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Autore: AliNicoKITE    05/04/2017    2 recensioni
Dal testo:
''Ares li percorse con lo sguardo uno a uno: Ermes che giocherellava con i suoi inseparabili braccialetti a forma di serpente, uno rosso corallo l'altro azzurro, Apollo che sorrideva, come se la scena gli ricordasse tempi migliori, Artemide che lo fissava non proprio entusiasta dell'uscita, Zeus esaltato, Poseidone che continuava a infastidire Ade, sempre torvo, per poter usare la sua moto al ritorno.
Era un bel gruppo il loro, lo sapevano, ed erano certi che avrebbero superato tutto quello che stava accadendo assieme. Ares doveva loro molto, e si sentì in dovere di ricambiare.
-Ok ragazzi vediamo di passare una serata indimenticabile. Parola d'ordine Zeus? Suggerimenti?
Il ragazzo in questione sorrise malandrino. Il luccichio dei suoi occhi non faceva presagire niente di buono.
-Parola d'ordine in arrivo: RIMORCHIARE.
I ragazzi esultarono.
Ares si girò, sorrise, e spalancò in un gesto teatrale le porte del Dionisus.''
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 20

Parola d’ordine: Loading PianoMalvagio.pdf

POSEIDONE

Poseidone Grace aveva sempre cercato di ricavare dei profitti dal semplice fatto di essere sé stesso.

Hai un fratello maggiore che fa paura a bambini più grandi di te? Non c’è problema, questo non farà altro che risaltare il tuo carattere in confronto solare e gioioso!

Hai un altro fratello che pare aver deciso di diventare il futuro George Washington sulle banconote da un dollaro? Lascialo fare: anche nel caso in cui vinca in maniera inaspettata la mansarda dei tuoi sogni, accontentati del giusto mezzo e goditi la piscina.

Hai una sorella (sì, anche) incapace di vedere l’affetto che provi per lei? Risparmia il tempo che impiegheresti per abbracciarla per comprare in maniera anonima i suoi biscotti preferiti prima che finiscano a metà settimana, facendole così una mini-sorpresa ogni mercoledì mattina! (Anche se questo non ti farà comunque acquisire stelline d’oro da fratello perfetto, ma non si può voler tutto dalla vita.)

Hai un gruppo di amici infinitamente chiassoso e saturo di dramma adolescenziale? Diventa capitano della squadra di nuoto e fissa gli allenamenti in corrispondenza dei periodici deliri dei soggetti più problematici!

Ti sei reso conto di sentire un certo calore alle guance quando la tua ‘acerrima nemica’ ti fissa con troppa intensità? Beh… beh…

A volte faceva abbastanza schifo, essere Poseidone Grace.

Atena Chase aveva la capacità di farlo sentire stupido e allo stesso tempo l’unica persona interessante di tutta New York. Litigare con lei a mensa era una buona scusa per scoprire che, seppur figlia modello, Atena non amava mangiare la sua dose settimanale di verdure, ingerita sempre controvoglia e regolarmente a rischio di finire sulla faccia di Pos dopo un commento particolarmente irritante. Litigare con lei in classe, invece, lo faceva ridere: Atena faceva una faccia esilarante quando si accorgeva di aver perso un frammento di spiegazione del professore per colpa sua, ed era sempre bello sapere di riuscire a farla arrabbiare quasi senza sforzo. Litigare con lei quando si usciva al pub di Dioniso gli dava l’occasione di ammettere, con la mente leggermente offuscata dall’alcol, che le labbra di Atena erano belle anche quando non sorrideva, e che quando Atena rideva per qualche commento salace di Era improvvisamente smetteva di sembrare più adulta del dovuto.

Litigare con lei gli dava l’assoluta certezza, soprattutto, di conoscere buona parte dei suoi difetti, dall’orgoglio all’alterigia alle piccole maniacali ossessioni su come si dovesse mangiare un budino -il budino della scuola faceva talmente schifo che, no, Pos credeva non meritasse un cucchiaino come un qualsiasi altro dolce, ma la forchetta sporca con cui aveva appena finito di mangiare l’insalata: che Atena se ne facesse una ragione.

Eppure il problema era proprio quello: nonostante fosse in possesso di quella conoscenza, per certi versi privata e concessa a pochi, Pos riusciva comunque a rimanerci male al termine di ogni bisticcio. Era terrificante, realizzare di accontentarsi di un rapporto quasi estenuante e rancoroso pur di ottenere la sua attenzione.

Poseidone aveva accettato con filosofia la sua cotta durante l’estate, e definitivamente dopo il disastroso pomiciare con Anfitrite. Dopo, tutto era cambiato in maniera esponenziale.

