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Autore: LaVampy    05/04/2017    4 recensioni
dopo l'ennesima lite a causa della magia,Alec sfida Magnus a stare una settimana senza magia. e come farà il nostro stregone???
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, mi scuso per l'altra volta, 
Non so cosa ho toccato ma mancava una parte. 
Spero non ci siano troppi errori, se ci fossero domani dal computer rileggo meglio, oggi dal cellulare, ho riletto più volte e non ne vedo, ma sono vecchietta e ho gli occhiali in ufficio e stasera il mio notebook ha deciso di aggiornarsi!! Con affetto LaVampy 
Ps. Spero di leggervi nei commenti!!! 
 

-Amore?- urlò Alec, dalla cucina, guardando sotto il lavandino. 

-Si Gideon?- entrò nella stanza ridacchiando Magnus, schivando la spugna insaponata che il compagno gli aveva lanciato. 

-C'era un flacone qui sotto, di colore viola, che fine ha fatto?- chiese il cacciatore, tornando a guardare sotto al lavello. 

-Oh quel flacone, l'ho usato per pulire il bagno- disse Magnus, dopo averci pensato un po'. 

-Tutto? Era nuovo- disse Alec, guardando il compagno. 

-Perchè non era per una volta sola?- chiese innocentemente lo stregone. 

-Sono senza parole, uno stregone, pluricentenario che non riconosce un detersivo- rise Alec. 

-Appunto Stregone- rispose Magnus. -Stregone,magia e scintille-disse scioccando le dita. 

-Non questa settimana- rise Alec. 

-Grazie amore per ricordamelo sempre- disse Magnus, uscendo con rabbia dalla stanza. -E comunque aveva un cattivo
odore, quel detersivo-. 

-Senti, invece che offenderti, potresti fare tu la spesa?- chiese Alec, senza ottenere risposta. 

-Ti lascio una lista e dei soldi- disse ancora il cacciatore. 

-Perché non vai te? Mister Perfezione?-disse lo stregone, lisciandosi la maglia. 

-Perché devo andare a Idris, per una riunione urgente- rispose il cacciatore. 

-Non mi hai detto nulla- disse Magnus. 

-E' solo per i capi- rispose Alec. 

-Tu non sei un capo, sei un papà- disse Magnus, arrabbiato. 

-Ma resto sempre e comunque un Lightwood- rispose Alec, -Ti prego non voglio litigare, puoi fare la spesa? O devo chiedere a Simon?-. 

-Se Simguld sa fare la spesa sono capacissimo pure io. Anche senza magia- rispose offeso lo stregone. 

-Ti lascio la lista sul tavolo, il passeggino è nel sottoscala- disse Alec, mettendosi la divisa. 

-Odio quando fai così- disse lo stregone, appoggiandosi allo stipite della porta. 

-Ieri sera non dicevi quello- rispose malizioso il cacciatore. 

-Ti preferivo timido- rispose lo stregone baciandolo. 

-Magnus ti prego,non ho il tempo, tra poco arriva mia madre- disse il cacciatore. 

-Ti odio- disse lo stregone allontanandosi. 

-Vediamo stasera, se mi odi ancora- disse baciandolo appena. 

-Devo solo fare una spesa, cosa vuoi che sia- disse lo stregone. 

-Ne riparliamo- disse Alec, uscendo, non prima di essere passato da Max, per vederlo dormire. 

C'era qualcosa di più imbarazzante del tuo fidanzato che ti lascia sul tavolo la lista della spesa e i soldi? Lui uno degli immortali più vecchi, costretto a fare la spesa e pagare come un semplice mondano. Ma del resto quella era la settimana Alexander Gideon Lightwood vs Magnus Bane, la settimana della scommessa. Quindi, non potendo togliere il sorriso soddisfatto dalla faccia del compagno, magari trasformandolo in un bruco, si era limitato a non dire nulla, accennando un sorriso di commiato. Alexander l'avrebbe pagata, non sapeva ancora come ma ci sarebbe riuscito. E quella mattina aveva anche Max, perché tutta la famiglia Lightwood era ad Idris, per una riunione famigliare ,e Catarina lavorava. Dopo aver vestito il bambino ed aver usato l'ultimo pannolino decise di recarsi nel supermercato vicino a casa. Prese il passeggino piegato di Max, lo mise nell'ascensore e premette il testo per scendere. Una volta fuori  osservò sconsolato l'oggetto. Come si apriva? Aveva Max in braccio e di certo non lo avrebbe appoggiato per terra. Quell'aggeggio non voleva saperne di aprirsi e Max irrequieto iniziava a lamentarsi dei continui scossoni.  
-Dai tesoro, ho quasi fatto-disse baciandogli una guancia, facendogli il solletico con la sua barba. Fu in quel momento che scorse una mamma con un passeggino simile al suo e , nascondendo l'imbarazzo e la voglia di uccidere Alec dietro ad un sorriso, le chiese aiuto per aprire il passeggino. 

