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Autore: Scarcy90    05/04/2017    0 recensioni
Law e Myri, si ritrovano costretti a condividere un appartamento. Lui era alla ricerca di tranquillità, lei della pace mentale per prepararsi a realizzare un sogno. Questo imprevisto sarà il precursore di una splendida amicizia che aiuterà entrambi a smussare gli angoli dei loro caratteri. La competizione, il cambiamento, la voglia di affrontare le sfide, forse tramuterà l'amicizia in qualcosa di più...
Il tema principale è la "Friendzone". Un'esperienza che Law ha già vissuto, ed ora avrà il timore che la prigionia si ripeta, frenandolo. Spetterà a Myri far scoprire a Law l'arte del saper esprimere i propri sentimenti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Capitolo 3
 
 I piedi di Law si arrestarono davanti ad un’insegna blu al neon. Il timore nell’avventuriero aumentò nel leggere il nome del bar.
 Slammer.
 Non era decisamente un locale che avrebbe mai frequentato se la casa dal quale era fuggito non lo avesse terrorizzato.
 Tuttavia, Law sentiva la necessità impellente di distrarsi dall’idea di avere un’entità paranormale nell’appartamento affittato solo una manciata d’ore prima.
 La coinquilina svernante poteva affrontarla. Un fenomeno inspiegabile era tutto un altro paio di maniche.
 Ancora una volta si diede un leggero colpo in volto per riprendere la lucidità perduta.
 I fenomeni paranormali non avevano merito.
 Era uscito per prendere confidenza con il quartiere. Questo si era raccontato per trovare il coraggio di aprire la porta in legno con degli opachi vetri colorati.
 Una volta dentro, Law si rese conto del materiale predominante all’interno. Il legno. Pavimento, bancone, tavoli, sedie, sgabelli… Erano tutti in legno cupo e scuro. Molto diverso dalle caffetterie dai colori tenui a cui era abituato.
 Anche le luci erano molto soffuse, e questo contribuì ad aumentare l’agitazione.  
 Scosse la testa per non dare adito all’istinto di fuggire.
 Doveva scovare dei lati positivi.
 Era pulito. Non era pieno di clienti. E soprattutto, quei clienti non sembravano pericolosi.
 Un gruppo di ragazzi. Una coppia di amiche intente a sorseggiare il loro drink. Qualche uomo di mezz’età seduto da solo con la propria birra.
 In conclusione, nessuno di temibile.
 Il cliché delle risse in bar di quel genere, erano uno dei motivi principali per cui li aveva sempre evitati peggio della peste.
 Quel locale, pareva una splendida eccezione.
 Iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di un cameriere o di un responsabile, per chiedere di potersi accomodare ad un tavolo.
 Non sembrava esserci nessuno in giro.
 Così si avvicinò al lungo bancone. Si appoggiò con le mani sul caldo legno scuro e si sporse in avanti per individuare la porta sul retro. Perché doveva esserci per forza una porta sul retro.
 In quel preciso istante, qualcuno sbucò da sotto il bancone.
 Per poco Law non lanciò un urlo.
 Degli accesi occhi verdi parevano aver trattenuto a stento la medesima reazione.
 -Mi hai spaventato- disse subito Myri risentita.
 -Perché, tu no?- rispose Law piccato. –Che ci facevi nascosta lì sotto? Agguati ai clienti?-
 -Ghiaccio.-
 Myri esibì il bicchiere colmo che stringeva in mano.
 -Lavori qui?-
