COOK, LOVE AND EVERYTHING ELSE
1. Save me
Ogni movimento stava diventando
sempre più faticoso e il suo respiro si stava facendo irregolare e pesante.
Questo significava che aveva portato il suo corpo al massimo delle sue
potenzialità.
Le gocce di sudore che sentiva
scendere dal collo sulla schiena erano un ulteriore conferma. Mosse le braccia
indolenzite per rilassare i muscoli e si avvicinò al bersaglio dove l’ascia era
conficcata esattamente al centro.
Nel rimuoverla non riuscì a trattenere
un sorriso compiaciuto. La precisione era sempre stato il suo forte.
Uno spostamento d’aria
l’avvertirti che qualcuno era atterrato con un drago nell’arena
“Astrid!” Hiccup le fece cenno di
avvicinarsi
Un altro genere di sorriso si
fece strada nel suo volto. Quel giorno era la prima volta che lo vedeva, non
era riuscito a vederlo neanche per il buongiorno nella sala del fuoco come
spesso accadeva. Era capo, il villaggio lo assorbiva quasi totalmente, ed era
strano che lei lo notasse principalmente per via dell’evidente diminuzione
della quantità di tempo che passavano insieme. Ed era ancora più strano che
fino a quel momento non si fosse affatto accorta che era davvero un buon
ammontare di ore durante la giornata.
“salve capo!” Hiccup arricciò il
naso, ed era esattamente la reazione che voleva
“e dai, sai che che odio sentirlo
dire da te”
Ormai arrivata vicino a lui e a
sdentato, accarezzò il drago che era sempre felice di ricevere qualche
attenzione
“davvero? Non me ne ero affatto
accorta” il sarcasmo grondava da ogni parola
“attenta mia signora tutta questa
spiritosaggine potrebbe anche ritorcersi contro di te” il ragazzo allungò una
mano per prenderle un fianco e portarla verso di lui.
Con il divertimento di quello
scambio di battute sulle labbra gli diede un leggero bacio di saluto.
“per oggi non ho più incombenze, e
Valka mi ha chiesto se stasera per cena volevo le polpette..”
Negli occhi di hiccup c’era
dell’autentico panico
“salvami”
La risata le usci immediata e le
stavano quasi venendo le lacrime agli occhi
“certo ridi delle mie disgrazie…”
ma anche il drago aveva iniziato a fare quella specie di rumore divertito che
ormai lui sapeva essere la sua risata
“si si va bene fate come vi
pare…ma verrai?”
Astrid giocherello con la treccina
sopra la sua spalla
“certo, di a tua madre che come al
solito cucino io”
Il sollievo si distese in ogni
lineamenti del vichingo “oh grazie, grazie grazie”
e la abbracciò felice , la
rilasciò senza fretta
“ti stavi allenando?” e dal tono
si percepiva perfettamente che mancava un ancora?
Non era la migliore perché in
tempi di pace oziava.
Sorrise dolcemente “ripensandoci
stasera credo di dover lavare tempestosa quindi…”
Del nuovo terrore ingrandì gli
occhi del ragazzo “per favore astrid… io ammiro la tua costanza..per favore non
mi fare questo”
La sua espressione era così
simile a quella del ragazzino che era stato, quando era insoddisfatto e
affranto che non lo fece penare ulteriormente
“ok…ma i migliori vichinghi si
allenano costantemente chiaro? E io sono la migliore”
“e la più modesta”
Astrid incrociò le braccia la
petto, e lui si rese conto del suo nuovo errore “ e la più bella e la più dolce
e ama il suo ragazzo e non lo lascerà morire per avvelenamento..”
“ruffiano” bisbigliò e lo guardò
tra le palpebre socchiuse
Si girò verso sdentato “ non ha
ancora imparato a chiedere le cose come si deve…insegnagli tu sdentato, solo tu
non mi deludi mai”
Il drago produsse un suono di
assenso felice
Hiccup rise. La sua risata era
sempre giocosa e gutturale, amava tantissimo sentirlo ridere. Con un pizzico di
amarezza si rese nuovamente conto che le mancava quel suono e la sua presenza.
“va bene, aiuto sempre un vichingo
in difficoltà… ci vediamo da te tra un ora” raccolse l’ascia che aveva lasciato
terra
Ancora con il riso nella voce
hiccup la salutò “perfetto a dopo!sdentato a casa” il drago ruggì forte e
aprendo le ali partì deciso verso il centro del villaggio.
