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Autore: JEH1929    07/04/2017    3 recensioni
E così era stato deciso: avremmo abitato insieme.
Io mi ero gettata a capofitto nella novità senza pensare veramente cosa essa potesse veramente comportare, come mi succedeva sempre. Come al solito avevo riflettuto assai poco e così avevamo iniziato a visitare un appartamento dietro l’altro, quanto più vicini possibile all’università.
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“Sarò la tua sabbia, la tua erba, il tuo cielo, la tua felicità. Ti amo. Tua per sempre, Sana”
E mentre stringo fra le mani il libretto e non riesco a trattenere una piccola lacrima, che mi brucia gli occhi, penso a quanto la sorte possa essere ironica e a quanto sia facile che tutto ciò che pensavi avresti posseduto per sempre possa essere perduto in un millisecondo.
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Fanfiction su Sana e Akito e su quello che potrebbe essere loro successo dopo la fine del manga.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Probabilmente all’inizio mi era sembrata una buona idea, quella di prendere un appartamento insieme ai miei amici. Con la fine del liceo, la paura di perderci l’un l’altro era stata talmente grande che avevamo finito per stabilire che, se non avessimo potuto stare insieme a scuola, allora saremmo andati a vivere insieme. L’idea era saltata fuori così, proposta da Aya in una di quelle serate tutti insieme, riuniti sul divano di casa di qualcuno, in quell’estate soffocante. E poi lentamente aveva preso sempre più campo nel cervello di ognuno di noi. E così era stato deciso: avremmo abitato insieme.
Io mi ero gettata a capofitto nella novità senza pensare veramente cosa essa potesse veramente comportare, come mi succedeva sempre. Come al solito avevo riflettuto assai poco e così avevamo iniziato a visitare un appartamento dietro l’altro, quanto più vicini possibile all’università.
E adesso avevamo trovato l’appartamento perfetto. Vicino al punto giusto all’università e ai posti di lavoro di coloro che non l’avrebbero frequentata e anche sufficientemente vicina a casa mia, in modo che potessi andare a trovare mia madre quando più mi faceva voglia.
Era stato quando avevamo firmato il contratto che i primi dubbi mi avevano assalito. Non che non fossi entusiasta di condividere la mia quotidianità con coloro che erano miei amici da una vita, ossia Tsuyoshi e la sua Aya, Hisae e Gomi, che dopo anni di tira e molla erano finalmente riusciti a mettersi insieme, e infine … Akito Hayama.
Ed ovviamente era stata questa l’unica fonte dei miei dubbi. Andare a vivere con il proprio ex, per quanto la vostra storia possa essere ormai morta e sepolta, non è l’idea migliore che possa venirvi in mente. Però io ci avevo pensato soltanto all’ultimo minuto, ovviamente. Crescendo, la mia arguzia non era molto migliorata, anche se non l’avrei ammesso neanche sotto tortura.
Avevo cercato una scusa per tirarmi indietro, parlandone prima con Rei, che si era dichiarato disponibile a sostenermi qualunque cosa avessi deciso, come era sempre stato, poi con mia madre, la cui espressione, sotto l’elaborata acconciatura, mi aveva convinto che non era la cosa giusta da fare: ormai avevo dato la mia parola e non potevo tirarmi indietro, avrei lasciato i miei migliori amici nei casini e senza casa, visto che senza il mio contributo non sarebbe stato possibile prenderla.
E, nuovamente, mi ero resa conto del problema camere soltanto quando era troppo tardi, ossia quando avevo depositato l’ultimo scatolone al centro del soggiorno dell’appartamento. Le camere erano tre e certamente né Hisae, né Aya avrebbero mai accettato di dormire con me, lasciando il proprio fidanzato con Hayama. Eravamo ad un punto morto.
- Andiamo, Kurata, qual è il tuo problema? Hai paura di non riuscire a trattenerti? - il commento sarcastico di Hayama.
Era stato a quel punto che, sbuffando sonoramente di fronte all’espressione divertita di Hisae e Gomi, a quella preoccupata di Tsuyoshi e Aya e infine a quella sarcastica di Hayama, mi ero sbattuta la porta alle spalle, rifugiandomi nel giardinetto pubblico vicino alla casa. Quando avevamo scelto la casa era stato anche quel giardinetto a convincermi che fosse il posto giusto.
Sbuffo irritata, sedendomi su una panchina e prendendomi la testa tra le mani. Perché non rifletto mai e non valuto mai le conseguenze quando devo decidere qualcosa? Chi può essere tanto stupida da non valutare di dover vivere nella stessa casa del proprio ex senza che ci siano complicazioni? Una risposta ovvia: Sana Kurata, ossia io stessa.
Perché, nonostante tutto quello che ho passato, le difficoltà che ho superato, l’autostima notevolmente aumentata, la maturità fisica che dimostrano le mie forme sviluppate di donna quasi diciannovenne, sono sempre la stupida ragazzina di un tempo, che ama cantare, danza come un ciclone e non capisce mai niente.
Eppure sono anche cresciuta, ormai non credo più nelle favole, nel lieto fine, nell’anima gemella. Insomma, io avevo tutto questo con il ragazzo più bello che avessi mai potuto sperare di incontrare, eravamo così innamorati, così uniti, eppure non era bastato neanche questo, quindi, perché dovrei ancora crederci?
Sospirando, appoggio i piedi sulla panchina, rannicchiandomi e appoggiando la fronte sulle ginocchia scoperte, visto il caldo della giornata settembrina. Non voglio pensarci, ma la mia mente continua ostinata a tornare lì, a quel pomeriggio lontano di un anno, nella stessa rassicurante calura di settembre, eppure in un altro momento, quasi in un’altra vita.
- Sana-chan?
La voce della mia migliore amica interrompe i miei pensieri. Alzo gli occhi e vedi Aya venirmi incontro. Negli occhioni color nocciola riconosco una velata preoccupazione. Le sorrido rassicurante, invitandola con un cenno a sedersi al mio fianco sulla panchina.
- Come ti senti?
Sospiro e vedo un’ombra attraversarle il volto.
Ovvio che abbiano mandato Aya, nessuno meglio di lei è in grado di calmarmi, di rassicurarmi e di farmi ragionare e poi sanno che non urlerei mai contro di lei, infatti mi raddolcisco immediatamente.
- So che questa situazione non ti rende molto felice, ma pensavo che l’avessi deciso con cognizione di causa… quando abbiamo visitato l’appartamento c’eri anche tu…
- Hai ragione, sono un’idiota. - scuoto la testa, cercando di assumere un’espressione divertita, ma con Aya non funziona, mi conosce troppo bene.
- Avrei dovuto pensare che non te ne eri accorta.
- Senti, Aya-chan, non ti preoccupare, davvero. Troveremo una soluzione, Hayama e io, in fondo, non siamo più due bambini.
- Già. - risponde, ma nei suoi occhi mi sembra di leggere il continuo della frase… “purtroppo.”
Rimaniamo in silenzio per qualche momento, ad osservare il parco circostante: le aiuole fiorite, gli alberi ancora verdeggianti prima dell’arrivo dell’autunno e la fontana che zampilla acqua trasparente al centro, nello spiazzo centrale, dove due bambini giocano a rincorrersi.
- È proprio bello questo posto. - osservo.
- Già
- Abbiamo scelto la casa migliore. Si sistemerà tutto! – esclamo, alzandomi in piedi e sorridendole con calore.
Mi sorride, fiduciosa, vedendo che sono tornata ad essere la solita Sana. Mi prende per mano e insieme rientriamo.
 
