illuminava il volto mentre erano insieme, al tremore nelle sue mani quando l’aveva toccata per la prima volta “Sì.” Clarke l’amava, ma questo non cambiava nulla “Ma tanto non importa.”
 
 


Indra scosse la testa, accarezzandole la guancia con dolcezza “E’ l’unica cosa che importa tesoro.”
 
 


“Wow, non sapevo che girassero la nuova stagione di Beautiful a casa nostra.”
 
 


Anya entrò nel salotto con sguardo infastidito, e Indra le lanciò uno sguardo di fuoco “Non è colpa mia se hai lo spettro emotivo di un’alga marina Anya. Lascia stare tua sorella.” Anya sbuffò “Al contrario Indra, io ho dei sentimenti, anche se sembra difficile crederlo, e qualcuno qui ha pensato bene di calpestarli.”
 
 


Lo sguardo di Indra passò da Lexa ad Anya, confuso “Lexa non è mai sgarbata con te, avrai di sicuro capito male…” “No Indra..” Lexa alzò gli occhi sulla sorella e vide lo sguardo preoccupato di Anya nel vederla in quello stato “Anya ha ragione, me la sono presa con lei senza motivo. Anche se potevi avvisarmi prima di portare la tua ragazza a casa mia.”
 
 


Indra spalancò gli occhi “Anya, hai una ragazza e non mi dici niente?”
 
 


“Grazie Lexa, divulghiamo i fatti miei al mondo. E no Indra, non è la mia ragazza. Ci frequentiamo e basta.” “Nel mio salotto.” Lexa sorrise; nonostante tutto quello che le stava succedendo, era contenta che Anya avesse trovato qualcuno. “Solo una volta! Ma Lexa… cos’è successo?”
 
 


Lexa prese un respiro profondo, non era sicura di voler raccontare tutto anche alla sorella “Non sei più arrabbiata con me?” Anya la guardò per un attimo in silenzio prima di alzare le spalle “Sei un’idiota, ma questo lo sapevo già. E riconosco che non deve essere facile avermi come sorella. Ma se stai male, io ci sono… ci sono sempre per te Lexa.”
 
 


Lexa le sorrise e le strinse la mano, improvvisamente grata di avere dalla sua parte la sua famiglia che, per quanto atipica e caotica, la sosteneva sempre. “Chi è che sta facendo Beautiful adesso?” Indra sorrise ad Anya e la sorella scosse la testa “Mi sembrava più un momento alla Grey’s Anatomy. Lo sai, lo show sui medici che tu non guardi perché sei troppo vecchia…” Le due cominciarono a battibeccare e Lexa fu contenta di avere un attimo di pausa, un momento in cui non si sentiva l’animo pesante al pensiero di Clarke, contenta solo di guardare la sua famiglia, di essere lì con loro.
 
 
*
 
 

“Clarke volevo chiederti, cosa avete combinato tu e Lexa l’altra sera?”
 
 


Clarke per poco non si soffocò con i noodles nel sentire quel nome, e dovette tossire un paio di volte per ricominciare a respirare normalmente. Lei, Raven e Octavia stavano mangiando nel suo studio in silenzio quando Raven se n’era uscita con quella domanda.
 
 


Octavia alzò subito lo sguardo e la guardò allarmata, e Clarke cercò di sembrare più normale possibile nonostante il solo sentire il nome di Lexa le avesse provocato una fitta al cuore “Perché Raven?”
 
 


La ragazza scosse la testa “Bè sapete che sto frequentando sua sorella Anya…” “Tu cosa?” Clarke la guardò sconvolta “Ah… non te l’avevo detto Clarke?” Raven alzò le spalle come se fosse una cosa da niente, ma per Clarke era un problema. Lei e Lexa si erano dette addio, e per quanto le risultasse difficile, quasi insostenibile, non poteva rivederla ancora, non in quel momento in cui si sentiva così persa, così fragile.
 
 


“Non pensavo fosse una cosa seria Raven…” Octavia arrivò in suo soccorso e Raven fece finta di offendersi “Oh, non pensavo mi riteneste una ragazza di così facili costumi!” Clarke cercò di ridere, ma quello che le uscì dalla gola era un suono tutt’altro che allegro.
 
