Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: SherlockHolmesLove    20/04/2017    0 recensioni
Cosa succederebbe se un altro essere umano bussasse alla porta del 221 B, non come un qualsiasi cliente, sia chiaro, bensì come una ragazza pronta a ricominciare con una nuova vita tutta londinese, ritrovandosi erroneamente catapultata nell'enigmatico mondo di Sherlock Holmes e del suo fidato amico John Watson?
Questa, dunque, è la storia di Annie, "l'inquilina del secondo piano".
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Ore 20.03 
Sherlock
 
<< Sì, sì, ci sto provando, Sherlock! >>
<< Fa che sia un caso interessante John, ti prego, abbiamo avuto solo clienti noiosi oggi!>>, gli dico, sdraiato sul divano, mentre trovo sollievo dai tre cerotti alla nicotina che ho applicato sul mio braccio sinistro.
<< Ma dico, abbiamo appena risolto un caso già abbastanza assurdo, vuoi già trovarne un altro? Prendiamoci uno o due giorni di pausa fino a che non troviamo un cliente interessante! >>
<< Stai scherzando? John, tu non immagini minimamente che cosa succeda nella mia mente quando non risolvo un caso! C’è il caos più totale, mille e mille pensieri, è come un treno che viaggia alla velocità della luce e tu mi dici di riposarmi? Riposare è noioso! Anche il semplice fatto di respirare è noioso per me, ma voi gente “normale” questo non riuscite proprio a capirlo! Oh, coraggio deve esserci qualcosa! >>
E’ mai possibile che in tutta la specie umana non ci sia nessuno che riesca a capirmi davvero! Certo sarò anche un sociopatico iperattivo, ma Dio, per l’amor del cielo, qualcuno dovrà pur capirmi! Ah, Barbarossa, mio caro vecchio amico, se tu fossi ancora qui…
<< Sherlock! Cosa ne pensi allora? >> Mi chiede a un tratto John interrompendo i miei pensieri.
<< Di cosa? >>
<< Come di cosa? Te ne stavo parlando un attimo fa! Ah, certo scommetto che eri nel tuo palazzo mentale! Della nuova inquilina!  Stamattina?! Ricordi? La ragazza che hai spaventato a morte solo perché ti annoiavi… >> Ah già quella ragazza… Che dovrei dirgli adesso? John non sono te! Sei tu che cambi fidanzata ogni settimana, io sono sposato col mio lavoro!
<< E allora, cosa ti aspetti? E’ una ragazza… Nient’altro! >>
<< Ah sì, certo solo una ragazza… Non potresti dirmi una volta tanto che ne trovi carina qualcuna? Davvero non guardi mai nient’altro di una donna se non il profumo che usa, il suo modo di curarsi le unghie o se abbia un cane o un gatto? Comunque è carina quella di stamattina, potrebbe piacerti… >>
<< John! Basta ora, ho… bisogno di un caso… ADESSOOOO! >>
<< Cucù! Oh, ma perché non fa altro che urlare e urlare… ecco la vostra spesa, ma i biscotti che vi piacciono non li ho trovati e poi ricordate che non sono la vostra governante, perciò ogni tanto cercate di mettere in ordine questo posto! >> Ci mancava anche la signora Hudson! Aaaah, pazienza pazienza! Ho bisogno d’aria!
<< Sapete che vi dico, io esco, ho bisogno d’aria! Signora Hudson non si preoccupi dei biscotti, e tu John, cerca di trovare qualcosa di utile durante la mia assenza! >>
<< Ma cos… Sherlock! Ooh, e va bene vai! Aah, è peggio di un bambino! >>
Esco dall’appartamento e mentre armeggio col bavero del mio cappotto, quasi mi scontro, anzi mi ci finisce praticamente addosso, la nuova inquilina, imbacuccata di tutto punto, come un esquimese, con un cappotto pesante, sciarpa di lana, cappello e guanti.
<< Eh? Oh, scusi! Non l’avevo vista... Ehm, sono sbadata a volte, mi scusi! >> E se ne va di tutta fretta ma appena in tempo per intravedere un evidente rossore sul suo viso. Ragazze… non le capirò mai!
