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Autore: Revil96    10/04/2017    2 recensioni
Quali sarebbero state le conseguenze se Emma non fosse riuscita a salvare Regina dall'oscurità? Sarebbe riuscita a sopraffare il proprio lato oscuro, oppure la Evil Queen sarebbe ritornata a mietere vittime?
[Swanqueen]
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                Secret Place

Nell'istante in cui Regina si punse il dito, la maledizione si manifestò. Da quel momento solo il bacio del vero amore avrebbe liberato quell'anima tormentata.
Lei che aveva innescato tutto ciò per liberarsi dal quel tormento, non aveva tenuto in considerazione un dettaglio che rese le sue intenzioni solo futili speranze. Il suo animo oscuro reagì alla maledizione portandola a uno stadio diverso dal classico, rendendo quel sonno un incubo peggiore della realtà.
I suoi ricordi, quelli più tristi divennero nitidi, a tal punto da sembrare di riviverli.
"Sono di tuo gradimento, Regina?"
Girandosi si scontrò contro il suo alter ego.
"Sei sorpresa?"
"Perché sono qui?"
Il suo riflesso si avvicinò toccandole il viso.
"Credevi che bastasse una semplice maledizione del sonno per placare la tua oscurità? Non credevo potessi essere così debole. Sei una delusione Regina Mills.
Non si può fuggire dalle proprie paure, e il tuo potere ad averti portato in questo luogo. 
Volevi allontanarti da te stessa. Da me. Solo per proteggere lei."
Strappandosi il cuore lo mostrò al suo alter ego originale.
"Questo cuore non potrai mai renderlo puro. Non potrai mai allontanarti da te stessa. Sarai per sempre bloccata in questa realtà, e ripercorrerai quei momenti che ti hanno reso la persona più odiata del reame."
Un grido squarcio l'aria quando i suoi ricordi si focalizzarono sull'emarginazione di Henry, e sulla causa della sua infelicità.
Il suo alter ego le sussurrò all'orecchio.
"Sono opera tua. Scommetto che il pugnale faceva si che questi ti tormentassero finché non continuassi a infliggere maggior dolore, ma poi lei ti ha fermato."
L'immagine di Emma le tornò alla mente. I suoi sforzi per farla redimere, avevano fatto riemergere quei sentimenti sopiti, e di conseguenza il dolore aumentava, fino a tormentarla.
"Questa maledizione forse potrà avere degli effetti diversi su di me, ma sono ugualmente riuscita a placare l'oscurità. Non sarà la falsa copia di me stessa a spaventarmi."
Regina chiuse gli occhi, e cercò di isolare i rumori.
"Non mi scaccerai finché sei in questa realtà, e sappiamo entrambe che nessuno potrà liberarti da questa maledizione."
La sua mente continuò a vagare tra i vari ricordi, e tra i tanti essa si focalizzò su uno in particolare, ovvero l'omicidio del padre.
Ricordando le parole del padre, le lacrime iniziarono a rigarle il volto. La implorava di abbandonare la vendetta, e crearsi un futuro felice, lontano dal reame e dai ricordi tristi.
Nel profondo del suo cuore non credeva che sarebbe sopravvissuta a questi tormenti, e la sua unica speranza era che Tremotino si riprendesse quell'oscurità liberandola da quel supplizio.
"Non accadrà."
"Zitta!"
"Sono la parte migliore di te. Quella senza quei sentimenti, e farò si che ti pentirai di averci provocato questa stupida punizione."
L'alter ego assunse un espressione, da cui si percepiva perfettamente la volontà di punirla delle azioni operate contro se stessa.
~
La promessa di Emma era ben impressa nella mente di Henry, che decise di seguirla nel vano tentativo di aiutarla. Decisa a evitare che il panico si diffondesse, Emma riunì le persone più influenti di Storybrooke, raccontando che la loro realtà era stata salvaguardata, e che le loro paure erano infondate.
"La difendi solo perché lei è una tua amica. Sei la principessa, dovresti proteggere noi, non lei." 