 


“Comunque non so ancora se è una cosa seria o no. Però siamo uscite un paio di volte e… mi piace davvero tanto.” Clarke sentì un moto di gelosia inarrestabile al pensiero che Raven fosse libera di frequentare la ragazza che le piaceva, ma cercò di tamponarlo meglio che poteva; non aveva nessun diritto di pensare una cosa del genere.
 
 


“E l’altra sera eravamo a casa di Lexa perché lei era fuori con te e Anya mi aveva assicurato che per lei andava bene. Ma quando è tornata a casa sembrava sconvolta.” Clarke si morse il labbro al ricordo di quella sera, al pensiero che Lexa doveva esserne rimasta più sconvolta di lei.
 
 


“Comunque si è arrabbiata tantissimo con Anya, in modo spropositato, soprattutto per lei che mi è sembrata una persona molto pacata. Anya poi mi ha detto che sta vivendo un brutto periodo… Però magari era successo qualcosa quando siete uscite?”
 
 


Clarke scosse la testa, cercando di sembrare più naturale possibile “Non è successo niente. Siamo andate alla partita e ci siamo divertite. Magari era solo stanca…” Clarke aveva cercato di trattenere il pensiero di Lexa in un angolo della sua mente da quando si erano lasciate, ma era bastata una frase di Raven perché i ricordi dei momenti passati insieme si riversassero nella sua mente come un fiume in piena, facendola tremare di desiderio e rimpianto. Si erano dette addio, ma Clarke non era pronta a lasciarla andare.
 
 


“Chiederò ad Anya come sta. O magari puoi provare a sentirla tu Clarke?” Raven la guardò con un sorriso ignaro e Clarke annuì “Si… magari.”
 
 


Raven si alzò dal tavolo con un’espressione dispiaciuta “Scusatemi ragazze, ma devo andare… devo finire un lavoro prima del prossimo corso. Ci vediamo domani?”
 
 


Clarke e Octavia annuirono e salutarono Raven, e Clarke sperò che Octavia andasse con lei, ma l’amica rimase ferma al suo posto, aspettando di sentire la porta chiudersi alle sue spalle.
 
 


“Clarke… ci hai parlato? Con Lexa?” Clarke annuì, incapace di dire altro “E com’è andata?” Scosse la testa, desiderando di poter sparire in quel preciso istante al solo ricordo della sua conversazione con Lexa. “Ci siamo baciate.”
 
 


Anche senza osservarla, Clarke sentì l’amica trattenere il respiro alla sua affermazione, e Clarke provò un tuffo al cuore per averlo detto, perché dirlo ad alta voce ad Octavia lo rendeva più reale che mai, com’era reale quello che provava per Lexa; reale e dolorosamente impossibile.
 
 


“E poi ci siamo lasciate. Non la vedrò più.” Sentì la mano di Octavia stringersi sulla sua spalla, incoraggiante “E stai bene?” Clarke riuscì solo in quel momento ad alzare lo sguardo sull’amica “No. Non sto bene. Mi manca… Com’è… com’è possibile che qualcuno entri così nella tua vita e la sconvolga tanto? Nel giro di qualche giorno… Sapere di non poterla più rivedere mi distrugge. Eppure era l’unica cosa da fare.”
 
 


Octavia rimase in silenzio per un attimo, come se volesse dire qualcosa, ma alla fine si limitò a stringerla più forte a sé “Adesso devo solo capire come andare avanti.” “Hai parlato con Finn?” Clarke scosse la testa; in quei giorni era a malapena riuscita a guardarlo negli occhi “Bellamy mi ha detto che ultimamente è sempre depresso. Il lavoro non gli sta andando benissimo e dice che tu non gli rivolgi quasi più la parola. Dovresti parlargli… almeno per dirgli che stai bene.”
 