***

Solo il primo biglietto aveva richiesto una preparazione scrupolosa e una buona dose di arguzia.
Aveva scritto al computer nel font più anonimo e comune che potesse esserci -grazie, Times New Roman-, stampando il biglietto a scuola preoccupandosi persino di non lasciare impronte digitali. Dopotutto, se Atena avesse raccolto la sfida, cosa che riteneva matematicamente certa, si sarebbe dovuto preoccupare di essere il più cauto possibile, persino paranoico.

Aveva scritto e riscritto il biglietto una decina di volte, arrivando persino a consultare Lie to me, una delle serie preferite di Orion, riguardo a come riconoscere il sesso di chi scriveva una lettera anonima: quella serie era una fonte magica di sapienza, in grado di far impallidire i ragionamenti deduttivi di Conan Doyle o Poe con i loro investigatori*.

Nessuno gli aveva fatto compagnia durante quella maratona, ma per Pos era stato meglio così. Ancora si ricordava le reazioni di Orion di fronte ad alcuni colpi di scena, la maniera in cui saltava sul divano quando scopriva di aver azzeccato l’identità dell’assassino: riguardò i primi episodi trattenendo la malinconia e immaginando di avere Orion ancora lì, di fianco a lui sul letto enorme di camera sua, una ciotola di pop-corn in mano e lo sguardo incatenato allo schermo in attesa di un indizio rivelatore. Alla fine della prima stagione ignorò le lacrime e pensò a cosa avrebbe detto Orion della sua iniziativa.

  Orion gli avrebbe dato manforte dopo una ritrosia iniziale: da un lato non avrebbe approvato un sotterfugio del genere dal punto di vista etico, dall’altro Orion era un cacciatore, e viveva di agguati e attese oltre all’adrenalina con cui affrontava ogni giornata. Orion gli avrebbe detto di combattere per chi amava, come lui aveva sempre fatto con Artemide.

Spense le luci e uscì in giardino: faceva già abbastanza freddo da lasciargli brividi lungo le braccia scoperte, e le piastrelle del bordo piscina erano gelate e lisce come un lago d’inverno. Osservando le stelle, la cintura di Orione gli aveva sorriso con la promessa di ritornare anche l’inverno seguente.

Il giorno dopo, Poseidone aveva nascosto il primo biglietto di Neptune Hate.

***

   In biblioteca, le persone dimostravano chi fossero davvero. Forse era per il religioso silenzio imposto dai continui pattugliamenti ad opera del bibliotecario e dei professori, oppure l’aria era davvero satura di ossigeno e cultura, come aveva detto una volta Apollo. Sta di fatto che Poseidone non era mai stato spaventato come in quel momento, quando aprendo la porta della biblioteca si ritrovò di fronte le anime dei suoi compagni di scuola spogliate dei loro gusci esteriori.

   Scorse Eco, il viso pallido, gli occhi scuri e le labbra rosse visibili sopra le coste dei libri in uno scaffale, un ritaglio della sua figura sottile come tutto ciò che era rimasto di lei. Orfeo, la sua cetra stretta al petto in fondo al corridoio, esponeva i biondi ricci al sole in un’aureola luminosa attorno al viso addolorato, con il capo poggiato sul vetro opaco di sporcizia. Euridice non si vedeva più, a scuola, forse si era davvero trasferita come si diceva.

Persino Afrodite, che pure amava e sapeva parlare, non apriva bocca dal tavolino circolare che aveva colonizzato con le altre cheerleader. La sorella di Demi, silenziosa come un assolo di batteria in un pezzo di musica classica, gli sorrise velocemente e gli passò davanti in punta di piedi, lasciando una scia di zucchero e fiori.

  Proprio in mezzo alla stanza, però, era il bibliotecario Proteo a inquietare Poseidone più di quanto fosse logico pensare. L’uomo sedeva sulla sua poltrona girevole ricoperta di un tessuto di feltro blu, agitando mollemente le gambe come per testarne la comodità. I capelli bianchi, traslucidi di unto e tendenti al giallo, gli arrivavano alle spalle poggiandosi sulle guance e la fronte come viscidi tentacoli. Gli occhi blu, simili a quelli di Poseidone stesso, parevano appartenere a un uomo diverso, più giovane, anche se a volte parevano gialli e vitrei come se la vecchiaia giungesse violenta sulle spalle del bibliotecario.  
  Fin dal primo anno, Pos aveva incontrato problemi ogni volta che era entrato nella biblioteca, il tutto a causa di quell’uomo. Era noto, infatti, come Proteo non amasse aiutare gli studenti nelle loro ricerche, e di come evitasse spesso di rispondere alle loro domande nonostante la sua vasta cultura e la sua pressoché completa conoscenza di ogni libro di quella scuola.