 -No, sono una ladra incallita di ghiaccio. E’ un mio hobby.-
 Il tono di voce infastidito, diede l’ennesima conferma a Law di essere seriamente impedito nel parlare con le persone.
 -Credo…- cominciò abbassando lo sguardo. –Meglio se me ne vado.-
 Apparire come un perdente era la sua specialità, ma era da tempo che le sue emozioni non trasparivano in maniera così chiara.
 -No, aspetta- disse Myri rilassata. –Siediti, bevi qualcosa. Offro io.-
 Law guardò la ragazza negli occhi. Lei gli sorrise allegra.
 D’improvviso Law si rese davvero conto di quanto i tratti decisi di Myri, risultassero delicati e affascinanti quando erano rilassati.
 Myri era decisamente bella.
 -Devo scusarmi con te... Ehm… Lerry?-
 -Law- precisò lui.
 -Perdonami, sono una frana con i nomi.- con la mano gl’indicò lo sgabello davanti a lei. – Law accomodati, per favore.-
 Il sorriso di Myri e i suoi occhi quasi sepolti sotto il trucco, ma ammalianti, lo convinsero a fidarsi.
 -Oggi credo di essere stata fredda nei tuoi confronti. Diciamo che non era la giornata adatta per ritrovarmi un estraneo in casa. Cosa ti servo?-
 Law pensò velocemente.
 -Una limonata.-
 -Sul serio?- chiese lei aggrottando la fronte. 
 -Sono astemio.-
 -E sei entrato in un locale del genere?-
 -Per conoscere il quartiere- si difese subito Law. Non voleva svelare il vero motivo per cui era scappato dall’appartamento. Sembrava ridicolo persino a lui.
 -Okay, vada per la limonata allora.-
 Law osservò Myri intenta nel suo lavoro. L’occhio gli cadde sull’interno dell’avambraccio, sottile e dalla pelle chiara, della ragazza. C’era un tatuaggio, dalle sinuose curve morbide. Slammer.
 -Mi stai prendendo per matta?-
 Law sollevò immediatamente lo sguardo. Myri si era accorta della sua invadenza.
 -Sì, è il nome del locale. Sì, è un tatuaggio permanente. E no, non sono matta. E’ il mio sogno.-
 I ridenti occhi di Myri esprimevano gioia nel parlare del tatuaggio.
 -Questo posto appartiene a Felix, un vecchio amico di mio nonno. Qui dentro ci sono praticamente cresciuta e un giorno spero di rilevare il locale, in modo che diventi mio. Ormai il proprietario non ha più l’età per dedicarsi anima e corpo al bar, come faceva un tempo.-
 La sua voce era allegra al solo pensiero di possedere lo Slammer.
 -Felix oggi non c’è. Quando prevede poca gente lascia che sia io a gestirlo.-
 -Quindi, in pratica, è già tuo?-
 Di solito Law non poneva domande, temendo di chiedere informazioni personali in modo sbagliato. Ma Myri parlava a briglia sciolte, perciò concluse che voleva essere lei la prima a parlare del suo sogno.
 -No, direi di no. Questa sera ha lasciato che lo gestissi io… Ma lo fa una volta a settimana con tutti i dipendenti. Sta cercando il suo successore mettendoci alla prova.-
 Gli porse la limonata con un gesto aggraziato.
 -Felix è un mago in questo lavoro. I suoi drink sono i migliori, spilla la birra da vero maestro, e cucina anche degli stuzzichini da panico. Non sono ancora pronta per prendere il suo posto, ma ce la sto mettendo tutta.-
 Law bevve un sorso.
 -Adesso mi sto dedicando ai cocktail. Felix li prepara ad occhio, io sono ancora lenta rispetto a lui. Se mi ritrovassi a gestire il locale di venerdì o sabato sera mi metterei le mani tra i capelli.-
