Film > La Bella e la Bestia
Segui la storia  |       
Autore: Lady Samhain    09/04/2017    4 recensioni
La maledizione è stata spezzata, il castello ed i suoi abitanti sono tornati normali e così anche ricordi delle persone del villaggio.
Il principe ha imparato la lezione e la ragazza ha trovato il suo posto nel mondo.
Tutto sembra concluso e l'Incantatrice potrebbe lasciare Villeneuve, ma c'è ancora un'ultimo incantesimo che vale la pena di fare prima di andare via.
C'è un'altra persona che merita una seconda occasione.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fata, Gaston, Le Tont
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un diamante per ogni lacrima

VI


I tre giorni erano trascorsi e l'indomani sarebbero partiti.

Quella era l'ultima sera che passavano al capanno che ormai era diventata la loro casa, e Le Fou provava già nostalgia di quei giorni di pace che avevano vissuto.

Partivano per lasciarsi tutto alle spalle ed andare incontro all'ignoto.

-Ti mancherà Villeneuve?- chiese le Fou, mentre erano entrambi seduti davanti al fuoco del camino.

-No- rispose subito Gaston, poi però cercò di rimangiarsi la troppa fretta -Forse un po'. Non lo so. In ogni caso non posso tornare, quindi è inutile stare a pensarci-

Le Fou annuì.

Sì, era una risposta piena della tipica sicurezza di Gaston, ma lui aveva sentito qualcosa di simile all'amarezza.

-E tu, Le Fou? Tu sentirai la mancanza del villaggio?-

Le Fou si girò a guardarlo. Era la prima volta che Gaston gli chiedeva dei suoi sentimenti verso qualcosa.

-Non so se mi mancherà. Quando eravamo in guerra mi mancava tutto, ma ora è diverso. Ora sono cresciuto. E sono con te-

-Eravamo insieme anche in guerra- gli fece notare Gaston.

-Ora è diverso-

-Hai ragione. È diverso. Ma non capisco come-

Rimasero in silenzio davanti al fuoco, entrambi con l'impressione di aver detto qualcosa di più, ma senza riuscire a capire cosa.

-Gaston, posso farti una domanda?-

-Certo-

-Io... insomma, mi chiedevo... pensi ancora a Belle?-

Gaston lo guardò molto sorpreso.

Sembrava che per un attimo avesse fatto fatica a ricordare chi fosse Belle.

-In che senso?-

-Se pensi a lei. Eri molto preso e quando ti ha rifiutato tu l'hai presa malissimo. Eri ossessionato da quella ragazza. E adesso non pensi a lei nemmeno un po'?-

-No, non ci ho più pensato. Se ha preferito un animale a me, forse era davvero pazza-

Le Fou rimase a bocca aperta per la sorpresa.

Sembrava che Gaston non solo non soffrisse per amore, ma anzi che si fosse liberato di una grossa seccatura.

-Quindi non ti manca?-

-No-

Forse non era il caso di iniziare una discussione come quella di sera, ma ormai Le Fou non poteva rimangiarsi quello che aveva detto.

C'era sempre stato qualcosa di strano nella fissazione di Gaston per Belle, e la ragazza era l'unica di cui Le Fou era stato davvero geloso perché Gaston era interessato a lei.

Il comportamento di Gaston era incoerente: dopo averla corteggiata per mesi, era arrivato a rinchiuderla in manicomio, e dopo solo una settimana l'aveva completamente dimenticata.

-Ma allora che ci trovavi in lei, che hai dato di matto per giorni e giorni?-

-Era l'unica ragazza adatta a me. Lei era la più bella del paese-

-Oh, piantala con questa storia!- sbottò Le Fou -Belle non si acconciava i capelli, i suoi vestiti erano cuciti in casa ed indossava scarpe da ragazzo. Scommetto che non ha mai messo del rossetto sulle labbra nella sua vita. Non era la più bella del paese, anzi forse era proprio la meno femminile. Era la stramba figlia dello strambo, e allora perché lei?-

Le Fou si accorse troppo tardi che era stata la sua gelosia a parlare per lui, ma fortunatamente Gaston non aveva notato quanto era alterato perché rimase in silenzio per un po' prima di rispondere.

-Forse proprio perché era così diversa dalle altre. Lei non sarebbe stata una creatura perennemente dipendente dalle mie attenzioni, capisci?-

"Una creatura perennemente dipendente dalle mie attenzioni"

Le Fou sentì qualcosa che si incrinava dentro il suo petto a quelle parole.

