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Autore: NekoMiko    11/04/2017    1 recensioni
Deidara era tutto ciò che non ero io, forse il mio esatto opposto, se avessi potuto associarlo a qualcosa probabilmente lo avrei associato ad un girasole: luminoso ed allegro.
あ なたがいなくて寂しい
Avrei potuto dire che Deidara fosse il mio migliore amico, anzi forse l’unica persona che riuscì ad essere mia amica, ad abbattere il muro che avevo creato intorno a me, io ero impenetrabile, ma la sua gioia di vivere e il suo modo di vedere positivamente anche le cose più crudeli mi attirarono.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Altri, Deidara | Coppie: Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Shiro
 
Prologo: Bianco


Bianco.
Tutto era bianco intorno a me, le mura, le persone, il tempo.
Quanto tempo rimasi lì dentro? 
Qualche mese.
Quanto tempo siamo stati insieme?
Se ci penso sembra così poco, Dei, un giorno staremo di nuovo insieme.
Una parte di te fa parte di me adesso, ed è come se tu fossi con me.
Mi manchi.
なたがいなくて寂しい¹


___


Mi trovavo nella mia stanza d'ospedale sdraiato sul letto, fissavo il soffitto mentre aspettavo che la flebo finisse.
Ero qui da un paio di mesi, aspettavo un trapianto di fegato in quanto la mia cirrosi² si era aggravata molto e se non trovavo nessun donatore mi rimanevano circa due anni di vita.

C'era silenzio, ero da solo in stanza, non avevo un compagno e pensavo che così andava bene, nessuno avrebbe infranto la mia tranquillità e non avrei mai visto persone soffrire o morire accanto a me.

Le gocce della flebo cadevano giù una dopo l'altra, mancava poco e avrei potuto rialzarmi dal letto per continuare a disegnare un bambola che avevo immaginato guardando una bambina, era senza espressione, come se fosse priva di sentimenti, come se fosse eterna
D'un tratto sentii la porta schiudersi e da essa apparsero due infermieri che trasportavano una barella con disteso su un ragazzo.
Era privo di sensi e molto pallido, sul viso era dipinta un'espressione di dolore, i suoi capelli lunghi e biondi ricadevano un po' sul cuscino e un po' sulle sue spalle.
Somigliava molto ad un angelo.
-Da oggi questo ragazzo ti farà compagnia Sasori.- Mi disse l'infermiere con un tono quasi sollevato all'idea intanto che sistemava la barella accanto alla mia, lasciando comunque un po' di spazio tra me e il ragazzo.
Io iniziavo a provare dell'irritazione nei confronti di quell'infermiere, Sai, sentivo come se quel ragazzo angelico stesse invadendo una mia proprietà, la mia vita: non volevo condividere nulla con lui, io stavo bene da solo. -Non potete metterlo in un'altra stanza?!-
L'infermiera che stava sistemando meglio il ragazzo sul cuscino, Sakura, intervenne. -Lui, Deidara, è come te, anche lui sta aspettando un trapianto.- Fece una breve pausa e successivamente mi rivolse lo sguardo. -Non fare il bambino capriccioso, presto scoprirai che avete molti interessi in comune, diventerete buoni amici!- Concluse sorridendomi.
Annuii e Sai mi tolse l'ago dal braccio che collegava la flebo. -Torneremo più tardi, se noti che il ragazzo sta male chiamaci subito. A dopo!- Esclamò Sai per poi dileguarsi fuori dalla stanza con Sakura.
Mi alzai dal letto e mi diressi verso il tavolino per riprendere a disegnare la bambola.
Guardandola meglio mi accorsi che essa somigliava un po' a Deidara, quel ragazzo che da poco era diventato un mio "coinquilino", era come se entrambi non avessero vita, Deidara dava l'impressione di essere uscito da un manga, aveva dei lineamenti perfetti, ciglia lunghe, mento sottile, pelle pallida ma scrutandola meglio sembrava vellutata.

Passai un paio d'ore ad osservarlo incosciente e finalmente diede il suo primo segno di vita.
Aprì gli occhi e si guardò intorno spaesato.
-Allora sei vivo!- Esclamai sarcasticamente come a volerlo prendere in giro.
Lui voltò lo sguardo verso di me, non sembrava né arrabbiato né seccato, non aveva espressione. -Chi.. Sei?- Mi chiese con voce sottile mettendosi a sedere sul lettino.
-Sono Sasori.- Gli risposi secco. -Tu devi essere Deidara, dico bene?- Gli chiesi osservandolo mentre si passava le dita tra i suoi lunghi capelli.
-S-sì, è il mio nome... Beh... Piacere...- Disse mantenendo un tono basso, quasi inudibile. -Posso chiederti un favore?- Mi chiese successivamente abbassando lo sguardo.
Risi.
Era patetico, chiedere un favore ad una persona di cui conosci solo il nome, lo trovavo senza speranza. -Non pensi sia da maleducati chiedere un favore ad una persona appena conosciuta?-.
Deidara sgranò gli occhi e voltò lo sguardo verso le sue gambe, sembrava stesse per mettersi a piangere. -M-mi dispiace...- Sussurrò e si ridistese nuovamente sul letto.
Alzai le spalle, ignaro di cosa volesse chiedermi poco prima, ignaro del dolore che aveva dentro al suo cuore.


___

¹ Sono triste perché non ci sei.

² Con il termine cirrosi si intende la sostituzione della normale struttura del tessuto epatico con altro tessuto, fibroso e non vitale, con la distruzione delle cellule del fegato, gli epatociti. (Fonte Fire Onlus).





Salve, spero che il prologo vi sia piaciuto, se vi va ditemi cosa ne pensate.
Questa storia parla dell'amicizia tra Deidara e Sasori.
Sarà destinata a durare per sempre?
O si trasformerà in amore?


NekoMiko

   
 
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