COGITO
ERGO SUM
Penso
quindi sono
Itachi
camminava imbronciato per
le viuzze che dividevano le varie parti del territorio Uchiha.
Era
stufo! Stufo di essere
ignorato, stufo di essere trattato come uno stupido moccioso.
Anche
quel giorno aveva cercato di
cominciare una conversazione col padre, ma l’uomo
l’aveva liquidato con un: “Adesso
non ho tempo”. Aveva solo 6 anni ma era il miogliore
dell’Accademia e molti
maestri non vedevano l’ora di vederlo ninja.
Ma
gliel’avrebbe fatta pagare, l’avrebbe
fatta pagare a tutti loro.
Non
sapeva in che modo ma col
tempo ,’avrebbe trovato. Dopotutto, aveva solo 6 anni.
7
anni dopo
Sasuke
entrò dal grande portone
che divideva gli Uchiha dal resto del villaggio. Quando non
sentì alcuna voce,
si preoccupò. Oltrepassò alcune case e il suo
cuore si fermò: per terra c’erano
i cadaveri degli zii. Non solo degli zii, ma dei componenti di tutto il
clan.
Corse a perdifiato verso casa e ne spalancò la porta.
Lì,
nel mezzo della stanza, c’erano
i corpi senza vita dei suoi genitori, con un biglietto accanto.
Si
fece forza e lo prese in mano.
Sul biglietto, scritto con la grafia elegante di Itachi,
c’era scritto:
“Cogito, ergo sum.”
Allora... Questa l'ho scritta in un
momento di lezione in cui non mi andava di seguire. Non è il
massimo dell'originalità, ma quando mi viene l'ispirazione
fulminante la devo scrivere sennò goodbye. Non credo che
Itachi parli il Latino ma qui l'ho fatto diventare colto quindi Itachi
parla Latino ù.ù
Spero vi piaccia
I rock 4ever
_The Queen_