Belle sarebbe stata meno appiccicosa di lui, probabilmente.

-La amavi?- chiese. Ormai valeva la pena arrivare davvero in fondo all'argomento.

-Mi piaceva molto, ma non so se la amavo-

-Ti eri intestardito tanto...-

-Lo so. Ma con Belle era diventata una questione di principio, perché se lei mi diceva di no chiunque avrebbe pensato che in me c'era qualcosa che non andava-

-Qualcosa che non andava? Santo cielo, Gaston ricominciamo con questa storia? Non sono dell'umore adatto per cantare di nuovo tutta la canzone, ma ti ripeto che ogni uomo in città avrebbe voluto essere te e che ogni donna avrebbe voluto essere la tua. Se Belle non ti voleva era lei ad avere qualcosa che non andava, non tu-

Gaston guardò da un'altra parte e Le Fou si sentì in colpa per essere stato così brusco.

-Scusami. Non voglio sminuire i tuoi sentimenti. Forse in fondo la amavi davvero-

-Te l'ho detto, non lo so. Però adesso che è sposata con il principe mi sento sollevato. Voglio dire, nessuno avrebbe da dire niente se ha preferito un nobile a me. Non potrei competere con lui senza finire sulla forca, e per una donna non ne vale la pena-

-Secondo me ti senti sollevato perché non devi più soddisfare l'aspettativa di conquistarla a tutti i costi-

-Forse è così. Ma sono ancora sicuro che fosse l'unica adatta a me. L'unica alla mia altezza. Certo, sarebbe stata pur sempre una donna, e con lei non ci sarebbe stato mai il cameratismo che ci può essere tra uomini. Non sarebbe mai stato come tra me e...-

Gaston si bloccò ed i suoi occhi si spalancarono per qualcosa di simile alla paura.

Il cuore di Le Fou perse un colpo per poi accelerare bruscamente.

-Tra te e chi, Gaston?-

Aveva l'assurda sensazione che, se Gaston avesse completato la frase, sarebbe stata "Come tra me e te".

-No, niente. Lascia perdere-

-No! Adesso me lo dici!-

-No!-

A quel punto Le Fou scattò in piedi come una molla. Non avrebbe potuto stare seduto un secondo di più.

-Perché no? Di che diavolo hai paura?-

-Io non ho paura di niente!- ringhiò Gaston.

-Sì invece! Tutti hanno paura di qualcosa. Ma tu non devi avere paura di me! Gaston, io non sono come quegli invidiosi giù al villaggio, che se non fossi sempre forte ti salterebbero alla gola per invidia. Io non sono come loro! Io ti...-

Stavolta fu lui a fermarsi.

Lo aveva quasi detto e non era il momento. Se Gaston si fosse offeso con lui probabilmente se ne sarebbe andato, e non era prudente per lui viaggiare da solo.

Il Capitano gli si avvicinò per piantarsi davanti a lui in tutta la sua altezza.

In un altro momento gli avrebbe fatto paura, ma ormai le Fou aveva capito che Gaston faceva più il duro quanto più si sentiva minacciato, per cui rimase ben piantato a terra e a guardarlo negli occhi.

La scena avrebbe potuto essere ridicola: l'uomo meno atletico del villaggio che sfidava l'uomo capace di sollevare due persone sulle spalle, ma per Le Fou la questione era diventata terribilmente seria.

Rimase a fronteggiarlo sperando che Gaston non lo mandasse a terra con un dito, o almeno sperando che se fosse successo il suo strato adiposo gli avrebbe attutito la caduta.

Gaston era nella stessa misura arrabbiato e spaventato, e quando gli parlò la sua voce sembrava un latrato.

-Non sei come loro, dici? Va bene, vediamo subito. Vediamo cosa fai quando ti dico che secondo me le donne sono creature inutili, irritanti e frivole, e che dipendesse da me potrebbero imbarcarsi tutte per il Nuovo Mondo e restarci, per quanto voglio avere a che fare con loro-

Gaston aveva buttato fuori tutto d'un fiato, con una rabbia che Le Fou gli aveva visto raramente.

-Non vuoi avere a che fare con...? Ma Gaston! E tutte le ragazze nelle taverne durante la guerra? E quando sorridevi alle bimbettes? Cosa...?-

Gaston sbuffò irritato.