Quest'intervento da parte di Leroy fece si che i nervi già alquanto instabili di Emma saltassero. La sua reazione fu stroncata da quella di Henry, che stupì la folla inferocita:
"Emma è la principessa e come fedele servitore di sua madre avresti dovuto schierarti per proteggerla invece di farle la predica, ma nessuno è stato così coraggioso. Il cuore della mia mamma può essere ancora salvato. In lei c'è ancora del buono, altrimenti la pietra si sarebbe attivata, e il nostro presente non esisterebbe più. Quindi non permetterò a nessuno di disonorare il suo duro percorso di redenzione."
La folla si zittì. Quel carisma era la testimonianza di quanto la genetica non contasse nulla. In quel momento nessuno avrebbe mai messo in dubbio quanto quel ragazzo fosse cosi simile a Regina Mills.
Dalla folla Emma notò lo sguardo arrabbiato di Killian, e girandosi nella sua direzione, sperava di provare delle sensazioni simili all'amore, ma ciò non avvenne.
"Emma."
L'attenzione di Emma si rivolse immediatamente verso la voce del ladro più famoso della foresta di Sherwood, Robin Hood.
"Robin hai qualche novità?"
Emma era a conoscenza di quanto le parole di Regina per lui fossero state dolorose, eppure lui non si era mai arreso. Da quando l'oscurità si era impossessata di Regina lui non aveva mai abbandonato l'idea di salvarla, ma con scarsi risultati. Lei riusciva sempre a essere in un luogo diverso dal suo, evitandolo. Emma pensava che Regina lo evitasse solo per paura che i suoi sentimenti verso la sua anima gemella fossero ancora forti. Quelle convinzioni si rivelarono essere false quando le loro labbra si toccarono. Quel gesto così inaspettato le rivelò quanto i suoi sentimenti potessero andare oltre Robin, e l'oscurità.
"L'ho trovata distesa nella sua cripta, e in uno stato di dormiveglia."
Henry vedendola allontanarsi la insegue, seguito da Capitan Hook, e gli Charmings.
Vedendola lì distesa e inerme su quel letto, la  Salvatrice si immobilizzò, pensando che quella fosse la fine.
Henry si avvicinò a Regina, seguita da Mery Margaret. Quest'ultima le percepì il polso, notando che il battito fosse regolare.
"Il battito è regolare. Potrebbe essere..."
"Cosa?"
Inconsciamente Emma era consapevole che l'unica alternativa a quei sintomi era la maledizione del sonno, ma non voleva confrontarsi con la realtà.
"...la maledizione del sonno."
"Cazzo."
Portandosi le mani alla testa, lo sconforto l'assalì.
"Potrei provare io a risvegliarla. Sono consapevole quanto le mie parole possano non sembrare vere, ma io la amo."
"L'amavi anche quando ti scopavi la sorella?"
Solo allora Emma si rese conto della presenza di Henry, e di quanto fosse stata inopportuna nei suoi confronti.
"Lei mi aveva perdonato, fino a che non è arrivata l'oscurità a corrompere il suo cuore."
"Sei un illuso. Non hai mai pensato al perché da te non si è mai lasciata trovare?"
"Le discussioni sono inutili. La soluzione al dilemma è semplice. Baciala."
A intervenire nel discorso tra i due è Killian
"Chi?" 
Involontariamente Emma credeva che si fosse rivolto a lei.
"A lui. A chi altro potrei riferirmi?"
Robin con una lentezza assurda, poggia le sue labbra su quelle di Regina. Passano i secondi, e nulla cambia.
"Com'è possibile?"
"Non sei il suo vero amore."
Henry pronuncia quelle parole, quasi con un filo di felicità, poiché nel profondo del suo cuore non avrebbe mai voluto che Robin, la causa delle sofferenze della madre nelle ultime settimane fosse il suo lieto fine.
Scusandosi Robin si defila dal gruppo, per metabolizzare ciò che inconsapevolmente poneva fine alla sua relazione con Regina.
"Nonna non c'è nessun'altro modo oltre il bacio del vero amore per spezzare la maledizione?"
"Henry questa maledizione è stata creata con l'unico scopo di separare colei che è stata maledetta, dalla propria anima gemella, di conseguenza solo il bacio donato da quella persona potrà spezzare la maledizione. Non ci sono altre vie d'uscita."
Il velo di tristezza nelle parole di Mary Margaret fecero si che nella cripta calasse il silenzio.