 
-  Annie
 
Accidenti a me! Di nuovo lui! A quanto pare dovrò abituarmi al rischio di ritrovarmelo davanti ogni qual volta scenderò le scale! Brrr, che freddo, sarei potuta rimanere al calduccio nella mia nuova casa, come mi è venuto in mente di uscire proprio stasera con questo tempaccio! Il problema è che dovrei mangiare qualcosa, ho una voglia matta di pizza! Aaah, la pizza italiana… quanto mi manca! Devo assolutamente trovare una pizzeria italiana!
Prendo il cellulare, mi tolgo un guanto, e digito con mani tremanti “pizzerie italiane a Londra, pressi di Baker Street”… Mmmh… trovata! Sì… pizzeria da Angelo! Oh sì, questo sì che sembra italiano ad hoc! Perfetto. Mi faccio guidare dal mio navigatore e in meno di un quarto d’ora riesco a trovarla.  Sembra accogliente, quindi ci entro subito e vengo immediatamente accolta da un omone che gentilmente  e animatamente, alla maniera di noi Italiani, mi fa accomodare ad un tavolo vicino ad una vetrata.
Mi sento un po’ a disagio mentre me ne sto lì tutta sola, magari la prossima volta potrei chiederlo alla signora Hudson. Chiedo una pizza ai wurstel e una coca cola e in brevissimo tempo sono già lì seduta a quel tavolino, che gusto una squisita pizza italiana con una candela come unica compagnia. Mentre guardo fuori, mi sembra di scorgere attraverso il vetro appannato di umidità, una sagoma scura, familiare oserei dire, che sembra guardi proprio nella mia stessa direzione. Asciugo il vetro con una mano e chi vedo? Ancora lui! Distolgo immediatamente lo sguardo per tuffarmi sulla mia pizza, ma troppo tardi. Un attimo dopo è sulla soglia del ristorante, e dal modo con cui saluta il proprietario, posso dedurre che si conoscano ormai da tempo e che lui sia il suo cliente prediletto… Oh, certo “dedurre”, quel ragazzo mi sta contagiando!
Non oso guardarlo e per fortuna gli do le spalle, ma a quanto pare non si arrende. Sto lì col mio pezzo di pizza librato in aria e trattengo il respiro, come se facendo così lui non possa  vedermi.
<< Ciao. >>, lo sento all’improvviso vicino, una ventata di aria fresca profumata.
<< Ciao! >>, gli rispondo io con voce troppo alta e rauca, alzando la testa di scatto.
<< Anche tu qui, eh? Fa freddo non trovi, è per questo che ci sono venuta io, si sta caldi qui… Cioè intendo che non sono venuta qui solo per il caldo, sai sarei potuta rimanere a casa accanto al camino, è che avevo fame e quindi cosa c’è di meglio di una pizza? >> silenzio. Sono un’idiota, perché quando sono nervosa e per di più in compagnia di un uomo vado in tilt!
<< Sola? >> Ma perché parla a monosillabi? Non è il genio della deduzione?
<< Sì, beh, non è che io abbia molte conoscenze qui… sai… E tu? Sei col tuo amico, quello che ho visto stamattina nel tuo appartamento? >>
<< Ehi, Sherlock, si è appena liberato un tavolo, puoi accomodarti! >>, ci interrompe il gestore del locale.
<< Posso unirmi a te? Ci sono solo io. >> Oh no!
<< Ok. >>
<< Ah, ma state insieme voi due! Accomodati pure amico mio, il solito? Ricorda, tutto quello che vuoi, offre la casa! >>
<< Grazie, prenderò una pizza come quella della signorina. >>
<< Arriva subito! La candela c’è! Perfetto… Sapete, per rendere l’atmosfera più romantica in questa gelida serata! >> e ci lascia, strizzando l’occhio a Sherlock che pare un po’ in imbarazzo, ma mai quanto me.



<< Ehm… allora… conosci il proprietario? E’ simpatico! >> gli domando io tanto per rompere il ghiaccio.
