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Autore: Scarcy90    04/04/2017    1 recensioni
Law e Myri, si ritrovano costretti a condividere un appartamento. Lui era alla ricerca di tranquillità, lei della pace mentale per prepararsi a realizzare un sogno. Questo imprevisto sarà il precursore di una splendida amicizia che aiuterà entrambi a smussare gli angoli dei loro caratteri. La competizione, il cambiamento, la voglia di affrontare le sfide, forse tramuterà l'amicizia in qualcosa di più...
Il tema principale è la "Friendzone". Un'esperienza che Law ha già vissuto, ed ora avrà il timore che la prigionia si ripeta, frenandolo. Spetterà a Myri far scoprire a Law l'arte del saper esprimere i propri sentimenti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2

 Myri si chiuse la porta della camera alle spalle, tirando un sospiro di sollievo.
 Scosse la testa ancora incredula e si precipitò ad aprire l’armadio.
 La trattativa per i turni in bagno con quel tizio, di cui neanche ricordava il nome, le aveva sottratto del tempo prezioso per decidere cosa avrebbe indossato quella sera a lavoro.
 Aprì le ante e osservò con cura il guardaroba dai colori scuri. Il nero, il viola, il blu, il grigio erano le tonalità predominanti, se non si considerava il suo unico capo d’abbigliamento che ricordava vagamente uno sbiadito celeste pastello. Un vestito regalatole da nonna Olivia, in uno dei suoi innumerevoli tentativi di rendere la nipote meno appariscente. Tentativo fallito che, unito agli altri, aveva portato la nonna a rinunciare.
 Nonna Olivia non aveva mai dimostrato segni di demenza nonostante i suoi settant’anni suonati ma quel viaggio improvviso, Myri, proprio non riusciva a spiegarselo. E non riusciva neanche a spigarsi come avesse potuto abbandonarla lì da sola, con un estraneo in casa.
 Poi, Myri fece mente locale, richiamando alla mente la solennità del nome Olivia Ward.
 All’interno dell’ambiente musicale, Olivia Ward era una delle massime esperte e talentuose violiniste del paese. Aveva sempre dimostrato intraprendenza e giudizio. Nessuna delle sue azioni si era mai rivelata casuale.
 Olivia aveva un piano, Myri ne era certa. Un qualche progetto che l’avrebbe di certo annoiata sino alla nausea. Magari, l’organizzazione di un concerto riservato agli archi per cui Myri provava completo disinteresse.
 Non attribuì importanza, perciò, all’improvvisa sparizione della padrona di casa.
 Avrebbe gestito la questione dell’inquilino e al ritorno della nonna lo avrebbe buttato fuori a calci.
 Quella serata a lavoro, era troppo importante.
 La sua mente doveva essere libera da qualunque pensiero.
 D’un tratto, il cellulare fece risuonare la sua canzone preferita.
 Myri osservò il nome sullo schermo per qualche secondo prima di rispondere.
 -Connor, che vuoi?-
 -Delicata come al solito- ribatté la voce maschile dall’altro capo.
 -Devo essere da Felix tra mezz’ora e non sono ancora vestita. Fai veloce.-
 -Se non sei vestita sarò lì in due minuti.- La voce ammiccante di Connor provocò un brivido spiacevole lungo la schiena di Myri.
 -Forse un anno fa ci avrei fatto un pensierino, ma ora puoi anche scordartelo.-
 -Dai, piccola. Non fare la dura.-
 -Connor, cosa vuoi?- tagliò corto lei.
