Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: In_your_eyes    24/04/2017    0 recensioni
E se anche una persona fredda e dura come il capitano Levi Ackerman avesse mai perso qualcuno, facendolo soffrire?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Levi galoppava all’impazzata nel bosco. Tante volte nella sua vita si era trovato davanti alla morte ma non aveva mai avuto così fretta e paura come in quel momento. Spronava con la voce e le gambe il suo cavallo con tanta cattiveria che sapeva di non meritare. Sapeva che per lo sforzo sarebbe potuto morire. Sapeva anche quello che gli sarebbe successo al suo rientro, dopo aver lasciato la legione di circa 250 persone per salvarne, (forse), una. Nessuna punizione psicologica o corporale sarebbe mai stata peggio di perdere lei. Lei contava molto, molto di più. Con il vento gelato che gli pungeva il viso, egli si malediceva per ciò che era successo. Era difficile per lui affezionarsi a qualcuno dopo tutto quello che aveva vissuto, figurati innamorarsi follemente, no, quello non era neanche lontanamente concepibile. Ma poi era spuntata lei, come un raggio di sole in una giornata di pioggia in cui tutto ti va storto. Le aveva veramente donato tanto quella ragazzina, e in un battito di ciglia si era conto che era diventato una sua debolezza. Così si era allontanato da lei mettendosi una maschera sadica e indifferente ma soffrendo in silenzio tutte le notti. Lei, però, non se ne è mai andata. Lei è sempre stata lì, ad aiutarlo e capirlo finchè lui non ha ceduto e le ha detto tutto quello che provava. Da lì la situazione è degenerata: erano uno il respiro dell’altro e Levi voleva sempre proteggerla. In un mondo dove la guerra è un fatto quotidiano e le morti sono normali, tenerla lontana dalle missioni era impossibile. Decise allora di assegnarla alla squadra dei cinque soldati vivi più competenti, solo dopo averli fatti giurare col sangue che l’avrebbero protetta a costo della loro stessa vita.
I fumogeni neri erano ricorrenti nelle missioni, indicavano la morte di qualcuno di importante per la legione. Al capitano poco importavano di solito, sapeva che tutti erano destinati a morire, prima o poi, nel campo di battaglia. Ma quella volta fu diversa. Quella volta il fumogeno proveniva dal lato della sua squadra. “Uno.- Pensò- non vuol dire niente.” si cercava di autoconvincersi. Ma poi poco dopo ci fu il secondo. E poi il terzo, seguito dal quarto e dopo molto anche del quinto. Solo una persona al massimo poteva essere ancora viva. E doveva esserlo. Doveva essere lei. Discusse con l’amico Erwin e dopo avergli lasciato il comando partì all’impazzata indietro per cercarla.
Mentre la sua mente era piena di pensieri vide una cavalla morella che correva verso di lui. Inchiodò velocemente e la osservò meglio: Aveva una lista e due piccole balzane. Era Pioggia, la sua cavalla. Come se avesse capito chi cercasse, lo guardò negli occhi e ripartì da dove era arrivata. Lui la seguì senza farsi troppe domande. Arrivarono ad un campo con una decina di giganti di classe 15 metri morti a terra. Vide due cadaveri dei suoi uomini, Probabilmente gli altri tre erano stati mangiati da quei mostri. Ma Levi Ackerman non aveva tempo per piangerli, doveva trovarla. Alzò lo sguardo e vide la giumenta che trotterellava in circolo molto nervosa. Lui si incamminò. La sua mente aveva paura di quello che avrebbe potuto trovare, ma le sue gambe sapevano cosa dovevano fare. Lei c’era. Era sdraiata per terra molto pallida. Gli sorride debolmente ma ancora in quel suo modo dolcissimo di farlo. Era ancora viva, il capitano piangeva dalla gioia, c’era riuscito. “Ti ho amato veramente tanto.” Dice lei con molta fatica e con una voce molto debole. “Lo potrai fare ancora, ti porto via da questo inferno e andrà tutto bene.” Cerca di rassicurarla. Ma quando le mette due mani per trasportarla si rende conto che aveva cantato vittoria troppo presto. Da sotto il suo seno destro in giù il corpo era stato divorato. Perdeva tanto sangue. Levi era sconvolto ma non perse tempo: si tolse il mantello e cercò di legarlo per bloccare l’emorragia. “Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Sono qui. Ti amo.” Disse tamponando forte. La ragazza avrebbe voluto tanto allungare la mano per accarezzare l’amato viso del suo ragazzo ma ormai non ha più le forze. “Amore, scusami ti amo tanto.” Dice mentre sente abbandonarsi definitivamente da qualunque forza. “NO!” urla lui mentre spinge sempre più forte sulla ferita. “Non mi abbandonare.” dice piagnucolando in  modo ridicolo. La bacia, la bacia molto intensamente più e più volte. Vorrebbe dare la sua forza vitale a lei. Ma quando si rialza i suoi occhi sono vuoti. Il cuore non batte più. I suoi polmoni non respirano più. Lei non c’è più. Ma lui non ci vuole credere. Fa la respirazione bocca-bocca mentre sposta le sue mani sul suo cuore, ma niente. Lei non si muove, rimane fredda e rigida come prima. Lui piange. Come non faceva da dieci anni ormai. Non riusciva ad accettare di averla persa. Non credeva in un Dio o in una forza superiore, ma ora lo stava pregando con tutto sé stesso: “Ridammela!” urlava. “Ridammela! Prendi me! Prenditi tutto quello che vuoi ma non lei!” Piangeva e urlava. Sembrava un bambino di cinque anni che litigava con la mamma. Il suo cavallo morde la sua camicia, lo vuole trascinare via. Sa cos’è l’amore ma sa anche che cos’è il pericolo e in quel momento lo sentiva per bene. Stava arrivando un gigante. Ma a Levi non importava. Ormai niente aveva più importanza senza di lei. Non risponde a quel nervosismo del suo compagno. L’avrebbe raggiunta al più presto possibile.
Ma il gigante cambia direzione e va da tutt’altra parte. Non capisce la situazione. Ma ha un flashback:
“Promettimi che qualunque cosa succeda tu non smetterai mai di combattere. Ripeto per qualsiasi.”
“Perché?”
“Perché tu sei una di quelle poche persone che può salvare l’umanità. E perché il dolore è la migliore disciplina, no?”
Quel ricordo gli fa male al petto, ma lo fa alzare. “Giuro che non amerò mai nessun’altra. Combatterò ma lo farò solo per te.” Dice a ciò che era rimasto di lei prima di tornare in groppa al suo cavallo e tornare verso le mura.
  
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