<< Ho aiutato Angelo con la polizia una volta. Sono riuscito a dimostrare che durante un caso di triplo omicidio, lui era impegnato dall’altra parte della città, in un furto con scasso. Naturalmente non sono riuscito a impedirgli la galera, ma almeno sai, sempre meglio di un’iniezione letale… >>
<< Wow… Ehm… e come ci sei riuscito? Cioè voglio dire sei della polizia, o sei un avvocato? >>
<< In realtà sono un consulente investigativo. Ho inventato io questa professione. In poche parole, sono chiamato a un caso quando la polizia brancola nel buio, ovvero sempre. >> Consulente investigativo? Mai sentito! Devo riuscire a scoprire di più su questo tipo se vorrò continuare a vivere tranquilla a Baker Street!
<< Sembra forte! Mi hanno sempre intrigato i casi, specialmente i gialli! Leggo molto sai, tra cui anche la cronaca nera! I cadaveri, le menti criminali… e il tuo amico? Anche lui la stessa cosa? >>
<< No, John è il mio assistente e coinquilino. >>
<< Ho capito… e per caso, il tuo lavoro comprende dei clienti? Sai ecco, stamattina quando è arrivato il tuo amico, mi ha scambiata per una cliente e non ho fatto altro che pensare a cosa si riferisse… >> 
<< Abbiamo una specie di agenzia investigativa a Baker Street. I miei clienti ci contattano via internet e a seconda dei loro casi, o meglio, dal grado della loro importanza, decido di aiutarli. >> 
<< E’ una cosa bella, così aiuti la gente! Chissà quante persone avrai aiutato! Saranno tante, no? >> continuo, mordicchiando il secondo trancio di pizza e fingendomi più interessata che mai (devo dire però un po’ curiosa lo sono).
<< In realtà non molte… la maggior parte dei casi li scarto perché troppo noiosi. >> Eh? Oh, certo, avrei dovuto immaginarlo, lui lavora a seconda del caso che lo diverte di più! Non ha bisogno di lavorare per guadagnarsi il pane.
Poi decido di cambiare argomento per entrare in ambito più personale. 
<< Allora… oltre al tuo lavoro, c’è altro? Interessi, hobby… >>
<< Mi considero sposato con il mio lavoro, non faccio ciò che fa la maggior parte degli esseri umani, ma un interesse c’è… Mi piace suonare il violino nel tempo libero, non sono uno che parla molto, anzi posso starmene giorni interi in assoluto silenzio con la sola compagnia dei miei pensieri, è per questo che io e John andiamo d’accordo perché quando lui cerca di fare conversazione sa già in anticipo che potrò anche non rispondergli, e quando verrà  scaricato da una ragazza sa anche che non farò domande stupide o cercherò di consolarlo con inutili frasi d’occasione. Come coinquilini siamo perfetti! >>, mi dice abbozzando un sorrisetto ironico. Fantastico, praticamente non ha una vita privata.
<< Perciò non esci con nessuna? >>, mi guarda ad un tratto con sguardo glaciale, anzi sembra che si sia all’improvviso congelato e diventato un pezzo di ghiaccio.
<< Devi sapere che le ragazze non sono il mio genere, perciò non illuderti che… >> 
<< Oh, no! No no no!! Non te l’ho chiesto per chissà quale motivo! Non sono interessata a te, cioè non ci sto provando! Era solo per curiosità. E poi d’accordo ho capito, ti piacciono gli… E' tutto okay! >>, divento tutta rossa e vorrei scomparire, ma fortunatamente quell’orribile momento viene interrotto dall’arrivo della pizza.  Sherlock mi osserva sempre con quell’aria assente, il punto è che mi guarda dritto negli occhi e non riesco a sottrarmi al suo sguardo magnetico, impossibile non dire che mi senta terribilmente imbarazzata. Poi quell’incantesimo di sguardi si interrompe e comincia a mangiare la sua pizza. Wow, coltello e forchetta! Beh, almeno che non si dica non conosca il galateo! In effetti, anche dal suo modo di vestire è molto diverso da qualsiasi altro ragazzo della sua età io abbia visto fino ad ora. E’ molto elegante nel suo completo di giacca e pantaloni neri e una camicia bianca immacolata, e poi il suo profumo che ho sentito così forte quando mi si è avvicinato. Deve essere un uomo molto attento alla cura della sua persona, ed è anche ben rasato. Già, lui è sicuramente il cosiddetto uno su un milione! Ma a lui piacciono gli uomini… Mi chiedo se il suo amico John ne sia a conoscenza e se così fosse, come faccia a trovarsi a suo agio con lui abitandoci insieme e lavorandoci anche. Quando l’ho visto inoltre, mi è sembrato totalmente diverso da Sherlock sia in aspetto che in fatto di vestiti. Devo proprio dirlo… formano davvero una strana coppia!  
