Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Ma_ma san    09/04/2017    1 recensioni
"..Ecco, ora mi sveglierò e scoprirò che è stato tutto un sogno. Finalmente tutti i miei sforzi, le mie lacrime, i miei dubbi sono spariti in un attimo...."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 9 Arrivammo nel garage sotterraneo della Daito e presi l’ascensore per l’ultimo piano, dove si trovava l’ufficio di Masumi. Il cuore mi martellava nel petto e, man mano che salivo e mi avvicinavo a lui, una strana ansia si stava impossessando di me, che quasi mi prese un affanno e, per un attimo, mi fece desistere dal mio proposito. Non potevo, però, tirarmi indietro proprio adesso; più il tempo passava e più sarebbe stato troppo complicato gestire la situazione. Poi sentii il campanellio, che mi fece capire che ero arrivata al piano desiderato. Apertesi le porte, mi accolse il sorriso di Mizuky. “Buongiorno Maya, devo annunciarti al signor Hayami?”. “No la prego, vorrei fargli una sorpresa”. “Certo, vai pure”. Mi avvicinai alla porta e la aprii piano. La stanza era abbastanza grande, almeno come il bagno e la cucina di Rei messe insieme. Le pareti erano in una tinta color avorio e spiccavano i mobili in stile occidentale, scelti sicuramente da un famoso arredatore del paese. Io non me ne intendo di stile ed eleganza, e sono il tipo di persona che non segue le mode, potevo solo esprimere un giudizio personale su quello che vedevo. C’erano un divano a tre posti e due poltrone, che sembravano morbide ed avvolgenti. Quasi invitavano a sedersi e volli provarne una. “Wow”, erano davvero comode come immaginavo, però forse non avrei scelto quel colore verde menta. Il tavolino ovale davanti a me era in vetro opaco e la candela accesa profumava di gelsomino. Per un attimo chiusi gli occhi e non pensai a nulla, poi mi ricordai il motivo della mia presenza alla Daito e mi alzai in piedi di scatto. Sentii la sua voce e sorrisi; era al telefono, probabilmente con qualche pezzo grosso dell’industria dello spettacolo, e aspettai che finisse la conversazione. Non era certo mia intenzione origliare, ma non potendo fare diversamente, sentii tutto chiaramente. “…non scherziamo, per me lei è solo un peso e nient’altro…..si, certo…Maya…cosa? Da lei non vorrei nemmeno un figlio, figuriamoci!”. Sbiancai. Quasi svenni per lo shock! Le gambe mi tremavano e le orecchie mi fischiavano fastidiosamente. Il respiro si era fatto affannoso e strinsi i pugni per la rabbia che sentivo assalirmi. Non era possibile, non aveva detto veramente quelle cose di me. “Come ha potuto farmi questo, illudermi. Non vuole un figlio…da me” e d’istinto appoggiai la mano sulla pancia. “Ma io ti voglio piccolo mio”, io ti amo già, ti desidero più dell’aria che respiro. Ce la farò anche da sola, se così dev’essere. Scappai via senza dire nulla. Ritornata alla macchina chiesi ad Hijiri di portarmi a casa di Rei e non parlai più. Per tutto il tragitto, mi ritornarono in mente quelle parole e fu difficile trattenere le lacrime. “Grazie Hijiri, avvisi lei il signor Eysuke che non tornerò per pranzo”, e scappai in casa. Rei non c’era e fu un bene, perché iniziai a piangere e non avrei saputo cosa raccontarle. ----------------------- Mizuky aveva visto Maya scappare senza dire niente e le sembrò strano. Decise così di parlarne col suo capo. “….Certo mio caro amico, te lo ripeto, sono innamorato. Si, sicuro Maya. Shiori? Da lei non vorrei nemmeno un figlio! Piuttosto che passare la vita con lei, preferirei andare a vivere in un’isola deserta come eremita! Scusa, ma ora devo tornare al lavoro. Non pubblicare ancora nulla, se avrai un po’ di pazienza, ti assicurerai l’esclusiva, d’accordo? A presto”. In quel preciso istante pensai che, per la prima volta, qualcuno era riuscito ad infrangere quella barriera nel mio cuore e portare la speranza di una vita migliore. Bussarono alla porta. “Avanti, ah Mizuky ho forse dimenticato qualche appuntamento?”. “No signore. Ero venuta solo ad avvertirla che Maya era qui un attimo fa, ma è scappata via all’improvviso”. “Lei sa per quale motivo fosse venuta? E perché non mi ha avvisato?”. “Non conosco il motivo del suo arrivo e ha insistito per non dirle niente, perché ha detto che voleva farle una sorpresa. Purtroppo non so nient’altro”. “Grazie, può andare”. Chiamai Hijiri per capire se almeno lui avesse più informazioni. “Salve Hijiri, so da Mizuky che Maya è venuta da me e, immagino, che come sempre tu l’abbia accompagnata. Tu sai il motivo della sua visita?”