Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Nephrite ekips    23/04/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La luce filtrava debole dalle tende della finestra, e un leggero venticello freddo invase la stanza. Esalai uno sbadiglio goffo e mi rigirai dall'altro lato tirandomi la coperta sopra la testa, ad un certo punto riordinai i pensieri.
 
NEVIUS! Mi alzai di botto e perlustrai la camera.
Aveva mantenuto la parola data, era girato verso la finestra e guardava attraverso essa, mi alzai felice e mi precipitai verso di lui, lo strinsi forte per la gioia e dopo qualche minuto mi sentii terribilmente imbarazzata, non era assolutamente da me avere una reazione così impulsiva, tuttavia non ne sembrò per niente dispiaciuto.
 
Mi prese per i fianchi e mi sollevò leggermente per baciarmi. Eravamo entrambi illuminati dalla luce che filtrava dalla finestra, l'uno restava ben stretto all'altra.
 
 
«Se mi dai un minuto, faccio colazione, saluto mia madre e sono di nuovo da te.»
 
Annuì prima di staccare la sua presa dai miei fianchi, corsi al piano inferiore dove ad accogliermi, vi era mia madre che prontamente mi comunicò che quella domenica avrebbe dovuto tener aperta la gioielleria, c'era una fiera in città dunque tutti avrebbero continuato a svolgere le attività lavorative. Ero contenta di quella notizia, avrei potuto passare la domenica con Nevius, sorrisi e la salutai.
Appena chiuse la porta Nevius scese dalle scale e si sedette di fronte a me, mi osservava mangiare senza dire una parola. Divorai la colazione come un leone, sembrava che non mangiassi da mesi, ero entusiasta e piena di energie, sorrisi per un istante rendendomi conto di quanto fossi felice per l’andamento positivo che la mia vita stava prendendo.
 
Tuttavia l’entusiasmo durò poco, Nevius divenne improvvisamente serio ed esordì dicendo: «Vuoi conoscere la mia "famiglia"?»
 
Sbiancai e sprangai gli occhi, avevo sentito bene?
 
 
Ridacchiò. «Vedo che adesso hai un po' di paura.»
 
Cercai di riprendere il raziocinio e di spiegare al meglio la mia reazione, «Più che altro temo che Zachar possa aggredirci..»
 
 
«Lei non ci sarà, ci saremo solo io, Jack e Kaspar che si sta man mano convincendo.»
 
Fui sollevata a quella rivelazione, Zachar non m’ispirava né fiducia né sicurezza.
 
L’espressione di Nevius divenne torbida. «Mi sono sforzato molto per convincere Kaspar ad accettarti, ma soprattutto a tenere Zachar alla larga, merito un premio.»
 
«Che premio?»
 
 
«Credo che tua madre dovrebbe sapere che hai un ragazzo.»
 
 
Sorrisi nervosamente, poi decisi di provocarlo. «Sei il mio ragazzo quindi?»
 
 
 
Rise, «Ovviamente è solo un modo di dire, è da un bel pezzo che non sono più un ragazzo, ma almeno la prossima volta posso aspettarti in soggiorno e non più dietro l'angolo.»
 
Pensai per pochi secondi e poi assentii, mentre mangiavo, lo esaminai a dovere e mi accorsi che non aveva gli stessi abiti di ieri, stavolta indossava un lungo spolverino bianco, mentre sotto portava una camicia rossa e un pantalone aderente grigio. Qualunque indumento gli calzava divinamente, i miei occhi brillarono per qualche secondo.
 
 
«Sei andato via mentre dormivo? Hai dei vestiti diversi.»
 
Si diede un'occhiata veloce fingendosi sorpreso dalla mia constatazione, poi rispose.
 
 
«Sono un ricco imprenditore che vive in un castello ... non vorrai mica che vada in giro con gli stessi abiti del giorno prima? Avere dei poteri mi consente anche di cambiarmi velocemente, se è necessario.»
 
 
«Spaccone.» Dissi canzonandolo.
 
 
Rimasi sorpresa dalla cura dei dettagli che riusciva ad avere, non si lasciava sfuggire nulla confermò ancora di più la mia idea di perfezione.
 
 
 
«Vado a prepararmi.»
 
 
 
«Ti aspetto.»
 
 
 
Salii di fretta le scale e aprii l'armadio, volevo sembrare gradevole e accettabile dunque scelsi accuratamente gli abiti da indossare. Scelsi un pantalone attillato blu scuro e un top con scollo a cuore rosso acceso. Non volevo sembrare sempre un eterna bambina dunque evitai il solito fiocco tra i capelli e scelsi un codino, mi diedi una specchiata veloce e decisi per un rossetto rosa fragola. Ero presentabile in fin dei conti.
 