 


“Ma io non sto bene Octavia!” Clarke sbottò, incapace di trattenersi “Non sto bene e se Finn ha qualche problema potrebbe parlarne con me invece che con Bellamy.” Quell’improvvisa ondata di rabbia sorprese Octavia, ma ancora di più Clarke; pensava di non avere nulla contro il marito, eppure quel suo continuo evitare i problemi, nascondersi dalla verità le stava dando sui nervi. Cercò di ricordarsi che non era colpa di Finn se lei si trovava in quello stato, anzi, era tutta colpa sua se il loro matrimonio stava soffrendo. Non gli doveva forse la verità?
 
 


“Non riesco nemmeno a immaginare cosa stai passando in questo momento Clarke… So che deve essere difficile per te e non sai quanto ti ammiro per la scelta che hai fatto. Ma forse parlarne con Finn ti farebbe sentire meglio? Lui è sempre stato il tuo migliore amico, sai quanto ci tiene a te.”
 
 


Clarke non riuscì a risponderle, incapace in quel momento di prendere una decisione; si sentiva così stanca, così sola, come se rinunciare a Lexa l’avesse lasciata svuotata di qualsiasi emozione e qualsiasi forza. Alla fine fu Octavia ad alzarsi, salutandola con gentilezza prima di andarsene, lasciandola sola con i suoi pensieri.
 
 
*
 
 

Fu solo a notte fonda che Clarke riuscì a vedere Finn di nuovo, quando lui la svegliò rientrando in casa rumorosamente, palesemente ubriaco mentre canticchiava una canzone che Clarke non ricordava di aver mai sentito.
 
 


Una parte di lei voleva essere arrabbiata con lui per averla fatta aspettare fino a così tardi senza sapere dove fosse, per essersi ubriacato, per non averla cercata, ma non ci riusciva; tutto quello che riusciva a sentire era un terribile senso di rassegnazione, come se non ci fosse più nulla da fare. Guardando suo marito mentre le sorrideva vagamente cosciente di quello che stava accadendo, si ripeté per l’ennesima volta che era questo l’uomo di cui si era innamorata, per cui aveva rinunciato a Lexa.
 
 


“Tesoro, stai bene?” Finn la guardò dal divano, dove si era seduto qualche secondo prima, e Clarke capì che quello che Octavia aveva detto era vero: doveva parlargli. Per lui, per se stessa, per il loro rapporto. Aveva detto addio a Lexa, ma c’era ancora il suo pensiero su di lei, su di loro, e forse l’unica cosa da fare per superare quel momento era parlarne. Una parte di lei, una parte che non osava riconoscere, sperava che dopo aver confessato fosse Finn a lasciarla, lasciarla libera di tornare da Lexa.
 
 


“Devo dirti una cosa…” Finn annuì appoggiandosi al divano e Clarke cominciò a camminare su e giù per la stanza, i nervi a fior di pelle “E’ successa una cosa ed io… io non l’ho cercata. E’ capitata, e anche se ora è finita… tu hai il diritto di sapere.”
 
 


Clarke stava dando le spalle al marito, per quanto importante fosse quella confessione, non sarebbe mai riuscita a dirgli tutto guardandolo negli occhi “Sono impazzita Finn. Impazzita per una persona che non sei tu.” Clarke sentì il cuore spezzarsi mentre diceva quelle parole, gli occhi che si facevano lucidi all’idea di far soffrire così tanto la persona che era stata tutto per lei “Scusami. Mi dispiace così tanto… ti prego, credimi… Finn io…”
 
 


Si girò in quel momento, cercando una reazione nel volto del marito, ma quello che vide la lasciò senza parole per un attimo. Finn si era addormentato, probabilmente senza capire nulla di quello che lei gli aveva appena confessato. Presa dal panico si avvicinò a lui, cercando di scuoterlo dal sonno in cui era caduto “No, no ti prego… non ce la faccio a dirlo più di una volta…” Ma Finn era completamente andato.
 
 


Con un sospiro rassegnato Clarke accarezzò il volto del marito, sentendosi in colpa come non mai per averlo trascurato nelle ultime settimane; in quel momento sembrava più vecchio, come se gli ultimi tempi lo avessero trasformato dal ragazzo spensierato di cui si era innamorata a un uomo che faticava a riconoscere “Comunque resto. Non ce la farei mai a lasciarti… sei il mio migliore amico. Questo bastava prima, e basterà anche adesso quindi…”
 
 


Non riuscì a finire la frase, limitandosi a mettergli addosso delle coperte e dargli un bacio sulla guancia prima di andare a dormire nella stanza accanto, senza accorgersi dello sguardo di lui che la seguiva, ora perfettamente attento e sveglio.
 