 -Mi ha chiamato Felix- cominciò lui senza perdere sicurezza nel tono. –Trish ha chiesto di prendere il mio posto stasera. Dovrai lavorare con lei.-
 La mano di Myri si strinse con rabbia attorno al telefono.
 -Per te ci sono problemi?-
 La ragazza rimase in silenzio per diversi secondi, poi scoppiò a ridere.
 -Avrei dei problemi se fossi ancora innamorata di te, ma grazie al cielo mi è passata da un pezzo.-
 -Non mi riferivo a questo. Intendevo…-
 -Lo so che intendevi, Connor. Non ho problemi, torna a farti gli affari tuoi.-
 -Brutta giornata, eh?-
 -Se non torni strisciando nel tuo buco, lo diventerà anche per te.-
 Non aggiunse altro. Chiuse la telefonata senza il minimo cenno di saluto e si buttò a sedere sul letto.
 Pose a se stessa la stessa domanda che Connor le aveva appena fatto.
 Ma la risposta fu decisamente diversa.
 Problemi a lavorare con Trish? Problemi a lavorare con la donna che le aveva soffiato prima il ragazzo e poi, con tutta probabilità, il suo sogno più grande?
 Certo che aveva problemi a lavorare con quell’egocentrica.
 Per la pace lavorativa, avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco e sopportare la disgustosa presenza di Trish.
 Diede un’occhiata all’orologio. Doveva darsi una mossa.
 Indossò dei jeans scuri attillati, la sua canotta viola fortunata che metteva in risalto il fondamentale e una maglietta nera strappata che lasciava le spalle scoperte.
 Mentre infilava gli stivali designati sentì che l’inquilino aveva appena chiuso la porta di casa.
 Era uscito dopo la loro chiacchierata sui turni per la doccia. Myri gli aveva consigliato un buon negozio dove fare la spesa e lui non se l’era fatto ripetere due volte.
 Myri aveva subito inseriti Law nella categoria “asociali strani”.
 I capelli corti scuri dal taglio curato. Gli occhiali con una montatura grande a celare degli occhi di un colore che lei non era stata in grado di definire.
 L’abbigliamento serio, del tutto anonimo.
 Un genetista.
 Quasi sicuramente un soggetto di scarsa compagnia.
 Eppure, qualcosa in lui l’aveva colpita.
 Myri era il tipo di persona aperta ad ogni esperienza, in grado sempre di dire la cosa giusta al momento più opportuno.
 Fare amicizia era insito nella sua natura, e ogni persona che incrociava il suo cammino trovava sempre il modo di apprezzarla.
 La categoria a cui apparteneva Law la incuriosiva, prendendo a rappresentare una vera e propria sfida.
 Forse, buttarlo fuori di casa non era la soluzione.
 Forse, il destino voleva che lei dovesse fare amicizia con alieno del piano di sopra.
 L’occhio le cadde sullo schermo del cellulare.
 Era decisamente in ritardo.
 Si ripeté ancora una volta di mantenere la mente libera. Avrebbe avuto tutto il tempo di pensare alla missione alieno in soffitta il giorno successivo.
 Si truccò gli occhi verdi con il suo solito smokey pesante e raccolse i lunghi capelli neri in una coda alta.
 Quando aprì la porta della camera, rivolse lo sguardo verso l’alto.
 -Che dici Freddy? Vestita così sono pronta per la sfida del secolo contro Trish?-
 Nessuno rispose.
 Tuttavia, Myri, fece un occhiolino al vuoto e sorrise.
 -Grazie, tesoro. Fortuna che ci sei tu a supportarmi.-
 Rivolse un altro sorriso verso l’alto ed uscì spedita dall’appartamento, sbattendo la porta.
 
