Fabio/Sofia.
Separati dalla morte
“Mi chiedo se tu ti sia
ricongiunta ai draghi. Chissà se al
momento tu sei a Draconia e mi stai guardando”
sussurrò Fabio. Intravedeva il
lago attraverso la foschia. Rabbrividiva per l’aria umida che
gli sferzava il
viso, facendogli ondeggiare i ricci castani. Si massaggiò le
spalle, sentendole
dolere, sotto i vestiti aveva delle cicatrici.
“Mi hai salvato dal male,
da me stesso e anche da Nidhoggr.
Io, invece, non sono riuscito a salvarti… dalla morte. Mi
manchi, non era
giusto che l’eroina di questo mondo lo dovesse lasciare per
una stupida
malattia. Lì dove ha fallito la corruzione delle viverne, ha
prevalso la
corruzione del corpo” gemette. Prese una roccia e la strinse,
fino a graffiarsi
le dita. La lanciò, infrangendo la superficie
dell’acqua. Il sangue che gli
scendeva dalla mano gocciolò sul terreno.
“Il tuo splendido
corpo… separati da draghi, separati da
umani. Il destino non ha mai fatto altro che accanirsi su di noi e io
sono
riuscito a sprecare il nostro tempo insieme”
ringhiò. I suoi occhi erano
arrossati e una lacrima gli rigò il viso liscio.
Si alzò in piedi,
conficcando le scarpe nel terreno indurito
dal freddo.
Gettò indietro la testa,
ululando di dolore.
[200, Doubledrabble].