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Autore: PattyOnTheRollercoaster    08/06/2009    2 recensioni
Ellen ha perso la memoria e ora vive a Daret. Quando due sconosciuti si presentano nella città lei ha un flashback. Siccome nulla la può convincere a restare a Daret, città devastata e che verrà presto invasa dagli Urgali, li segue. Così Brom ed Eragon si ritrovano appresso questa ragazza, dalla memoria perduta e dalle straordinarie capacità nell'arte della spada. Grazie al suo viaggio Ellen scoprirà il suo passato, legato con un filo sottile, ma indistruttibile, a quello di Eragon e Brom.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato Presente & Futuro'
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Capitolo 10: Nel Deserto di Hardac

Dopo essersene andati dalla grotta e aver viaggiato per tutta la notte, i tre ragazzi, Saphira e l’elfa trovarono un posto abbastanza riparato per riposarsi. Ellen era così stanca che per un tratto di strada si era persino addormentata sul cavallo. Quando si fermarono la prima cosa che fece fu andare da Murtagh.
“Fammi vedere che ti sei fatto”. Murtagh, che aveva cavalcato tutto il tempo facendo smorfie e diventando sempre più pallido, assunse un’aria colpevole, come se fosse stato lui a ferirsi da solo. “Dai”. Ellen gli prese le mani, che il ragazzo aveva prontamente portato allo stomaco, e gliele spostò. La maglietta era lacerata e macchiata di sangue, attraverso il taglio si poteva vedere un ferita non molto profonda che si dilungava dall’ombelico del ragazzo fino all’inguine. Anche la cintura dei pantaloni era stata tagliata. Ellen, senza tanti complimenti, lo spinse a terra e bagnò uno straccio per pulire la ferita. Murtagh non si ribellò, ma si lamentava di tanto in tanto del dolore.
Eragon si avvicinò ai due amici. “Cos’è successo?”. Quando vide la ferita di Murtagh si inginocchiò affianco a lui.
“Eragon che vuoi fare?” lo rimproverò Ellen. “Non sei abbastanza in forze!”.
“Mi farò aiutare da Saphira”. Ci sei? Chiese alla dragonessa. Quella gli rispose con un cenno e si accucciò vicino a Murtagh. Dopo qualche secondo la ferita era guarita e la pancia di Murtagh come nuova.
Ellen sorrise. “Bene”. Poi si voltò verso l’elfa, che Eragon aveva depositato a terra appena erano arrivati, e che aveva viaggiato legata sotto la pancia di Saphira. “Forse dovremmo cercare di svegliarla” azzardò. Si avvicinò e la scosse dolcemente. Notò che un pezzo della sua veste era strappato, e sotto la manica lacerata c’era un taglio. “Eragon” chiamò. Il ragazzo si avvicinò e si chinò sull’elfa.
“Che c’è?”.
“Mi pare che anche lei sia ferita” disse Ellen scostando la manica del tutto per scoprire la spalla e il resto del taglio. La visione che ebbe fu terrificante. L’elfa era completamente coperta di tagli, scottature e lividi violacei. Sia lei che Eragon trattennero il fiato.
“Cosa succede?” Murtagh li raggiunse e nel vedere l’elfa imprecò. “Eragon devi curarla”.
Eragon la osservò ancora per un po’, esterrefatto, poi annuì deciso. Insieme a Saphira cominciò a curare i tagli che aveva sulla spalla, mentre Murtagh ed Ellen preparavano la cena. Eragon si fermò per mangiare poi, mentre Murtagh pensava a nutrire i cavlli, chiamò Ellen da parte.
“Ascolta Ellen, vieni qui” la prese per una spalla e la condusse vicino all’elfa. Eragon aveva curato tutte le ferite sulla schiena, sulle braccia e quasi tutte quelle delle gambe.
“Che c’è?” chiese Ellen stupita. “Ti manca ancora una parte” osservò indicando l’elfa, poi, con uno sguardo ad Eragon, capì qual’era il problema. “Oh”. Eragon non aveva voluto scoprire il seno e le cosce dell’elfa, probabilmente per rispettare la sua intimità.
“Capito?” disse il ragazzo, lanciando un’occhiata imbarazzata al corpo dell’elfa. Ellen si lasciò sfuggire una risatina.
“Io pulisco le ferite, ma le più gravi le dovrai guarire, capito?”. Eragon borbottò qualcosa e poi se ne andò a sedersi accanto a Murtagh, rosso e imbarazzato come non lo era mai stato.