Alla fine abbiamo trovato la sistemazione “perfetta”. Ovviamente per me non lo è affatto, ma quell’idiota di Hayama non ha ceduto in proposito. Ed infatti adesso sta trascinando il mio letto fuori da quella che sarà la sua camera e lo sta incastrando nel minuscolo sgabuzzino situato a fianco.
- Perfetto. - esclama, ghignando, quando lo ha sistemato lì dentro, dopo che ho impiegato più o meno mezz’ora per pulirlo dalla polvere residua.
- Non pensi che dovresti essere tu a cedere la camera a Sana-chan? - propone timidamente Tsuyoshi, avvicinandosi lentamente all’amico. Un solo sguardo è sufficiente a zittirlo, mentre Gomi ride a crepapelle, osservando la scena stravaccato sul divano rosso che abbiamo trasportato fino a lì.
- Potresti anche evitare di appoggiarlo! - gli dice piccata Hisae. Ovviamente, in quanto mia amica e in quanto favorevole a dire sempre tutto il contrario rispetto al suo ragazzo, sostiene che sia Hayama a dovermi cedere la stanza.
- Non cedo la camera neanche morto. È lei che si fa problemi nel condividere la stanza con me e quindi è lei ad andarsene.
E guardandolo in volto non dubito che neanche per un secondo che cederà alle pressioni della mia amica, mentre mi congela con un suo sguardo dorato. E pensare che fino ad un anno fa tutto quello che leggevo in quegli occhi era calore. Rabbrividisco leggermente, distogliendo lo sguardo.
Hisae e Gomi continuano a guardarsi in cagnesco, mentre Aya e Tsuyoshi guardano apprensivi me e Hayama, sicuri che scoppierà un altro dei nostri litigi. Ma questa volta non ho voglia di discutere, in fondo sono io ad essere stata un’idiota.
- Non vi preoccupate, ragazzi. Mi prendo lo sgabuzzino. - dico.
E immediatamente gli occhi di tutti schizzano nella mia direzione, perché ovviamente non è tanto frequente che ceda così facilmente.
- Ma almeno mi devi concedere tre quarti dell’armadio. - punto un dito inquisitore nella direzione di Hayama, alzando la voce e facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.
- Affare fatto. - si volta ed entra nella sua camera.

**
Salve! Questa è la prima ff in assoluto che pubblico, spero che possa piacervi!
Ho deciso di aumentare d'importanza i personaggi di Hisae e di Gomi rispetto al manga perchè avevo bisogno di loro. Inizialmente avevo pensato di mettere Fuka e il suo ragazzo al loro posto, ma poi mi sono resa conto che era impossibile, perchè nonostante tutto, non riesco proprio a sopportare il personaggio di Fuka. Quindi ho preferito mettere Hisae e Gomi. Fuka sarà comunque presente, anche se non abita nello stesso posto degli altri.
Sarà molto contenta di qualunque tipo di critica, sia positiva che negativa!
   
 
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