 D’un tratto la porta sul retro si aprì.
 Una donna resa alta da tacchi vertiginosi, fece il suo ingresso dietro il bancone. Aveva dei particolari capelli bicolore, castani fino a metà lunghezza e per il resto biondo acceso. Il volto era magro, quasi appuntito.
 L’abbigliamento lasciava poco all’immaginazione. Soprattutto il decolté florido era in bella mostra, stretto in un corpetto nero che sollevava la situazione.
 -Law, vai a sederti a quel tavolo- bisbigliò Myri indicandogli l’angolo più lontano della sala. –Ti spiego dopo.-
 Il ragazzo non se lo fece ripetere. Aveva la sensazione che l’entrata in scena di quella ragazza stesse mettendo Myri in difficoltà.
 Prese portatile e limonata, e si sistemò al tavolo.
 Per qualche minuto osservò le due donne.
 Lavoravano in silenzio dietro al bancone. Ogni tanto volava tra loro qualche occhiata seria, colma di ira.
 Decisamente non erano amiche.
 La sua coinquilina preparò un vassoio, servì l’ennesimo giro di pinte al gruppo di ragazzi e poi si avvicinò al tavolo di Law posando un piccolo recipiente colmo di noccioline.
 Una scusa per parlare con lui, senza destare sospetti.
 -Quella è Trish- disse in un bisbiglio. –Scusa se ti ho fatto allontanare ma quella troia ha la malsana abitudine di interessarsi alle persone che mi sono vicine. Se scoprisse che viviamo insieme diventeresti per magia una sua prelibata preda.-
 -Non è mia abitudine lasciarmi irretire da donne del genere.-
 Myri sorrise.
 -Sei di poche parole ma sai giudicare le persone.-
 -Da come mi hai fatto dileguare, c’era poco da giudicare. Non mi sembra ti stia simpatica.-
 Gli occhi della ragazza lanciarono un lampo di risentimento.
 -Mi ha rubato il ragazzo, dubito che potrebbe mai starmi simpatica.-
 Law non si aspettava una risposta del genere. Aveva intuito che Trish non si vestisse in modo appariscente senza motivo ma arrivare addirittura ad un atto così disonesto… Ne voleva stare lontano anni luce.
 -Ne parliamo meglio a casa. Ormai siamo amici.-
 Un occhiolino e Myri danzò con passo sicuro verso il bancone.
 Erano amici? Davvero? In che momento della conversazione il loro rapporto si era evoluto a tal punto?
 Law smise di farsi domande e accese il portatile per leggere la ricerca del suo capo.
 Il giorno dopo, in laboratorio, avrebbe dovuto cominciare gli esperimenti e ancora non era certo che quella ricerca avrebbe condotto ad un risultato soddisfacente. Tuttavia, il professor Miller lo avrebbe cacciato se non avesse eseguito gli ordini.
 Due ore dopo, sollevò gli occhiali e si passò una mano sul viso contratto dalla stanchezza.
 Myri stava servendo il tavolo con due donne mentre Trish se ne stava dietro il bancone a limarsi le unghie. Una vera stacanovista, non c’era che dire. In tutto quel tempo non l’aveva mai notata in sala. Non l’aveva vista preparare una sola bevanda. Si era limitata a sbadigliare e lanciare sguardi cocenti alle spalle della sua collega.
 Un reale esemplare di nobildonna, insomma.
 Law si alzò in piedi, indossando la giacca.
 Myri fu subito da lui.
 -Potresti portarmi il conto?- chiese trattenendo a stento uno sbadiglio.
 -Offro io, te l’ho detto.-
 -Ma…-
 -Niente ma- rispose cominciando a pulire il tavolo. –Sei mio amico, dovevo scusarmi quindi non paghi. Non voglio sentire proteste.-
 
