Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Blablia87    05/04/2017    4 recensioni
Nel febbraio del 1898, Sherlock Holmes e il Dottor Watson lasciano Londra per correre in soccorso del giovane protetto di importante uomo politico.
Il ragazzo è convinto di chiamarsi Christopher Marlowe, di essere un commediografo e di star per affrontare una terribile sorte, come già accaduto quasi tre secoli prima all’uomo del quale si ritiene l’incarnazione.
Il “Caso Marlowe” trascinerà ben presto Holmes e Watson in un pericoloso gioco di potere che rischierà di cambiare per sempre le loro vite.
Genere: Sentimentale, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3.


 
 a campagna inglese - ancora stretta dai rigori dell’inverno - scorreva pigra, carica di nebbia evanescente, oltre i vetri della carrozza scelta per il nostro viaggio.
 
Non appena lasciata Londra alle nostre spalle, Holmes si era chiuso in un ostinato silenzio che – ormai ben avvezzo a questa sua occasionale prerogativa – avevo, come sempre in quelle occorrenze, deciso di rispettare. Mi dedicai quindi alla lettura dei miei abituali quotidiani, acquistati durante il percorso in carrozza verso la stazione.
 
La sua voce ricomparve brevemente circa a metà del tragitto, ridestata dal leggero bussare del controllore alla porta in legno del nostro scompartimento.
 
Una volta mostrati i nostri documenti con sbrigativa educazione, Holmes tornò a rivolgere ogni attenzione al placido mutare del paesaggio livido al di là del finestrino.
 
«Non trova che ci sia qualcosa di estremamente affascinante, in una tale decadente desolazione?» sussurrò circa un’ora più tardi, senza distogliere lo sguardo dai campi brulli.
 
«Affascinante non è l’esatta definizione che adotterei» ammisi, tentando di rintracciare in quelle nebbie lattiginose cosa avesse potuto attrarre in modo tanto forte l’interesse del mio amico. «Sarei più propenso ad usare il termine “malinconico”» aggiunsi, sentendomi pervadere, per qualche attimo, dalla mia stessa suggestione.
 
«Non sembra affatto il soggetto adatto ad un accumulo eccessivo di bile nera» rispose Holmes con bonario schernimento, deviando abilmente – come amava spesso fare in presenza di termini dall’etimologia complessa –  la propria attenzione e la discussione stessa verso l’origine della parola che avevo inserito, senza alcuna intenzione particolare, nella nostra conversazione.
 
«Crede che ci sia un qualche temperamento preso in analisi da Ippocrate nella sua teoria umorale che sia più consono a rappresentarmi?» domandai, sinceramente incuriosito dalla prospettiva di riuscire a cogliere - attraverso la risposta ottenuta - un qualche giudizio di Holmes sulla mia persona che, magari per una mia grave disattenzione, fosse rimasto nascosto nel corso degli anni trascorsi a Baker Street in sua compagnia.
 
Il perché avvertissi una tale esigenza in modo tanto coercitivo era da attribuirsi ad una latente parte del mio sentire che – attraversata la soglia della mezza età - si era improvvisamente risvegliata sotto le scosse di un devastante e profondo turbamento. Smarrimento dal quale, codardo, cercavo di sfuggire all’epoca con tutte le forze, il più delle volte con risultati vani.
 
«Il Rinascimento ha confutato la veridicità di certe convinzioni più di quattro secoli fa» rispose Holmes dopo un breve silenzio, spostando per un attimo gli occhi su di me. «Ad ogni modo - se questo mio esercizio di fantasia può in qualche modo servire a placare una sua curiosità - ritengo che procedendo ad un’analisi secondo il credo di Ippocrate, il carattere che più si potrebbe dire prossimo al suo sarebbe quello degli afflitti da una presenza considerevole di bile gialla» terminò, tornando a dedicarsi allo scorrere del paesaggio oltre il vetro.
 
«Mi ritiene propenso alla collera?» risposi immediatamente, piccato, sentendomi oltraggiato quasi le parole di Holmes mi avessero recato un grave affronto.
 
«Alle volte. La ritengo anche permaloso, inclinazione alla quale – per inciso - ha appena fornito uno splendido esempio» ribatté lui, lasciandosi andare ad un veloce sorriso. «Ma la considero in ugual misura scaltro e, quando necessario, ha saputo altresì dar prova di estrema e lodevole generosità.»
 
