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Autore: giuliavaltieri309    09/04/2017    0 recensioni
E quei fatidici Ops ed Hi diedero inizio a tutto, o forse c'era stato un incontro precedente?
L'inizio di un'amore pieno di difficoltà che mai smetterà di esistere. Fino al momento dell'uscita del primo singolo di Harry. Sarà la fine o un nuovo inizio?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sette anni. Sono sette anni che ci conosciamo Haz. Sette anni da quello scontro avvenuto nei bagni mentre entrambi ci trovavamo prossimi ad essere chiamati sul palco per cantare. Io ero un anonimo diciottenne già pronto ad abbandonare quell'idea assurda venuta a mia madre, la donna che con altre quattro figlie aveva preso una pausa dal lavoro, solo per accompagnarmi allo studio di Xfactor. Dopotutto chi avrebbe mai pensato di essere notato grazie a quello show? Ed ecco, proprio mentre stavo per uscire da quel cubicolo nel quale, seduto, avevo versato due lacrime per puro nervosismo, mi sei apparso tu. Sbloccata la porta, pronto a fare un passo avanti, un ragazzino con una montagna di ricci castani mi cadde praticamente sopra. Ricordo ancora quelle prime parole, le stesse tatuate sulla nostra pelle con la calligrafia l'uno dell'altro. Quel tuo famoso "Oops" e la mia idiota risposta "Hi!" Il ragazzo difronte a me sembrava mortificato, almeno da quel poco che riuscivo a scorgere sul suo volto. Quel sorriso imbarazzato completo di fossette a scavargli le guance rosee probabilmente mi aveva già stregato. Gli occhi erano ancora coperti dai ricci, con ogni probabilità stava cercando di scomparire nella sciarpa leggera che indossava al collo. Con ancora la testa china in avanti mi disse semplicemente "Si ciao, scusami ancora ma sta arrivando il mio turno e dovrei proprio utilizzare il bagno." E con quella breve frase fece un passo avanti e schivandomi entrò nel bagno. Mi dovevo essere bloccato a fissarlo con un sorriso da ebete sul volto, se ne era probabilmente reso conto anche lui. Ancora confuso da quel rapido scambio di battute mi voltai giusto in tempo per vedere che quel ragazzo senza nome che in quel momento stava chiudendo la porta aveva due smeraldi al posto degli occhi. In quei pochi momenti mi ero già costruito un film mentale, infatti sono sempre stato quel genere di ragazzo pronto ad ingigantire ogni piccolo gesto, o semplicemente avevo già capito quello che sarebbe successo in futuro. Tornato tra i restanti partecipanti cercai mia madre e trovandola mi sedetti vicino a lei aspettando di essere chiamato a salire sul palco. Ormai avevo stampato in mente il numero che mi era stato assegnato all'inizio della giornata, quel numero che mi rendeva diverso da tutta la restante gente intorno a me, con i miei occhi azzurri, la mia voce acuta e la ridicola pettinatura scelta quella mattina a causa del poco tempo che avevo per prepararmi. Quel numero sarebbe stato importante. Quel numero sarebbe stato fonte di gioia in caso fossi passato a quella prima selezione, ma di consapevolezza e rammarico in in caso contrario. Sarò sempre grato a quel 155204. I concorrenti poco a poco ed indistintamente passarono davanti i miei occhi, mi degnai di alzare lo sguardo dalle mani posate sul mio grembo solo alla domanda di mia madre. "Louis, guarda quel ragazzo che hanno chiamato ora. Non è lo stesso contro il quale hai gareggiato qualche tempo fa insieme ai 'the rogue'?" Seguendo la direzione che mia madre stava osservando mi resi conto che stesse parlando del ragazzo del bagno. Volendo, senza una precisa motivazione, tenere per me quel fugace incontro le risposi soltanto che quella fosse la prima volta che lo vedevo. Fu solo quando il ragazzino riccio salì sul palco e grazie alla televisione che trasmetteva in diretta quello che stava succedendo dall'altra parte delle porte che scoprii il suo nome. Harry Styles. Harry. Styles. Quel nome... sembrava vagamente famigliare, eppure non era sicuramente di Doncaster, il paese nel quale abitavo, non lo avevo mai visto nei luoghi dove ci riunivamo solitamente noi ragazzi e neppure a scuola. Rispondendo alle domande di Simon, uno dei giudici, disse di avere sedici anni, di lavorare in una pasticceria e di vivere ad Holmes Chapel. Grande, un punto per me! Avevo avuto ragione. Non era della mia piccola città ma di un posto ancor più sconosciuto. Eppure quel suo risultarmi famigliare ebbe una risposta nel momento in cui iniziò a cantare 'Isn't she lovely?'