Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: LetyJR    08/06/2009    6 recensioni
Una mattina come tante, al cafè "Occhi di Gatto".. o forse no? Tre diaboliche menti (più il quarto che viene tirato in mezzo, poverino) stanno organizzando una sorpresa per il ninja più musone della terra.. riusciranno i nostri eroi a uscire indenni dall'ardua impresa? Perchè, dopotutto, siamo una famiglia, no?!? [ambientato durante la permanenza del gruppo a Oto]
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok

Ok, possiamo dire che questa fic è la dimostrazione pratica che mettere due menti malate con mezzo neurone ciascuno a dormire sotto lo stesso tetto è molto, molto pericoloso… soprattutto se una delle due (nella fattispecie la sottoscritta) la mattina apre gli occhi con in testa, chissà perché, una canzoncina idiota e la usa come sveglia per l’altra… XD Poi aggiungeteci che quella è una di quelle melodie maledette che se ti entrano in testa non te le schiodi più, uniteci la full immersion di Tsubasa di quest’ultimo periodo e ottenete il delirio…

È qualcosa di assolutamente alieno dai miei standard di scrittura (mai scritto niente di fluff io!), comunque spero vi piaccia ugualmente!

Un abbraccio,

Mistral

 

***

 

La coautrice qui sopra ha praticamente detto tutto...

Passando alle cose pratiche:


@ La canzone originale (e balletto annesso) la trovate su YouTube. Visto che sono tanto buona e cara (XD) vi risparmio la via crucis che ho passato per capire di quale canzone stesse parlando Mistral quella mattina (soprattutto perché io a stomaco vuoto fatico a ragionare)… questo
à [ http://www.youtube.com/watch?v=6ZTWvffZNqo ] è il link del video a cui io, Mistral e Mokona ci siamo inizialmente ispirate (spero non venga considerata pubblicità occulta, nel caso ditelo che lo tolgo XD).


@ Ricordando che tutti i personaggi sono di proprietà dei rispettivi autori (XD), posso però dire che:

La fangirlaggine assurda (ma nemmeno tanto) di Himawari-chan è mia, ed è legata al fatto che la cosplayerò (sì, voce del verbo cosplayare) in una delle prossime fiere. Non pensavo di raggiungere tali livelli di fangirlismo. Mi sbagliavo.

Le pucciose ripetizioni a raffica dei (delle?) Mokona sono mie, pensieri metaforici compresi.

Mie sono anche le figure da timidone di Shaoran e i cuoricini rosa di Watanuki.

Le parti di Fay sono opera di Mistral. A volte mi pento di averle fatto leggere Tsubasa, visto come si immedesima bene (nei miei Kuro-momenti vi giuro che è insopportabile!)

Idem come sopra per quanto riguarda Yuko. A volte mi pento di averle fatto leggere Holic, visto come si immedesima bene (e qui ringrazio la mia tappitudine per avermi fatto scampare il ruolo di Watanuki **)

La tenerezza filiale di Sakura è opera sua.

Le uscite di Domeki le sono venute benissimo, e ciò mi inquieta (ma prima di tutto mi diverte XD).


@ Piccola nota (ultima, poi vi lascio leggere in santa pace XD). La coautrice qui sopra di solito si impegola a scrivere fanfiction angst. Questa è la sua prima fluff (tendente al demenziale, poi…), quindi fatemi una cortesia… commentate, ok? Grazie mille ^_^



Come? A chi finirà il ruolo di Kuro-papi?

Leggete e lo saprete XD

Lety

 


 

 

Goodmorning, Kuro-papi!

 

CAPITOLO 1

Quella mattina, a Oto pioveva. Fay si alzò come al solito per primo ma, a differenza degli altri giorni, non era allegro anzi, quasi non sorrideva neppure. E non solo per la caviglia ancora dolorante che si era slogato la sera prima durante lo scontro con quel gruppo di oni; il pensiero che più di tutti lo incupiva (e dava fastidio soprattutto a lui che fosse così) era la discussione avuta subito dopo con Kurogane.

Il mago si impose di non pensarci e, zoppicando un po’, si diresse in cucina per iniziare a preparare la colazione per sé e per il resto della “famiglia”: i bambini probabilmente si sarebbero alzati di lì a poco, mentre papino avrebbe continuato a ronfare ancora per un pezzo, visto che era domenica e che quindi non sarebbe dovuto uscire a caccia con il suo ragazzo.