-Mi scusi ancora se l'ho disturbato-disse Magnus, arrossendo appena. 

-Nessun problema anche mio marito non capisce mai come aprirlo anche se è piuttosto semplice, vede?- disse indicando una punto indefinito , e Magnus, per gentilezza più che per comprensione fece cenno affermativo. -Ecco, spinge qui con il piede ed ecco fatto- disse la donna pochi secondi dopo, lasciando allibito lo stregone. 

-Ma certo- disse per non fare completamente la figura dell'idiota, -Ora me ne sono ricordato- disse ridendo, toccandosi la fronte con la mano. 

-Sono certa che sua moglie glielo aveva già detto- disse l'altra comprensiva. 

-Di solito se ne occupa Alexander, ma oggi è fuori per lavoro- disse lo stregone, notando con piacere che la donna non sembrasse minimamente sorpresa.  

-Ah, è il compagno di Alec-disse la donna, collegando tutto. 

-Lo conosce?-chiese allora Magnus. 

-Certo, porta spesso Max al parco, non so come mai non avevo riconosciuto Mirtillino- disse la donna, accarezzando una manina del bimbo, che le sorrise tendendogli le braccia.  

-Mi scusi ma qualcuno è geloso-disse la donna, guardando il suo passeggiano, dove una bambina lo guardava con gli occhi grigi, pronta alle lacrime. 

-E' stato un piacere conoscerla. Io sono Ilary- disse la donna, tendendogli una mano. 

-Magnus-rispose solo lo stregone. 

-Lo sapevo già- disse la donna ridendo, allontanandosi. 

Lo stregone rimase ad osservarla sparire dietro l'angolo per poi sistemare il bimbo nel passeggino. -Max per Lilith fermo, se non ti lego cadi- disse lo stregone, quando il bambino scalciando cercò di liberarsi. 

Dopo svariati minuti riuscì nell'impresa, e questo lo fece sentire potente, anche senza magia. Percorse i primi metri, fermandosi poco dopo per raccogliere prima il pupazzo, poi il tovagliolo e infine il ciuccio che Max gettava per terra. 

-Max, la smetti- chiese Magnus, fermandosi e sporgendosi dall'alto per guardare il bambino che si limitò a fare uno dei migliori sorrisi che lo stregone avesse mai visto, facendogli battere il cuore velocemente. 

-Sei un mostro- disse guardando il bambino, che batteva i piedini felice- Ma se non la smetti di gettare le cose per terra, non arriveremo mai-. 

Max lo guardò serio per un paio di secondi, fermando la manina a metà. -Ecco bravo, mirtillo di papà-. Ma non ebbe modo di finire la frase che fulmineo, il bambino gettò il gioco per terra. 

-Insomma, basta- disse serio lo stregone, prima di raccogliere il gioco, infilarlo nella borsa da passeggino e proseguire, incurante delle lacrime del bambino, nella strada per il supermercato. 

-Non attacca- ripeteva lo stregone, -Quindi smettila, immediatamente- disse ancora, fermando il passeggino all'ingresso del supermercato. -Col cavolo che lo chiudo, quell'aggeggio infernale, costruito da Lilith in persona-.

Prese il bambino ancora piuttosto urlante e si recò a prendere un carrello per la spesa. Impresa quasi epica. Ogni volta che infilava un piedino dentro il carrello, Max usciva con l'altro. 

-Signorino, hai deciso per caso di farmi impazzire, la vuoi smettere. Non ti sopporto più- disse esasperato lo stregone, riuscendo ad incastrare il bambino nel carrello della spesa.  

Prese la lista della spesa , lasciatagli da Alec e iniziò a cercare i prodotti sugli scaffali. Ma se aveva pensato che fare la spesa potesse essere stressante da soli, mai avrebbe immaginato che fosse impossibile con un piccolo demonio, che urlava e scalciava ogni volta che vedeva qualcosa di colorato. Non bastò avergli preso il peluche più grosso a forma di balena, che c'era in tutto il supermercato, ben presto quello fu gettato a terra. 

-Max, ti prego- disse esasperato Magnus, raccogliendo la balena da per terra. 