Rinfrancato dalle parole di Holmes, ripiegai con attenzione il giornale che avevo posato su le gambe e lo lasciai cadere distrattamente sul sedile di fianco a quello dove mi trovavo, portando il viso all’altezza del suo per poter meglio godere della sua stessa visuale sull’esterno.
 
«Cosa l’affascina, esattamente?» chiesi dopo qualche istante, quando la foschia divenne densa al punto da rendere indistinguibile dove la terra lasciasse il passo al cielo grigio che la sovrastava.
 
«I colori accesi, come i pensieri incalzanti, finiscono col confondere e stordire chi vi si trovi avvolto. Il vuoto di una pianura dai contorni sfumati è uno splendido ristoro per una mente oberata» sussurrò Holmes, chiudendo gli occhi per qualche secondo. «Se si è abbastanza concentrati, si possono quasi diradare le nebbie delle proprie riflessioni interiori diluendole con attenzione nella caligine esterna.»
 
Ero sul punto di domandare ad Holmes quali pensieri ingombrassero in modo tanto gravoso e coercitivo la sua mente quando, con un lungo fischio della locomotiva, il macchinista annunciò l’ormai prossimo arrivo alla stazione di Romford.
 
Quasi ridestandosi da un sonno profondo Holmes batté un paio di volte le palpebre, portando lo sguardo e la propria attenzione – forse per la prima volta dalla nostra partenza – all’interno della carrozza.
 
«Dieci minuti esatti allo scoccare delle cinque. Cosa le avevo detto?» annunciò compiaciuto dopo aver consultato il proprio orologio, nella voce un ritrovato entusiasmo che si estese immediatamente – sotto forma di un lieve rossore di eccitazione - a parte del viso. «Saremo alla tenuta, salvo contrattempi dovuti alla scarsa visibilità dei sentieri, prima di sera.»
 
«Il nostro cliente è stato particolarmente generoso, facendosi carico del nostro spostamento in carrozza fino alla sua proprietà» commentai, alzandomi per prestare assistenza a Holmes che – con improvviso e particolare zelo – aveva intrapreso le manovre per il recupero dei nostri bagagli dalle alte cappelliere in corda.
 
«C’è qualcosa - in tutta questa faccenda - che le reca un tangibile fastidio, Watson. Vuole mettermene a parte?» Holmes mi passò con accortezza il più pesante dei bauli, fermandosi poi ad osservarmi con viva curiosità. «Percepisco il suo disappunto, è palese nel tono che adopera per formulare ogni riflessione riguardi il nostro committente. In tutta onestà, come alle volte mi accade nel confrontarmi con i suoi umori, non riesco però a dissipare la matassa della sua insofferenza per scorgerne in fulcro.»
 
«Si sbaglia, Holmes. Non nutro alcun malessere nei confronti dell’uomo che ci ha fatto visita la scorsa notte» risposi con noncuranza, dedicandomi all’allacciatura del mio soprabito.
Holmes, a sua volta, chiuse con gesti misurati la sua redingote, aspettando che indossassi il mio cilindro prima di fare lo stesso col proprio.
 
«È raro che sbagli nell’individuare un repentino cambio di umore, soprattutto se ad esserne vittima è un caro amico» tentò di incoraggiarmi estraendo dalle tasche del cappotto i guanti, ponendo particolare enfasi nel sottolineare quale rapporto di confidenza fosse in essere tra noi. «Ma se non vuole mettermi al corrente di cosa la turbi, non insisterò oltre.»
 
«D’accordo, Holmes!» mi arresi, ben conscio che – ancora una volta - la trappola della lusinga aveva avuto su di me un potere che sarebbe stato più scaltro non concederle. «Sarò onesto: trovo il comportamento del nostro assistito, sotto il profilo etico, assolutamente inappropriato» confessai, percependo lo sguardo di Holmes su di me farsi serio.
 
«È il fatto che intrattenga une liaison con un uomo, a destarle un giudizio tanto severo?» chiese lui, tornando a prendere posto sul proprio sedile e congiungendosi le mani in grembo.
 