Nel frattempo la piccola Mokona si era svegliata e, dopo essersi liberata dal comodo e confortevole nido tra le braccia della principessa, era sgattaiolata fuori, attirata dai rumori. Zompettando aveva raggiunto la cucina, dove aveva trovato Fay intento ai fornelli. Stropicciandosi gli occhietti con le zampine aveva silenziosamente scalato uno degli sgabelli, fino a trovarsi sul tavolo già per metà apparecchiato, ed aveva raggiunto il suo posto come in trance, pensando agli ottimi dolci che avrebbe potuto assaggiare quella mattina. Seguivano quella stessa routine ormai da un mese e, come al solito, la polpettina bianca era ben preparata a rispondere a tono all'allegro, casinista ed entusiasta saluto del mago. Quel giorno, invece, silenzio… che strano...

 

“Fay-san?” sussurrò, avvicinandosi piano piano all'amico biondo che era intento a preparare quel che sembrava l’impasto per delle deliziose frittelle, l'espressione del viso nascosta dalla frangia che gli copriva gli occhi.

Sentendosi chiamare, il ragazzo alzò lo sguardo dalla ciotola che aveva in mano, regalando all’animaletto un largo sorriso, uno dei suoi soliti. “Ciao Mokona! Ben svegliata!”

Mokona smise di preoccuparsi, dimenticando subito l’inusuale silenzio con cui lui l’aveva accolta. “Buongiorno Fay-san!” rispose, avvicinandosi ancora un po’ “Mokona ha tanta fame… Mokona può dare una mano a Fay-san?”

“Certo che può!” ribatté pronto l’altro, accarezzandole la testolina “Tieni, mescola qui… e fai attenzione che non restino grumi. Questa è la pasta che serve per fare le frittelle che piacciono tanto alla principessa… io intanto preparo la cioccolata, va bene?”

La creaturina annuì e il mago si allontanò. Ma nei suoi gesti non c’era la sua tipica esuberanza: sorrideva, sì, ma non saltellava canticchiando tra i fornelli come tutte le mattine.

Mokona afferrò il cucchiaio e iniziò a mescolare ubbidiente, ma sentiva che c'era qualcosa che non andava. Gira e rigira, acqua e farina si stavano amalgamando bene, nonostante la piccola lavorasse in precario equilibrio sulle zampette e lanciando di nascosto continue occhiate al suo amico umano.

Sospirò, poggiando sul tavolo la ciotola con l'impasto pronto e saltellando poi verso il lavandino per sciacquare il cucchiaio. Perché non poteva essere tutto come in cucina, dove mescolando buoni ingredienti ottieni risultati ancora più buoni? Nella testolina della piccola, tutti loro erano proprio come gli ingredienti di un dolce… allora perché non riuscivano ad amalgamarsi bene? Le dispiaceva vedere Fay così triste (perché un Fay che non saltella come un matto è per forza un Fay triste) quindi zompettò verso di lui decisa a riportare l'armonia in cucina.

Guardandolo dal basso verso l'alto, strofinandosi nervosamente le zampette anteriori, chiese: “Fay-san è triste stamattina… Mokona è preoccupata! Perché Fay-san è triste? È successo qualcosa a Fay-san?”

Davanti all’agitazione della piccola, il mago si lasciò scappare una risata leggera, poi mise giù il pentolino che stava riempiendo di latte e allargò le mani, invitandola a farsi prendere in braccio.

“Non devi preoccuparti per me, Moko-chan! È tutto a posto… è soltanto che ieri sera Kuro-papi si è arrabbiato con me perché mi ero così incantato a guardarlo combattere contro quegli oni che mi sono fatto colpire e lui è stato costretto a portarmi a casa in braccio… sai com’è fatto papà, no?”

Mokona sorrise, ricordando la sera prima quando aveva visto arrivare Kurogane-san in veranda con Fay-san in spalla: all'inizio si era preoccupata, ma alla fine tutto era finito bene, no? Kurogane-san aveva anche scaricato Fay-san come fosse un sacco di patate, quindi era tutto come al solito, vero? E allora… qual era il problema?