Si sarebbe preso una settimana di ferie, lontano da tutti e tutto, avrebbe migrato in un'isola deserta, avrebbe spento il cellulare, disattivato ogni mezzo di comunicazione e avrebbe vissuto come un eremita. -Insomma, basta- disse lo stregone, buttando la balena dentro il carrello, scatenando cos' una crisi di pianto in Amx. E questa cosa lo irritava, a dismisura. Non che si dovesse scusare se solo i mondani avessero saputo chi era ne avrebbero avuto il terrore, ma d'altro canto c'era da dire che nessuno prestava attenzione al bambino frignante nel carrello, anzi. Più di una volta si ritrovò a fissare negli occhi altri padri comprensivi. Come a dire: sarà sempre peggio lo sai? Ora capiva come mai Alec, non aveva mai trovato da dire sui suoi metodi di fare la spesa, lo stronzo aveva certamente sperimentato l'imbarazzo della spesa. Questa gliel'avrebbe pagata e a caro prezzo, una settimana di astinenza da arco, anzi quindi giorni, a costo di trasferire la feretra del compagno in mezzo alla giungla cosparsa di ragnatela. Lesse la lista, nuovamente arrossendo sull'ultima richiesta. Ripensandoci quindici giorni erano pochi, un anno come minimo. Anche due! 

Punto primo : detersivo per i piatti. 

Ora che i mondani fossero complicati ormai lo sapeva da anni, ma che avessero creato quasi venti qualità diverse dello stesso detersivo, lo lasciava letteralmente senza fiato. 
Quello al bergamotto, al limone, alla menta, al bicarbonato e chi più ne aveva più ne mettesse. Passo circa cinque minuti spaesato guardando i vari flaconi. Era quasi intenzionato a chiamare Catarina, se non fosse che quello l'avrebbe messo in una situazione imbarazzante. Alla fine ebbe una folgorazione, uno dei detersivi all'interno aveva dei piccoli granelli molto simile ai suoi glitter. Lo prese come un segno del destino e mise il flacone nel carrello, tracciando una bella x vicino al punto uno. 

Punto secondo: detersivo per pavimenti. 

Dopo essersi chiesto mentalmente per quale assurdo motivo non si potesse usare lo stesso per i piatti, cercò qualcosa che riportasse sopra la scritta per pavimenti. E se per comprare un flacone prima ci aveva impiegato solo dieci minuti, lì, come minimo, avrebbe invocato Elyaas. C'erano di tutti le forme, i tipi, e i gusti. Si sarebbe informato se c'era qualche mondano così pazzo da assaggiare i detersivi, ma non era quello il momento. Annotando con la penna la parola ragno vicino a pavimenti, osservò sconsolato lo scaffale. 

-Mirtillo vuoi sceglierne uno te? Perché io non so cosa fare- disse Magnus, accarezzando la testa del bambino, che sentendosi chiamato in causa mosse le manine. 

-Vuoi questo?- indicando un flacone, ma il bambino emise un borbottio. 

-Questo?- disse indicando quello vicino, ma nuovamente il bambino emise un borbottio infastidito. 

-Per Lilith, vuoi questo?- disse prendendo un flacone viola, e muovendolo, facendo gorgogliare il prodotto all'interno e il bambino che battè le mani felice. Mettendo una x bella grossa, subito dopo la parola ragno. 

Punto terzo: pappa Mirtillo, con tanto di disegnino vicino ed elenco dettagliato, di marca, peso e un piccolo ps. Gira il foglio. 

Rilesse nuovamente, senza trattenere un sorriso, tra l'esasperato e l'incavolato. Pappa mirtillo. Lo credeva stupido? Che non era in grado di  comprare il cibo per suo figlio senza  dover vedere incollato dietro una parte del latte in polvere che mangiava suo figlio? Annotò la parola ragno vicino al punto terzo scrivendolo in maiuscolo e sottolineato almeno una decina i volte, mettendo la lista della spesa, accartocciata nella tasca dei pantaloni. Era più che in grado di comprare da mangiare a suo figlio, senza aiuti. Non era uno stregone appena nato, cavolo, era il sommo stregone. Giunto nella corsia dedicata ai bambini, però dovette ammettere con se stesso che in mezzo a quelle scatole, arancioni, azzurre gialle e verdi, non ci avrebbe mai cavato un ragno dal buco. Prese la lista, la lisciò si guardò intorno quasi a temere di veder spuntare il compagno e cercò tra le tante, la scatola che gli interessava. -Mirtillo, la pappa- disse Magnus, sollevando come un trofeo la scatola del latte. -Uno a zero, palla al centro- disse orgoglioso mentre metteva il contenuto dentro al carrello, sentendo piangere Max, quando fece per allontanarsi. 

-Oh cielo, non ricominciare, sei stato bravo fino ad ora- disse Magnus, ma il bambino iniziò a piangere, si fermò solo quando il padre tornò indietro. 