***
 
 Law aveva appena messo un piede sulla scala che conduceva al monolocale, quando una voce lo costrinse a fermarsi.
 La busta della spesa era ben salda nella sua mano.
 Sentì Myri dire qualcosa.
 La curiosità ebbe la meglio.
 Aprì la porta quel tanto che bastava per sbirciare nell’appartamento.
 Vide Myri in piedi. Gli occhi puntati verso lo stipite di una porta.
 Rivolse una frase a quel punto indefinito e un sorriso le apparve sul volto.
 Per poco la busta con la spesa non raggiunse il pavimento. Law si riprese appena prima che perdesse completamente la presa.
 Osservò la ragazza lasciare l’appartamento con il cuore che gli palpitava in petto.
 Stava parlando da sola, fissando il nulla.
 Che il vicino avesse ragione sui fantasmi?
 Scosse la testa per allontanare quei pensieri. Non era impossibile, doveva tornare ad essere il solito uomo concreto.
 Salì le scale, posò la spesa sulla penisola della cucina e si stese sul letto, gli occhi fissi sul soffitto in legno.
 Si sentiva a disagio in quella casa.
 La presenza di una coinquilina non richiesta destabilizzava i suoi piani.
 Voleva vivere da solo. Voleva evitare di dover ancora stabilire turni e litigare per i problemi in casa. Voleva poter avere orari esclusivamente suoi. Voleva la libertà di poter girare in mutande.
 Niente.
 Non aveva ottenuto niente di ciò che desiderava.
 Myri gli aveva sottratto ogni possibilità di riuscita.
 Comunque, non aveva modo di rimediare. Olivia Ward era sparita nel nulla e lui non aveva abbastanza denaro per permettersi un altro appartamento.
 D’un tratto uno scricchiolio inquietante lo portò, spaventato, a mettersi seduto con un balzo.
 -Il fantasma…- mormorò. –Freddy…?-
 Si diede subito un leggero schiaffò sulla guancia.
 -Smettila, Law- si disse. –Non sono i fantasmi. Sono le travi di legno, è normale che scricchiolino.-
 Un altro rumore molto simile al primo.
 Il ragazzo scattò in piedi.
 Prese un profondo respiro e afferrò il cellulare posato sul letto.
 -Okay, Law. Hai bisogno di rilassarti.-
 Iniziò a cercare su internet una caffetteria. Bere qualcosa di caldo in un locale rilassante lo avrebbe di certo aiutato.
 La più vicina, aperta dopo l’ora di cena, era troppo distante e lui non poteva permettersi un auto, senza parlare del taxi, troppo oneroso per le sue magre finanze. Su un autobus non ci avrebbe messo piede neanche sotto minaccia a quell’ora di notte. Si trattava di pericolosi veicoli d’infezione.
 Continuò a cercare.
 L’unico locale abbastanza vicino era un bar, proprio dietro l’angolo.
 Non avrebbe trovato una bevanda calda ma almeno sarebbe uscito da quella casa.
 Afferrò il portatile e indossò la giacca a vento. Era quasi estate, ma quel venticello che aveva sentito prima era pericoloso per i reni.
 Il progetto era semplice: entrare nel bar, ordinare qualcosa, trovare un tavolo in un angolino sperduto e leggere la ricerca del professor Miller.
 Era domenica.
 La speranza era che quello non fosse il bar più frequentato nella zona.
 Scese nell’appartamento di sotto e si bloccò per un attimo davanti allo stipite con cui Myri aveva conversato.
 Il nulla.
 Non c’era assolutamente niente, tolta un’insulsa ragnatela.
 Un brivido percorse la schiena di Law. Odiava ragni e ragnatele.
 Quindi, c’erano due spiegazioni.
 O Myri era pazza e parlava con una ragnatela, o forse la teoria dei fantasmi non era del tutto fuori questione.
 Law sperò ardentemente che la prima opzione fosse quella giusta. 



***L'Autrice***
Eccomi con il secondo capitolo (ricordo che su wattpad sono disponibili altri due capitoli).
La storia comincia ad entrare nel vivo anche se ci vorranno ancora due o tre capitoli per svelare davvero dove voglio andare a parare. 
Vi ringrazio per le letture, che dopo poche ore sono già tantissime. 
Spero che Law e Myri vi piaceranno come personaggi. Non mi sono mai misurata con una storia del genere e quindi temo un po' l'esito ma confido nel mio impegno. 
Più tardi (o domani al massimo) pubblicherò gli altri due capitoli qui su EFP. 

Grazie ancora a tutti

Francesca 

P.S. Vi prego di perdonarmi eventuali errori. In questi giorni non ho avuto tempo per una revisione accurata ma presto mi dedicherò anche a quella. 
   
 
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