“Sì, Mokona sa com’è fatto Kuro-papi! Kuro-papi fa tanto il cattivo, ma sotto sotto vuole bene a Mokona, a Fay-san, a Sakura-chan e a Shaoran-kun! Kuro-papi si arrabbia sempre con Fay-san, però… Mokona non riesce a capire perché questa volta Fay-san è triste!”

Il mago sorrise dolcemente: sì, perché questa volta era triste? In fondo, non era certo la prima volta che il ninja cercava di scavare nel suo passato e lui ne era sempre uscito bene. Solo che non era mai successo che gli dicesse che lo odiava… non che Fay fosse convinto che l’altro la pensasse davvero così, però… beh, non era bello sentirselo dire, ecco! Comunque non poteva raccontare alla polpettina bianca queste cose. C’era già Kuro-rin a fare domande scomode!

Decise di glissare, sperando che lei non fosse cocciuta come un certo spadaccino di sua conoscenza…

“Beh, diciamo che ieri mamma e papà hanno avuto una discussione spiacevole… sai, a volte capita tra genitori”

Oh beh, se il problema era solo questo… sarebbe stato un gioco da ragazzi sistemare le cose, no? Mokona tornò al suo posto e si sedette, la testolina appoggiata sulle zampine. Cosa poteva inventarsi per aiutare mamma e papà a fare pace? Improvvisamente, ecco l'idea! Mokona prese a saltellare sul posto, tutta emozionata

“Fay-san, Fay-san! Mokona ha un'idea! Perché Fay-san non prepara una sorpresa per Kuro-papi?”

Il mago la guardò, inarcando le sopracciglia mentre gli occhioni azzurri brillavano di eccitazione “Mi piacciono le sorprese! Cosa hai in mente Moko-chan?”

Euforica per essere riuscita a rallegrare il mago, Mokona attraversò saltando tutta la cucina per poi atterrargli sulla testa con un triplo salto mortale.

“Mokona pensa che potremmo trovare un modo per rallegrare Kuro-papi augurandogli il buongiorno con qualcosa di indimenticabile! Mokona pensava a una canzone o a un balletto!”

Fay rise, facendo un giro su se stesso. “Hyuu! Questa sì che è una bella idea!” poi però si fermò e la sua espressione si fece pensosa “Però c’è un problema… io non conosco niente di adatto… come facciamo Mokona?”

 

I due erano così immersi nella loro discussione che non notarono la porta aprirsi lentamente e fare capolino il visetto ancora un po’ assonnato della principessa. La ragazzina era già vestita di tutto punto e pronta per iniziare una nuova giornata di lavoro, ma arrivare in cucina e trovare il mago con Mokona sulla testa, entrambi con una faccia così concentrata… Sakura entrò timidamente, preoccupata di interrompere qualcosa di veramente importante.

“B-buongiorno Fay-san, ciao Mokona… vi disturbo?” domandò sottovoce dopo qualche istante.

“Buongiorno, Sakura-chan!” esclamò Mokona, saltandole in braccio. “Fay-san e Mokona stanno pensando a una sorpresa per far sorridere quel musone di Kuro-papi! Sakura-chan ci vuole dare una mano? Pensavamo a una canzone o a un balletto divertente!”

Sakura sorrise dolcemente; non aveva ancora capito nulla di quanto stessero pianificando quei due, ma se lo scopo era fare una sorpresa per far piacere a Kurogane era sicuramente qualcosa di positivo (il pensiero che il ninja molto probabilmente non avrebbe gradito non la sfiorò minimamente).

“Certo, vi aiuto volentieri” assentì subito.

Fay batté le mani entusiasta. “Hyuu! Perfetto Sakura-chan! Allora aiutaci a pensare a qualcosa che potremmo cantare o ballare tutti assieme…”

Sul viso della principessa si disegnò un’espressione pensierosa, che faceva perfettamente il paio con quella del mago. “Su questo punto purtroppo non saprei come aiutarvi, mi dispiace” ammise dopo un po’, con tono rammaricato.

Il silenzio era tornato nella piccola cucina del Caffè Occhi di Gatto. Fay rifletteva stando in piedi appoggiato muro, Sakura era rimasta accanto allo stipite della porta mentre la piccola Mokona camminava avanti e indietro sul tavolo della colazione. Improvvisamente la polpettina bianca si fermò, picchiando il pugnetto sul palmo della zampina sinistra.