-Cosa c'è?- chiese Magnus, guardando il bambino, fece per allontanarsi e Max era nuovamente prossimo alle lacrime.

-No, no e no- disse Magnus, guardando il bambino che fissava lo scaffale. 

-Piccolo mostriciattolo, ecco cosa vuoi- disse prendendo la scatola dei biscotti, e mettendola nel carrello, facendo lamentare il bambino. 

-Max, non so se posso aprirli- disse piano lo stregone, guardando il bambino, ma come tutti sanno, Max in lacrime, faceva sciogliere lo stregone, che strappata la scatola, diede un biscotto al bambino, ricevendo in cambio un enorme sorriso sdentato. 

Proseguì con la spesa, comprando la pasta, il latte, la cioccolata, facendo una x sempre vicino ai vari prodotti. Curiosi i mondani, avevano anche la pasta arancione non che Fino ad arrivare all'ultimo. Guardando l'ultima voce per un attimo provò la sensazione di gettare via la lista, ma forse quello poteva usarlo come punizione. Vagò per il supermercato, mentre Max smangiucchiava un biscotto. Un'ora più tardi, due borse della spesa colme, un bambino urlante e un principio di mal di testa dopo, finalmente giunse a casa. Trovando il compagno sotto la doccia. 

-Sei arrivato prima- disse quasi urlando Magnus. 

-Buongiorno anche a te- disse Alec, uscendo dalla doccia. 

-Sono sporco di biscotto, ho mal di testa, e non ho tempo per il TUO sarcasmo- rispose lo stregone. 

-Mio?-. 

-Oh Alexander, si il tuo stupido sarcasmo. Sia scritto che vocale- rispose lo stregone. 

-Che ho fatto?- chiese stupito. 

-Forse questa ti sarà di aiuto- disse lanciandogli contro la lista della spesa. 

-Ma cosa stai dicendo?- disse Alec, osservando la lista. -E perché c'è pieno di ragni?-chiese rabbrividendo. 

-C'era bisogno dei disegnini?- chiese portandosi una mano all'attaccatura del naso. 

-Volevo solo essere gentile, visto che non hai mai fatto la spesa- rispose il cacciatore. 

-Chi fa solitamente la spesa?- chiese il più vecchio. 

-Tu- rispose il cacciatore. 

-Ecco- rispose lo stregone. 

-Scusami ma non ti seguo- rispose il cacciatore. 

-Non mi segui. Lui non mi segue, povera creatura. Beh la prossima volta visto che sono io che faccio la spesa, evita i disegnini- rispose lo stregone, tagliente. 

-Tu fai la spesa con la magia- rispose il cacciatore.- Credevo di farti un favore- urlò il moro. 

-Stai seriamente alzando la voce con me?- chiese lo stregone. 

-E tu ti stai seriamente incazzando per un aiuto?- chiese il cacciatore.- Volevo solo farti un favore, ma tu, il perfetto, non puoi dire grazie vero?-. 

-Non sono perfetto- rispose lo stregone.- Sono l'unico e il migliore-. 

-No veramente, e io che sono tornato a casa prima- rispose Alec, dandogli le spalle. 

-Lightwood non darmi le spalle- rispose sbuffando lo stregone.- 

-Bane- disse alzando una mano e salutandolo. 

-Ti odio lo sai?- urlò lo stregone. 

-Già ma sono qui- rispose Alec,-e non intendo andarmene. Fattene una ragione- 

-Tanto se speri che abbia comprato tutto della lista- disse malefico il ragazzo,- Ti sbagli- disse ridendo. 

-Ah ecco- disse Alec, fermandosi. -E' per quello che sei arrabbiato?- chiese ridendo il compagno. 

-Non ridere di me- urlò lo stregone, colpendolo con un cuscino. 

-Mi hai lanciato un cuscino?- disse voltandosi. 

-In mancanza della magia- rispose lo stregone, malizioso. 

-Brutto... era tutta una scena? Dovrebbero darti l'Oscar- rispose il cacciatore. 

-No, ho veramente mal di testa- disse lo stregone. 

-Max?- chiese il cacciatore. 

-Dormirà per un paio di ore- rispose l'altro, avvicinandosi e abbracciandolo. 

-Qualcuno è impaziente- rise il cacciatore. 

-Frena cacciatore- disse ridendo Magnus, togliendo dalla tasca una scatola. 

-Sei impossibile-rispose il cacciatore. 

-Ma mi ami...- rispose lo stregone. 

-Forse-rispose il cacciatore, allontanando appena il compagno. 

-Non vincerai mai l'Oscar- disse baciandolo.
   
 
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