. Quella voce, seppur vagamente più roca, non sarei mai stato in grado di dimenticarla. Il suono di quella voce era il motivo della mia ossessione nei confronti del video che il mio patrigno aveva filmato durante quella gara alla quale avevo partecipato con i miei amici, la stessa alla quale prima si riferiva mia madre. Quella gara della quale persi un paio di performances solo per uscire a fumare fuori dal locale nella quale si teneva. Harry Styles, a causa del suo essere cresciuto 15cm in pochi mesi e della scarsa qualità video della telecamera di Mark non avevo riconosciuto quel ragazzino. Proprio la canzone suonata dai White Eskimo, band della Harry era la voce, era stata una di quelle che mi ero perso e probabilmente una delle cose che rimpiangevo di più nell'ultimo periodo. Quel timbro così particolare mi aveva stregato e senza un motivo apparente era diventato per me un suono unico, armonioso e bellissimo. Tornato nel mondo reale mi resi conto che Harry, ora sapevo come si chiamasse 'il ragazzo del bagno', aveva ricevuto due si su tre. L'unico no, che fortunatamente non gli avrebbe precluso la possibilità di essere ammesso alle audizioni successive, era stato pronunciato dal giudice Louis Walsh. Com'è possibile che una persona con il mio stesso nome abbia avuto così poco buon senso? E la scusa del 'Harry è ancora troppo giovane'? Assurda. Forse era ancora più assurdo il fatto che io mi comportassi già come se lui fosse una persona importantissima per me. Eppure terminata la sua esibizione il mio unico pensiero fu 'Chissà se ci incontreremo ancora e saremo in grado di presentarci in un modo più consono.' Improvvisamente non sentivo più neppure l'ansia dovuta alla mia imminente esibizione. I miei pensieri erano troppo occupati da occhi verdi, fossette e ricci che solo alla vista sembravano estremamente soffici al tatto per pensare ad altro. Chi avrebbe mai creduto che il fato, la fortuna, la sorte o come la si voglia chiamare, avrebbe fatto così tanto? Essere inseriti nella stessa band ad Xfactor, abbracciarsi per festeggiare tutte le piccole vittorie, vivere nella stessa casa. Tutto ciò con te, il ragazzo con gli occhi verdi al quale avevo raccontato del nostro quasi primissimo incontro solo dopo aver guadagnato incondizionatamente il suo affetto. Proprio il fatto di abitare insieme, solo io e te, ha portato il nostro 'volersi bene' a mutare in qualcosa di più nonostante la giovane età: carezze innocenti, baci donati all'altro quasi con ingenuità, crescere insieme; tutte queste cose avevano fatto la loro parte. L'affetto si era velocemente trasformato in quell'amore tipico dei ragazzini, o almeno questo era ciò che tutti credevano. Il fatto di essere due maschi per noi non fu mai un problema, il fatto di essere cresciuti in famiglie aperte idealmente ci aveva fatto capire una cosa: 'l'amore è sempre amore'. Il nostro classificarci terzi in quel programma televisivo non fu che l'inizio. L'inizio di una carriera musicale ma soprattutto l'inizio di un amore. Nonstante i cambiamenti, le difficoltà causate dal dover apparire diversi dal quello che siamo per volontà dei manager, nulla è stato in grado di dividerci. Il detto 'mi piego ma non mi spezzo' sarebbe un motto perfetto per la nostra storia. Le finte ragazze, i lunghi periodi distanti l'uno dall'altro; tutto per scoraggiare un gruppo di fan che aveva capito tutto sin dall'inizio. Quelle stesse ragazze