“Mokona ha un'idea! Mokona, Fay-san e Sakura-chan possono chiedere aiuto a Yuko-san! Yuko-san saprà sicuramente consigliarci bene!”

“Ottima idea, Mokona!” esclamò il mago, galvanizzato. Poi però sembrò comprendere appieno le implicazioni del chiedere una qualsiasi cosa alla Strega delle Dimensioni e il suo entusiasmo si smorzò “Ma Yuko-san cosa vorrà in cambio?”

Anche la principessa pareva essere arrivata alla stessa conclusione. “Già, Fay-san ha ragione… e poi non credo che sia il caso di disturbare Yuko-san per queste cose…” lo disse con un po’ di titubanza, quasi le dispiacesse smontare l’idea che Mokona aveva proposto con tanto entusiasmo.

“Ma Mokona crede che Yuko-san sarà contenta di fare qualcosa per Kuro-papi… e poi potrebbe assistere alla nostra rappresentazione! Yuko-san adora la musica e il divertimento! Quando Mokona era a casa di Yuko-san, anche se Mokona dormiva Mokona sentiva che ogni tanto Yuko-san organizzava delle feste!”

Così dicendo Mokona saltellò verso lo specchio nel corridoio, e in pochi istanti l'immagine della Strega delle Dimensioni apparve davanti a loro.

Yuko era in quello che sembrava un parco, seduta su una strana panchina a forma di tigre, e accanto a lei stavano tre giovani. Quando lei salutò con un sorriso, uno dei tre ragazzi non si scompose minimamente, all’altro venne quasi un infarto mentre la terza rimase estasiata.

“Ciao Mokona, come stai? Perché mi hai chiamato, c’è forse qualche problema?”

“Yuko-san, Yuko-san! Buongiorno! Mokona è qui perché Mokona ha bisogno di un consiglio! Kuro-papi è sempre così imbronciato, allora Mokona, Fay-san e Sakura-chan volevano fargli una sorpresa, ma non sappiamo cosa fare per fargli iniziare la giornata in maniera allegra!”

La piccolina parlò tutto d'un fiato, assordando i presenti e anche quelli che ascoltavano dall'altra parte dello specchio.

Yuko si concesse una risata leggera. “Capisco… e avete pensato a qualcosa di particolare da fare per rallegrare Kurogane?”

“Beh, Mokona qui proponeva una canzone o un balletto” si intromise Fay, mentre Sakura alle sue spalle annuiva convinta “Ma non sappiamo da che parte cominciare…”

Nell’altra dimensione, la donna corrucciò le labbra rosso fuoco, posandoci sopra un dito ad enfatizzare un’espressione fintamente meditabonda. “Vediamo un po’ cosa vi posso consigliare…”

Dietro alla Strega, Watanuki iniziò ad arretrare silenziosamente. Ogni volta che venivano contattati da quel gruppetto di viaggiatori erano guai in arrivo! Peccato però che ogni suo tentativo di fuga venne clamorosamente annullato dalla dolce Himawari, la quale pensò bene di prendere lui e Domeki a braccetto.

“Oh, Watanuki-kun, Domeki-kun, non vi sembra una splendida idea? Come sono carini! Diamogli una mano anche noi!” esclamò la ragazza coi codini trascinando di peso i due per avvicinarsi ancora di più alle immagini proiettate dal Mokona nero.

L’arciere non reagì minimamente, né la sua espressione ieratica subì un qualsiasi mutamento. Yuko da parte sua sorrise soddisfatta alla reazione della giovane: se lei era così entusiasta, sarebbe stato molto più semplice far collaborare Watanuki… quanto a Domeki, non c’erano problemi di sorta – quel ragazzo rimaneva un mistero per lei, ma almeno eseguiva senza discutere. Ed era sicura che, se tutto fosse andato come stava pianificando, si sarebbe divertita un mondo…

“Cosa?! No, assolutamente no! Mi rifiuto! Non voglio aver niente a che fare con le richieste di quei cinque, io!” esclamò Watanuki, agitandosi come suo solito, ma il caldo sorriso entusiasta di Himawari (sommato alla presa ferrea che la gentile compagna di scuola stava esercitando sul suo braccio) gli fece subito cambiare idea. Il ragazzo sospirò, sconfitto, e passò a riconsiderare l'intera faccenda sotto una nuova prospettiva… poteva organizzare qualcosa con Himawari-chan e, se avesse avuto l'idea vincente, la ragazza l'avrebbe di sicuro apprezzato più di quell'idiota di Domeki! Cuoricini di ogni colore e dimensione presero a girargli attorno mentre pensava a un'idea da suggerire.