Quando scesi le scale, lo trovai alla sua fine ad aspettarmi.
Esaminò tutti i miei movimenti, poi mi squadrò dalla testa i piedi e incurvò un sopracciglio. «Dovrebbero proibirti di vestire così.»
 
 
Lo guardai preoccupata, «Sto male? Se vuoi, posso cambiarmi.»
 
 
Feci per voltarmi intenta a raggiungere di nuovo la mia stanza ma fui bloccata dalle sue braccia possenti attorno alla mia vita, avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sbuffò. «Sei davvero impossibile, non capisci proprio nulla vero?»
 
Iniziò a ridere delicatamente. «Cercherò di essere più chiaro allora. Sei stupenda.»
 
Arrossii di nuovo, ormai il paonazzo era diventato il mio colore naturale.
 
 
«E' dunque questa è la tattica che hai deciso di adottare?» Disse sarcastico.  «Vuoi sedurre i miei amici così che ti accettino?»
Ridemmo entrambi fragorosamente.
«Spero di piacergli.» Risposi timida.
 
Alzò gli occhi al cielo esasperato. «A breve sarai in mezzo ad un gruppo di assassini spietati, che stanno tentando di conquistare il mondo, tuttavia il tuo problema più grande è che loro non possano approvarti? Hai un punto di vista così interessante.» Disse ironico.
 
 
 
«Dai vieni e chiudi gli occhi.»
 
 
Mi diressi tra le sue braccia ed eseguii gli ordini, probabilmente per arrivare al regno dei generali era necessario eseguire il teletrasporto.
 
 
Quando li riaprii, ci trovammo di fronte ad un enorme cancello cinto in oro, mi condusse al suo interno senza esitare. 
Vi era un enorme giardino con una bella fontana al suo centro, ai due lati della magione vi erano rispettivamente quattro statue, mi avvicinai per esaminarle, ed erano rispettivamente: al lato destro Lord Kunzite e Lord Nephrite al lato sinistro Lord Jadeite e Miss Zoisite.
 
 
 
Fissai Nevius scimmiottante che di tutta risposta si finse offeso e poi sbuffò. «Siamo degli inguaribili megalomani.»
Ridemmo in simultanea e ci avvicinammo all'enorme portone che si aprì al contatto con la sua mano.
 
 
Il nervosismo iniziò a farsi largo in me, Nevius se ne accorse e mi strinse la mano, poi delicatamente sussurrò al mio orecchio: «Non aver paura, ci sono io con te.»
 
Sorrisi rassicurata e avanzammo insieme nel lungo corridoio.
 
 
L'interno dell'enorme reggia mi lasciò stupita, era totalmente diversa dal castello di Nevius, molto più moderna. Le stanze erano ampie e luminose e da lontano udii un suono familiare, qualcuno stava armeggiando ai fornelli.
Nevius mi portò verso la cucina, dove vi era Jack alle prese col pranzo e Kaspar intento a leggere un libro. Entrambi quando mi videro smisero di fare quello che stavano facendo.
Kaspar si alzò aggraziato, era così leggero nei movimenti, sembrava quasi che i suoi piedi non toccassero il pavimento.
Aveva i capelli lunghi e bianchi con dei leggeri riflessi azzurrini, il suo viso era perfetto e lo sguardo nobile, indossava una camicia e un pantalone entrambi bianchi con un panciotto nero.
 
 
Benché fosse il più anziano dei generali anche lui come Nevius non dimostrava per niente la sua età.
 
Mi rivolse un sorriso gentile e mi porse la sua mano. «Piacere Nina, io sono Kaspar.»
 
 
Lo guardai timida, e cercai di abbozzare un sorriso cercando di nascondere l'evidente imbarazzo. Ricordai la targa fuori di casa, «Piacere Lord Kaspar io sono Nina.»
 
 
Nevius sorrise a quel "Lord" Kaspar e mi fissò con dolcezza.
 
 
 
«Solo Kaspar va più che bene.» Disse con un caloroso sorriso.
Poi si avvicinò a me Jack, molto più tranquillo, pulì rapidamente le sue mani poiché poco prima era impegnato ad affettare il prosciutto e si avvicinò a me allungandomene una.
 
 
«Ciao Nina, io sono Jack.»
 