. “Veramente non ha mai parlato per tutto il tragitto, sembrava pensierosa e, quando le ho chiesto cos’avesse, è stata vaga”. “Non capisco allora. Non è che qualcuno l’abbia avvicinata e magari si sia spaventata e voleva dirmelo?”. “Signore è impossibile, non la perdiamo mai di vista, nessuno potrebbe avvicinarsi a lei senza che qualcuno dei nostri se ne accorga. Può stare tranquillo su questo”. “Dopo dove l’hai accompagnata?”. “Mi ha chiesto di portarla a casa della sua amica e di avvisare suo padre che non sarebbe tornata a casa per pranzo. Immagino che voglia restare un po’ con lei. E’ appena arrivata, proprio in questo momento, signore”. “Se è così, allora sto tranquillo. Continua a sorvegliarla e avvisami subito se noti qualcosa di strano. A presto”. “A presto signor Hayami”. --------------------- Un rumore di chiavi mi svegliò. Rei entrò in casa e, per poco, non le venne un infarto trovandomi stesa sul divano. “Maya, mi hai fatto prendere uno spavento. Ma cosa ci fai qui?”. “Scusami, ero passata a trovarti e volevo pranzare con te, come ai vecchi tempi e credo di essermi appisolata. Scusami tanto”. “Non importa, sai che sono sempre felice di vederti. Non ho avuto tempo di fare la spesa, ma se ti accontenti ho del riso, insalata e un paio di uova”. “A me basta la tua compagnia”. Pranzammo parlando del più e del meno, poi Rei si alzò da tavola. “Purtroppo non posso restare di più con te, perché devo fare il doppio turno al bar, visto che una delle cameriere è malata. Resta quanto vuoi, sarà sempre casa tua. Devo scappare, mi spiace Maya”. “Buon lavoro, vai tranquilla che metto a posto io in cucina”. Rimasta sola riassettai la stanza e misi a lavare dei panni, poi chiusi bene a chiave e scesi giù dove mi aspettava ancora Hijiri. “Scusi Hijiri, poteva salire e mangiare qualcosa con noi. Sono stata proprio una maleducata”, e senza motivo, iniziai a piangere. “Signorina Maya, non faccia così, non deve turbarsi a causa mia e la ringrazio del pensiero gentile che ha avuto nei miei riguardi”. “L’ accompagno in teatro adesso?”. “Si, andiamo, e perdona il mio sfogo di poco fa”. ---------------------- Il vecchio Takamya ricevette una telefonata. “Signore volevo informarla che agiremo oggi stesso. Abbiamo scoperto che le sue guardie del corpo restano a sorvegliare l’esterno del teatro. Forse pensano che sia al sicuro insieme agli altri attori”. “E allora come pensate di agire, spiegami”. “Appena finito lo spettacolo, faremo in modo di attirarla al telefono che si trova vicino alla porta di emergenza che dà sul retro, in un vicolo tranquillo e, prima che se ne accorgano, l’avremo già portata via”. “Ottimo, ma guai a voi se farete altri errori. Dove la porterete?”. “Ho un capanno fuori città, in un posto molto isolato e lontano dalla strada principale. Appena saremo arrivati le farò avere notizie signore”. “Allora datevi da fare e chiamate solo a lavoro concluso”. Riattaccò senza dire altro, ma un ghigno si era formato su quel volto malvagio e senza scrupoli. ---------------------- Sakurakoji si era avvicinato e mi chiese se avessi parlato con Masumi e cosa avesse detto. “Yuu, ti racconterò tutto dopo lo spettacolo. Dai che si comincia”. Non avrei potuto mentire a lungo al mio migliore amico. Lo spettacolo si era appena concluso e il sipario era ormai abbassato, mentre tutti noi tirammo un sospiro di sollievo. Yuu mi porse una bottiglia d’acqua e mi sorrise. “Anche questa volta sei stata straordinaria Maya. Hai incantato tutti come sempre”. “Ti ringrazio per i complimenti, sei gentile”. Kuronuma mi avvertì che mi volevano al telefono ed era urgente. Avevo ancora indosso il costume di scena e andai a rispondere subito, perché era tanta la curiosità. “Ecco laggiù il telefono. Pronto? Pronto sono Maya, chi parla?”. Ad un tratto mi sentii bloccare le braccia e qualcosa mi venne premuto sul viso. Era un odore strano e persi i sensi all’improvviso. Un’auto misteriosa con due loschi individui, aveva appena lasciato il vicolo buio a tutta velocità, nascosta da una notte senza stelle. “Yuu vai a vedere perché Maya ci mette così tanto. Spero solo che non abbia ricevuto brutte notizie”. Andai verso il telefono e vidi la cornetta che penzolava e, per terra, il velo di scena, ma di lei nessuna traccia. Corsi subito da Kuronuma e lo chiamai da parte. “Signore, Maya è sparita. Ho trovato questo a terra, non può essersi allontanata senza dire niente a nessuno. Ho paura per lei”. “Forse stai solo esagerando, ma è meglio non dire niente agli altri per il momento. Se qualcuno te lo chiedesse, dirai che era molto stanca ed è tornata già a casa. D’accordo?”