Erano ormai tre giorni che viaggiavano nel deserto di Hardac. Eragon, siccome l’aria fra lui e Murtagh era un po’ tesa, a causa della mancanza di acqua e dell’urgenza con cui dovevano viaggiare per salvare Arya, aveva deciso di cavalcare Saphira per un po’. La sera del secondo giorno decisero di fermarsi per qualche ora per permettere ai cavalli di riposare. Ellen era nervosa. Non per il viaggio, ma perché Murtagh aveva espresso varie volte la sua decisione di non andare dai Varden, e che sarebbe andato via appena possibile. Non voleva che se ne andasse. Anche se fra di loro non era successo niente, era nato come un tacito accordo che tutti e due conoscevano a rispettavano. Non si parlavano più molto spesso, non si scambiavano più sguardo complici e non dormivano più l’uno vicino all’altra. Murtagh non accarezzava più il volto di Ellen prima di addormentarsi e lei non sorrideva più molto spesso.
Una sera, dopo aver mangiato e fatto bere i cavalli, Murtagh ribadì di nuovo il concetto dei Varden.
“Appena saremo arrivati vicino a loro io me ne andrò, chiaro?”.
“Ma non puoi passare per il deserto” osservò Eragon.
“No, infatti. Credo che passerò per le montagne. Sicuramente lì troverò anche qualcosa da mangiare e dei fiumi per riempire le borracce. Se solo non mi avessi trascinato in questo stupido …”.
“Non sono stato io a costringerti!”. Eragon, infastidito, rispose in malo modo.
“Oh no! Sei stato tu invece! Sei sempre così sprovveduto che mi sentivo in dovere di farlo! Non potevo lasciarla da sola a salvarti dalla prigione e dai Ra’zac” disse indicando Ellen che, sentendosi tirata in causa, si incupì ancora di più.
“Non mettetemi in mezzo per favore” disse piluccando le sue patate.
I due non la stettero nemmeno a sentire. “Sei tu qui che vuoi fare l’eroe!” cominciò Eragon. “Che vuoi salvare la gente! Solo per far vedere che sei migliore degli altri!”. Murtagh perse la pazienza e si buttò addosso ad Eragon, d’altro canto, il ragazzo fece lo stesso. Cominciarono a picchiarsi furiosamente, rotolandosi nella terra rossiccia del deserto, alzando una nuvola di polvere. Ellen si alzò allarmata e provò a separarli. Non servì a nulla, ma per fortuna intervenne Saphira che, con un ruggito, fece sobbalzare tutti e due, e immobilizzò Eragon sotto la zampa, mentre Ellen ne approfittava per immobilizzare Murtagh sedendoglisi sopra.
“Vuoi stare un po’ fermo?!” gli urlò in faccia. “Non è così che si risolvono i problemi!”.
  Ellen ha ragione, intervenne Saphira. Probabilmente Murtagh ha un motivo ragionevole per non voler venire di Varden. Basta solo che glielo chiedi … con le parole giuste. Eragon sbuffò, poi si mosse leggermente sotto la zampa di Saphira.
“Mi lasci ora?” chiese rabbioso. La dragonessa gli lanciò uno sguardo penetrante, poi alzò la zampa con cautela, come temendo che Eragon potesse ancora picchiare Murtagh che, fra l’altro, era ancora imprigionato da Ellen che lo teneva saldamente a terra.
In un altro contesto Murtagh avrebbe forse approfittato della situazione, ma in quel momento si sentiva arrabbiato e inquieto. Non poteva assolutamente incontrare i Varden. Solo una cosa lo costringeva a continuare il viaggio: Ellen. Aveva notato che la ragazza si incupiva sempre di più quando accennava al fatto che li avrebbe lasciati. Ma era sicuro che non poteva chiederle di venire con lui.
Ellen dal canto suo si chiedeva se non fosse il caso di lasciar andare Eragon dai Varden da solo. In fondo lei chi era? Il cavaliere era Eragon, e lei aveva cominciato a viaggiare con lui e Brom solo per errore, se così si può dire. Dopo la morte di Brom le era sembrato naturale continuare a viaggiare con il ragazzo, in più dopo si era aggiunto al loro gruppo Murtagh, di cui all’inizio non conoscevano le vere intenzioni e lasciarlo solo con Eragon non sarebbe stato saggio. Ma una volta qui? Lei non era interessata veramente ad unirsi ai Varden. Certo, non era una fan dell’Impero e di Galbatorix, ma neanche le interessava combattere contro di loro. Nel periodo in cui aveva conosciuto Eragon si era, per poco tempo, abituata all’idea di essere contro l’Impero in modo più attivo, ma, ora che rischiava di perdere Murtagh, forse doveva lasciare Eragon al suo destino. Quello che lui voleva, in fondo, non era quello che voleva Ellen.
“Ti puoi alzare ora? Giuro che non faccio niente”. Murtagh guardò Ellen con severità, interrompendo i suoi pensieri.
“Si, certo” disse lei un tantino imbarazzata. Si alzò e Murtagh fece lo stesso. I tre ragazzi per un secondo stettero in silenzio poi Murtagh si schirì la voce.
“Credo che c’è una cosa che dovreste sapere”. Eragon lo osservò con attenzione. “Non  vi ho raccontato tutto. Io …”.
Un ruggito di Saphira interruppe il suo discorso. Si girarono tutti verso di lei, ma Saphira guardava altro. Seguendo il suo sguardo notarono una fila nera all’orizzonte.
“Uragali” sussurrò Eragon.
“Cosa?”. Murtagh balzò in sella a Tornac e incitò gli amici a fare altrettanto.