«No» risposi, portandomi di fronte ad Holmes e sedendomi a mia volta. «E dovrebbe conoscermi a sufficienza per aver cognizione del fatto che non sia mia abitudine valutare un uomo, o una donna, dalle compagnie che sceglie per sé» aggiunsi, sentendomi per un breve istante ingiustamente giudicato, pensiero che ingenerò in me un doloroso sentimento di solitudine. «Ma trovo biasimevole che un uomo copra le proprie bugie con altre menzogne, continuando ad arrecare sofferenza a chi gli è affianco. Avrebbe dovuto, conscio delle proprie inclinazioni, non legare a sé alcuna donna.»
 
«Lei dimentica, Watson, quanto singolare apparirebbe agli occhi della società - nella quale oltretutto si trova a ricoprire un importante ruolo istituzionale - un uomo privo di una regolare vita domestica» ribatté Holmes, pacatamente.
 
«Avrebbe, allora, dovuto trovare una sposa con la quale poter essere del tutto sincero. Non è certo cosa rara un matrimonio di interesse. Sarebbe preferibile, però, che in simili casi a ricavarne un utile fossero entrambe le parti» mi accalorai, rendendomi conto solo al termine del mio brusco sfogo d’aver palesato senza alcuna remora l’irragionevole – a mio stesso giudizio - convinzione che le scelte di condotta del nostro ospite fossero per me pari ad un affronto personale.
 
Holmes rimase in silenzio per qualche secondo, le sopracciglia contratte e lo sguardo saldo sul mio volto arrossato.
 
«È per la moglie del nostro cliente che vi preoccupate, quindi?» si informò, ammorbidendosi nella postura.
 
«Per lei come per chiunque altro viva un’infelice esistenza per cause non addebitabili al proprio operato» specificai, mentre la stazione ferroviaria di Romford andava via via definendosi oltre i vetri del nostro vagone.
 
«Non posso, in tutta onestà, dire di condividere il suo livore» Holmes si portò in piedi, liberando il proprio bastone da viaggio dai piccoli fermi metallici posti di fianco all’ingresso dello scompartimento. «Ma ritengo che possa essere, sotto taluni aspetti, comprensibile» mi concesse, attendendo che mi portassi al suo fianco e facessi altrettanto col mio prima di aprire le porte che davano sul corridoio. «Le chiedo, ad ogni modo, la gentilezza di indulgere alla sua abituale cortesia fino alla conclusione del caso. Una volta portato a termine il nostro compito, qualora lo riterrà opportuno, potrà esternare il suo disappunto senza che io metta in atto alcun tentativo di trattenerla.»
 
Mossi il capo in segno di assenso, afferrando - senza proferire ulteriori parole – i miei bauli per le pesanti maniglie cromate e avviandomi con passo oscillante lungo l’angusto corridoio, diretto alle uscite.
 
Holmes - anch’egli in silenzio - mi seguì poco dopo, recando con sé (cosa che, data la sua scarsa propensione ad occuparsi di simili incombenze - non tanto per una forma di altezzosa indifferenza quanto più per una radicata carenza di accortezza ai piccoli compiti di natura pratica e logistica - destò in me profondo stupore) i propri bagagli.
 
 
 

 
Angolo dell’autrice:
 
Sono tornata in Italia all’inizio della scorsa settimana, per rinnovare tutti i documenti che (in una maniera davvero sciocca che, per puro amor proprio, non vi narrerò XD) mi sono “fatta” rubare in quel di Marsiglia.
Dal momento dell’atterraggio fino a questo istante non mi sono, letteralmente, fermata un attimo.
Tra amici da rivedere, carabinieri, municipi, banche, spesa, pulizie e qualche “coccola” urgente per i capelli che, ad una certa età, diviene ahimè necessaria (insomma, avevo il mio buon numero di capelli bianchi da coprire! XD) non ho trovato un solo attimo per sedermi davanti al pc.
Per fortuna, quanto pubblico oggi fa parte del capitolo che ho deciso di dividere. Quindi, nonostante non mi sia praticamente mai fermata per più di due minuti consecutivi di fronte ad uno schermo (la pausa più lunga è stata quella che mi ha permesso di scrivere la flash pubblicata nel pomeriggio! XD), posso ugualmente aggiornare la storia, cosa che mi riempie di gioia. ^_^
 
Grazie, come sempre, a chiunque abbia letto.
 
A presto,
B.
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Blablia87