 
  - Sherlock
 
Questa ragazza ha qualcosa di particolare… Ma cosa? I suoi occhi forse… quando li guardo, non riesco a dedurne nulla. Arrossisce di continuo per l’imbarazzo, eppure non si tratta solo di semplice timidezza, ormai ne conosco tutti i sintomi che in lei non vedo. Mi fa domande su di me, ma non parla mai di lei, e quando abbassa la testa… ecco! Riecco quell’espressione, o meglio, quello sguardo apparentemente vuoto, ma allo stesso tempo con qualcosa dentro. Tristezza? Dubbio? Insicurezza? E poi ecco che mi riguarda, ma con una diversa espressione. I suoi occhi, così tanto azzurri cambiano… la pupilla si dilata e accenna un mezzo sorriso… come se… non volesse mostrarsi sempre la stessa in ogni momento… come se… recitasse una parte. Chi è questa donna? Il suo profumo non mi dice niente di interessante anzi è un mix di tante fragranze, perciò deve avere l’abitudine di mettersene almeno due in diversi momenti della giornata (non ha preferenze), indossa un maglione di lana colorato usato già da parecchio tempo e jeans sbiaditi dai troppi lavaggi, niente di griffato o di nuovo, come anche il braccialetto che porta  al polso sinistro, senza un particolare valore economico. La moda non le interessa, è una ragazza… semplice. Anche il suo viso è molto pulito e i suoi capelli lunghi e rossi… no, più tendenti al ramato, sono tenuti fermi e in ordine da un frontino, anch’esso usato tante volte. Non c’è dubbio, è molto legata ai suoi oggetti personali, ma non solo, soprattutto all’anello che ho già dedotto, non essere suo ma di qualcun altro. Ci tiene in modo particolare. La piccola gemma verde è brillante, perciò lo pulisce costantemente, inoltre in due occasioni mentre parlavamo, se l’è sfilato per pulirsi le mani e poi con quell’aria che ancora non riesco a comprendere, se l’è risistemato attentamente. Ma perché non mi dice qualcosa di sé? Non sono bravo a tenere una conversazione, non mi piace fare domande se non si tratta prettamente di un caso. I sentimenti umani mi saranno sempre sconosciuti, forse è per questo che non riesco a dedurne nient’altro, forse perché è una ragazza ricca di sentimenti, non una fredda calcolatrice come il sottoscritto… Eppure quella sua espressione mi sembra di averla già vista… allo specchio… sul mio volto… quando… Lei ha perso qualcuno! Sì! In Italia non ha più nessuno, ma in senso letterale! La sua famiglia non sarà mica… E' sola… ecco il perché di quegli occhi… Ora ho capito!
Ad un tratto, l’istinto di prenderle la mano si fa sempre più forte, ma non posso, non ci riesco, mi sento bloccato. La mia mente mi dice di non farlo, i sentimenti rallentano sempre dice Mycroft. No, deve volerlo lei, è chiaro che abbia ancora bisogno di tempo. Non le chiederò nulla, continuerò come ho sempre fatto. La fredda macchina calcolatrice, il cervello senza cuore… Sarà lei a raccontarlo, del resto me lo ricordo perfettamente quel giorno. Difficile trovare qualcuno che riuscì a capirmi davvero, in fondo ero un bambino asociale, iperattivo, troppo impegnato a leggere libri sulla chimica e perciò incapace di provare qualcosa. Già, troppo impegnato a fingere di non provare niente per nessuno. Chissà quando le è successo? Quanti anni aveva? Possibile che non abbia davvero più nessuno? Andiamo parla! Quasi come mi avesse letto nel pensiero, alza la testa e mi fissa, accennando sempre quel piccolo timido sorriso, anche se un po’ tirato.