. “Si certamente. E adesso che facciamo? Tra il pubblico ho visto il signor Hayami, è meglio avvisarlo, ha le conoscenze giuste per aiutarci, non crede?”. “Hai ragione, vallo a chiamare, ma non dirgli niente”. Raggiunsi un gruppo di persone intento a conversare, che si scambiavano opinioni sullo spettacolo e poi lo vidi e mi avvicinai. “Signor Ayami, buona sera, il regista vorrebbe parlarle; se volesse seguirmi”. “Buona sera Sakurakoji, complimenti per la tua prova, come sempre sei stato grandioso. Ti seguo, fammi strada”. Sakurakoji mi portò nel suo camerino, dove ci stava aspettando il regista scuro in volto. “Cos’è tutto questo mistero mio caro Kuronuma”. “Signor Hayami, non so come dirglielo, ma Maya è scomparsa”. “Cos’ha detto? Com’è possibile, era con voi. Ha appena finito lo spettacolo”. “Qualcuno l’ha attirata al telefono e non è più tornata. E abbiamo trovato il suo velo di scena per terra”. Tremavo tutto, dalla rabbia e dalla paura, perché una folle idea mi era appena balenata in testa. “L’hanno rapita”, riuscii a dire e, i due uomini nella stanza, si guardarono increduli. Presi il telefono. “Hijiri vieni subito nei camerini, è un’emergenza”. “Arrivo signore”. L’uomo si precipitò nella stanza in pochi istanti, trovando il signor Hayami che camminava avanti e indietro freneticamente. “Maya è scomparsa. Credo che sia stata rapita Hijiri, e tu sai anche da chi. Se oseranno torcerle un solo capello io…io…”. Non finii la frase, perché non volevo pensare ad una simile eventualità. “Signore, sono sicuro che la vogliano viva e ci faranno avere notizie sulle condizioni per la sua liberazione”. “Dovremo essere discreti, ne va della sua vita. A tutti diremo che si è presa un periodo di riposo per il troppo lavoro e tornerà sulle scene al più presto. Saremo solo noi quattro a sapere la verità. Informerò anche mio padre”. Signor Hayami, credo che sarebbe meglio avvisare anche la sua amica Rei, perché non crederebbe mai ad un suo allontanamento volontario senza averle dato prima notizia”. “Va bene Sakurakoji, ma sii cauto e falle capire che non dovrà rivelare questo segreto a nessun altro”. “D’accordo signore”. ---------------------- “Yuu, ma che bella sorpresa. Come mai sei venuto a trovarmi? Lo sai che Maya ormai vive a villa Hayami”. “Ciao Rei, si lo so. Ho bisogno di parlarti ed è meglio che ti sieda”. “Yuu, così mi spaventi”. “Ecco non so da dove cominciare, ma…. Maya è scomparsa. Il signor Hayami pensa che l’abbiano rapita per poterlo ricattare”. “Oh santo cielo, Maya. Cosa possiamo fare noi? Non riesco a pensare a niente”. “Non possiamo fare nulla, per il momento. Devi solo promettermi che non ti lascerai sfuggire niente con nessuno. Agli altri abbiamo fatto credere che si stia prendendo un po’ di riposo e basta”. “Stai tranquillo Yuu, farò come dici. Appena avrai notizie, però, avvisami subito ti prego. Povera amica mia. Dove sarà adesso? Sarà spaventata”. Rei cadde in ginocchio piangendo, mentre io la tenevo stretta e piansi con lei. ---------------------- Presi la macchina e corsi a casa per parlare con mio padre. “Non so come la prenderà. Ormai si è affezionato a Maya”. Mi diressi verso il suo studio, dove lo trovai intento a leggere un libro. “Masumi, cos’è questo comportamento, sei strano oggi”. Ero entrato nella stanza come una furia e il respiro sempre più corto. “Padre Maya è stata rapita!”. Guardai mio padre impallidire e poi portarsi una mano al petto. Gli porsi un bicchiere d’acqua. “Padre, state bene?”. “Masumi, ma cosa stai dicendo. Com’è potuto succedere? E gli uomini della scorta dov’erano?”. “Devono averla osservata a lungo in queste settimane e hanno approfittato dello scarso controllo all’interno del teatro. L’hanno attirata in una trappola alla fine dello spettacolo ed ora ho paura di quello che le potrebbero fare”. Cominciai a camminare avanti e in dietro, finchè arrivato vicino ad un vaso, per la rabbia e la disperazione, lo scagliai contro il muro. “Se dovesse accaderle qualcosa io morirei padre”. Mi accasciai su una delle poltrone e fissai il pavimento. “Come dovremmo agire adesso? Tu sai già chi c’è dietro; quel maledetto Takamya”. “Masumi, non possiamo andare alla polizia. L’unica cosa da fare è aspettare che si facciano vivi con noi, per farci sapere cosa vogliono. Mi dispiace figliolo, ma non possiamo fare altro. Abbiamo le mani legate”. “Dove sarà adesso Maya?”. Resisti amore mio, ti troverò presto.
  
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