Henry stringendo la mano della madre ripensò ai loro momenti insieme. Lui era stato felice, e per quanto le sue bugie l'avessero ferito, non poteva accusarla di non averlo amato. Per quanto la genetica potesse contare, l'amore che lo legava a Emma non era diverso da quello che nutriva nei confronti di Regina, e lui non l'avrebbe mai abbandonata.
Mary Margaret vedendo Henry in quelle condizioni, cercò di convincerlo a lasciare la cripta, per distrarsi da quel pensiero ormai fisso nella sua mente.
"Henry lei non vorrebbe che tu la vedessi così. Potresti andare da Belle, e cercare insieme a lei maggiori informazioni circa la maledizione del sonno."
"Concordo con lei. Henry se lei si svegliasse e ti trovasse in queste condizioni mi incenerirebbe all'istante."
David assecondò le loro idee, coinvolgendolo in una ricerca a cui si sarebbe aggregato per far si che il nipote lo seguisse.
"Hanno ragione. Verrò insieme a te, e daremo uno sguardo insieme a Belle ai libri in biblioteca."
Henry lasciò la cripta insieme a David, con la promessa che in qualunque caso l'avrebbero avvertito delle condizioni della madre.
Killian con lo stupore di Emma propose di cercare nella cripta di Regina per scoprire maggiori informazioni sulla maledizione.
Le ore passarono, e le loro ricerche non portarono a nessun risultato concreto.
"Questi libri sono per la maggior parte scritti in lingua elfica. Sarebbe un'impresa troppo ardua tradurre una lingua così antica."
Quell'aiuto offerto da Killian era solo per compiacerla, e lei ne era pienamente consapevole. Emma si sentì in colpa, perché sia i suoi pensieri che il suo cuore era occupato solamente da Regina. Voleva provare a baciarla, ma le sue insicurezze la portarono a credere che le sue fossero solo stupide fantasie dettate solamene dall'istinto. 
La notte era calata, e la stanchezza iniziò a farsi sentire. Decisero d'interrompere le ricerche per poi riprenderle la mattina seguente. Volendo riordinare alcuni tomi già letti, Mary Margaret urtò un punto nella parete, facendo si che si azionasse un ingranaggio d'apertura rivelando uno scompartimento segreto, simile a un cassetto.
Emma curiosa ispezionò lo scompartimento trovando in esso diverse pozioni, e un taccuino rilegato in pelle.
"Tesoro forse le nostre ricerche non sono state vane." Disse Killian.
"Forse. Sei stato indispensabile questo pomeriggio. Ti ringrazio."
"Per te farei questo e altro."
Le loro strade si separarono, e loro ritornarono a casa.
Si chiedeva perché fosse stata così codarda da non baciarla, eppure il perché continuava a illudere quell'uomo, che si prodigava così tanto per lei.
Henry venendo a conoscenza del taccuino, cercò di convincerla a fargli leggere alcune pagine, ma non ottenne i risultati sperati.
"Henry non potrei leggerlo nemmeno io. Era nascosto maniacalmente, e sono sicura che in esso ci sono pensieri che non vorrebbe che conoscesse nessuno."
Emma con un gesto di protezione portò a se quel taccuino di pelle, rifiutando a chiunque lo proponesse di leggere i pensieri e le confessioni di Regina. Chiudendosi nella sua camera, sfoglio le prime pagine.
Con un enorme delusione leggendo le prime parole, notò che la loro attinenza era legata solamente alle pozioni ritrovate accanto al taccuino.
Credendo che fosse solamente questo il suo contenuto, perse immediatamente interesse, finché dopo una decine di pagine non trovò una serie di racconti in cui descrisse fedelmente sia i suoi dubbi che quelle parole mai confidate a nessuno.
Leggendo a voce alta la domanda con cui decise di introdurre quel racconto, Emma si addentrò nei pensieri di Regina, facendo sua ogni emozione da lei descritta.
"Potrò mai svegliarmi e non sentire questa sensazione di vuoto che mi attanaglia il cuore?"

Note dell'autrice
Questa volta ho impiegato più tempo del previsto nello scrivere il seguito di questa storia. Spero di essere perdonata. Come avete letto, il taccuino di Regina insieme ai suoi dubbi e alle sue emozioni è stato ritrovato. Diverse storie sono racchiuse in esso, e in queste Emma conoscerà un lato di Regina nascosto, che la porterà a chiarire in modo definitivo i suoi sentimenti.
Alla prossima😊👋🏻
  
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