“Uhm, vediamo… pensavate a qualcosa in particolare?” esclamò Himawari, portandosi l'indice alle labbra.

“Mokona pensava a qualcosa di allegro, cantato e ballato! Mokona ricorda vagamente una canzoncina che Mokona ha sentito quando era ancora al negozio di Yuko-san, ma Mokona non ne sa il titolo…”

“L'hai sentita alla tv forse, Mokona-chan? Ragazzi, vi ricorda qualcosa?” chiese la giovane guardando interrogativamente gli altri due. Entrambi scossero la testa.

“Mokona l'ha sentita alla tv! Era una pubr… publitic… pubici…”

“Pubblicità?”

“Sì, Himawari-chan ha capito cosa voleva dire Mokona! Mokona ricorda che era qualcosa di allegro sul… sul buongiorno, ecco!”

“Puuu! Sì, anche Mokona se la ricorda! Era una canzoncina sulla prima colazione!” aggiunse la polpettina nera che fungeva da «proiettore» nel giardino.

“Bah! Qui non ci viene in mente niente, mi dispiace!” tagliò corto Watanuki. Voleva tornare al suo pic-nic con la dolce Himawari, e quella ricerca stava solo facendo perdere loro tempo. Gli dispiaceva per il gruppo, ma siamo sinceri: trovare quella canzone era come cercare un ago in un pagliaio di dimensioni astronomiche!

“Himawari-chan, lasciamo qui Domeki ad aiutare i nostri amici e noi facciamoci un po' di latte e cacao, ti va?”

Improvvisamente Himawari lasciò sia Watanuki che Doumeki, e abbassò il capo. Quando rialzò lo sguardo aveva gli occhi pieni di lacrime, ma uno splendido sorriso le illuminava il volto.

Watanuki rimase pietrificato a guardarla e, quando lei lo abbracciò esclamando «Watanuki-kun, sei un genio!» …svenne.

Dall’altra parte dello specchio, Fay e Sakura osservavano la scena perplessi. Non avevano capito molto di quel che stava succedendo ma, a quanto pareva, quella ragazzina con i codini aveva trovato una soluzione.

Ignorando il povero Watanuki, mollato immediatamente per terra come un sacco di patate, Himawari corse alla panchina dove avevano lasciato le loro cose. Dopo aver ribaltato la borsa tornò da Yuko, stereo e cassetta in mano ed espressione trionfante sul viso.

“Trovata! La canzone si intitola «Goodmorning», è un mese che la stiamo studiando per il musical di fine anno!”

“Sì! Anche Mokona se la ricorda! Era quella, giusto, Mokona? Era la pubblicità con quelli che sbattevano i cucchiaini!” esclamò il Mokona nero rivolto alla gemella, ricevendo un «Puuu!» entusiasta come risposta.

In tutto quel trambusto, Domeki non aveva assolutamente fatto una piega. Non era nel suo stile interessarsi troppo alle cose del mondo e il fatto che stessero parlando con una specie di coniglietto bianco, tramite il suo clone nero, con della gente che si trovava in un’altra dimensione non lo disturbava più di tanto. Non vedeva la ragione dell’entusiasmo di Himawari (ma lei era sempre stata così, quindi la si poteva comprendere), né capiva perché quella strana donna di nome Yuko avesse quel sorriso inquietante, ma soprattutto non sopportava le geremiadi di Watanuki. Lo pungolò con un rametto, senza praticamente guardarlo in faccia.

“Oi. Sei rumoroso, vedi di piantarla”

Watanuki alzò un braccio, tentando inutilmente di togliere l'«arma» dalle mani dell'amico.

“E tu vedi di smetterla!” sbraitò, rialzandosi e dandosi una spolverata agli abiti.

Notata l'espressione allegra di Himawari, ignorò Doumeki e le si avvicinò, in parte orgoglioso di essere riuscito ad aiutare quella che considerava la sua «Dea della fortuna», in parte curioso… nel suo delirio di cuoricini rosa non era infatti riuscito a capire come accidenti le sue lamentele avessero aiutato il gruppo a trovare la situazione. Aggiustatosi gli occhiali, Watanuki prese in mano la cassetta e lesse l'elenco di brani riportato sull'etichetta.