   Proteo dichiarava sempre di avere un certo impegno importante o un certo professore da incontrare non appena qualcuno gli chiedeva dove fosse un tale libro, o come si potesse definire un tale fenomeno scientifico. Solo coloro che erano in grado di coglierlo nel giusto momento, solitamente verso mezzogiorno, dopo la pausa pranzo, e che lo assillavano di domande e, persino, velate minacce, riuscivano ad ottenere ciò che cercavano.

Pos vide la sorella di Demetra vagare con un’aria confusa di fronte alla sezione di letteratura inglese delle origini, senza azzardarsi, ovviamente, a chiedere aiuto a Proteo; Pos non la biasimava per questo. Lui però avanzò con passo deciso, arrivando di fronte alla scrivania di Proteo prima di quanto sperasse. L’uomo stava leggendo quello che sembrava una edizione in lingua originale de I fratelli Karamazov di Dostoevskij, il che non avrebbe sorpreso nessun studente della Olympus: quell’uomo era tanto sfuggente quanto saggio, e Pos necessitava della sua sapienza.

-Signor Proteo?-azzardò.

Proteo emise un verso a metà tra ‘Sono impegnato’ e ‘Mh’, senza sollevare lo sguardo. Eco, da qualche parte, replicò con aria vagamente divertita le parole del bibliotecario. Poseidone invocò la forza necessaria per quella difficile impresa.

Sarebbe stata una lunga conversazione.

-Signor Proteo, mi servirebbero dei libri sulla crittografia.

Proteo roteò su sé stesso e gli diede le spalle, al che Poseidone riservò il suo sguardo esasperato allo schienale della sedia.

-Signor Proteo.

Proteo fece un minuscolo salto sulla sedia, ondeggiando come un grosso pesce obeso di feltro blu e plastica.

Pos si sarebbe anche accontentato di leggere Crypto di Dan Brown, evitando così letture più pesanti ed erudite, ma in quell’esatto momento scorse Atena Chase attraverso la piccola finestra rettangolare di plastica trasparente incorniciata sopra al maniglione antipanico della porta di entrata. Gli occhi grigi della ragazza apparivano da lontano dello stesso colore delle ceneri, o del fumo di una Londra passata. Pos si figurava già come quelle ceneri si sarebbero animate di un redivivo fuoco non appena la ragazza lo avrebbe visto nella biblioteca, agli occhi di Atena il luogo più sacro di tutto l’edificio. Poseidone non intendeva essere colto nell’atto di profanare la biblioteca, né farsi vedere, una decina di giorni dopo il primo biglietto di Neptune Hate, dalla destinataria stessa con in mano un libro su come scrivere messaggi cifrati. Pos, realizzò, era un uomo d’azione, non di parole. Afferrò a due mani lo schienale della sedia girevole, dandone un violento scossone prima di voltare la poltrona di scatto. Si trovò faccia a faccia con il vecchio, respirando uno sgradevole odore di alghe e mare -Cosa diavolo mangiava durante la pausa pranzo? Anemoni? Calamari?- tale da farlo tentennare un attimo.

-Signor. Proteo. -scandì, scuotendo di nuovo lo schienale per far recepire bene il concetto-Crittografia, per favore.

Atena stava per aprire la porta da un momento all’altro, quando improvvisamente si voltò a parlare con un interlocutore che Pos non riusciva a vedere.

Proteo sembrò boccheggiare proprio come un pesce per qualche secondo, prima di corrugare le sopracciglia e tentare un’ultima ritirata.

-La inseguirò fino a stasera, giorno e notte, anche di domenica, finché non mi aiuterà nelle mie ricerche. È una minaccia-chiarificò, e per poco non cedette alla tentazione di iniziare una rivoluzione studentesca, magari appendendo il panciuto bibliotecario con le corde che in palestra parevano cimeli pre-bellici.

Fuori dalla porta si sentì un urlo presto soffocato. Pos si volse quel minimo che bastava per scorgere Atena ed Ermes, una seria e l’altro praticamente terrorizzato.

-Quarto corridoio dietro lo sgabuzzino.

Per poco l’intera biblioteca non si bloccò in quell’attimo irreale. Eco ripeté le parole di Proteo pur di convincersi che fossero vere.

Poseidone lasciò andare la sedia girevole, il fiato sospeso. Era difficile credere che Proteo sapesse davvero muoversi senza l’ausilio della sua poltrona, ma così stava succedendo davanti agli occhi increduli degli studenti. Arrancò dietro a uno scaffale pericolante, introdusse la mano in uno oscuro anfratto in fondo a un piccolo corridoio e ne ricavò un libro praticamente intonso, se non per il timbro della biblioteca nella scuola impresso sulla costa. Brusco mise il libro tra la braccia dello studente, rauco proferì di nuovo consigli su dove trovare altri volumi utili, sconfitto ritornò alla sua postazione.

