«Una rosa bianca.
Che sciocchezza, Andrè.
Che gesto inutile da fare appena prima della battaglia. Avresti potuto controllare ancora una volta che la canna del tuo fucile fosse pulita, che il sacchetto della tua polvere da sparo fosse pieno, che i tuoi proiettili fossero ben calibrati. Avresti potuto aggiustarti la cinghia più stretta per non essere scomodo durante lo scontro, o pulirti la divisa nervosamente dalla polvere che ancora non vi si era posata, o sistemare i tuoi capelli d'ebano perché non ti solleticassero il viso.
Avresti potuto prepararti, rassicurare il tuo animo, ingannare te stesso. Non saresti stato da solo. Il resto dei tuoi compagni stava facendo quello, dopotutto: accompagnavano la morte con il loro ultimo sorso di vino, pregavano Dio di conceder loro ancora qualche ora in quel meraviglioso e spietato ed ingiusto mondo, tentavano di riempirsi la mente di sciocchezze e ricordi per non pensare ai cannoni nemici puntati contro il loro petto.
Ma tu no.
Tu, in tutta la tua semplice e sbaragliante positività, atteggiandoti come se fosse un giorno qualunque e come se non aveste mai avuto attorno quell'atmosfera che puzzava ancora di tragedia dal giorno precedente, ti avvicinasti a lei. Il vento giocava a nascondere i tuoi occhi, mentre il mondo si nascondeva da te, lasciandoti tra macchie, luci ed ombre. Non avevi bisogno di vederla. Tu la percepivi, la tua Oscar, splendente tra i raggi del sole, i capelli di grano che ricadevano sulle sue spalle, bellissima ed elegantissima come sempre nella sua divisa blu scuro dai ricami dorati. Non ti serviva guardarla per vedere l'espressione seria e preoccupata che marcava il suo viso mentre se ne stava pensierosa in sella a Cèsar, lo stallone bianco che era con lei da anni. Riuscivi a sentire il suo cuore battere per la libertà e la giustizia mentre il suo petto veniva schiacciato dalla paura di mandare i suoi uomini a morire inutilmente. La sentivi tentennare, pronta sì a dare la propria vita per le idee che la animavano, ma non disposta a sacrificare quelle dei suoi compagni... o la tua.
Eppure, nel silenzio più profondo dell'angosciante attesa, stavi lì, in piedi, a ricordare il viso che i tuoi occhi ciechi non avrebbero mai più potuto contemplare. Annegavi costantemente nel buio, senza captare altro che scintille e sfumature di colore. Dopo aver sentito il rumore dei tuoi passi ed averti visto fermo accanto a lei, aveva rivolto il suo sguardo celeste verso di te. Avrebbe voluto parlarti, e aveva dischiuso le labbra per pronunciare il tuo nome, ma non glielo avevi concesso. Prima che la giovane donna lasciasse uscire la propria voce dalla gola avevi sfoderato quel tuo pensiero, quel tuo dono.
Che gesto futile, Andrè.
Che gesto sciocco, quel dare speranza a colei che già sapevi di dover lasciare, colei con la quale sapevi che non saresti invecchiato.
Eri un bersaglio facile. Un uomo cieco in mezzo al campo di battaglia non poteva che essere lì per una cosa e una cosa soltanto...
Farle da scudo.
Sapevi di andare a morire, Andrè. Eppure il tuo sorriso d'amore si specchiava in quello della tua Oscar nel vostro ultimo attimo di dolcezza, nella quiete che precedeva la tempesta.

I petali candidi si macchiarono di sudore, terra, lacrime, sangue e dolore.
Il grido disperato di Oscar rimbombava ancora tra le tue orecchie mentre la tua mente si spegneva.
Ma eri un uomo felice, felice di morire se ciò significava lasciare lei in vita, e felice di averla amata, di nascosto e pubblicamente.
Avresti solo voluto avere più tempo, o più coraggio, per farti avanti prima.
Le braccia della tua futura sposa ti avvolgevano. Dal cielo delle sue iridi pioveva, ed ogni goccia trovava la tua pelle ad accoglierla. Così calde, sul gelo del tuo corpo, così morbide, ed il suo profumo era così travolgente... proprio come la notte precedente, quando vi eravate giurati amore eterno e sognavate una vita assieme, in campagna, dove lei avrebbe fatto del suo meglio per essere la moglie perfetta che meritavi, per essere la madre dei tuoi figli, per essere tua.
Era pronta a diventare una donna vera, per te, Andrè.
La donna che avevi sempre sognato... e che aveva accettato di essere.

Ma il calore del suo corpo non fu abbastanza per scaldarti, per salvarti.
Finché non lo sentisti più.
Finché non perdesti ogni percezione del mondo terreno...
E di lei.»

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Ciao! Sono What_if_I_was_nothing è questa è la prima ff che pubblico.
Non sono una grande appassionata di ff in verità e per questo non pubblicherò molte cose: sono più una che preferisce commentare quelle altrui per consigliare. Detto questo, in realtà mi piace scrivere quanto leggere, ma sfogo la mia vena creativa principalmente nei miei studi e nei GdR.
Anche questa breve one shot è in realtà un estratto di una mia role, in particolare è l'introduzione di un monologo della mia Oscar (più precisamente, è un suo incubo, un suo ricordo). Perciò se trovate queste stesse parole su un GdR o se le riconoscete, probabilmente è perché sono io l'autrice di quel post ;)
Questi pochi paragrafi mi sono piaciuti molto quando li ho scritti e ho pensato di condividere questo missing moment con voi.
Spero piaccia anche a voi quanto è piaciuto a me!
What_if_I_was_nothing