Ricordava perfettamente quella canzone… come avrebbe potuto dimenticarla? Il solo pensiero delle prove da incubo della recita di fine anno - l'unica consolazione era stata quella di poter ballare con la dolce Himawari-chan! - lo fecero impallidire leggermente. Beh, se non altro andava benissimo per quei tre, che cercavano una canzone da ballare e cantare…

Poi vide il sorriso complice e soddisfatto di Himawari-chan. Il ghigno inquietante di Yuko-san. Fece due più due.

Perché, in fondo, se vuoi imparare a ballare… qualcuno deve pur mostrarti come si fa, no?

Un urlo disumano si propagò per l'intero emisfero. Ma si interruppe subito. Avrebbe avuto bisogno di voce e fiato in abbondanza, nei minuti che sarebbero seguiti.

La Strega delle Dimensioni, ridendo con aria soddisfatta, gli sfilò la cassetta dalle mani, facendosela rimbalzare sul palmo. Accarezzò con fare noncurante il Mokona nero e si rivolse alla gemella bianca e ai due ragazzi accanto a lei.

“Molto bene, Mokona. Come immagino avrai capito, abbiamo risolto il vostro problema… ora parliamo del prezzo. Perché non credo che tu abbia potuto pensare che il mio intervento sarebbe stato gratis, vero?” sorrise, riuscendo in qualche misterioso modo a non farlo sembrare né una presa in giro né una minaccia “Sai che ti voglio bene, ma gli affari sono affari…”

Dietro la creaturina bianca, Fay e Sakura si guardarono perplessi, cercando di non sembrare troppo preoccupati: loro in fondo volevano solo fare una cosa divertente, ma le premesse non si stavano rivelando delle migliori.

La piccola Mokona riprese a camminare nervosamente avanti e indietro, facendo traballare tutta la proiezione da una parte e dall'altra. La principessa la prese in braccio e iniziò a coccolarla per calmarla, fermando il dondolio dell'immagine e salvando tutti i presenti da un attacco di mal di mare senza mare.

“Tranquilla Moko-chan, ci verrà sicuramente in mente qualcosa… vero Fay-san?”

Il mago sorrise rassicurante. “Hyuu! Certo che sì!” esclamò, cercando di suonare allegro e convincente. Ma in realtà nemmeno lui era poi così tranquillo. Si stavano impegolando in un ginepraio per fare una sorpresa a Kuro-puu (che di sicuro non avrebbe gradito – ma il divertimento era proprio vederlo infuriato) e per di più avevano tirato in mezzo la Strega… non era esattamente una combinazione vincente.

 

Proprio in quel momento la porta del corridoio si aprì cigolando e un confusissimo Shaoran entrò nelle sala, attirando l'attenzione di tutti. Era ancora mezzo assonnato, ma gli bastò guardarsi attorno per capire che c'era qualcosa che non andava… perché Fay-san e Sakura-hime avevano contattato Yuko-san? Era forse successo qualcosa?

Dimentico del sonno e della fame (era pur sempre ora di colazione), raggiunse di corsa la principessa e le prese la mano, agitato.

“Sakura-hime! Va tutto bene? È successo qualcosa di grave? Siamo stati attaccati?”

All’ingresso del ragazzo, dall’altra parte della proiezione, sulle labbra di Yuko si disegnò un sorriso significativo che strappò addirittura un inarcarsi di sopracciglio a Domeki, mentre Watanuki si spalmava una mano sulla faccia sotto lo sguardo perplesso di Himawari.

Fay commentò con un “Shaoran-kun è davvero adorabile quando si preoccupa della sua principessa”, detto a mezza voce e rivolto a tutti e a nessuno, mentre Sakura si dava da fare per rassicurare il ragazzo.

“Non ti preoccupare, Shaoran-kun, non è successo niente di grave… stiamo solo chiedendo un consiglio a Yuko-san perché Fay-san vuole fare una sorpresa a Kurogane-san” e l’occhiata che rivolse, non vista, al mago mentre pronunciava quelle parole sottintendeva quanto fosse felice che la mamma facesse una cosa del genere per il papà.