che, malgrado la nostra indifferenza dimostrata in pubblico, non hanno mai smesso di credere nella nostra relazione. Come abbiamo continuato a fare anche io e te. Dire che io sia romantico sarebbe una vera e propria idiozia, ma per una serata come questa mi sono permesso di fare un'eccezione. Il luccichio nei tuoi occhi, nel momento in cui hai visto la tavola apparecchiata per due quando mi hai raggiunto a casa, è stata la cosa più bella che io abbia visto nella mia giornata. Questo fino al momento del bacio che mi hai dato vedendo il piatto che avevo cucinato, quello è stato la cosa migliore che invece mi sia capitata in tutto il giorno. 'Chicken stuffed with mozzarella wrapped in Parma ham with a side of home made mash potatoes'. Quello stesso piatto che avevo cucinato il giorno del nostro primo appuntamento, se così può definirsi. Già da tempo ormai tutte le persone intorno a noi si erano accorti della nostra alchimia, io in primis. Ricordo ancora quanto io fossi nervoso. Il fatto di aver ascoltato in continuazione per tutto il pomeriggio 'First date' dei Blink 182 non aveva necessariamente aiutato il mio già scarso autocontrollo. Se da un lato il ritmo della canzone mi infondeva coraggio, il testo rispecchiava tutti i miei dubbi. Questo verso mi pareva il più spaventoso nell'intera canzone. 'I dread the thought of our very first kiss A target that I'm probably gonna miss." I piccoli baci a stampo scambiati fino a quel momento non furono nulla a confronto a quello profondo e pieno di tenerezza di quella sera. Non avrei dovuto preoccuparmi di come vestirmi o comportarmi con te. Ma soprattutto non avrei dovuto avere timore di ricevere quel primo vero bacio o peggio ancora il timore di non riceverlo affatto. Questo perché le cose per noi sono sempre state naturali, senza nessuna pressione, spontanee. Quindi quel primo bacio non fu come me lo ero sognato ed immaginato più volte, bensì fu molto meglio. Possibile che dopo sette anni i tuoi baci mi facciano ancora lo stesso effetto del primo giorno? È come estraniarsi dal mondo per qualche secondo, credere di essere solo noi due, senza il doversi nascondere. Ora sei qui, ti vedo rannicchiato davanti a me mentre ti abbraccio da dietro. Siamo in quella famosa posizione a cucchiaio nella quale dormiamo da prima che diventassimo più che amici, quando tu eri ancora più basso di me. Ed è in questo momento che il mio monologo interiore ha fine, dopotutto perché dovrei rivangare il passato se ti ho tra le mie braccia? Sei ancora quel ragazzo di sedici anni, solo molto più alto e con tatuaggi disseminati per il corpo. Quei tatuaggi che nessuno comprende se non noi due. La mia corda, la tua ancora. Il tuo vascello, la mia bussola. La tua rosa, il mio pugnale. Il tuo "Hi!", il mio 'Oops'. Potrebbero esistere l'uno senza l'altro, ma insieme sono migliori, speciali. È arrivato il momento di svegliarti. "Tesoro, svegliati, è il 7 aprile ricordi? Devi andare da quella faccia da cavallo di Nick per l'intervista." Sospiro, immergendo il naso tra i suoi soffici capelli. Dopo un mugolio di disapprovazione sento il mio ragazzo rigirarsi all'interno della mia presa e dopo avermi lasciando un tenero bacio mi fissa negli occhi, i suoi verdi ancora lucidi a causa del sonno. Mi risponde "ancora con questa storia di Grimmy? Dai sono passati anni, letteralmente, da quando ha provato a chiedermi di uscire. Non sapeva che stessimo insieme, come te lo devo far capire? Ora smettila di fare il broncio e facciamo una doccia così mi preparo per andare in radio." La mia risposta è accompagnata da un sorriso malizioso mentre ammicco sollevando un sopracciglio. "È una proposto indecente quella della doccia?" Sbuffa ed alza gli occhi al cielo ma con lo spuntare a tradimento delle fossette riesco a notare il suo palese divertimento. "Ti piacerebbe." E così dicendo lo sento divincolarsi dal mio abbraccio per poi entrare in bagno e chiudersi la porta dietro le spalle. Essendo