 
*
 
 

Lexa caricò gli ultimi fiori nel suo fuoristrada con un sospiro, cercando di ricordarsi per quale cerimonia erano stati ordinati, sperando con tutta se stessa che non fosse un altro matrimonio; non pensava di riuscire a sopportarlo.
 
 


Sentì dei passi, ma non ci fece molto caso, e quando alzò finalmente lo sguardo fece quasi un balzo sorpreso nel vedere chi c’era dietro di lei “Bellamy… cosa… che cosa ci fai qui?”
 
 


L’espressione del ragazzo era molto diversa dal normale, la sua solita affabilità e gentilezza dimenticate, sostituite da uno sguardo di pietra “Sei tu, non è vero?”
 
 


Lexa scosse la testa, fingendo di non capire, anche se, in cuor suo, aveva capito benissimo dove Bellamy voleva andare a parare “Cosa? Io non…”

 
 

Lui scosse la testa, lo sguardo pieno di disprezzo “Finn non lo sa… Ha detto che lei non ha fatto nomi, ma io l’ho capito.” Lexa si morse il labbro cercando di raccogliere i suoi pensieri. Clarke aveva detto a Finn di loro due? Perché farlo se si erano lasciate, se tra loro non era successo nulla?
 
 


“E lui… lui cos’ha detto?” Il pensiero di Finn, il ragazzo simpatico e sorridente che l’aveva accolta in casa sua con gentilezza la faceva sentire malissimo, ma Bellamy scosse la testa “Dimmi solo che sbaglio… dimmelo ti prego.”
 
 


Lexa aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non uscì niente. Non poteva negare quello che c’era stato tra lei e Clarke, per quanto piccolo, per quanto inafferrabile. Bellamy reagì al suo silenzio esattamente come si era aspettata “Stupida troietta…”
 
 


Lexa gli passò accanto, rientrando nel negozio; non si sarebbe di certo fatta insultare da un uomo del genere “Non provarci nemmeno Bellamy…” Lui la seguì in negozio, l’espressione piena di rabbia “Non provarci? Suo marito, il suo fottutissimo marito ha chiamato me in lacrime nel bel mezzo della notte. T’interessa sapere come stava? Era devastato!”
 
 


Lexa si sentì dilaniata dal senso di colpa, non aveva mai voluto nulla di tutto questo, come non aveva voluto innamorarsi di Clarke al primo sguardo che si erano lanciate, il maledetto giorno del suo matrimonio. Era così stufa di tutto quel disastro, di dover sempre lottare per qualsiasi cosa, perfino per quei sentimenti che non aveva mai desiderato.
 
 


“Vattene Bellamy…” Riuscì a dire, senza guardarlo negli occhi, ma lui non aveva ancora finito “Com’era quella cosa che mi hai detto? Com’era? Mai distruggere un’altra coppia? Hai rispettato bene i tuoi principi…”
 
 


Bellamy lasciò il negozio senza guardarsi indietro, lasciandola con l’animo ancora più spezzato di prima, il sapore amaro delle lacrime tra le labbra. Non riusciva più a sopportarlo, non riusciva a restare lì un minuto di più in compagnia di tutti i suoi fantasmi; aveva bisogno di andare lontano, molto lontano, per un bel po’ di tempo.









Note: Sopresa! Per una volta sono riuscita a non farvi aspettare due mesi... il capitolo è un pochino filler, ma ho preferito lasciare le parti importanti nel finale, mi sembrava meglio non spezzare troppo le scene! Io comunque amo troppo tra Anya/Lexa come sorelle, perciò scusate se inserisco Anya a caso come il prezzemolo sorrynotsorry! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, grazie mille per tutti i commenti/recensioni e per seguire ancora la storia! Alla prossima!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: arangirl