Shaoran tirò un sospiro di sollievo, poi arrossì quando si rese conto di essere sotto lo sguardo indagatore di tutti i presenti. Lasciò andare la mano di Sakura e le rispose, non senza balbettare leggermente per l'agitazione.

“Oh, se Sakura-hime lo desidera, posso dare una mano!” esclamò, inconsapevole del delirio in cui si stava cacciando.

“Sarebbe molto bello da parte tua, Shaoran-kun! Yuko-san ci stava giusto per spiegare cosa fare”

Himawari sorrise, gli occhi lucidi per l'emozione: erano così carini assieme, quei due! Quasi quanto Watanuki e Doumeki: si vedeva lontano un miglio che non potevano stare lontani l'uno dall'altro! Abbrancò per il collo i due ragazzi, avvicinandoli a sé e coccolandoli.

“Waaah! Sono terribilmente, incredibilmente pucciosi… non credete anche voi?”

Inutile dire che Doumeki rimase impassibile, sia alle coccole che alla visione dei due piccioncini. Watanuki, invece si limitò ad annuire, lo sguardo sognante perso chissà dove.

Yuko si intromise con un colpetto di tosse, mascherando un sorriso strano. “Mi spiace interrompervi, ragazzi” ma dal tono con cui lo disse si capiva che non gliene fregava poi più di tanto “però qui stavamo parlando d’affari… Mokona, il prezzo del mio aiuto sarà…” una pausa ad effetto e uno scintillio inquietante negli occhi cremisi “…assistere a tutte le prove e poi alla vostra rappresentazione. E vedere la faccia di Kurogane! Dovrai riprenderlo per tutto il tempo!”

Mokona si fermò davanti alla proiezione, silenziosa. Chinò la testolina, riflettendo sull'offerta della Strega delle Dimensioni, poi la rialzò sorridendo e prese a saltellare.

“Affare fatto, Yuko-san! Mokona è sempre contenta di fare affari con Yuko-san! In cambio dell'aiuto per ballo e canzone, Mokona farà assistere Yuko-san alla rappresentazione in onore di Kuro-papi!”

“Molto bene Mokona. E visto che il desiderio viene da te (anche se non ho dubbi che l’idea originale sia stata di qualcun altro…)” e qui non mancò un’occhiata significativa a Fay, il quale fece allegramente finta di non capire “voglio anche farti uno sconto: farò in modo che voi abbiate dei maestri che vi insegnino a ballare e cantare questa canzone, va bene?”

Il povero Watanuki, che si aspettava un'uscita del genere, chinò la testa sconfitto. Aveva già capito il piano di Yuko, e qual era il ruolo di loro tre in quella stupida farsa. Pensò che sì, forse avrebbe fatto meglio a restare a casa, quella mattina… Ma ora che anche la dolce Himawari-chan era coinvolta nel torbido intrigo della Strega delle Dimensioni non poteva certo abbandonarla al suo destino, no? Borbottando improperi di vario genere in direzione della sua datrice di lavoro, le prese la cassettina dalle mani e la inserì nello stereo.

“Vediamo di sbrigarci con questa idiozia, così possiamo tornarcene a casa tutti quanti… Himawari-chan, ti ricordi i passi, vero? E tu, Doumeki, vedi di non rovinare tutto come tuo solito!”

L’arciere lo degnò appena di uno sguardo in tralice. “Veramente di solito quello che cade sei tu, idiota…”

“Watanuki sei veramente un tesoro, sai!” cinguettò Yuko “E pensare che io non avevo detto ancora nulla… ma dato che siete tutti così entusiasti, prego, fate pure! Mokona, Fay, Shaoran, Sakura, guardate bene… una ripetizione è gratis ma due no, eh!”

“Oh su, ragazzi, non fate i brontoloni e diamoci da fare!” esclamò Himawari mettendosi in mezzo e regalando loro un altro sorriso dei suoi. “Per fortuna sarà un gioco da ragazzi, anche perché - l'avete notato? - se non contiamo Mokona-chan sono in tre giusti giusti, proprio come noi! Nemmeno a farlo apposta! Che coincidenza, eh?”

Watanuki si spalmò la mano sulla faccia. L'ultima cosa a cui voleva pensare, in quel momento, era proprio l'Hitzusen…

 

 

 

 

 

  
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