-Da me se lo aspettano. I soldati combattono, sono forti e fanno impazzire le ragazze. Io farei volentieri a meno dell'ultima parte ma non posso-

-Quindi... non ti piacciono le ragazze?-

Il silenzio di Gaston, le sue labbra strette ed il modo il cui sembrava voler allo stesso tempo scappare e distruggere tutto quello che gli capitava davanti furono la risposta più chiara.

Le Fou non riusciva a capacitarsi.

Se da un lato c'era una parte di lui che esultava perché sapeva di avere finalmente una possibilità, dall'altro lato c'era un'altra parte, quella testarda appena nata, quel nocciolo di amor proprio, che lo spingeva ad arrabbiarsi.

-Tu non me lo hai mai detto! Sono sempre stato il tuo migliore amico e non mi hai detto una cosa come questa?!-

-Non potevo! Non sai come chiamano quelli che non vogliono le donne?!-

-Ma tu... tu... non ti fidavi di me? Io non lo avrei detto a nessuno-

-Certo che mi fidavo di te. E so che non lo avresti detto a nessuno, ma è proprio per te. Perché non volevo che tu mi lasciassi. Non volevo che proprio tu mi guardassi disgustato-

Gaston non gli era mai parso così vulnerabile, e Le Fou non poteva certo dargli torto.

Era un segreto che aveva custodito per anni ed anni, sempre più in fondo, una debolezza che avrebbe potuto rovinare la sua reputazione non solo nel villaggio di Villeneuve... e adesso era stato estratto a forza.

Come una larva che ha trovato riparo nel terreno, e quando le zolle vengono rivoltate dall'aratro resta ad annaspare e a contorcersi completamente vulnerabile.

Le Fou capiva come doveva sentirsi Gaston, più o meno come se avesse una lama puntata alla gola che avrebbe potuto affondare in ogni istante.

Aveva i pugni stretti, il respiro affannato ed i suoi occhi, di solito magnetici, erano dilatati dalla paura.

Le Fou non sapeva se essere offeso per la mancanza di fiducia o se essere lusingato da quanto Gaston tenesse alla sua amicizia.

-Ehi... ehi, va tutto bene... io non ti avrei mai chiamato...-

-NON DIRLO!- urlò lui.

Accidenti, la ferita era più profonda di quanto Le Fou avesse immaginato.

Provò ad avvicinarsi lentamente per non spaventarlo ma Gaston fece uno scatto di lato.

Forse non era pronto per una cosa come un abbraccio, almeno non in quel momento, così Le Fou si rassegnò a parlargli da lontano.

-Non sono disgustato. Non c'è niente di male. Io sarei stato tuo amico anche se lo avessi saputo prima-

-Come?-

Lui fece spallucce. Come poteva dirgli che, se lo avesse saputo prima, si sarebbe impegnato molto di più per farsi notare invece di accontentarsi di fare l'amico devoto?

-Perché sei tu-

-Non ti da fastidio?-

-No-

Gaston scosse la testa e sospirò.

Alzò le testa come se improvvisamente fosse interessato al soffitto, e Le Fou avrebbe giurato che fosse per nascondere gli occhi lucidi di lacrime.

-Non dovrebbe essere così- disse Gaston -Io dovrò scegliere una donna prima o poi. Una moglie che si occupi della casa e che cresca i miei bambini, ma io non voglio questo. Le donne fanno diventare matti e nemmeno ne vale la pena. Io vorrei che la vita fosse sempre così. Come abbiamo passato questi giorni-

Le Fou era certo che Gaston non si rendesse nemmeno conto di cosa stava dicendo, ma non poteva evitare che le emozioni si annodassero in fondo allo stomaco e alla gola.

-Credimi, lo so come ti senti. Lo so benissimo-

Si fermò, incerto. Se glielo avesse detto? In fondo che aveva ormai da perdere? E poi Gaston si era ritrovato a vedere scoperto il suo segreto, e se Le Fou avesse continuato a nascondergli una cosa tanto importante si sarebbe sentito niente più che un traditore.

-Gaston... io manterrò il tuo segreto. Tu manterrai il mio?-

-Quale segreto?-

Adesso aveva davvero il cuore in gola. Da quel momento la sua vita avrebbe potuto essere un sogno che si realizzava oppure un incubo.