La mia pizza ormai si è freddata e mi è passata la fame, poi mi parla << Non la mangi? Io l’ho trovata squisita, anche se in Italia la fanno un po’ meglio, cioè, voglio dire… Se non la mangi però posso rubartene un trancio, ho ancora un po’ di fame! >>
Come posso dirle di no. Sarà anche bravissima a nascondermi quello che sente davvero, ma quel sorriso…
<< Eh?! Ce… certo! Fa’ pure. Io dovrei andare ora, ho i miei casi che mi aspettano! Mi spiace… mangiala tu. >> e quasi senza neanche guardarla, esco dal ristorante per tornare a Baker Street. Deve aver pensato ciò che pensano tutti di me, che sono un tipo strano, anormale. Non potevo rimanere ancora con lei. Come avrei potuto se non sono capace di tenere una conversazione normale per più di cinque minuti. Non avrei neppure dovuto fermarmi al suo tavolo, del resto, lei non è nessuno, a mal la pena ci siamo presentati stamattina. Coraggio! E’ ora di trovare un caso.
 
Annie 

Ma cosa… ? Ehi… se n’è andato! Ma cosa ho fatto? Non mi ha neanche salutata, è scappato via come un razzo… uff, praticamente ho scoperto poco e niente su di lui, vediamo… ha detto che suona il violino, che è una specie di detective privato, è un tipo di poche parole e non è una buona forchetta! C’era da aspettarselo però… Basta parlare con me perché un uomo scappi via! Quello sguardo così penetrante e misterioso che sembrava mi leggesse l’anima.  Che razza di conversazione abbiamo avuto! Non ho fatto altro che fargli domande, ovvio che sarebbe scappato da me! Avrà pensato che io sia strana se non sono stata capace di parlargli come si deve… ma del resto, non siamo mica amici. Perché mai poi ha deciso di sedersi al mio tavolo? Io non lo avrei mai fatto, siamo solo inquilini di uno stesso condominio.
Mangio la pizza di Sherlock a metà, poi decido di tornare a casa. Vado alla cassa per pagare il conto e con grande sorpresa il proprietario Angelo mi dice << Gli amici di Sherlock sono anche miei amici! >> perciò mi fa un super sconto, solo perché a quanto gli sembra, conosco Sherlock.  Lo ringrazio ancora una volta imbarazzata ed esco nella fredda e nebbiosa sera di Londra. Arrivo a Baker Street,  apro la porta d’ingresso e respiro l’odore ormai familiare della mia nuova casa. A quanto pare la signora Hudson ha cucinato qualcosa di dolce, l’ambiente è impregnato di quel profumo, e quasi come avesse avvertito la mia presenza, appare ad un tratto sulla soglia della sua porta.
<< Ah, buonasera cara! Ti va di entrare a mangiare dei biscotti, li ho appena sfornati, sono caldi! >> Il profumo è decisamente molto invitante, perché no?
<< La ringrazio signora, sa, sono appena uscita da un ristorante, non mi dispiacerebbe un dessert, e non sa chi ho incontrato lì, l’inquil… >> Oddio, ancora lui! E’ seduto al piccolo tavolo della cucina, mentre sgranocchia un biscotto al cioccolato… ha l’aria rilassata, direi quasi da bambino… fa tenerezza con quel biscotto in mano… Ma che penso?
<< Oh, sì, Sherlock stava proprio raccontandomelo, sono felice che vi siate conosciuti, sai stamattina non ti ha dato proprio una bella impressione con quella pistola in mano, ma sono fiduciosa che diventerete buoni amici! >>, urla la signora Hudson tutta eccitata. Sherlock quasi non mi nota neanche, se ne sta lì fissando il vuoto, poi di scatto si alza, dà un bacio sulla fronte della signora Hudson (con mio immenso stupore!), le augura la buonanotte, poi mi si avvicina… Sento il suo profumo…
<< Buonanotte anche a lei signorina. >> Mi supera e se ne va… ancora.
Nella stanza è piombato il silenzio, la signora Hudson mi guarda, ma so che vorrebbe farmi mille domande, così senza neanche chiederle il permesso, mi siedo dove un attimo fa c’era Sherlock Holmes, e aspetto che sia lei a parlare per prima.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: SherlockHolmesLove