Per tre giorni avevano cavalcato senza sosta. Ora si trovavano a percorrere l’ultimo tratto del fiume Zannadorso. Murtagh era sempre più agitato e arrabbiato perché, fino a quel momento, non avevano trovato nessuna via fra le montagne per dove potesse scappare. Negli ultimi due giorni Eragon aveva viaggiato su Saphira, nella speranza di avvistare una via per Murtagh, di stare lontano da lui ma, soprattutto, di tenere al sicuro Arya dai Kull. Avevano scoperto infatti che quelli che li seguivano non erano semplici Urgali, ma forti e spietati Kull, esseri in grado di marciare per giorni e notti senza stancarsi, che, pur di eseguire gli ordini, sarebbero anche morti.
Eragon scese verso la valle e, una volta avvistati Murtagh ed Ellen, scese planando su Saphira. I due ragazzi, nel vederli, si fermarono ed Eragon salì su Fiammabianca.
“Manca pochissimo alla cascata e abbiamo cercato di rallentare i Kull. Ne abbiamo uccisi un po’”. Ellen, sfinita, fece un debole segno di assenso. Murtagh non guardava nemmeno il compagno di viaggio, in parte ancora arrabbiato con lui.
“Mi pare chiaro che l’unico modo per salvarmi sarà andando dai Verden” disse poi, con voce fredda e venata di rabbia. Ellen ed Eragon si scambiarono uno sguardo preoccupato. “Prima di arrivare lì vorrei dirvi una cosa. Per evitare brutte sorprese”. Murtagh stette un attimo in silenzio, poi prese a slacciarsi la camicia. Sia Eragon che Ellen rimasero non poco stupiti di quel gesto, mentre Saphira scrutava il ragazzo con sospetto. Murtagh, una volta toltosi la camicia si voltò. Ellen si premette una mano sulla bocca. Una lunga cicatrice nodosa si dilungava per tutta la schiena del ragazzo, dalla spalla destra al fianco sinistro.
“Questa cicatrice mi fu inferta da mio padre. Morzan, l’ultimo dei rinnegati”. Il ragazzo si voltò tristemente, ma con sguardo risoluto, verso gli amici, che lo guardavano senza dire una parola. Si rivestì in fretta e guardò Ellen negli occhi. Il volto della ragazza esprimeva orrore e incredulità. Proprio quello che Murtagh si aspettava.




La rivelazione di Murtagh è avvenuta! Come reagiranno adesso i suoi amici? Lo scorpirete ... nella prossima puntata!
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Ok, basta. La mia sanità mentale se n'è andata diverso tempo fa -.-''
Grazie per la recensione Thyarah ^^
Avanti ... lasciate un commentino anche voi lettori anonimi XD
Patty
   
 
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