il mio pudore quando Harry è nei paraggi equivalente a zero decido di aspettare due minuti per poi entrare in bagno e fare la doccia con lui. Dopo poco tempo, trovata la forza necessaria ad abbandonare il letto alle sei di mattina, tento di abbassare la maniglia ma notando il fatto che la porta non si apra, mi rendo conto che è chiusa a chiave. Al mio commento 'Certo che ho veramente un ragazzo stronzo' sento come risposta il rumore dello scrosciare dell'acqua della doccia e la sua risata roca ed unica. Ancora impossibilitato a raggiungerlo, e di conseguenza piuttosto irritato mi trovo ad esclamare con un tono non propriamente basso un discorso che non ha ne capo ne coda.  Il mio essere logorroico e petulante ha la meglio per l'ennesima volta. "Sono mesi che lavori a questo album, non mi hai fatto ascoltare neppure una delle canzoni che hai inciso, ti vedo veramente di rado, ma soprattutto oggi incontrerai faccia da cavallo senza di me. Oltretutto non mi permetti neppure di fare una tranquilla doccia in compagnia?" Nonostante il mio tono spiccatamente ironico e falsamente arrabbiato la sua risposta, che arriva come un suono ovattato a causa della barriera della porta, riesce in qualche modo a rassicurami. Dopotutto in tutte le bugie c'è un fondo di verità, giusto? "Sai che non ho voluto parlarti delle canzone perché c'è una sorpresa per te. Ah e per quanto riguarda la doccia, non pensare che non mi sarebbe piaciuto se tu mi avessi raggiunto. Purtroppo sono in ritardo e non credo che la tua presenza qui mi avrebbe aiutato ad essere più veloce. Non so se mi sono spiegato." Ormai sconfitto dalla sua caparbietà mi vedo costretto ad abbandonare l'idea della doccia e di conseguenza indosso un sottotuta dell'adidas sopra i boxer con i quali ho dormito. Completo il mio outfit casalingo con un paio di vans nere senza calzini, non è poi così diverso da quello che utilizzo anche per uscire se aggiungiamo una maglietta a caso. Devo preparmi psicologicamente ad ascoltare in poche ore l'intervista del mio fidanzato e la sua prima canzone da solista, tutto ciò in una tranquilla mattinata a casa, peccato che le prossime due ore di tranquillo non avranno proprio nulla. Sarò ansioso, impaziente ed il tempo mi sembrerà non scorrere mai. Scendo in cucina e mi preparo una semplice colazione senza troppe pretese. Versato il latte ed afferrata una manciata di biscotti, rigorosamente al cioccolato, mi butto sul divano ed ascolto senza un vero interesse il telegiornale aspettando che Harry esca dal bagno, annesso alla camera da letto, e che venga in sala. Dopo quasi mezz'ora mi si para davanti con solo un asciugamano sui fianchi magri, i capelli ancora umidi e con le goccioline d'acqua sul petto. È veramente il ragazzo più lento che io conosca quando si tratta del prepararsi ad uscire. Essendosi accorto del mio sguardo fisso sul suo addome mi domanda puntandosi un dito verso il viso "Non ti è bastata stanotte? Guarda che i miei occhi sono più in alto Lou." "Se non ti metti qualcosa addosso immediatamente dubito fortemente che tu posso arrivare in orario, e non solo a causa della tua lentezza nel vestirti, sia chiaro." Al sentire queste mie parole scoppia in una risata e girandosi torna sui suoi passi per finire di prepararsi, tutto questo dopo essersi portati una mano tra i capelli per spostarli dagli occhi. I suoi capelli non saranno più ricci e lunghi come un tempo, li ha infatti recentemente tagliati per recitare in un film di guerra, ma sono sempre e comunque maledettamente ribelli. Questa sua breve visita alla sala non ha giovato particolarmente ai miei ormoni. Peccato che il colpo di grazia venga ricevuto solo dopo qualche minuto, quando mi riappare davanti gli occhi. Indossa un sorriso bellissimo, quegli stivaletti che risulterebbero orrendi su chiunque ma addosso al mio ragazzo sembrano perfetti ed i soliti skinny jeans neri accompagnati da una delle sue camicie eccentriche. Quella dannata