Jack era davvero un bel ragazzo, aveva i capelli corti biondi leggermente spettinati, anche lui era alto e snello. Doveva essere una qualità dei generali essere perfetti.
Stando ai racconti di Nevius Jack era il più giovane, circa una novantina d'anni e a guardarlo effettivamente si dimostrava più giovane rispetto agli altri due, anche nel modo di vestire, indossava una canotta nera attillata e un paio di jeans scuri, era più alla mano rispetto a Kaspar.
Amichevolmente si offrì subito di accompagnarmi in una sorta di "giro turistico" della magione. Accettai entusiasta.
 
Il soggiorno era molto ampio ed aveva un'enorme libreria con un bellissimo pianoforte bianco al suo fianco. Osservai Jack curiosa, «Sai suonare il piano?»
 
Lui assunse un'espressione ironica. «Non è strumento per me, preferisco qualcosa di più pratico come la chitarra, il pianoforte è più da Nevius, non ti ha mai suonato nulla?» posò la mano sul mento facendo finta di pensare a qualcosa e poi riprese col discorso, «Strano, di solito non perde occasione per pavoneggiarsi.»
 
Nel dire questo lanciò un'occhiata scimmiottante a Nevius, che di tutta risposta sbuffò.
 
«Che cattiva impressione date di me.»
 
 
«Quindi tu suoni la chitarra e Nevius il piano.» Ripetei meccanicamente.
 
 
«Sì.»
 
 
Rispose secco, poi si avvicinò cauto al mio orecchio. «Kaspar canta, quando entrerai a far parte ufficialmente della famiglia ti faremo una delle nostre esibizioni, vedrai che spettacolo quando Kaspar e Neph inizieranno a duettare.»
 
Kaspar folgorò Jack con lo sguardo, poi iniziammo tutti a ridere.
 
In seguito mi avvicinai a una foto ritratto in cui vi erano i quattro generali e puntai il mio sguardo su Zachar, l'unica non presente in quell'occasione, Kaspar comparve soave alle mie spalle.
 
 
«Ha la testa un po' dura, ma non preoccuparti, la convinceremo alla fine.»
 
 
Nel dire questo mi dedicò un altro caloroso sorriso.
 
 
Mi sentii leggermente sollevata nel sapere che quantomeno gli altri due non mi volessero morta.
 
 
La giornata trascorse tranquilla e veloce, i due generali furono straordinari con me ed alla fine della giornata Nevius mi rivelò che mi approvavano e che quando si fossero calmate le acque sarei anche potuta stare lì a casa con loro.
Mi riaccompagnò prima del solito lasciandomi così più tempo da dedicare a mia madre, ed anche allo studio che stavo un po' trascurando.
 
 
Mi lasciò con un bacio sulla fronte. «Tornerò presto.»
 
 
Lo fissai con occhi languidi e felici. «Non aspetto altro.»
 
 
«Ti raccomando cerca di recuperare i compiti arretrati.» Disse premuroso.
Annuii e lui svanì fulmineo.
Mi diedi una rinfrescata veloce e poi raggiunsi mia madre al negozio.
Ero tremendamente felice, ma soprattutto consapevole del fatto che avrei dovuto dire a mia madre di Nevius e presto l'avrei fatto.
Quando tornai a casa, ero stanca morta ma ogni cosa ormai mi scivolava addosso, mi adagiai sul letto sognante, non ebbi neanche il tempo di indossare il pigiama che fui subito rapita da un sonno profondo.
 
 
«Nina, perché mi stai facendo questo?»
 
Cosa? Mi voltai verso un Nevius pallido e tremante, era proprio di fronte a me, e mi fissava sofferente.
 
 
 
«Che cosa dici? Non ho fatto nulla.»
 
Non riusciva a parlare ed io ero sconvolta, mi osservai per qualche secondo e mi resi conto che avevo un coltello tra le mani puntato dritto al centro del suo petto.
 
 
«Adesso potresti toglierlo?»
Ritrassi subito il coltello e l'osservai sanguinante. «Mi dispiace… io non volevo…»
 
 
 
«Mi stai uccidendo.»
 
 
 
Oltre ad essere dolorante e sofferente stava iniziando anche a dissolversi, in piccolissimi corpi celesti.
 
 
«No!» Cercai di aggrapparmi a lui disperata, il suo volto mutò e mi ritrovai Zachar al suo posto.
 
 
«Va all’inferno tesoro, così magari starete insieme.» Rise maligna e mi gettò lontana.
 
 
«NO!» Mi alzai di scatto dal letto e mi passai una mano sulla fronte, ero sudata e spaventata, corsi di fretta in bagno per darmi una rinfrescata, poi ritornai velocemente in camera mia nascondendo la testa sotto le coperte, quel sogno orribile mi aveva a dir poco destabilizzata, inutile dire che quella notte fu impossibile dormire.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Nephrite ekips