-Io non so se mi piacciono le ragazze. Forse potrei trovarne una che mi piace, ma finché starò con te non ho nessuna voglia di cercarla. Io.. tu...-

-Io?-

-Sì. È con te che vorrei stare-

Gaston non rispose. Sembrava avere bisogno più tempo del solito per elaborare l'informazione, e Le Fou poteva solo aspettare.

-Tu hai... da quanto?-

-Da sempre. Questo è il mio segreto-

Fu Gaston ad avvicinarsi per primo, ma ancora era cauto e sospettoso.

-Perché non me lo hai mai detto? Neanche tu ti sei fidato di me-

Le Fou abbassò gli occhi. Era vero, Gaston aveva ragione.

-Non l'ho fatto per il tuo stesso motivo: non avrei sopportato di saperti disgustato da me. Ho preferito fare l'amico in ogni circostanza anche a costo di rendermi ridicolo, piuttosto che essere respinto-

Per la prima volta sul viso di Gaston passò qualcosa di simile ad un sorriso.

-E così avevamo paura uno dell'altro-

-Sì, immagino che siamo stati stupidi entrambi-

-Le Fou? Io non credo che ti avrei respinto-

Lui alzò gli occhi di scatto.

-Davvero?-

-Sì. Insomma, quando ero ubriaco pensavo che essere toccato da te mi piaceva. E qualche volta ho pensato come sarebbe stato... baciarti-

Per un attimo Le Fou rimase stordito, poi, man mano che il suo cervello comprendeva l'esatto significato di quelle parole, si sentiva pronto a piangere e a ridere insieme.

Si premette le mani sulla bocca per trattenersi ma ormai non ce la faceva più.

-Ho aspettato anni... e credevo fosse impossibile-

-Ed io non mi sono mai accorto di te-

Rimasero a guardarsi, ancora increduli per quello che era appena successo.

Tanti anni in cui erano stati sempre insieme e non erano riusciti a capire una cosa così importante.

-E adesso?- chiese Gaston.

-Adesso cosa?-

-Che succede adesso?-

"Ah... bella domanda! Di solito dopo la dichiarazione d'amore c'è il bacio. No, aspetta... questa era una dichiarazione?"

-Non ne sono sicuro. Potremmo...- ma non riuscì a finire la frase perché non trovava le parole per dire cosa avrebbe voluto fare.

Ogni cosa gli sembrava ancora irragiungibile e proibita.

-Potremmo?-

Anche gli occhi di Gaston bruciavano della stessa fiamma.

Oh, sembrava che fosse pronto a divorarlo!

Le Fou pensò che fosse finalmente arrivato il momento di saltargli addosso, appicicarlo al muro e fargli tutto ciò che aveva a malapena osato immaginare, ma qualcosa li distrasse.

Qualcuno bussava alla porta, ed era piuttosto insistente.

________________________________________________________________________________________________________


Nel Cerchio della Strega


Sono una brutta persona, lo so.

A mia discolpa posso dire che ci sono validi motivi per questa interruzione proprio sul più bello:

1 – il capitolo stava diventando troppo lungo rispetto ai precedenti.

2 – la discussione tra Gaston e Le Fou era già abbastanza impegnativa.

3 – volevo cambiare punto di vista e lasciare voce a Gaston.

4 – quello che succede adesso merita un capitolo a sé.


Dopo le giustificazioni ci sono le precisazioni, soprattutto a proposito di Gaston.

Dunque, io sono convinta di ogni parola che ho scritto, e cioè che Gaston consideri le donne un altro mondo, troppo diverso dal suo ed a cui lui non è minimamente interessato.

È comunque un maschilista dalla mentalità retrograda, ma è anche un uomo messo sotto pressione dalla società.

Fare lo spaccone ed il macho gli piace, essere adorato pure, flirtare forse, sistemarsi seriamente con una donna no.

Con Belle avrebbe forse potuto essere amico, se i canoni dell'epoca non avessero previsto come unico rapporto tra uomo e donna il matrimonio con conseguente sottomissione.

A proposito di Le Fou ho da dire di meno.

Solo che certi momenti in cui si rendeva ridicolo (ad esempio reggere il gioco durante "la caccia" alla locanda) posso giustificarli solo con un amore cieco e totale; da un lato vuol dire sacrificare una fetta di dignità, dall'altro però è chiaro che solo un amore così può "salvare" Gaston. A patto che riesca ad accorgersene.

Ci risentiamo al prossimo capitolo.


Lady Shamain

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > La Bella e la Bestia / Vai alla pagina dell'autore: Lady Samhain