Poseidone, trionfante, sollevò il faticato frutto delle sue minacce.

Atena aprì la porta, e l’incanto della simbolica vittoria del corpo studentesco contro il tirannico bibliotecario si dissolse. Lo status quo venne ripristinato, Eco riprese a mormorare ciò che origliava dagli studenti vicini a lei e Pos si voltò a fronteggiare la sua… nemicotta, nemica e cotta allo stesso tempo. Il criceto del cervello di Pos si preparò a fornire scemenze quali il termine nemicotta al momento opportuno.

 

ATENA

Atena non aveva tempo da perdere, nemmeno per Poseidone Grace. Il ragazzo teneva sollevato un libro a lei sconosciuto come se, inclinandolo a dovere, la sapienza al suo interno si potesse riversare nella vuota scatola cranica del ragazzo. Speranza vana.

Il ragazzo si ricompose in fretta, infilando il libro nello zaino. Crypto, invece, di Dan Brown -l’aveva letto durante il suo secondo anno, il finale non aveva mantenuto le aspettative sorte durante la lettura- rimaneva saldo tra le dita del giovane. La vista di Poseidone Grace nella biblioteca era disturbante di suo, facendo raggiungere livelli onirici alla situazione già di per sé irritante.

Ermes Stoll non aveva intenzione di parlare, sembrava. Atena aveva sospettato di lui fin da subito, per poi declinare sull’ipotesi che Ermes, dato che non aveva alcun motivo per scrivere il biglietto firmato N.H., fosse solo un complice, o un ignaro informatore utile ai suoi scopi. Appena lo aveva trovato nel parcheggio della scuola intento a parlare con Artemide, aveva colto l’occasione per interrogarlo. Ermes prima non aveva capito, poi aveva fatto finta di non capire, poi l’aveva convinta quasi del tutto della sua innocenza.

Si era persino offerto di aiutarla a scoprire il vero mittente del biglietto, e così Atena aveva proposto una salutare incursione nel suo territorio. L’infestazione che vi aveva trovato non era anch’essa nei suoi piani.

Poseidone fu il primo a prendere parola.

-Chase.

-Grace.

-Stoll.-si intromise Ermes.

Atena si promise di uccidere Ermes non appena avesse smesso di essere utile. Sapeva che Artemide avrebbe capito e non avrebbe sporto denuncia.

-Sai leggere-non poté fare a meno di dire la ragazza.

Grace fu sul punto di dire qualcosa, poi decise il contrario. Abbassò il capo, passò loro davanti e diede uno schiaffo fulmineo sul collo scoperto di Ermes.

Chiuse la porta e se ne andò.

-Volgave.-commentò Ermes con una finta erre moscia, a tutti e nessuno in particolare. Atena socchiuse gli occhi.

-Torniamo a lavoro.-lo rimproverò-Ermes, comincia a tirare fuori il libro più pesante che hai dallo zaino.

Il ragazzo le rivolse uno sguardo interrogativo.

-Dobbiamo minacciare Proteo con un oggetto contundente per essere efficaci.

Eco sgranò gli occhi: quel giorno in biblioteca non si poteva proprio stare tranquilli. Grace e Chase, inoltre, a volte avevano la stessa scintilla di follia negli occhi quando compivano gesti estremi, il che la divertì abbastanza da ripetere sottovoce ciò che Atena prima aveva dichiarato con fermezza.
-...per essere efficaci.-mormorò.








 

Note Autrice

Queste sono note lampo perché il tempo stringe. Grazie del supporto, della recensione e grazie a tutti coloro che continuano a leggere. Spero che questo aggiornamento 'lampo' per i miei standard vi faccia sorridere. Ermes is the new Ciuchino, comunque ;)
Note tecniche:

I miti ripresi in questo capitolo sono il mito di Proteo, indovino mutaforma (spesso sotto forma di pesce, o poltrona) e recalcitrante, ed Eco, che in maniera buffa e un po' strana ripeterò da ora in poi le ultime parole di chiunque le stia vicino ;P, spero abbiate apprezzato l'adattamento.

*Lie to me: una bellissima serie tv ormai conclusa da anni dove il protagonista è specializzato nell’analisi facciale per rilevare bugie, emozioni nascoste e altra roba. Una figata.

Poe ha scritto il primo romanzo con un investigatore che lavora sulla base delle prove e del ragionamento deduttivo, come Sherlock Holmes per intenderci, intitolato ‘I delitti della rue Morgue’: è un classico da non denigrare ;).

Santo Wikipedia per i curiosi:

https://it.wikipedia.org/wiki/I_delitti_della_Rue_Morgue

https://it.wikipedia.org/wiki/Lie_to_Me

Bacioni, spero che tifiate per Pos quanto me
Ali<3

 
 
   
 
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