Era incredibile. Se lo disse per
l’ennesima volta, la casa di hiccup aveva assunto un aspetto…si poteva dire
draghesco? Era così che lei lo definiva nella sua testa. Nei mesi che
aveva passato a Berk stabilendosi insieme al figlio Valka aveva fatto costanti
piccole modifiche, aveva messo piante che non richiedevano troppa luce nè
calore ovunque e morbide pelli per ingrandire il giaciglio e fare entrare anche
il proprio drago oltre a sdentato. Erano state tolte gran parte delle armi e
delle armature e aveva lasciato un unico tavolo centrale.
Mentre il sovra-palco
sovrastante, che se bene ricordava prima fungeva da dispensa, era diventato
l'incontrastato regno di Hiccup, fogli e progetti e oggetti non bene
identificati si estendevano per tutto il pianale che vi era stato posto, e
anche lì, su un lato, erano ammucchiate molte pelli, e astrid non dubitava che
il ragazzo aveva dormito li molte sere senza usare il proprio letto, che ormai
era insieme a quello di valka si trovavano nel lato più lontano all’ingresso e
più inutilizzato della casa.
Accanto ai giacigli dei draghi
c’era il camino e quel poco che rimaneva della dispensa, la madre di hiccup era
fantastica e aveva una conoscenza dei draghi impareggiabile. Ma non poteva
combinare due ingredienti a scopo alimentare senza creare qualcosa dal sicuro
gusto repellente. Era una specie di dono inverso.
Perciò ormai era diventata una
consuetudine che casualmente Astrid arrivasse con cibo già pronto o da
cucinare in dono e si fermasse per la cena. Era stata spinta da una sera, dopo
cena ,dovevano vedersi in sale grande, e quando hiccup era apparso sembrava più
morto che vivo, aveva uno strano colorito e aveva definito “difficile” digerire
la carne stufata della madre.
Non che le sue doti in cucina
fossero eccelse, ma non aveva mai reso qualcuno dal colorito verdastro e con
spasmi allo stomaco.
Si avvicinò alla dispensa e al
fuoco per iniziare a scaldare le vivande di quella sera e due occhi curiosi la
seguirono. Sospirò. La madre di Hiccup aveva anche un'altra qualità, riusciva a
comunicare moltissimo senza parlare affatto. E Astrid sapeva che voleva
chiedere qualcosa ancora prima che si avvicinasse a lei. Qualcosa a cui lei
avrebbe preferito non rispondere probabilmente.
“questo pollo ha un buonissimo
odore” le sorrise dolcemente indicando le carni che aveva messo al fuoco, poi
la guardò contemplativa, e infine le disse qualcosa di davvero inaspettato
“sai io collego le persone ai
draghi, a quelli che cavalcano ma anche al tipo di drago che potrebbero essere
loro stessi. Mi viene quasi automatico. Non riesco a non collegare le due cose”
ridacchiò “ vent'anni di vita tra di loro mi giustificano direi”
Si avvicinò al giaciglio dei
draghi e accarezzò con amore sdentato che stava sonnecchiando “di te invece.
Non riesco a definirti. Sei decisamente un drago forte e fiero. E leale. Mi
viene da pensare che hai tutte le qualità di un alfa” la guardò cercando di
vedere se riusciva a farsi capire
“ma di alfa ce ne può essere uno
solo, questo mi confonde”
Era questo che voleva chiederle?
in maniera criptica le stava chiedendo se avrebbe sostenuto hiccup sempre anche
in futuro o se avrebbe agito secondo propria volontà. E glielo stava chiedendo
per curiosità e non per giudicarla.
Per essere una persona intelligente
era così limitata quando si trattava di capire la sua stessa specie..gli umani.
Sorrise mentalmente. La risposta
era semplice.
Avrebbe sempre fatto entrambe le
cose.
“in realtà credo che la risposta
migliore che posso darti è che credo che di alfa possono anche esisterne due o
più, e convivere pacificamente e rispettarsi, sarà sempre uno ad avere più
controllo dell’altro certo, ma la convivenza può esistere pacifica. Soprattutto
se uno ama l’altro. Solo non si verifica spesso…ma le cose rare non dovrebbero
stupirci no?”
Un scintilla di comprensione e
quiete si creò e depositò nello sguardo della donna. Che annuì.
“davvero un ottima spiegazione”
poi indicò il sovra-palco e cambiando discorso “ a te l’onore di chiamare il
nostro comune vichingo al pasto” inarcando un sopracciglio la guardò con aria
esasperata “doveva avere finito quel progetto da circa mezz’ora secondo lui…”
un altrettanto esasperata
espressione ricambiò quella di valka. Hiccup…
Continua…
Ogni
parola è gradita…grazie. Tigrotta