***
 
 Myri osservò Law lasciare lo Slammer con passo pesante.
 Un sorriso apparve sul volto della ragazza.
 Quel Law… Lo aveva giudicato male all’inizio eppure si era rivelato un ottimo ascoltatore.   
 -Tavolo due- esordì Trish sventolandogli una mano davanti agli occhi. –Un altro giro di pinte, vedi di darti una mossa.-
 -Taci Trish.-
 -Lavoro qui dentro da più tempo di te. Porta rispetto ragazzina!-
 Myri iniziò a spillare le birre.
 -Lo stesso rispetto che hai avuto tu quando sei andata a letto con Connor?-
 -Smettila di frignare. Lo avevi lasciato e io ne ho approfittato.-
 La mano di Myri per poco non lasciò la presa sul bicchiere colmo di birra.
 -Sai bene perché lo aveva lasciato.-
 -Se sei una bambina credulona non è colpa mia. Fossi stata più sveglia non saresti caduta nella trappola.-
 La ragazza cercò di mantenere la calma ma Trish ce la stava mettendo tutta per portarla all’esasperazione.
 -Connor non è mai stato innamorato di te, altrimenti non sarebbe bastata una piccola spinta per averlo nel mio letto. La prossima volta, scegli meglio.-
 Myri avrebbe tanto voluto tirarle un pugno dritto in faccia. Cercò ogni briciola di pazienza per non reagire alle provocazioni.
 Non poteva cedere.
 Trish lavorava allo Slammer da dieci anni, aveva più esperienza di lei, aveva più carattere per gestire un bar. Felix doveva scegliere a chi lasciare quel posto e Myri sapeva che Trish era la sua diretta rivale.
 Aggredirla durante il turno lavorativo le avrebbe tolto per sempre ogni possibilità di gestire lo Slammer.
 Prima si era presa Connor e adesso concorreva al posto che Myri desiderava.
 Trish si era sempre comportata così. Da quando Myri era stata assunta allo Slammer, tre anni prima, Trish aveva subito preso il ruolo di rivale. Senza motivo, senza una spiegazione. Se Myri voleva qualcosa, improvvisamente diventava oggetto di attenzione anche per Trish.
 Nonna Olivia le aveva consigliato d’ignorarla, e lei lo faceva. Ma dopo la storia di Connor, tutto era diventato più complicato da affrontare.
 All’improvviso, la ragazza si sentì solleva all’idea di avere un coinquilino con cui sfogarsi.
 Sì, l’amicizia con Law poteva rivelarsi davvero un risvolto positivo. Soprattutto, considerando che non era il tipo da cui si sarebbe mai sentita attratta.
 Niente sesso come complicazione.
 Solo amicizia.
 
 ***
 
Olivia Ward era stesa sul letto della sua camera d’albergo.
 Aveva trascorso la giornata in piscina, poi nella spa, si era goduta una cena prelibata nel ristorante di lusso dell’hotel e adesso era intenta a leggere qualche pagina del suo romanzo preferito prima di lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo.
 Il telefono sul comodino iniziò a squillare.
 -Pronto?-
 -Olivia, sono io.-
 -Buonasera- rispose lei con un sorriso. –Mi hai chiamato per quello che penso?-
 -Certo. Hai novità?-
 Olivia si passò una mano tra i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle.
 -Il mio uomo mi ha appena telefonato. Law ha trascorso la serata allo Slammer, come previsto. Myri è riuscita a scioglierlo un po’. Tutto da programma, il piano va avanti senza intoppi.-
 -Sapevo di poter contare su di te. Grazie.-
 -Phil, siamo amici da cinquant’anni. Non devi ringraziarmi.-
 Olivia chiuse la telefonata dopo un affettuoso saluto e posò il libro.
 Guardando il soffitto si ritrovò a pensare che Lawrence avrebbe portato del bene nella vita di sua nipote.





***L'Autrice***
 Il mistero s'infittisce, soprattutto nell'ultima parte del capitolo. Posso assicurarvi che tra poco voi saprete tutto, lo stesso non si può dire per Law e Myri, loro ne restaranno allo scuro ancora per diversi capitoli. 
 Olivia nasconde qualcosa ma almeno, in questa parte, Myri rivela il suo sogno. Lo so, non è un sogno "convenzionale" per un romanzo ma voler possedere un locale lo trovo davvero coraggioso. Ammiro tanto chi gestisce pub o ristoranti, è un lavoraccio e per essere fatto bene ci vuole davvero tanta tanta passione, proprio come per la scrittura. 
 Myri è questo. Determinata e pronta a combattere per ciò che desidera. 
 Nel prossimo capitolo, Law si ritroverà in una situazione imbarazzante mentre Myri si sfogherà con la sua migliore amica su un paio di questioni. Per il momento non dico altro. 
 Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e ringrazio di cuore tutti coloro che sono passati a trovarmi. 

 Un grande abbraccio

Francesca 
   
 
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