camicia abbottonata solo per due fottutissimi bottoni. È normale che io abbia sempre paura che me lo rubino appena uscito di casa? È bellissimo ed unico. Ed è mio, sono anni che lo è ed ancora non riesco ad assimilarlo. Si china per raggiungere il mio viso, e non perché io sia ancora sdraiato sul divano dopo aver finito la colazione, ma semplicemente perché mi supera di molto, nonostante sia io il più grande tra i due. Nel mentre dei miei complessi mentali sulla mia scarsa altezza Harry mi lascia un bacio da togliere il fiato, come tutti del resto. Prima di uscire di casa mi fa promettere di ascoltare l'intervista, le sue parole sono accompagnate da un luccichio negli occhi. Possibile che ormai conosca tutte le sue espressioni ma che ogni volta queste mi appaiano come nuove? Il mio "Lo avrei fatto in ogni caso" si perde tra le mura di casa, perché nonostante lui sia appena uscito, già mi manca. Dopo più di un'ora passata a fissare l'orario sul telefono, con le cuffiette nelle orecchie, aspettando le otto e l'inizio del programma in onda su bbc radio 1 sento proprio lo scambio di saluti tra Harry e Grimshaw. E come da copione già non sopporto più la voce di Nick dopo pochi secondi. Terminati i soliti convenevoli i due iniziano a parlare di che fine abbiano fatto i One direction e Harry rassicura del fatto che torneremo a cantare tutti insieme. Spiega anche di come tutti necessitavamo di un po' di tempo da soli per crescere autonomamente e concentrarci su progetti individuali. Parla della bellissima canzone di Niall e dell'essere orgoglioso di Liam per essere diventato padre. Ma è quando sento pronunciare il mio nome che realmente inizio ad interessarmi a ciò che la radio sta trasmettendo. 'Quindi Harry, passiamo a parlare di Louis. Cosa vuoi dirci del suo lavoro o di lui? Orgoglioso del suo essere sempre stato così legato a sua madre?' Ed in quei brevi istanti, quelli che separano una domanda dalla sua risposta che paiono infiniti, immagino qualsiasi cosa. 'Lou' Ok, mi ha chiamato Lou in diretta radio. Ok non agitarti Louis, ripeti, non agitarti. 'Mh. Lou è sicuramente quello tra i ragazzi del quale sono più orgoglioso. Non per togliere nulla a ciò che Niall e Liam stanno facendo, ma Louis è appena uscito da un periodo difficile. È sicuramente stato aiutato dal suo patrigno e dal nuovo compagno della madre, ma nonostante ciò si è travato ad essere il fratello maggiore. Ha cinque sorelle più piccole ed un fratellino di neppure tre anni. Si è trovato ad essere un punto di riferimento importante per loro. Probabilmente solo l'aiuto ricevuto grazie alla sua relazione lo ha fatto andare avanti.' Questa sua ultima frase mi colpisce a fondo. Harry è stata la mia roccia, la mia ancora, il mio tutto nei giorni successivi alla morte prematura di mia madre per leucemia. Ho pianto per ore appoggiato al petto del mio ragazzo. Con ogni probabilità queste sue parole gli sono uscite di bocca senza che ci ragionasse sopra, il problema è: come le giustificherà? Sono appena riuscito a concludere la mia ultima finta relazione con Danielle. Non voglio che mi trovino un'altra copertura per continuare a tentare di smentire le voci riguardanti me e Harry. Ormai la mia mente altro non è che un turbine di pensieri sconnessi, indecifrabili, criptici. 'Relazione? Sai qualcosa di cui siamo all'oscuro? Si è rimesso con Danielle? Erano una bella coppia dopotutto.' Ma per favore, io e le ragazze abbiamo gli stessi gusti. Appena si fanno allusioni ad una mia papabile relazione con una persona di genere femminile è come una bellissima battuta per me. Adesso sono proprio curioso di vedere quello che il mio ragazzo, genere maschile, si inventerà. 'No, no. Sto parlando di una relazione che non ha nulla a che vedere con Danielle. Si tratta della nostra' Mi sta cadendo il mondo addosso. Non vuole rimangiarsi le parole che ha pronunciato poco fa. Sta veramente per fare quello che i manager ci hanno impedito per tutti questi anni. Posso già sentire le urla delle 'Larry shipper'. È normale che io sia il primo a shipparci, vero? Ho letto giusto un paio di fanfiction. Beh immaginarsi l'Harry versione punk di 'Baby, Heaven's in your eyes' è stato probabilità la parte migliore. Questa massa di pensieri informi ha modo di svilupparsi nella mia mente in quel poco tempo che serve a Nick per elaborare una risposta all'affermazione del mio ricciolino preferito. 'La vostra relazione? Ah stai parlando della vostra splendida amicizia?' Grimmy, tesoro, è inutile che tu stia cercando di salvare la situazione. Ormai si è scavato la fossa da solo. E tra l'altra spero che non riesca ad uscirci se significa potersi finalmente rivelare. 'No Nick. Sai anche te di quale relazione io stia parlando. Lo sai te, lo sanno i miei famigliari, i ragazzi del gruppo e le buona parte delle fan.' 'Vuoi veramente farlo allora eh amico?' 'Si. Sto per farlo. Ma ormai senza che io ci giri intorno credo che chiunque sia all'ascolto abbia capito quello che sto per dire. Non voglio più nascondermi. Voglio poter vivere allo scoperto. Voglio essere in grado di baciare e prendere la mano del mio ragazzo quando passeggio per strada. Ho detto ragazzo, maschio, ma questo non credo sia esattamente una notizia sorprendente. Anche un cieco si renderebbe conto, dal mio modo di atteggiarmi e di vestirmi, che io non sia esattamente il prototipo di mascolinità. Eppure questa intervista non è per il mio coming out, ma per introdurre il mio primo lavoro come solista. Questo parla d'amore, di un amore tormentato, perché siamo fatti per stare insieme nonostante le difficoltà io e te, Louis. Lou mi rivolgo direttamente a te perché stamattina prima che io uscissi di casa mi hai promesso che avresti ascoltato questa intervista. So che non ne avevamo discusso, ma mi sentivo in dovere di dirlo al mondo ora che per il momento non siamo impegnati con il gruppo. Perché sono anni, sono sette anni che ci amiamo e non abbiamo mai potuto farlo vedere al mondo chiaramente. Chi si è accorto di ciò lo ha fatto solo grazie al nostro palese e stupido sguardo innamorato che ci scambiamo appena i nostri occhi si incontrano. È da quando avevo solo sedici anni che l'azzurro dei tuoi occhi mi ha rapito e fatto innamorare di te. In quello squallido bagno, e chissà, forse io ti avevo già notato anche alla gara tra band senza che tu te ne accorgessi o che io te lo dicessi. Nonostante io sia  sempre stato felice anche fino a questo momento voglio comunque uscire allo scoperto. Non per me. Ma per amarti come meriti. Voglio compiere passi avanti nella nostra relazione e rendere tutti partecipi è l'unico modo che avevo per farlo. Basta con le persone che ci dicono di rimanere nell'ombra e rimandare questo nostro coming out. Basta.' E se ascolto tutto il resto dell'intervista con le lacrime agli occhi mentre il mio fidanzato continua a parlare della nostra relazione, nessuno può saperlo o farmene una colpa. La nostra storia viene così raccontata su bbc radio 1 un semplice venerdì mattina. Dai nostri primi incontri alle prime stupide litigate al momento in cui ci siamo accorti di non essere semplici amici. Il tutto mentre io mi trovo a casa quando vorrei essere li con quel ragazzo che è il mio tutto da anni. Vorrei essere li a tenergli la mano che gli starà tremando, perché so che lo sta facendo, nonostante abbia un peso in meno sul petto ed il tono fermo. Ma soprattutto oltre che per confrontarlo verrei essere con lui per intromettermi in quel discorso, bloccarlo e baciarlo fino a perdere il fiato. Ora so che ci saranno innumerevoli possibilità per farlo. E non ne sprecherò neppure una, a partire da quando tornerà a casa. E quello che accadrà sarà storia. Ora nulla potrà ostacolare il mio desiderio di costruire una famiglia con l'uomo della mia vita. E lo giuro. Questo momento arriverà presto, molto presto.
   
 
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